Plinio Corrêa de Oliveira

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Plinio Corrêa de Oliveira

Plinio Corrêa de Oliveira (1908 – 1995), storico, politico e filosofo brasiliano.

Citazioni di Plinio Corrêa de Oliveira[modifica]

  • Cos'è la grazia? La grazia è una partecipazione creata nella vita increata di Dio. Attraverso la grazia, la nostra intelligenza può cogliere, in modo fugace, qualcosa dello stesso lumen divino. In questo senso, le forme architettoniche, i colori, i suoni possono servire all'uomo da strumenti per conoscere qualcosa di Dio stesso. Sono, appunto, simboli.[1]
  • Dio affida a talune persone la missione di essere simboli. Esse hanno un portamento, un modo d'essere che corrisponde a una certa grazia, accompagnato dalla capacità di esprimere sensibilmente questa grazia. Hanno un modo d'essere che rende particolarmente allettante le virtù legate alla grazia. Perciò sono chiamate non solo a praticarla in modo esimio, ma a simboleggiarla.[2]
  • È questa è la nostra finalità, il nostro grande ideale. Avanziamo verso la civiltà cattolica che potrà nascere dalle rovine del mondo moderno, come dalle rovine del mondo romano è nata la civiltà medioevale. Avanziamo verso la conquista di questo ideale, con il coraggio, la perseveranza, la decisione di affrontare e di vincere tutti gli ostacoli, con cui i crociati marciavano verso Gerusalemme.[3]
  • Equilibrio non è la posizione di un uomo seduto pacatamente su una poltrona. Il vero equilibrio è quello del cavaliere sul suo cavallo, mentre realizza con la massima intensità tutte le sue potenzialità.[4]
  • Il cavaliere ama la sublimità. Egli contempla tutto nel suo aspetto più elevato.[4]
  • Il cavaliere è naturalmente rivolto all'adorazione.[4]
  • Il pulchrum di un ideale si riflette nell'anima di chi lotta per esso.[4]
  • I simboli, pur appartenendo perfettamente al mondo reale, rimettono a una sfera superiore. Il simbolo avrà tanto più valore quanto più rimetta a tale sfera. Il ruolo del simbolo è di offrire alla sansibilità la chiave per comprendere il mondo spirituale.[2]
  • L'amore verso Dio del cavaliere proviene da una nozione molto limpida della Sua infinità, della Sua gloria, della Sua grandezza, del Suo splendore, della Sua bontà e misericordia. È proprio perché il cavaliere possiede questa nozione in alto grado che egli mostra, nei confronti di Dio, un devoto e profondo rispetto. Questo rivela una grande profondità di anima. Perché, per arrivare a questa nozione e a questo rispetto, serve molta profondità spirituale.[4]
  • La combattività è la disposizione a sacrificare la vita per qualcosa che ne valga la pena. Questo sacrificio totale l'uomo lo compie per uno di due motivi: o per vanità o per amore verso il sublime. Il vero cavaliere combatte sempre per amore del sublime.[4]
  • S'inganna singolarmente chi suppone che l'azione della Chiesa sugli uomini sia semplicemente individuale, e che essa formi persone, ma non popoli, né culture o civiltà.[4]
  • Gli stendardi abbandonati e che sono caduti a terra; le mura dove vi sono brecce, le verità che nessuno considera e per le quali lo zelo è scarso; tutto ciò che è stato man mano abbandonato e progressivamente consegnato all'avversario, ecco la parte che la Provvidenza ha voluto dare alla Contro-Rivoluzione.[5]
  • Nell'egoista frustrato che sei stato, comincia a sorgere, come un giglio che nascesse dal pantano, oppure una fonte in un arenile desertico, qualcosa di nuovo. È l'amore. Non l'egoismo, che è amore esclusivistico di te stesso. Ma l'amore dei principi eterni, degli ideali folgoranti, delle cause elevate e senza macchia, che vedi risplendere nella Dama ineffabile, e che cominci a volere servire. Servire, dedicare te stesso, immolare te stesso, e tutto quanto ti appartiene, ecco il nome della tua nuova felicità. Questa felicità la trovi in tutto quanto evitavi: la dedizione non ricompensata, la buona volontà incompresa, la logica derisa da ipocriti oppure ignorata da sordi volontari, il confronto con la calunnia che ora ulula come un uragano, ora agita discreti sonagli come un serpente, ora, infine, mente come una brezza tiepida e carica di miasmi fatali. Ora la tua gioia consiste nel resistere a tanta infamia, nell'avanzare, nel vincere benché ferito, rifiutato, ignorato. Tutto per il servizio della Signora "ravvolta nel sole, e la luna sotto i suoi piedi, e sul suo capo una corona di dodici stelle" (Ap. 12, I). Al suo servizio, sì, e di quanti la seguono.[6][7]
  • Pensavi che la felicità stesse nell'avere tutto. Verifichi ora che, al contrario, consiste nel darti completamente.[6]
  • La concezione medievale era fondata sull'idea di un'altra vita e di un ordine di cose superiore. Il Rinascimento ruppe con questa percezione. Invece di cercare sempre l'ordine trascendente, considerando tutte le cose alla luce di un anelito a questo ordine superiore, l'uomo del Rinascimento comprendeva solo quanto poteva vedere e sentire in modo naturale.[8]
  • L'Irlanda ha avuto un ruolo fondamentale come centro d'irradiazione della fede cattolica verso nazioni che per secoli avrebbero dato gloria a Dio, anche se alcune di loro sarebbero poi diventate protestanti.[9]
  • Tutta la sapienza, tutta la cultura e tutta l'arte dei paesi pagani anteriori a Gesù Cristo, la cui opera la Chiesa, lungi dal distruggere, elevò e immortalò; tutte le aspettative dei Profeti che imploravano la Redenzione di tutto il genere umano; tutto il sangue dei nostri martiri; tutta la santità di tante anime che nel decorrere della Storia sono state elevate agli onori degli altari; le veglie di tanti dottori; l'amore di tanti apostoli; tutto ciò, tutto questo immenso tesoro naturale e soprannaturale è come depositato nelle nostre mani! Se lo faremo vincere, trasmetteremo questo inestimabile caudale di valori ai secoli venturi. Se non lo faremo vincere, questo tesoro sarà inutile per milioni di anime e forse non produrrà la pienezza dei suoi frutti durante decine di secoli. E Nostro Signore potrà ben chiederci un resoconto di tale sconfitta, facendoci la terribile domanda che si legge nella Sacra Scrittura: "Quae utilitas in sanguine meo?" "Quale utilità ci fu nel mio sangue?"[5]
  • Un uomo non mette a rischio la propria vita senza una nozione esatta del motivo di quel rischio, e senza un amore elevato per ciò che deve difendere. Se questa nozione o questo amore difettano, il cavaliere non sarà coraggioso nell'ora della lotta. Il coraggio del cavaliere è, dunque, frutto dello spirito di Fede portato fino alle sue ultime conseguenze. [4]

