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Śūnyatā

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L'Ensō simbolizza, tra le altre cose, la Vacuità.

Citazioni sulla Śūnyatā, o Vacuità, o più semplicemente Vuoto.

Citazioni

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  • All'interno di questa vacuità una solida roccia è vacuità. (Eihei Dōgen)
  • Chi conosce lo stato di vuoto sarà sempre capace di dissolvere i propri problemi con la costanza. (Shunryū Suzuki)
  • Dove nessun pensiero è risvegliato, e il vuoto e il nulla predominano, là esattamente è Dhyana. Quando questo non-risveglio di pensiero, vuoto e nulla, si lasciano percepire, là esattamente vi è il Prajna. (Shenhui)
  • Eppure la mente non si muove né funziona, perché l'essenza del suo funzionamento è la vacuità, e la vacuità è essenzialmente immota. (Bodhidharma)
  • Essi fanno distinzioni dove c'è solo vacuità. Persi nelle proiezioni, diventano prigionieri degli attori e delle azioni della loro stessa mente. (Laṅkāvatārasūtra)
  • Fissa dunque il tuo sguardo nel blu del cielo. È un oggetto infinito, senza limiti. Non pensare, non dire: "Che bello!", non fare apprezzamenti. Se cominci a pensare, ti sei bloccato. I tuoi occhi non si muovono più dentro il blu infinito. Muoviti e osserva, non fare altro. Non creare parole: diventerebbero una barriera. Non dire nemmeno "cielo blu". Non verbalizzare. Deve restare solo uno sguardo puro e innocente, perso nel blu del cielo. Quello sguardo non ha fine; continuerai senza sosta a guardare in esso, e all'improvviso diventerai consapevole di te stesso, poiché non esiste alcun oggetto, ma solo un vuoto. Come mai? Perché quando esiste un vuoto, i sensi diventano inutili. (Osho Rajneesh)
  • Fra tutti coloro che cercano, soltanto il mistico ha trovato, ma, prezzo di un favore così eccezionale, non potrà mai dire che cosa, benché egli abbia la certezza che conferisce unicamente il sapere incomunicabile (il vero sapere insomma). La strada sulla quale egli vi inviterà a seguirlo sbocca su una vacuità senza uguali ma, ed è questa la meraviglia, una vacuità che vi colma, poiché si sostituisce a tutti gli universi aboliti. Ciò di cui si tratta in questo caso è un'impresa, la più radicale che sia stata tentata, per ancorarsi in qualcosa di più puro dell'essere o dell'assenza dell'essere, in qualcosa di superiore a tutto, perfino all'assoluto. (Emil Cioran)
  • Il vuoto è ben lungi dall'essere vuoto. Al contrario, esso contiene un numero illimitato di particelle che vengono generate e scompaiono in un processo senza fine.
    In questo aspetto della fisica moderna c'è dunque la più stretta corrispondenza con il Vuoto del misticismo orientale. Analogamente al Vuoto dei mistici orientali, di «vuoto fisico» – come è chiamato nella teoria dei campi – non è uno stato di semplice non-essere, ma contiene la potenzialità di tutte le forme del mondo delle particelle. Queste forme, a loro volta, non sono entità fisiche indipendenti, ma soltanto manifestazioni transitorie del Vuoto soggiacente ad esse. Come dice il sūtra, «la forma è vuoto, e il vuoto in realtà è forma». (Fritjof Capra)
  • La coproduzione condizionata, questa e non altra noi chiamiamo la vacuità. La vacuità è una designazione metaforica. Questa e non altro la via di Mezzo.
    La realtà assoluta non può essere insegnata, senza prima appoggiarsi sull'ordine pratico delle cose: senza intendere la realtà assoluta, il nirvana non può essere raggiunto. (Nāgārjuna)
  • La vacuità – han detto i Vittoriosi – è l'eliminazione di tutte le opinioni. Coloro poi per cui anche la vacuità è un'opinione questi li han detti inguaribili. (Nāgārjuna)
  • Nell'unità del vuoto i due sono uno | e ognuno dei due contiene in sé tutte le diecimila cose. (Sēngcàn)
  • Non vi è albero del Bodhi, | né sostegno di lucido specchio | poiché tutto è vuoto, | dove può posarsi la polvere? (Huìnéng)
  • Quando si proferisce il praṇava, ecc., meditando, alla fine della prolata, il vuoto, si raggiunge, o Bhairavī, in virtù della vuota suprema Potenza, la vacuità. (Vijñānabhairava Tantra)
  • Se non usi la mente per creare la mente, ogni stato mentale è vuoto e ogni pensiero è quieto. Vai da una terra di buddha all'altra. (Bodhidharma)
  • Finché il vedere è qualcosa da vedere, non è quello reale; solo quando vedere è non-vedere, cioè, quando vedere non è un atto specifico di vedere in uno stato di coscienza determinatamente circoscritto, è vedere nella propria autonatura. [...] Così, quando il vedere l'autonatura non ha riferimento con uno stato specifico di coscienza, che può essere logicamente o relativamente definito come qualcosa, i maestri Zen lo indicano in termini negativi e lo chiamano vuoto di pensiero, vuoto mentale.
  • Non si può realmente separare l'azione dall'agente, la forza dalla massa, la vita dalle sue manifestazioni. [...] Se trasferiamo queste separazioni dal pensiero alla realtà faremo sorgere una quantità di difficoltà d'ordine non solo intellettuale ma anche morale e spirituale, per via delle quali in seguito avremo da soffrire angosce d'ogni genere. È ciò che il Buddha riconobbe, chiamando ignoranza (avidyā) l'atteggiamento corrispondente. Di ciò, la dottrina mahāyānica della çūnyatā (del «vuoto») fu la naturale conclusione.
  • Tutto ha inizio nell'Inconscio, tutto è nell'Inconscio e tutto sprofonda nell'Inconscio. Non vi è buddhità e perciò nessun funzionamento di essa. Se si risveglia un pensiero e viene individuata una qualunque forma di attività, si ha una discriminazione, un attaccamento, una deviazione dal sentiero dell'Inconscio. Il Maestro resta fermamente nell'Inconscio e rifiuta di lasciarsi trasferire sul piano della coscienza.
  • E per un istante raggiunsi l'estasi che avevo sempre desiderato conoscere: consisteva nell'entrare di netto nelle ombre eterne superando il tempo cronologico e nell'osservare stupefatto da lontano lo squallore del regno mortale, nella sensazione della morte che mi incalzava spingendomi ad andare avanti, con un fantasma alle spalle che la incalzava a sua volta, e correvo verso un trampolino dal quale si tuffavano gli angeli per lo volare nello spazio sacro del vuoto della non-creazione, nel potente e inconcepibile fulgore che si sprigionava dalla luminosa Essenza della Mente, con gli innumerevoli regni dell'oblio che si aprivano nel magico firmamento del paradiso.
  • Sono il vuoto, non sono diverso dal vuoto, né il vuoto è diverso da me; in realtà il vuoto sono io.
  • Volevo procurarmi uno zaino completo, con il necessario per dormire, ripararmi, mangiare, cucinare, insomma cucina e camera da letto da portare in spalla, e andarmene chissà dove e trovare una solitudine perfetta e contemplare il vuoto perfetto della mia mente ed essere del tutto neutrale rispetto a qualunque idea e tutte.

Voci correlate

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Altri progetti

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