Tempio greco

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Un modello di un tempio greco

Citazioni sul tempio greco.

  • Eretto, l'edificio riposa sul suo basamento di roccia. Questo riposare dell'opera fa emergere dalla roccia l'oscurità del suo supporto, saldo e tuttavia non costruito. Stando lì, l'opera tien testa alla bufera che la investe, rivelandone la violenza. Lo splendore e la luminosità della pietra, che essa sembra ricevere in dono dal sole, fanno apparire la luce del giorno, l'immensità del cielo, l'oscurità della notte. Il suo sicuro stagliarsi rende visibile l'invisibile regione dell'aria. La solidità dell'opera fa da contrasto al moto delle onde, rivelandone l'impeto con la sua immutabile calma. L'albero e l'erba, l'aquila e il toro, il serpente e il grillo assumono così la loro figura evidente e si rivelano in ciò che sono. Questo venir fuori e questo sorgere, come tali e nel loro insieme, è ciò che i Greci chiamarono originariamente Φύσις. Essa illumina ad un tempo ciò su cui e ciò in cui l'uomo fonda il suo abitare. Noi la chiamiamo Terra. Da ciò che intendiamo con questo termine occorre tener ben lontano ogni idea di massa materiale stratificata o di pianeta in senso astronomico. La Terra è ciò in cui il sorgere riconduce, come tale, tutto ciò che sorge come nel proprio nascondimento protettivo. In ciò che sorge è-presente la Terra come la nascondente-proteggente. (Martin Heidegger)
  • Se la nostra fantasia è carezzata dall'idea che la democrazia greca abbia piantato il suo primo santuario sulle rovine della grande sala dei palazzi principeschi, come il Cristianesimo mutò in chiese gli edifici pubblici dell'impero romano, questo è contraddetto dai dati della poesia omerica, perché là il tempio è solo menzionato in passi recenti, ciò che indica che per secoli, dopo la distruzione dei palazzi cretesi e micenei, i Greci esercitarono il loro culto all'aperto.
    Il movimento spirituale che condusse i Greci a costruirsi il tempio fu in rapporto con quello che li trasse a crearsi il simulacro della divinità. Una volta sorto l'idolo esso doveva avere la sua casa e per questa casa i Greci piuttosto che ricorrere a qualche parte dei palazzi distrutti, e forse da gran tempo seppelliti, di Creta e di Micene devono aver trovato il modello nella loro modesta abitazione, costituita da una stanza rettangolare e da un vestibolo. E così sorse il piccolo tempio a testate, la forma primordiale. (Alessandro Della Seta)
  • Una magica pace vive nelle rovine dei templi greci. Il viaggiatore si adagia tra i capitelli caduti e lascia passare le ore, e l'incantesimo gli vuota la mente di ansie e pensieri molesti e a poco a poco la riempie, come un vaso che sia stato lavato e raschiato, di un'estasi tranquilla. Quasi tutto ciò che è accaduto svanisce in un limbo d'ombre e di futilità ed è sostituito pianamente da un senso di semplicità luminosa e di calma che scioglie tutti i nodi e risolve tutti gli enigmi e sembra mormorare, benigno e suadente, che la vita, a lasciarla svolgere senza impacci e costrizioni e ricerche di soluzioni aliene, potrebbe essere illimitatamente felice. (Patrick Leigh Fermor)

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