Innocenza primordiale e contemplazione sacrale dell'Universo[modifica]

  • Possedere l'innocenza comporta l'avere una prima nozione cristallina della perfezione originaria di ogni cosa. (p. 43)
  • L'innocenza è sempre alla ricerca di qualcosa; di ciò che è pieno di luce, di pace, di ordine, di concatenazione e forza, ma ricolmo di tranquillità. Questo qualcosa possiede la capacità di muovere ogni cosa senza muovere se stesso. Ha un qualcosa d'ineffabile, di divino, d'interiore e di segreto; dev'essere, dunque, la luce e la gloria, la cornice fondamentale e la pietra angolare dei secoli futuri. Deve illuminare tutta l'umanità, deve ispirare i sistemi filosofici, le istituzioni e i costumi, deve risvegliare le scuole d'arte e, molto più di questo, deve ispirare i santi e dare alla Chiesa nuovi e più iridescenti giorni di gloria. Sarà il riflesso dello sguardo, del sorriso e della maestà della Madonna. (p. 58)
  • Più che un perdono da riconquistare, è il perdono che ci riconquista. (p. 61)
  • Ciò che l'uomo ha di più nobile è il grido dell'assoluto. (p. 134)
  • "Voglio di più, voglio di più, voglio di più!", è il continuo anelito dell'anima cattolica. Non solo voglio di più, ma voglio tutto. E perché voglio tutto, non lo trovo in nessuna cosa, ma la mia ragione mi dimostra che esso esiste al di là e in modo infinito. Ecco la possibilità di godere le cose in modo non frustrante! Infatti, esse dapprima ci piacciono, ma poi deludono. Nondimeno, esse contengono un annuncio, una promessa e una pregustazione; allora sì che riusciamo a vivere. (p. 144)
  • Il fatto che esistano nel mondo cose belle, nobili, elevate, armoniche ed ordinate, dimostra che c'è qualcosa di più elevato; dimostra l'esistenza di Dio. (p. 148)
  • Ogni uomo è in qualcosa diverso dagli altri. Un'anima che si è salvata, in qualcosa dà gloria a Dio come nessun'altra la darà, né prima, né durante, né dopo la vita di costui. Ogni uomo è capace di adorare Dio nel modo in cui solo lui Lo adorerebbe, di compiere gli altri atti classici di culto – ringraziamento, riparazione e petizione – come solo lui li farebbe. (p. 149)
  • La finalità delle creature e dell'universo è Dio, ed Egli non è raggiungibile mediante un immenso insieme d'ingranaggi reciprocamente articolati, bensì dalla trasparenza, nell'essere, della somiglianza con Lui. (p. 156)

