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Storia di donne

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Storia di donne

Immagine Doge's Palace facing the sea (Venice) 20150817-3.jpg.
Titolo originale

Les Ailes de la colombe

Lingua originale francese
Paese Francia, Italia
Anno 1981
Genere drammatico, sentimentale
Regia Benoît Jacquot
Soggetto dal romanzo Le ali della colomba di Henry James
Sceneggiatura Florence Delay, Peter Handke, Benoît Jacquot, Wim Wenders
Produttore Maurice Bernart
Interpreti e personaggi

Storia di donne, film del 1981, con Isabelle Huppert, Dominique Sanda e Michele Placido, regia Benoît Jacquot.

Frasi

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  • Uno perduto e dieci trovati, come dite voi in Francia. (Amica al teatro)
  • È tutto troppo perfetto da stamattina, io non mi sono mai sentita così bene. (Marie)
  • Sono troppo felice, riesco appena a sopportarlo. (Marie)
  • Odio le telefonate e anche le lettere. Ti cercherò io. (Catherine)
  • Sarà che ti sei innamorata. Poveretto, che imbecille. (Padre di Catherine)
  • Marie è una colomba. La più bella delle colombe. (Catherine)
  • Lei vivrà se solo può avere tutto. O avrà tutto o perderà tutto. Non credo che avrà tutto. (Catherine)
  • Faccio come vuole lei. Hai in mente una colomba che vola libera, sembra inarrestabile. Invece lei vuole essere protetta. (Catherine)
  • Sento che la città [Venezia] mi abbraccia anche senza vederla. Qui è tutto speciale. La strada, il palazzo. Non c'è nessun bisogno di uscire. (Marie)
  • Io ho sognato tutto il giorno. In giro, a spasso, guardando l'altra gente. (Catherine)
  • È stato un amore utile, tu non mi hai amata per niente. (Catherine)
  • Puoi distruggere la carta, ma non la sua volontà. (Catherine)

Dialoghi

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  • Marie: Adesso è in vacanza?
    Catherine: Sì, no. In effetti per me le vacanze sono quando sto sola.
  • Catherine: Pianista? Tu fai il pianista?
    Sandro: No, per caso. Quando capita. Faccio un sacco di cose. Sì, ma niente sul serio.
    Catherine: Adatto a niente, diciamo noi.
    Sandro: Adatto a niente? Perché adatto a niente? Ah, sì. Sì, sono povero. Se era a questo a cui pensavi, sì. Non ho un soldo. E tu? Cosa fai?
    Catherine: Io? Io faccio cadere degli zecchini dai miei vestiti.
  • Marie: Non sarò mai così bella. Mai.
    Sandro: No, lei è più bella. Le assicuro. Solo che non ci crede ancora alla sua bellezza. Quando ci crederà, allora la vedranno tutti. Come la vedo io.
  • Catherine: Se scopri che sei malata, che cosa farai?
    Marie: Oh, non potrò tacere a lungo, naturalmente. Ma posso farlo per un po'. Comunque sarà già un vantaggio, riuscirò a morire senza che se ne accorgano.
  • Marie: Lasciati fare un regalo.
    Catherine: No, ti ho già detto di no.
    Marie: Perché?
    Catherine: Perché i regali mi annoiano.
  • Lukirsh: Se ha un'amica, può contare sempre su di lei.
    Marie: Sì, ma non cambia niente.
    Lukirsh: Di che cosa?
    Marie: Della solitudine. La mia solitudine è assoluta. Certe situazioni sono ineluttabili. Il resto…
    Lukirsh: Il resto?
    Marie: Il resto è inutile. Inutile del tutto.
  • Suzanne: Lei non piange mai, è troppo orgogliosa.
    La madre di Marc: A me l'orgoglio non mi ha mai impedito di piangere.
  • Suzanne: Marie deve assolutamente essere felice.
    La madre di Marc: Questo è un bisogno di tutti. Ma non serve piangerci su.
    Suzanne: Bisogna renderla felice.
    La madre di Marc: Così? Su ordinazione?
  • Sandro: Ho l'impressione di aver passato questi giorni solo ad aspettare.
    Suzanne: Stavi aspettando?
    Sandro: Immobile. Paralizzato. Immobile in questi giorni, più che in tutta la mia vita.
  • Suzanne: Forse ti ama ancora.
    Sandro: E non me lo dirà mai.
    Suzanne: Mai.
  • Catherine: Lo sai che non ci vedremo più?
    Sandro: Sì. Che cosa farai tu?
    Catherine: Io me la cavo. Come sempre. Troverò qualcuno da imbrogliare.

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