Storia di donne
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Storia di donne
Titolo originale |
Les Ailes de la colombe |
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Lingua originale | francese |
Paese | Francia, Italia |
Anno | 1981 |
Genere | drammatico, sentimentale |
Regia | Benoît Jacquot |
Soggetto | dal romanzo Le ali della colomba di Henry James |
Sceneggiatura | Florence Delay, Peter Handke, Benoît Jacquot, Wim Wenders |
Produttore | Maurice Bernart |
Interpreti e personaggi | |
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Storia di donne, film del 1981, con Isabelle Huppert, Dominique Sanda e Michele Placido, regia Benoît Jacquot.
Frasi
[modifica]- Uno perduto e dieci trovati, come dite voi in Francia. (Amica al teatro)
- È tutto troppo perfetto da stamattina, io non mi sono mai sentita così bene. (Marie)
- Sono troppo felice, riesco appena a sopportarlo. (Marie)
- Odio le telefonate e anche le lettere. Ti cercherò io. (Catherine)
- Sarà che ti sei innamorata. Poveretto, che imbecille. (Padre di Catherine)
- Marie è una colomba. La più bella delle colombe. (Catherine)
- Lei vivrà se solo può avere tutto. O avrà tutto o perderà tutto. Non credo che avrà tutto. (Catherine)
- Faccio come vuole lei. Hai in mente una colomba che vola libera, sembra inarrestabile. Invece lei vuole essere protetta. (Catherine)
- Sento che la città [Venezia] mi abbraccia anche senza vederla. Qui è tutto speciale. La strada, il palazzo. Non c'è nessun bisogno di uscire. (Marie)
- Io ho sognato tutto il giorno. In giro, a spasso, guardando l'altra gente. (Catherine)
- È stato un amore utile, tu non mi hai amata per niente. (Catherine)
- Puoi distruggere la carta, ma non la sua volontà. (Catherine)
Dialoghi
[modifica]- Marie: Adesso è in vacanza?
Catherine: Sì, no. In effetti per me le vacanze sono quando sto sola. - Catherine: Pianista? Tu fai il pianista?
Sandro: No, per caso. Quando capita. Faccio un sacco di cose. Sì, ma niente sul serio.
Catherine: Adatto a niente, diciamo noi.
Sandro: Adatto a niente? Perché adatto a niente? Ah, sì. Sì, sono povero. Se era a questo a cui pensavi, sì. Non ho un soldo. E tu? Cosa fai?
Catherine: Io? Io faccio cadere degli zecchini dai miei vestiti. - Marie: Non sarò mai così bella. Mai.
Sandro: No, lei è più bella. Le assicuro. Solo che non ci crede ancora alla sua bellezza. Quando ci crederà, allora la vedranno tutti. Come la vedo io. - Catherine: Se scopri che sei malata, che cosa farai?
Marie: Oh, non potrò tacere a lungo, naturalmente. Ma posso farlo per un po'. Comunque sarà già un vantaggio, riuscirò a morire senza che se ne accorgano. - Marie: Lasciati fare un regalo.
Catherine: No, ti ho già detto di no.
Marie: Perché?
Catherine: Perché i regali mi annoiano. - Lukirsh: Se ha un'amica, può contare sempre su di lei.
Marie: Sì, ma non cambia niente.
Lukirsh: Di che cosa?
Marie: Della solitudine. La mia solitudine è assoluta. Certe situazioni sono ineluttabili. Il resto…
Lukirsh: Il resto?
Marie: Il resto è inutile. Inutile del tutto. - Suzanne: Lei non piange mai, è troppo orgogliosa.
La madre di Marc: A me l'orgoglio non mi ha mai impedito di piangere. - Suzanne: Marie deve assolutamente essere felice.
La madre di Marc: Questo è un bisogno di tutti. Ma non serve piangerci su.
Suzanne: Bisogna renderla felice.
La madre di Marc: Così? Su ordinazione? - Sandro: Ho l'impressione di aver passato questi giorni solo ad aspettare.
Suzanne: Stavi aspettando?
Sandro: Immobile. Paralizzato. Immobile in questi giorni, più che in tutta la mia vita. - Suzanne: Forse ti ama ancora.
Sandro: E non me lo dirà mai.
Suzanne: Mai.
- Catherine: Lo sai che non ci vedremo più?
Sandro: Sì. Che cosa farai tu?
Catherine: Io me la cavo. Come sempre. Troverò qualcuno da imbrogliare.
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