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Flavio Tranquillo

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Flavio Tranquillo (2015)

Flavio Tranquillo (1962 – vivente) giornalista italiano.

Citazioni di Flavio Tranquillo

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  • [Sulla European Super League] Ben venga [...] il rispetto di valori come l'inclusione e la solidarietà, ma non è certo comprimendo lo sviluppo (e accumulando diseconomie) che si rispettano quei valori, anzi. Quella tra sport "puro" perché declinato all'interno del modello piramidale e "impuro" perché inquadrato in una Breakaway League "chiusa" che subordina l'accesso al possesso di requisiti tecnici ed economici, è una falsa antinomia. Schierarsi a favore o contro una di queste due impostazioni a prescindere dall'osservazione del contesto storico, socio-economico e culturale è, a mio avviso, sbagliato. Non discuto le prese di posizione pro o contro la Superlega, ma la loro enunciazione basata su un pre-giudizio, positivo o negativo che sia, rispetto allo sport "ricco", una categoria che non esiste. Anche negli USA, quelli che oggi sono indicati come la patria delle Leghe chiuse che non rispettano il verdetto del campo e obbediscono a pochi tycoon, c'è stato un tempo in cui la parola "professionismo" aveva un'accezione negativa di per sè. [...] Ieri (tennis, golf, Eurolega, pattinatori, etc.) e oggi, molti si prendono oneri e onori di una decisione che riserva rischi e insidie. Non hanno il mio plauso o la mia riprovazione, non ne vedo il motivo. Sono un osservatore, e spero che si possa discutere nel merito strategico e imprenditoriale della loro decisione, la cui efficacia verrà determinata solo dalla risposta del mercato.[1]

il Fatto Quotidiano

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Citazioni in ordine temporale.

  • 2 aprile 1987, Losanna, finale di Coppa dei Campioni tra Tracer e Maccabi. 71-69 Milano, pochi secondi sul cronometro, Meneghin sbaglia il lay-up della staffa, Doron Jamchy cincischia con la palla in mano, il suo tiro cortissimo finisce inoffensivo nelle mani di Bob McAdoo e dopo 21 anni il massimo trofeo continentale torna a Milano. Un giovane precario seduto in tribuna stampa balza in piedi e lancia un urlo belluino per sfogare tensione e gioia per la vittoria (non sua peraltro). Il capo-rubrica basket del quotidiano sportivo più venduto in Italia, che teneva quel precario "sotto osservazione", guarda schifato e decide che in Via Solferino spazio per lui non ce ne sarà mai. Senza vergognarmi di essere stato quell'urlatore, è appena ovvio che avesse ragione il prestigioso collega. Le due cose, tifo e giudizio intellettualmente onesto, non sono compatibili. Se uno non riesce a rinunciare alla prima non deve certo nascondere il proprio animo ma semplicemente scegliere un altro lavoro. Non finirò mai di ringraziare quel capo-rubrica, perché mi ha spalancato le porte di un mondo, quello Tv, molto più adatto a me. Ma ancora di più perché quello sguardo di riprovazione mi ha fatto capire che è meglio vedere professionalmente lo sport senza foderarsi le lenti col prosciutto del tifo.[2]
  • No, Mennea non era "The Chosen One", anzi. Con quel fisico, nel Sud senza strutture, in una nazione che dedica risorse e fama quasi esclusivamente agli eroi del calcio, mettersi in testa di eccellere in una specialità dominata dagli afro-americani senza barare non aveva alcun senso apparente. Se non quello, maestoso, di sconfiggere secoli di vittimismo piagnone, di ignavia e di ricerca della scusa buona. Di indicarci una via che è più attuale che mai, ben oltre le piste, i campi e lo sport.[3]
  • Pietro Mennea è un B.O.A.T., nel senso che lo considero il migliore atleta italiano di tutti i tempi. E non certo perché purtroppo se ne è andato così presto. È pacifico che non si possa stilare una classifica tecnica attendibile, non potendosi paragonare sensatamente sport ed epoche diverse. Il barlettano però è stato molto più di un atleta, molto più degli strabilianti risultati raggiunti. Pietro Mennea è stato, e fortunatamente è, cultura. Cultura nel senso più pieno del termine, e non per le quattro (!) lauree, i venti libri scritti e l'omonima Fondazione. No, Mennea è stato cultura in pista, correndo e soprattutto allenandosi. Diventando il più grande contro tutto e tutti, al lordo di posizioni scomode e indubbi difetti.[3]

