Wilhelm Weitling
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Wilhelm Weitling (1808 – 1871), rivoluzionario e teorico comunista tedesco.
Citazioni di Wilhelm Weitling
[modifica]- Perché il giornalista mente, perché il ladro ruba, perché il mercante imbroglia e perché l'avvocato difende una causa iniqua? Tutto per denaro... Perché l'oste adultera le bevande, il contadino il latte e il burro, perché il fornaio cuoce dei pani troppo piccoli? Tutto per denaro... Perché esiste della gente che insegna, scrive e agisce contro il proprio dovere, la propria coscienza e contro i propri convincimenti? Per denaro.[1]
Citazioni su Wilhelm Weitling
[modifica]- Avversario del riformismo, egli sosteneva che l'emancipazione del proletariato sarebbe stata l'opera non di riforme illusorie, intraprese con l'aiuto della borghesia, bensì di una rivoluzione sociale, che, distruggendo il dominino del denaro, avrebbe instaurato con la comunità dei beni l'eguaglianza sociale e la fratellanza fra gli uomini. (Auguste Cornu)
- I lineamenti fondamentali per una società socialista di stampo utopistico esposti nella prima opera di Weitling[2], ricompaiono ampliati e parzialmente modificati, nelle sue opere successive. Assai noto è il libro Le garanzie dell'armonia e della libertà che Marx definisce un «brillante debutto letterario». Minor successo che con i libri Weitling riscuote con i tentativi di trasporre le proprie idee nella prassi. Sono un fallimento totale ed egli stesso cade nelle mani della polizia, passa attraverso l'arresto e la persecuzione e finalmente, dopo molteplici peregrinazioni, avventure e delusioni, approda a New York, dove fonda una «lega di liberazione». (Otto Rühle)
- Weitling era stato espulso da Parigi per aver partecipato all'insurrezione di Blanqui il 12 maggio 1838; si era poi rifugiato in Svizzera dove era stato condannato per sacrilegio a sei mesi di carcere, per aver pubblicato un libro in cui definiva Gesù Cristo come un comunista e figlio illegittimo. Dopo d'allora era stato continuamente braccato e non fa meraviglia che divenisse pazzoide e affetto da mania di persecuzione, oltre che una specie di santo comunista. Conduceva un'esistenza di una semplicità ascetica e non possedeva nulla all'infuori degli arnesi del suo mestiere. (Edmund Wilson)
- Weitling ha fatto propria l'idea del progresso storico. Egli suddivide la storia universale in tre grandi fasi: comunismo primordiale – proprietà – comunismo del futuro. Lo scandalo della seconda epoca, alla cui fine ora si trova l'umanità, è costituito secondo lui dalla proprietà, nella quale egli vede «la causa di ogni male», e dal denaro. (Werner Hofmann)
- Weitling ha trasmesso al movimento sociale tedesco, allora agli inizi, il patrimonio ideale francese. In lui si ricongiungono i due filoni del comunismo, quello economico e quello politico, che da Babeuf in poi erano proceduti divisi. (Werner Hofmann)
- Weitling superò i teorici socialisti, che volevano riformare con mezzi pacifici la società borghese, adattando il regime della proprietà privata agli interessi delle classi medie; in un certo senso superò anche Blanqui, giacché, invece di concepire l'azione rivoluzionaria del proletariato sotto la forma dell'organizzazione di congiure e colpi di mano, la concepiva già come un movimento di masse. (Auguste Cornu)
- Wilhelm Weitling era il figlio illegittimo di una lavandaia tedesca e di un ufficiale di Napoleone il quale aveva abbandonato madre e bambino e il cui nome non era neppure noto al figlio. Da ragazzo gli era stato insegnato il mestiere di sarto, ma il suo odio per l'esercito era tale che, quando era venuto per lui il momento di fare il servizio militare, era scappato e si era dato al vagabondaggio. Si era istruito da sé, aveva imparato le lingue morte e aveva un progetto per una lingua universale; a ventisette anni aveva scritto un libro intitolato L'umanità qual è e quale dovrebbe essere. (Edmund Wilson)
Note
[modifica]- ↑ Da Garanzie dell'armonia e della libertà; citato in Werner Hofmann, Da Babeuf a Marcuse. Storia delle idee e dei movimenti sociali nei secoli XIX e XX, traduzione di Angelica Comello e Gudrun Marschall, Gli Oscar, Arnoldo Mondadori Editore, 1971, p. 63.
- ↑ Die Menschheit. Wie sie ist und wie sie sein sollte (L'umanità. Com'è e come dovrebbe essere), 1838-1839.
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