Rivoluzione e Contro-Rivoluzione[modifica]

Incipit[modifica]

Le molte crisi che scuotono il mondo odierno -- dello Stato, della famiglia, dell'economia, della cultura, ecc. -- costituiscono soltanto molteplici aspetti di un'unica crisi fondamentale, che ha come specifico campo d'azione l'uomo stesso. In altri termini, queste crisi hanno la loro radice nei problemi più profondi dell'anima, e da qui si estendono a tutti gli aspetti della personalità dell'uomo contemporaneo e a tutte le sue attività.

Citazioni[modifica]

  • Se la Rivoluzione è il disordine, la Controrivoluzione è la restaurazione dell'ordine. E per ordine noi intendiamo la pace di Cristo nel regno di Cristo, ossia la Civiltà Cristiana, austera e gerarchica, fondamentalmente sacra, anti-egualitaria e antiliberale.
  • Non vi è nulla che possa sconfiggere un popolo virtuoso che ami veramente Dio.

[Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, 1959.]

Citazioni su Plinio Correa de Oliveira[modifica]

  • Sua Santità gioisce di te perché descrivesti e difendesti con acume e chiarezza l'Azione Cattolica, di cui possiedi una piena conoscenza, e per la quale hai un grande apprezzamento, in tal modo che si è reso chiaro a tutti quanto è opportuno studiare e promuovere questa forma ausiliare di apostolato gerarchico. (Giovanni Battista Montini, poi Papa Paolo VI, al tempo Sostituto alla Segreteria di Stato di S. S. Pio XII)
  • In hoc signo vinces. Sotto questa insegna può porsi la vita di Plinio Corrêa de Oliveira, entrato nella storia come "il crociato del secolo XX". (Roberto de Mattei)
  • Io ho trovato in Plinio Corrêa de Oliveira una straordinaria sensibilità per la civiltà europea. egli si è trovato a vivere in un mondo diverso dal nostro. Ma, perfino guardando una semplice immagine di un monumento della civiltà cristiana europea, ha saputo risalire fino alla cultura e alla santità che aveva prodotto quella civiltà. Guardandosi attorno, ha scoperto le rovine di questa civiltà, ma ha osservato queste rovine con tanta attenzione da penetrarle e da coglierne gli elementi permanenti. Odorando un vaso ormai vuoto, Plinio Corrêa de Oliveira ha sentito il profumo della rosa che vi era stata piantata. Egli ha osservato piccoli, residuali comportamenti quotidiani, il modo di salutare, il modo di vestire, il modo di pregare e ha saputo cogliere gli elementi essenziali che ha collegato alla civiltà cristiana europea. Una civiltà della quale egli, a sua volta, proponeva la restaurazione. (Giovanni Cantoni)

Note[modifica]

  1. Citato in Tradizione Famiglia e Proprietà, anno 18, n. 53, Giugno 2012, p. 21.
  2. a b Citato in Tradizione Famiglia e Proprietà, anno 18, n. 53, Giugno 2012, p. 24.
  3. Da La Crociata del XX Secolo; citato nella rivista italiana Tradizione Famiglia e Proprietà, anno 14, n. 3-4, p. 29.
  4. a b c d e f g h Citato in Tradizione Famiglia e Proprietà, anno 16, n. 2, Giugno 2010, p. 27.
  5. a b Da Legionario, n. 489, 25-01-1942.
  6. a b Da La gioia di servire, nella Folha de S. Paulo, 13 settembre 1980; trascritto da Cristianità.
  7. Da Per te, caro ateo, Folha de S. Paulo, 13 novembre 1980, in pliniocorreadeoliveira.it.
  8. Citato in Tradizione Famiglia Proprietà, n. 2, Anno 15, p. 21.
  9. Da Un santo do dia: San Patrizio, Circolo Culturale Plinio Corrêa de Oliveira.blogspot, 17 marzo 2010.  Fonte da controllare: non si capisce chi sia l'autore del testo. Fonte da controllare: non si capisce chi sia l'autore del testo.

Bibliografia[modifica]

  • Plinio Corra de Oliveira, Innocenza primordiale e contemplazione sacrale dell'Universo, Cantagalli, Siena 2013, curatela, traduzione e verifica della presente edizione italiana è stata realizzata da U. Braccesi, G. Vignelli, S. Maniscalco, V. Accardi, C. Accardi, A. Mellozzini, N. Fonseca, J. M. Montes.

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