Vittoria Puccini

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Vittoria Puccini (2008)

Vittoria Puccini (1981 – vivente), attrice italiana.

Citazioni di Vittoria Puccini[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Mi ero iscritta a Giurisprudenza. Ma la mia passione era altrove e, quando fui scritturata da Sergio Rubini per il film Tutto l'amore che c'è, abbandonai gli studi. Papà fu categorico, dicendomi: "Mi fido di te ma, se entro due anni, non succede niente, ricominci a studiare". Invece, arrivò Elisa.[1]
  • [Sul ruolo più bello] Oriana Fallaci, un'esperienza di lavoro incredibile, la più faticosa. Abbiamo lavorato tante settimane in giro per il mondo, in condizioni precarie. Ma soprattutto il dover dar corpo e voce a una donna così complicata: quello che ho imparato da lei, è che ha sempre difeso le sue idee a costo di diventare antipatica, scomoda.[1]
  • Sono una donna in pace con me stessa e la mia coscienza. Una donna onesta, trasparente e fortunata, che ha e ha avuto tanto nella vita ma anche che si è conquistata, guadagnata tutto lavorando sodo. Da quando ero una diciannovenne con il pallino dell'indipendenza economica: non mi piaceva chiedere i soldi ai miei, e allora mi cercavo lavoretti — baby sitter, ripetizioni di italiano — volevo "arrivare presto". A 22 anni con Elisa di Rivombrosa ero indipendente, mi pagavo l'affitto da sola. Una conquista che mi faceva assaporare la libertà di non dover rendere conto a nessuno. Sono rimasta coerente, non mi sono tradita. Ho avuto una figlia meravigliosa, desiderata, che mi ha completata. Ho avuto fortemente tutto quello che fortemente ho voluto.[2]
  • Guardi, l'età io l'abolirei. Ho un rapporto strano col tempo, a malapena so quanti anni ha mia figlia [...], non li conto mai, mi sono confusa un sacco di volte con la mia età, non mi interessa calcolare quanti anni sono passati dalla morte di mia madre o da quando mi sono fidanzata. Vivo nella piena consapevolezza di tutto ma non mi importa quantificarlo.[3]
  • Durante l'adolescenza [...] avere un seno piccolo mi metteva a disagio, avrei voluto sentirmi più donna, poi ho imparato ad accettarlo e ho capito che la femminilità passa dalla personalità non dalle forme e adesso lo trovo molto comodo. Ci sono donne che sono bellissime senza rientrare nei canoni classici, eppure hanno un fascino, un potenza, una forza pazzesche. Valeria Bruni Tedeschi, ad esempio, non ha un fisico da modella ma è una delle donne più belle e sensuali del mondo. Quando la vedo recitare mi incanto, non riesco a toglierle gli occhi di dosso, ha una luce, un'energia, una femminilità esplosive. È bellissimo quando un'attrice come Amy Adams, in Sharp objects, fa scene di nudo totalmente funzionali alla narrazione, si mostra con le sue imperfezioni, è così sensuale e vera.[3]
  • Le nuove generazioni sono molto più aperte al mondo, conoscono più cose rispetto a noi alla loro età. Sono più consapevoli delle differenze di colore, identità, sesso, provenienza. Una volta con mia figlia stavamo parlando di bambini che avevano due papà. Pensavo di doverle fare un discorso ma lei mi ha fermato dicendo: "Che problema c'è, io sono cresciuta guardando Modern Family".[4]
  • A 19 anni ho girato il primo film, Tutto l'amore che c'è di Sergio Rubini, e poco dopo è arrivata Elisa di Rivombrosa, che mi ha dato il successo. Le mie amiche facevano l'università e la sera uscivano. Io, quando finivano le riprese, crollavo stremata. Ma era quello che volevo fare, non mi pesava, mi sentivo felice.[5]
  • Ho sempre pensato di essere asociale, da ragazza sentivo che dovevo combattere questa mia inclinazione, forzarmi a essere più estroversa, a uscire. Poi, con la maturità, ho imparato ad accettarmi. Mi sono detta: perché dovrei essere diversa? Sono fatta così, con le mie imperfezioni. Certo, non bisogna esagerare altrimenti si diventa autodistruttivi. Ma uscire sempre e comunque solo per farlo, no.[5]

