Ugo Mulas

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Ugo Mulas (1928 – 1973), fotografo italiano.

Citazioni di Ugo Mulas[modifica]

  • Al Jamaica c'erano anche dei giovani che volevano fare i fotografi: c'erano Alfa Castaldi, Carlo Bavagnoli, Giulia Nicolai e tanti altri. C'era qualche bravo fotografo, evidentemente, ma noi volevamo fare i fotogiornalisti, i fotoreporter di città (pensavamo che la cosa più importante della fotografia fosse il fotogiornalismo): solo dopo ho capito che questo era un aspetto strumentale.[1]
  • Mi piace molto dei pittori questa cosa che a un certo punto una mattina si svegliano e dicono: io sono un pittore. E basta. E sono pittori, non c'è più niente da fare... Ci vuole anche un certo coraggio.[1]

Citazioni su Ugo Mulas[modifica]

  • La fotografia di Ugo Mulas, come indicano chiaramente le sue brevi note, non ha bisogno di commenti, saggi, introduzioni, tanto meno di interpretazioni. Essa è. Anzi essa spiega. In un lungo, ininterrotto atto d'amore per gli artisti, prima che per l'arte, descrive una storia di idee e di visioni attraverso alcuni momenti esemplari. Come Lucio Fontana in azione, nella sequenza in cui esegue uno dei suoi tagli; o Giuseppe Capogrossi colto in assenza di sé e in presenza dei suoi segni che lo fanno riconoscere. Segni di riconoscimento, di identità, appunto. Peggy Guggenheim vista mentre si specchia con un'opera di Picasso della sua collezione. Peggy non è "in sé" ma nell'artista. Fino all'artista che non è in sé, come negli antiritratti, e non per caso ma per scelta (dell'uno e dell'altro) di Max Ernst, sorpreso in vaporetto (ma non sorpreso!) o mentre prova un paio di scarpe. L'opposto esatto di Miró, Guttuso, Tancredi. Inevitabilmente in posa. (Vittorio Sgarbi)

Note[modifica]

  1. a b Citato in Tommaso Trini, Ugo Mulas: un fotografo attraversa l'arte contemporanea, archimagazine.com.

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