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Sonata per pianoforte n. 29 (Beethoven)

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Sonata per pianoforte n. 29 di Beethoven

Citazioni sulla sonata per pianoforte n. 29 di Ludwig van Beethoven, detta Hammerklavier.

  • [La Nuvola nera chiede di ascoltare un brano di musica per conoscere la natura di questa arte umana. Viene scelta la Hammerklavier] La trasmisero. E dall'altra parte venne la risposta.
    "Molto interessante. Vi prego di ripetere la prima parte a velocità maggiorata del trenta per cento."
    Fatto questo venne ancora un messaggio:
    "Meglio. Benissimo. Intendo pensarci sopra. Arrivederci." [...]
    "Dio mio, lo hai distrutto, Ann!" esclamò Marlowe. [...]
    E la discussione continuò fino a notte alta. Esaminarono sotto ogni aspetto i messaggi della Nuvola. L'osservazione più interessante fu forse quella di Ann Halsey.
    "Il primo movimento della sonata in si bemolle maggiore reca una indicazione di metronomo che implicherebbe una velocità di esecuzione straordinaria, superiore alle possibilità di qualsiasi normale pianista, sicuramente superiore alle mie possibilità. Ricordate che la Nuvola ci ha chiesto di aumentare la velocità? Mi viene da tremare a pensarci, anche se forse è stato un semplice caso." (Fred Hoyle)
  • Mentre i pianisti indietreggiano di fronte agli ostacoli tecnici e mentali, agli ascoltatori che hanno meno familiarità con questa composizione essa sembra un monumento di impenetrabilità. Il movimento d'apertura – con la ripetizione dell'esposizione che deve essere assolutamente eseguita – è già una parte logorante. Il breve Scherzo crea un attimo di respiro, ma il gigantesco Adagio ci porta nelle imperscrutabili profondità del dolore e dell'abbandono, e infine la Fuga, che diviene anch'essa gigantesca, riesce a disorientare completamente l'orecchio di chi non conosce il contrappunto. E lì il perdersi nell'ultraterreno si unisce anche a un'estetica moderna e dissonante, che la fa finita con il bel suono. (András Schiff)

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