Peter Nichols

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Peter Nichols (1928 – 1989), giornalista e scrittore britannico.

Italia, Italia[modifica]

  • Ho detestato un sacco di libri che ho letto sull'Italia. C'è gente che ha odiato letteralmente il paese o disprezzato il suo modo di vivere fino a sfiorare l'odio; e non mi disturba leggere il loro sfogo anche se non lo condivido. Ma non condivido, spero, la malattia assai peggiore, perché assurda ma diffusa, di chi cade ai piedi del centauro in un mare di adorazione sentimentale. Questa malattia è cronica tra gli anglosassoni e i tedeschi. L'Italia, nella loro allucinazione, è il luogo dove la vita è vissuta pienamente; dove ci si spoglia delle inibizioni; dove un tubercolotico muore felice sui gradini di San Pietro sussurrando qualche nota smozzicata di «'O sole mio» e bevendo alla coppa della vita fino in fondo, fino all'ultimo spasimo di tosse. Per fortuna, una qualità comune a quasi tutti gli italiani è quella d'essere immuni da sentimentalismi. (cap. 1, p. 11)
  • [...] l'italiano è una lingua che vuol essere parlata, ma non scritta: sarebbe perduta se la gente smettesse di parlarla. (cap. 2, p. 51)
  • Gli italiani si domandano a vicenda di dove sono, come gli inglesi parlano del tempo. E per la stessa ragione: ce n'è una tale varietà. [...] Dopo la famiglia, il luogo di nascita è l'elemento che più influisce nella formazione del carattere e della mentalità. (cap. 3, pp. 55-56)
  • Togliatti era un uomo piccolo e freddo, di acuta intelligenza, con un risolino divertito, in privato, che parlando in pubblico poteva mutarsi in sferzante sarcasmo. (cap. 6, p. 126)
  • Gli sbandieratori di formule, di cui abbonda il panorama degli scritti sull'Italia, usavano dire che Togliatti sarebbe stato un ottimo cardinale se fosse entrato in seminario anziché nel PCI. È il tipo d'osservazione che fiorisce sulla bocca di chi prende un atteggiamento alla Don Camillo nelle cose italiane (quanto danno ha fatto Guareschi alla reputazione di serietà del suo paese!) Così tutto il problema si riduce a termini innocui e salottieri. (cap. 6, pp. 126-127)
  • [Enrico Berlinguer] La sua forza non è fisica: è nell'intensità del personaggio. L'aspetto angosciato, gli occhi tristi e la fronte segnata da rughe lo fanno sembrare sempre sofferente o sovraffaticato. Lesse la sua relazione con intelligenza ma senza retorica, come se volesse comunicarne il contenuto in modo da celare la qualità, spesso eccellente, della prosa con cui era espresso, piuttosto che servirsene per suscitare emozioni. Sapeva che da quel congresso sarebbe uscito segretario del partito, successore di Gramsci e di Togliatti; ma mentre lasciava il podio, così esile, curvo, come schiacciato da un invisibile fardello, sembrava che cercasse di allontanarsi il più in fretta possibile dagli applausi e gli evviva per rifugiarsi in qualche posto dove soffrire in silenzio. (cap. 6, p. 133)
  • [Ugo La Malfa] È l'uomo che meglio d'ogni altro ha capito che cosa significhi per l'Italia appartenere all'Europa: il futuro del paese, come lui lo vede, è nell'integrazione nella società industrializzata e progredita dell'Europa occidentale. Benché siciliano, o forse proprio per questo, ha un autentico terrore dell'attrazione che il Mediterraneo esercita sull'Italia, e parla di scalare le Alpi come di una condizione essenziale alla salvezza del paese. (cap. 6, p. 138)
  • Mattei disprezzava gli industriali privati che lo ricambiavano odiandolo. (cap. 9, p. 163)
  • Alto, aitante, il sorriso crudele, Mattei non sembrava mai tanto allegro come quando spiegava, impugnando un regolo davanti alle carte topografiche, che non solo aveva scoperto grandi riserve di metano nel profondo sud, presso Ferrandina, ma che aveva fatto quella scoperta in una zona già esplorata e abbandonata dai privati come sterile. E a questo punto rideva come una tigre compiaciuta. (cap. 9, p. 163)
  • Il più celebre capolavoro della società italiana attraverso i secoli, il baluardo, l'unità naturale, il dispensatore di tutto ciò che lo stato nega, il gruppo semisacro, il vendicatore e il rimuneratore, il mezzo per affrontare o compensare l'ingiustizia, l'incompetenza e l'indifferenza è la famiglia. (cap. 12, p. 222)

Bibliografia[modifica]

  • Peter Nichols, Italia, Italia, traduzione dall'inglese di Fabrizio Dentice, Aldo Garzanti Editore, Milano, 1975.

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