Da un'intervista a Vanity Fair, 5 gennaio 2010

  • Un'attrice più matura è, più cose vive, più è brava. Non vedo l'ora che mi escano un po' di rughe, perché la faccia che hai a quarant'anni, cinematograficamente, è infinitamente più forte.
  • A una come me, una persona che non aveva mai vissuto con leggerezza, una persona molto concentrata su se stessa, molto pigra nei confronti del cambiamento – perché le mie idee sono queste e non le cambio, casomai si adatteranno gli altri – l'avere un figlio ha obbligato a mettermi in secondo piano. Una importantissima lezione d'amore e umiltà. Se poi quella lezione serve anche a chi ti sta accanto, è fatta.
  • Se l'amore finisce è giusto che due persone si separino. Ma i rapporti di coppia – con o senza figli – non sono mai semplici. L'uomo, per sua natura, è portato a pensare solo a se stesso, a fare solo quello che ha voglia di fare. Però, se stai con una persona, devi venirti incontro e costruire con l'aiuto dell'amore: un figlio aiuta semplicemente a ricordartelo. Anche perché la famiglia è qualcosa che rimane, un punto di riferimento.
  • La bellezza non mi ha mai dato sicurezza. Se sei una persona insicura, lo resti. Ma forse è anche la mia forza, nel senso che ho sempre utilizzato quest'ansia per mettermi in discussione. Ho rischiato per migliorarmi, nel privato e nel lavoro.
  • Quando ci sono problemi, l'unica cosa importante è capire se ci si ama ancora. Se c'è l'amore, questo deve darti il coraggio e la forza di superare qualunque problema.
  • Di fondo, secondo me, dietro un tradimento c'è il fatto che non hai ancora capito che cosa significa amare. La cosa più grave è la mancanza di rispetto nei confronti dell'altro: pensi a te e non pensi più all'altro, al fatto che lo potresti far soffrire. Il rispetto ci dovrebbe sempre essere in una coppia; se è mancato, poi la fiducia va riconquistata.

Da un'intervista a iO Donna, 17 luglio 2010

  • Faccio fatica a mettere solo un dito nelle cose che mi circondano e mi riguardano. Mi butto con tutta me stessa nella vita e nel lavoro. Poi magari mi esplode un mondo, ma non ho paura di soffrire: ogni esperienza è un passo verso la conoscenza di te stesso, verso la crescita.
  • Se oggi sono qui dipende anche dalla serietà con cui lavoro, dalle scelte. E dipende, credo, dal mettere al primo posto l'onestà, dallo sforzarmi nella comprensione: cerco di capire il perché, ammetto che le colpe stanno sempre da entrambe le parti. A volte c'è chi se ne approfitta, pazienza: peggio per lui, quello che dai ti ritorna.
  • Nella vita non serve barare. Mai. Ci vuole verità in tutto.
  • A volte mi chiedono: "Perché non ti aumenti il seno? Magari una taglia o due...". Scherziamo? Io sono orgogliosa della mia prima. Nell'adolescenza un po' ne ho sofferto (l'accettazione di sé va conquistata), mettevo il cotone nei reggiseni... Poi ho imparato ad apprezzarlo: se me lo rifacessi uguale a un'altra, non sarei più io. Perderei la mia unicità. La mia verità. Non so usare le malizie femminili, in seduzione sono un disastro e il romanticismo non mi interessa: bado alla sostanza.

Vittoria Puccini è tornata a incantarci

Intervista di Roselina Salemi, tustyle.it, 6 ottobre 2022.

