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Augusto Pinochet

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Augusto Pinochet nel 1974

Augusto José Ramón Pinochet Ugarte (1915 – 2006), generale e politico cileno.

Citazioni di Augusto Pinochet

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Citazioni in ordine temporale.

  • In questo Paese non si muove foglia che Pinochet non voglia. Vorrei che questo fosse chiaro.[1]
  • Questa non è mai stata una "dittatura" [dictadura in spagnolo]. Mai. È stata, piuttosto, una "dictablanda".[2]
  • Di condanne dell'Onu ho pieni gli scaffali della mia biblioteca.[3]
  • I ricchi sono quelli che producono denaro. E bisogna trattarli bene perché ne producano di più.[4]

Citazioni su Augusto Pinochet

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  • Il governo Pinochet ha avuto molte colpe, tra cui la più grave quella degli abusi sui civili. Ma pare anche che curasse poco l'aggiornamento dei registri anagrafici. (Gus Fring, Breaking Bad)
  • Il regime crollò per l'unico errore commesso da Pinochet, che nel 1988 perse il referendum che aveva indetto per essere confermato al potere. (Italo Moretti)
  • Nixon, Frei e Pinochet | fino a oggi, fino a questo amaro | mese di settembre | dell'anno 1973, con Bordaberry, Garrastuzu e Banzer, | iene voraci [...] satrapi mille volte venduti | e traditori, eccitati | dai lupi di New York. (Pablo Neruda)
  • Pinochet avrebbe dovuto uccidere più persone. (Jair Bolsonaro)
  • [Nel 1987] Pinochet è quello che è. Il suo plebiscito per la Costituzione del 1980 fu indetto in circostanze che gli tolgono ogni valore. E gli inizi del regime militare furono sanguinari. Però il Cile di oggi ha un livello di libertà e di dialettica politica – nonostante Pinochet – che tanti paesi del Terzo mondo vezzeggiati dai nostri democratici dovrebbero invidiargli. Come ha osservato un lettore, né l'Etiopia né lo Zaire né la Siria, né il Nicaragua avrebbero tollerato corrispondenze come quelle che gli inviati della Rai diffondono, in diretta dal Cile. (Indro Montanelli)
  • Prendete Richard Nixon ad esempio. La gente dimentica ma quarantasette milioni di americani avevano votato Nixon. Pensavamo che fosse uno dei buoni e Nixon pensava che il generale Pinochet fosse uno buono perché odiava i comunisti, così abbiamo aiutato Pinochet a prendere il potere. Poi Pinochet cambiò faccia ed uccise migliaia di persone. Forse in fondo non era uno dei buoni. A volte però i cattivi fanno cose buone. Nessuno lo sa ma nel 1973 il Cile stava per diventare il più importante centro di produzione ed esportazione della cocaina del mondo. [...] Avevano laboratori in zone desolate, miglia di costa non pattugliata per spedire a Nord il prodotto. [...] Ma Pinochet aveva rovinato la festa: chiuse trentatré laboratori e fece arrestare trecentoquarantasei trafficanti e poi, visto che era Pinochet, li fece uccidere tutti. (Narcos)
  • Purché finalmente sia detta la verità, quello che succederà a Pinochet non mi importa un fico secco. (Ariel Dorfman)
  • Sai che ti ci vuole, capo? Un bel mostro di quelli tosti! Perché non indaghi su Pinochet, per esempio? (Dylan Dog)
  • Alcuni sostenevano che Pinochet, al di là di tutto, aveva tolto le catene all'economia cilena e lasciato spirare la brezza del liberismo alla Friedman (per questo la signora Thatcher lo invitava sempre a fare shopping a Londra). Tuttavia i paladini del libero mercato probabilmente non credono che per attuare queste politiche ci voglia la tortura, l'omicidio o la dittatura.
  • Come Milosevic (un altro che si è fatto beffe della giustizia morendo) e Saddam Hussein, è stato arrogante fino all’ultimo. Il Cile e il mondo se ne sono sbarazzati, e possiamo dire almeno che la sua rozza battaglia per sottrarsi alla giustizia ci ha aiutato a creare gli strumenti perché i tiranni possano essere perseguiti in tutto il mondo.
  • I cileni hanno saputo restaurare la democrazia senza violenze e con metodi democratici hanno giudicato Pinochet. Ma c'è un prezzo per la lentezza e l'accuratezza di questi procedimenti. Molti cileni non sanno nulla dei loro cari spariti o di come siano morti. E mai Pinochet ha dato un’informazione o ha dimostrato un rimorso.

Note

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  1. Dall'intervista a Ercilla, 1º ottobre 1981; citato in Massimo Cavallini, L'addio di Pinochet all'esercito: «Patria mia, sono un tuo soldato», l'Unità, 11 marzo 1998, p. 13.
  2. Dall'intervista a Cosas, 10 settembre 1985; citato in Massimo Cavallini, L'addio di Pinochet all'esercito: «Patria mia, sono un tuo soldato», l'Unità, 11 marzo 1998, p. 13.
  3. Dall'intervista a Hoy, 26 dicembre 1986; citato in Massimo Cavallini, L'addio di Pinochet all'esercito: «Patria mia, sono un tuo soldato», l'Unità, 11 marzo 1998, p. 13.
  4. Dall'intervista a La Epoca, 26 febbraio 1988; citato in Massimo Cavallini, L'addio di Pinochet all'esercito: «Patria mia, sono un tuo soldato», l'Unità, 11 marzo 1998, p. 13.

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