Stefania Casini

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Stefania Casini (1973)

Stefania Casini (1948 – vivente), attrice, giornalista e regista italiana.

Citazioni di Stefania Casini[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Io per lavoro mi spoglio, non ho nessun problema. Chi si spoglia è l'attrice: come tale non ho mai avuto il problema del pudore [...]. Forse sarà perché non ho avuto una educazione repressiva, non ho mai avuto paura di mostrarmi. Anzi, quello che mi fa ridere è che gli altri mi facciano spogliare per farmi sembrare sexy, cosa che non mi sento affatto di essere: non ho una femminilità evidente né forme prorompenti, ma solo un corpo da adolescente, che trovo buffo.[1]
  • Sono stata un sex symbol, molti uomini sulle mie foto ci hanno fatto dei pensierini, e forse anche qualcosa d'altro. Non me ne importava un gran che di essere considerata sexy, e francamente non riuscivo a capire neppure perché mi considerassero un symbol. Mi sono sempre sentita libera di esibire il mio corpo e la mia nudità, e [spogliandomi] davanti all'obiettivo [...] mi divertivo a interpretare vari tipi di donna. Il mio corpo era il tramite fra me e il mondo, era il mio mezzo di comunicazione e, quando sei giovane e ti senti immortale, può capitare.[2]

"Tanta bellezza, ma poca paura"

Intervista di Antonio Capellupo sul remake di Suspiria, cinemaitaliano.info, 3 novembre 2018.

  • Qui Sarah non ha nessun fascino. Il "Suspiria" di Dario era poi un film che iniziava in modo "fantastico", sapevi dal primo momento che stavi entrando in una dimensione di favola. Qui da subito si entra in un film fortemente legato alla storicità del tempo, ed è molto difficile quando prendi quella strada riuscire a creare tensione.
  • Ho avuto la sensazione di trovarmi ogni mezz'ora in un film diverso. Le scene di ballo dimostrano una grande bravura da parte delle attrici, ma non aggiungono nulla alla storia.
  • Guadagnino ha cercato di sperimentare nuove strade, che a me non hanno convinto, forse anche perchè sono affezionata al film di Dario, e la cosa mi rende un cattivo giudice. [...] C'è una bellezza estetica, c'è un modo di raccontare affascinante che è quello di Guadagnino, ma manca la paura. E purtroppo penso che lo spettatoe si aspetti un film di paura.

"Quella scena osé mi ha fatta entrare nel grande cinema"

Intervista di Simona Spaventa, repubblica.it, 28 marzo 2019.

  • [Su Novecento] Con Bertolucci frequentavamo la stessa cerchia di amici romani. Una sera mi disse: "Abbiamo scritto un personaggio per te, si chiama Neve". Una prostituta epilettica. Io non ho mai avuto problemi di pudore, ho fatto foto nuda, il mio corpo nudo era come un fiore: una cosa bella, non da coprire. Erano più i due ragazzi ad avere problemi: per un uomo è più difficile mostrare il sesso, questione di misure.
  • I miei amici gay mi dicono che ho avuto il privilegio di avere nelle mani due membri assai famosi.
  • Reclamavo il mio diritto all'erotismo e alla gestione del mio corpo senza falsi pudori. Era il momento degli hippie, del no al reggiseno. E io femminista lo ero, e lo sono sempre: per me è una questione di libertà di pensiero e nel gestire il corpo e l'amore, con chi si vuole.
  • [Su Suspiria di Dario Argento] Il mio ruolo, Sarah, doveva farlo Daria Nicolodi ma si fece male a un piede. Io non ero ballerina, dovetti fare una full immersion di venti giorni in danza classica. Ma girare un horror è molto divertente, ti butti in lastre di vetro che sono orzo, fai cose che nella vita da sciura non faresti mai.
  • [Su Suspiria di Luca Guadagnino] Lui è molto bravo, ha una sua cifra stilistica, ma il senso di realismo storico che ha voluto dare al film non mi ha emozionata, né mi ha fatto paura. Alla fine è un horror, deve avere il fantastico, la meraviglia.
  • Oggi produco e dirigo video in realtà virtuale, sempre legati a problematiche del mondo reale. Sui migranti e sul Mediterraneo, che da mare di scambio è diventato mare di morte. Sono favorevole alla libertà di migrazione. Abbiamo saccheggiato l'Africa, e ora ci stupiamo?

«Che felicità essere una perennial!»

Intervista di Maria Laura Giovagnini, iodonna.it, 1º aprile 2019.