  • [...] alle radici tengo molto. La mia casa di Firenze è anche quello che si porta dietro, quel giardino, quella campagna — è un po' in collina — quegli odori. Ogni volta che ci torno si sbloccano i ricordi, mi ricollego alla mia parte bambina. Ha una grande importanza non solo come luogo fisico (è dove sono nata), ma anche per chi la abita, gli amici, gli affetti. I ricordi a cui non potrei mai rinunciare. Il mestiere di attrice mi obbliga a viaggiare, e mi piace, ma sapere che c'è un posto dove posso tornare e ritrovare la parte più autentica di me stessa è una fortuna. Vivo a Roma con il mio compagno, un punto di riferimento fondamentale, e con mia figlia che va al liceo. Roma è diventata la mia città, ci sto bene. Ma Firenze è sempre speciale, non le volterei le spalle.
  • Nord e Sud sono diversi, ma non inconciliabili. Credo che possano fare del bene l'uno all'altro, che l'incontro alla fine sia positivo. La mentalità imprenditoriale può regalare qualcosa alla forza e alla spontaneità, e viceversa. Tante amiche mie che vengono dal Sud hanno mantenuto un legame forte con la loro terra, anzi la considerano una fonte di sicurezza. Sarà banale, ma non è detto che il successo, i soldi, ti rendano felice. Ti rende felice l'essere amata per quello che sei, non per quello che sei diventata. Vale per me, vale per tutto.
  • L'Italia senza figli è un tema enorme che contiene problematiche molto diverse. Spero che ogni donna riesca a realizzarsi a livello familiare e professionale, ma siamo ancora lontani. Le posizioni apicali sono difficili da conquistare (molti pensano che dopo un bambino le donne perdano la concentrazione sul lavoro) perciò devono faticare il triplo. Tante rinunciano alla maternità. Io personalmente non mi sono trovata di fronte alla scelta: lavoro o famiglia. Ho avuto la mia bimba a 25 anni, quando nessuno faceva figli a 25 anni, e l'ho voluta. Quando è nata, ho continuato a lavorare, la portavo sul set, la allattavo, situazione che continuo a considerare un privilegio. Avevo anche una tata, non tutte possono. Ma nessuna dovrebbe vivere l'angoscia dell'aut-aut.
  • [«Tivù o cinema?»] Un po' e un po'. Per fortuna le barriere tra questi due mondi sono cadute, non c'è più la prima e la seconda categoria. Le serie mi hanno regalato ruoli meravigliosi. E hanno offerto alle donne parti da protagonista che al cinema non avevano. Nelle serie le donne sono diventate questori, capi di squadre investigative, giudici, ingegneri, primari. Questo è bello, educativo, perché rende normale la parità, racconta una società dove "femminile" non significa soltanto moglie e madre. È come la Sirenetta nera di Halle Berry: quando la vedi rappresentata può esistere.
  • Sono Scorpione, e come molti Scorpioni che conosco, non festeggio i compleanni. Forse è un'influenza astrale. Forse non mi importa di essere al centro dell'attenzione per un giorno perché sono spesso sotto i riflettori.

Note[modifica]

  1. a b Citato in Emilia Costantini, I misteri di Vittoria, Corriere della Sera, 23 novembre 2020, p. 23.
  2. Dall'intervista di Lavinia Farnese a Vanity Fair Italia nº 12, 2021; citato in Vittoria Puccini: «Senza paura», vanityfair.it, 18 marzo 2021.
  3. a b Dall'intervista di Silvia Locatelli, Vittoria Puccini senza filtri per Elle: "A mia figlia racconto anche le fragilità", elle.com, 13 maggio 2021.
  4. Dall'intervista di Paola Jacobbi, Vittoria Puccini: «Sono una madre in prima linea», grazia.it, 17 gennaio 2022.
  5. a b Dall'intervista di Cristina Lacava, «E ora voglio farvi ridere», iodonna.it, 19 marzo 2022.

Filmografia[modifica]

Film[modifica]

Serie televisive[modifica]

Altri progetti[modifica]