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Salterio (liturgia)

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Esempio di salterio diurno miniato del sec. XVII già presente nella Biblioteca Scarabelli di Caltanissetta, rubato nel 2010.
  • Il fragile strumento della preghiera, l'arpa più sensibile, il più esile ostacolo alla malvagità umana, tale è il corpo. Sembra che per il salmista tutto si giochi là, nel corpo. Non che sia indifferente all'anima, ma al contrario, perché l'anima non si esprime e non traspare se non nel corpo. il Salterio è la preghiera del corpo. (Paul Beauchamp)
  • Mentre dunque recitiamo l'Ufficio, dobbiamo riconoscere l'eco delle nostre voci in quella di Cristo e quella di Cristo in noi (Cfr. S. AGOSTINO, Enarrationes in ps. 85, n. 1).
    Perché questa caratteristica della nostra preghiera risplenda più chiaramente, è indispensabile che quella soave e viva conoscenza della sacra Scrittura (CONC. VAT. II, Cost. sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium, 24: AAS 56 (1964), pp. 106-107) che emana dalla Liturgia delle Ore, rifiorisca in tutti, in modo che la sacra Scrittura diventi realmente la fonte principale di tutta la preghiera cristiana. Soprattutto la preghiera dei salmi, che senza interruzione accompagna e proclama l'azione di Dio nella storia della salvezza, deve essere compresa con rinnovato amore dal popolo di Dio. Perché sia raggiunto più facilmente questo scopo è necessario che il significato inteso dalla Chiesa, quando canta i salmi nella Liturgia, sia studiato più assiduamente dal clero e sia comunicato anche ai fedeli mediante opportuna catechesi. (Papa Paolo VI)

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