Religione dell'antica Grecia
Aspetto
Citazioni sulla religione dell'antica Grecia.
- Diogene, che aveva la lingua lunga, disse che la religione greca era quella cosa per cui un ladro che sapeva bene l'Avemaria e il Paternoster era sicuro di potersela cavar meglio, nell'al di là di un galantuomo che li aveva dimenticati. Non aveva torto. La religione, in Grecia, era soltanto un fatto di procedura, senza contenuto morale. Ai fedeli non si chiedeva la fede né si proponeva il bene. S'imponeva solo il compimento di certe pratiche burocratiche. E non poteva essere diversamente, visto che di contenuto morale gli stessi dèi ne avevano ben poco e non si poteva certo dire che fornissero un esempio di virtù. (Indro Montanelli)
- I Greci non erano succubi dei loro dei. Si rendevano conto del loro fatuo bisogno di essere supplicati e venerati, ma restavano convinti che gli umani fossero sul loro stesso piano. Risulta chiaro, dai miti, che chiunque avesse creato questo mondo sconcertante, con le sue crudeltà, le sue meraviglie, i suoi capricci, la sua bellezza, le sue follie e le sue ingiustizie doveva esser stato altrettanto crudele, meraviglioso, capriccioso, bello, folle e ingiusto. I Greci crearono gli dei a propria immagine e somiglianza: bellicosi ma creativi, saggi ma spietati, amorevoli ma gelosi, teneri ma brutali, pietosi ma vendicativi. (Stephen Fry)
- La divinità [...] viene in Grecia concepita alla stregua umana; essa quindi non è esente dai vizi e dalle passioni degli uomini, non ultima delle quali la gelosia e i capricci, specialmente di fronte alla continua espansione progressiva degli uomini. Tuttavia la potenza arbitraria degli dei non è tale che l'Elleno non riesca a sentire nella natura l'impero di una legge che controbilancia il capriccio degli dei ed è l'espressione della fissità delle leggi fisiche e morali che mantengono l'equilibrio del cosmo. Sorge così il concetto del Fato (Μοῖρα) e per esso mentre si affina il concetto stesso della divinità, la quale non può più operar contro la legge, si eleva anche la coscienza morale dell'individuo in quanto alla grandiosa concezione di equilibrio dell'universo deve corrispondere l'equilibrio morale specialmente nei rapporti con la divinità, il desiderio di espiare per ottener la purificazione, la certezza intima che la purità dell'anima conduce questa a una sorte migliore nell'altro mondo. (Nicola Turchi)
- La religione greca è essenzialmente una religione artistica; in fondo ad ogni divinità v'è il concetto che sta in fondo a quello dell'uomo e a quello della bellezza: l'armonia del contenuto spirituale con una forma sensibile. Come il Greco non sa pensare il naturale senza lo spirituale, la vita intellettiva senza forma corporale, così anche nella religione i suoi dei sono personalità corporee e ogni cosa della natura è ripiena d'una tale divinità. (Ettore De Ruggiero)
- [Gli dei dell'antica Grecia] sono legati al sonno, alla nutrizione e a tutti gli altri bisogni e alle altre condizioni della vita umana. i loro sensi sorpassano in forza quelli degli uomini, però essi restano sempre umani. La loro sapienza è profonda, vasta, immensa, ma pure non è l'onniscienza; la loro potenza oltrepassa i limiti dell'ordinario, ma non è l'onnipotenza. Certo la loro operosità è senza affanni, facile ed immediatamente efficace, nondimeno essi patiscono cordogli e mestizia. Essi hanno tutte le debolezze e i contrasti dell'animo umano, sono invidiosi, capricciosi, seduttori, litiganti, inconciliabili. (Ettore De Ruggiero)
Voci correlate
[modifica]Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante la religione dell'antica Grecia
- Wikibooks contiene testi o manuali sulla religione dell'antica Grecia
- Commons contiene immagini o altri file sulla religione dell'antica Grecia