Piero Ferrari

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Piero Ferrari, 2012

Piero Ferrari (1945 – vivente), imprenditore e dirigente sportivo italiano.

Citazioni di Piero Ferrari[modifica]

  • Mio padre [Enzo Ferrari] non diceva niente, approvava: "Tu fai, se va bene ti dico bravo". Lui però era così, voleva che la gente fosse libera di dimostrare di avere ragione e che le loro idee fossero giuste. Se però erano sbagliate, non la faceva passare liscia. Non è che non approvasse in partenza, nessuno avrebbe potuto recriminare che Ferrari non lasciasse libertà di esprimere le loro idee, perché mio padre lasciava fare.[1]
  • Quando sono entrato in azienda, nel 1965, condividevo l'ufficio con il Cavalier Giberti, il primo dipendente della Ferrari, e Mauro Forghieri, che era stato assunto qualche anno prima, era nell’ufficio accanto. Ci separavano dieci anni di età e un vetro. Di fatto ci vedevamo tutto il giorno tutti i giorni. Forghieri metteva energia e passione in ogni sua attività. Aveva un carattere sanguigno e ricordo che in più di una di quelle interminabili riunioni di Gestione Sportiva, che iniziavano alla sera e finivano di notte, mi sono trovato a fare da mediatore tra lui e mio padre. Ma so anche che mio padre apprezzava in lui l'instancabile voglia di fare, sapeva che dietro un suo eventuale errore c'era sempre e solo il tentativo di fare di più e meglio, di guardare avanti. È un pezzo della nostra storia che se ne va, un uomo che ha dato molto alla Ferrari e al mondo delle corse in assoluto.[2]

Enzo Ferrari svelato dal figlio Piero, "Mio papà amerebbe il mondo di internet"

Intervista di Pino Allievi, gazzetta.it, 14 agosto 2013.

  • Mio padre ha lasciato in noi che gli eravamo vicini e nel dna dell'azienda la volontà di guardare avanti, di cambiare giorno dopo giorno. Era una persona che non s'interessava mai al passato, se non per evitare errori fatti e cancellare esperienze negative. [riferito a Enzo Ferrari]
  • Quando morì fu immancabile trovarsi, parlare. Fusaro, il presidente, fu bravo a non volere subito grandi cambiamenti. Essendo papà uno che decideva tutto, fu necessario rimettere a punto il processo decisionale. Senza panico né paura. Ma la sua mancanza si fece ovviamente sentire, da quel momento fu tutto diverso. Dopo il dolore, prevalse una potente voglia di ripartire. Mio padre era spesso in fabbrica anche la domenica, a guardare i gran premi. A volte si vinceva, a volte si perdeva. Ma il lunedì mattina era un altro giorno, bisognava guardare avanti, voltar pagina. Continuammo a fare così... [riferito a Enzo Ferrari]
  • Aveva abitudini e manie alle quali non è mai venuto meno. Come l'odio per gli ascensori. E per gli aerei. Diceva: «Non ho paura di volare, ho paura di non tornare a volare». Da qualunque parte andasse, doveva sempre rientrare a dormire nel suo letto. Non lasciava mai Maranello, lì si sentiva il re. Erano gli altri che venivano a trovarlo e a riverirlo. [riferito a Enzo Ferrari]
  • Ho avuto un grande papà, terribilmente esigente, duro ma anche tenero. Nel carattere conservo tanti punti in comune, soprattutto quando mi arrabbio. Ma ciò che lo differenziava da tutti era il carisma, quel fascino misterioso che lo elevava sempre rispetto agli altri. Una sensazione che ho sentito solo al cospetto di Papa Giovanni Paolo II. Gente che ti fa sentire piccolo. [riferito a Enzo Ferrari]

Note[modifica]

  1. Citato in Carlo Platella, Cambio trasversale: il manifesto di Mauro Forghieri , formulapassion.it, 13 gennaio 2023.
  2. Citato in Addio a Mauro Forghieri, ferrari.com, 2 novembre 2022.

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