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Vittorio Emanuele Orlando

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Vittorio Emanuele Orlando

Vittorio Emanuele Orlando (1860 – 1952), politico e giurista italiano.

Citazioni di Vittorio Emanuele Orlando

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  • Dobbiamo considerare il peggio. Non voglio la risposta oggi. Noi possiamo, dopo quattro anni di inenarrabili privazioni e sacrifici, per cui nessun altro paese ci supera, trovarci di nuovo dinanzi a sacrifici. In questo momento l'Italia è più grande, è più pronta di prima; è grande come nel maggio 1915. Vi domando però che la decisione sia maturata. Non è solo il rifornimento che manca. Ma l'Italia conosce la fame: non conosce il disonore.[1]
  • Il bene e il male non hanno alcun limite, fuorché quello di esistere entrambi. (da Discorsi per la guerra e per la pace)
  • [All'Assemblea Costituente] In quest'Assemblea, dunque, il popolo italiano è sovrano, ma, anche, il solo sovrano, l'arbitro assoluto della decisione del proprio destino.[2]
  • In questa guerra che noi accettammo, non perché breve, facile e sicura, ma perché, sapendola invece terribile e lunga, era guerra giusta e necessaria, qualche cosa è avvenuto onde il pensiero si esalta e il cuore si gonfia di commozione. Pensate: tutti gl'Italiani per tutta l'Italia![3]
  • Io credo che veramente il Nitti fu un uomo fatale all'Italia, ma verso il quale durante tutto quest'ultimo ventennio mi sono astenuto dal pronunciare anche soltanto una parola amara, per ciò che egli è stato ed è un perseguitato e un assente: due ragioni decisive per cui egli ha diritto al mio rispetto.[4]
  • [Dopo la ritirata del Piave] La voce dei morti e la volontà dei vivi, il senso dell'onore e la ragione dell'utilità, concordemente, solennemente ci rivolgono adunque un ammonimento solo, ci additano una sola via di salvezza: resistere! resistere! resistere![5]
  • [All'Assemblea Costituente] L'Italia non ha ancora finito di essere l'Italia; e come Italiani noi abbiamo ancora qualche compito assegnato a noi nella storia del mondo.[6]
  • [Su Emilio Colombo] Questo Colombo volerà.[7]

Citazioni su Vittorio Emanuele Orlando

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  • Su questo liberale, che saprà trovare tanta fermezza nell'opporsi al fascismo, ricade una delle principali responsabilità che si possano imputare al liberalismo per il trionfo del fascismo stesso; infatti egli non solo sarà uno dei più autorevoli fiancheggiatori (questo è un destino al quale non si è sottratta nessuna delle correnti, nessuno degli esponenti del liberalismo, fosse conservatore o democratico) ma sarà addirittura vice presidente della commissione incaricata di studiare la riforma Acerbo[9], contribuendo col suo prestigio di costituzionalista a farla passare. (Paolo Alatri)

Note

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  1. Da un discorso del 26 aprile 1919; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 611.
  2. Assemblea Costituente - Seduta di martedì 25 giugno 1946 (PDF), su camera.it, p. 2. URL consultato il 4 maggio 2022.
  3. Da Discorsi per la guerra, Biblioteca dell'«Eloquenza», Roma, 1919, p. 30.
  4. Da Memorie, 1915-1919, a cura di Rodolfo Mosca, Rizzoli, 1960, p. 17.
  5. Da Atti Parlamentari, Camera dei Deputati, Discussioni, sess. 1913-17, vol XIV, p. 154.
  6. Assemblea Costituente - Seduta di martedì 25 giugno 1946 (PDF), su camera.it, p. 3. URL consultato il 4 maggio 2022.
  7. Citato in Dicono di lei: Colombo, La Stampa, 11 febbraio 1973.
  8. Clemenceau, che soffriva di ipertrofia prostatica, pronunciò queste parole alla Conferenza di pace di Parigi del 1919, alludendo a Vittorio Emanuele Orlando, continuamente in lacrime per le umiliazioni che, a suo dire, gli Alleati gli infliggevano.
  9. Riferimento alla riforma elettorale maggioritaria che assegnava 2/3 dei seggi al partito più votato, qualora questo avesse superato il quorum del 25%.

Bibliografia

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  • Vittorio Emanuele Orlando, Discorsi per la guerra e per la pace, raccolti a cura di Amedeo Giannini, Campitelli, Foligno, 1923.

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