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Zbigniew Herbert

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Zbigniew Herbert

Zbigniew Herbert (1924 – 1998), poeta, saggista e drammaturgo polacco.

Citazioni di Zbigniew Herbert

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  • Addio, principe, ho un progetto sulle fognature che mi aspetta
    E il decreto su prostitute e mendicanti
    Devo anche inventare un sistema carcerario migliore
    Perché, come hai giustamente notato, la Danimarca è una prigione
    Torno ai miei affari, il bambino nascerà stasera
    Star Hamlet non ci incontreremo mai
    Ciò che resta di me non sarà una tragedia
    Non dobbiamo salutarci o salutarci, viviamo negli arcipelaghi
    E quest'acqua, queste parole, cosa possono fare, principe[1].
  • Al mattino la roccia calcarea di Paestum è grigia, a mezzogiorno color miele, al tramonto fiammante. La tocco e sento il calore del corpo umano. Verdi lucertole vi passano correndo come un brivido.[2]
  • Cammina eretto tra quelli in ginocchio[3].
  • Ho sempre desiderato di non smettere mai di credere che le grandi opere dell'anima siano più obiettive di noi. Saranno esse a giudicarci. Qualcuno ha detto bene che non siamo solo noi a leggere Omero, guardare gli affreschi di Giotto, ascoltare Mozart, ma che anche Omero, Giotto e Mozart ci osservano, ascoltano e constatano la nostra inconsistenza e stupidità. I poveri utopisti, debuttanti in storia, incendiari di musei, rottamatori del passato, sono simili a quei folli che distruggono le opere d'arte cui non perdonano la calma, la dignità e quella loro fresca capacità di irradiare.[4]

Note

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  1. Treno di Fortebraccio
  2. Da U Dorów (Presso i Dori), in Barbarzyńca w ogrodzie (Un barbaro nel giardino), Czytelnik, Varsavia, 2004, p. 34. Citato in Eleonora Battistini, Mito e cultura classica nell'opera di Zbigniew Herbert, traduzione di Eleonora Battistini, p. 43, core.ac.uk.
  3. Messaggio del Sig. Cogito
  4. Da Duszyczka, in Labirynt nad morzem (Un labirinto sul mare), Zeszyty Literackie, Varsavia, 2000, p. 91. Citato in Mito e cultura classica nell'opera di Zbigniew Herbert, traduzione di Eleonora Battistini, p. 95, core.ac.uk.

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