  • [Su Andy Warhol] Era tenero con me, mi vedeva come un animalino da proteggere. "Dovresti sposare un ricco americano" ripeteva, e mi presentava uomini facoltosi.
  • C'era Warhol che aveva ideato Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!!, facendolo dirigere al regista Paul Morrissey: mi chiamarono. Avevano affittato una villa sull'Appia Antica dove passava chiunque, da Roman Polanski a Mick Jagger. Organizzavano grandi feste, ma Andy rimaneva in cucina e osservava come un entomologo.
  • Stare nuda mi veniva naturale, non ho mai avuto senso del pudore, né sensi di colpa. A disagio erano piuttosto Robert [De Niro] e Gérard [Depardieu]: per un uomo mostrarsi è più difficile.
  • [Sul #MeToo] Non bisogna esagerare con la demonizzazione: se uno ti mette la mano sul ginocchio, gentilmente gliela sposti, non occorre denuncia. Però il problema non è il sesso, è l'esercizio del potere. Siamo in una società maschilista. [«Ne ricorderà di avance moleste»] Ah sì, però io ero vaccinata, venivo dal '68, dalla lotta studentesca: ero abituata a reagire. Una diciottenne oggi non ha la fiducia in se stessa e le armi per un "no". C'è un unico modo per cambiare la situazione: dare alle donne la possibilità di crescere nel potere.
  • Il tumore è stato la prova del fuoco. Ti resta un senso di instabilità: nulla è più certo, però in questa non-certezza c'è una sua forza... Essere colpite al seno provoca un freno forte alla sessualità e le cicatrici rendono evidente quanto sia stupido essere orgogliosi del corpo, che inevitabilmente cambierà.

L'altra Valentina

Intervista di Francesco Foschini, filmtv.press, giugno 2020.

  • Le produzioni cinematografiche sono tutte difficoltose, soprattutto nell'ambiente italiano. Nonostante i contributi ministeriali e la nuova legge cinema, le vere criticità di questo aspetto rimangono legate a un meccanismo farraginoso. I soldi arrivano in ritardo e se, come nel mio caso, il produttore vuole saldare i collaboratori in tempi canonici, deve anticiparli lui. Ed ecco perché, dopo 20 anni, ho deciso di chiudere la mia casa di produzione. Troppo faticoso lavorare così.
  • [«Non hai mai pensato di ritornare a fare l'attrice?»] Come no, adorerei! Sono pronta a fare delle belle nonne, delle pazze settantenni, delle eccentriche babbione perfide.
  • [Su Pietro Germi] Ero pazza di lui, una persona meravigliosa. Grazie a Germi mi sono accorta per la prima volta che cos'è un regista. Era molto attento, anche alla recitazione degli attori. Mi piaceva capire come stabiliva le inquadrature, quando non giravo mi mettevo accanto a lui dietro la macchina da presa.
  • [Su Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!!] Erano tempi effervescenti. Warhol fece un accordo con Carlo Ponti, non ho mai capito il perché ma era da apprezzare, rispetto ai produttori di oggi, il rischio che correvano per realizzare prodotti curiosi, bizzarri. Tutti hanno sempre etichettato il dittico Dracula-Frankenstein come film di Andy Warhol. Se ti sente Morrissey, ti prende a sberle! Regia e scrittura sono sue. Giravamo in inglese e [Vittorio] De Sica, non sapendolo, appiccicava su tutto il set dei foglietti in modo che potesse dire le sue battute. A volte li appiccicava anche alla mia schiena. È stata un'esperienza che ricordo con molto piacere.

«La mia storia, tra Sanremo e Andy Warhol»

Intervista di Fabio Canessa, lanuovasardegna.it, 3 dicembre 2021.

  • De Niro, che aveva appena finito "Taxi Driver", lo ricordo come uno meticoloso. Aveva un quadernino nero dove prendeva appunti su come aveva recitato in ogni sequenza. Depardieu invece più istintivo, simpatico, caciarone.
  • [Su Suspiria] Il film che mi ha dato più soddisfazione. Per il quarantennale mi hanno invitata a diverse proiezioni e dappertutto ho visto file di giovani appassionati. Ho firmato poster in tutte le lingue. Un cult, un film evergreen amatissimo in tutto il mondo.
  • [Su Dario Argento] Un autore molto particolare con una capacità unica di entrare nell’animo umano più profondo e tirare fuori sensazioni nascoste di paura, ansia, terrore. Utilizzando i mezzi a disposizione del regista: gli attori, le scenografie, il montaggio, la musica.
  • [Su Suspiria] Non c'erano gli effetti speciali digitali di oggi, si trattava di affascinanti trucchi artigianali. Per esempio in una scena dovevo cadere in una vetrata ed ero impaurita anche se Dario mi diceva che era fatta di lastre d'orzo e non mi sarei fatta nulla. Dopo un po’ mi buttai. Aveva ragione, nessun danno e momento divertente.
  • [Su Andy Warhol] Un personaggio fuori dal comune. Tra l’altro non l’ho mai visto toccare nemmeno un bicchiere d’alcol anche se in quell’ambiente girava di tutto. Lui andava semplicemente avanti ad hamburger e coca cola.

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Nicoletta Roberto, Io una strega, lui uno sgorbio, Oggi, 27 marzo 1974; citato in Franco Grattarola, Stefania Casini, pollanetsquad.it.
  2. Citato in Anche a Stefania benvenuta nel club delle tumorate, vanityfair.it, 18 luglio 2014.

Filmografia[modifica]

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