Citazioni tratte da telecronache

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Formule classiche

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  • La squadra è in rottura prolungata [in occasione di un parziale pesante subito dalla stessa squadra]
  • Spettacoloso canestro! [in occasione di un canestro particolarmente spettacolare]
  • Lascia partire una palla che balla, canta e suona! [quando un giocatore effettua un assist rilevante]
  • Ci mette parecchia mostarda sopra! [in occasione di schiacciate particolarmente spettacolari]
  • Si oscura la vallata! [in occasione di stoppate]
  • Altro tiro, altro giro, altro regalo! [quando un giocatore mette a segno molti punti]
  • Segna, subisce il fallo, andrà in lunetta col tiro libero... supplementare! [spesso utilizzata nei canestri segnati con fallo subito]
  • E a questo punto, è "game, set and match"! [quando una partita è praticamente decisa]
  • È tutto per questo appuntamento, anche per (commentatore tecnico ed eventuali bordocampisti), con un saluto e un ringraziamento da Flavio Tranquillo! [utilizzata al termine di ogni telecronaca di Flavio Tranquillo]
  • Manda per aria l'ultima preghiera da metà campo [spesso utilizzata per un tiro da metà campo allo scadere del quarto o della partita]
  • Tiro forzato anzi che no... e segnato anzi che no! [in riferimento a tiri particolarmente difficili andati a canestro]
  • Passi sesquipedali [in riferimento ad infrazioni di passi evidenti e non fischiate]
  • La classe operaia va in Paradiso! [quando i giocatori entrati dalla panchina hanno un forte impatto sulla partita]
  • Tiro non accolto dagli dèi del basket [in caso di tiri particolarmente difficili e sbagliati]
  • Accende l'autobus e lo porta a scuola [in riferimento a un gesto tecnico o un'azione dominante in uno contro uno]
  • Non c'è bisogno del Paradiso... ci sono le finali NBA! [Utah Jazz vs Chicago Bulls, NBA Finals 1998, gara 6]
  • Ultimi 40 secondi, Jordan va subito a canestro, appoggia al vetro anche con contatto e segna in un amen, riportando a -1 Chicago. Discrepanza di circa 13 secondi tra il cronometro dei 24 e quello della partita, Chicago non vuole prendere un gioco da tre punti, vuole eventualmente la palla anche se segna Utah, per il pareggio a sua volta con un gioco da tre punti..LA RUBA JORDAN, E SE LA PRENDE, direttamente dalle mani di Malone, ultimi 15 secondi, meno uno Chicago. Il palleggio, per Michael Jordan, che ha spazio, tutti lo aspettano, può essere l'ultima azione della sua carriera NBA, arresto, tiro, JORDAN, JORDAN! MICHAEL...JEFFREY...JORDAAAAN!!! [Utah Jazz vs Chicago Bulls, NBA Finals 1998, gara 6]
  • Subito, Nash, dentro per LaFrentz... Nash è un attacco! Cioè, il playbook dei Dallas Mavs è una foto di Nash coi capelli pettinati! [Sacramento Kings vs Dallas Mavericks, Semifinali della Western Conference 2002, gara 3]
  • Ma non può passargli sopra, dai, non può... ma non può passargli sopra, è 2.10, non può passargli sopra! [All Star Weekend 2009, sulla schiacciata di Nate Robinson sopra la testa di Howard]
  • Spurserello. [usato per chiamare il centro di allenamento degli Spurs, sulla falsariga di Milanello]
  • Quel gorilla da due tonnellate e mezzo è sceso dalla spalla di Mark Cuban e di Dirk Nowitzki, i Dallas Mavericks sono in Finale della Western Conference! [San Antonio Spurs vs Dallas Mavericks, Semifinali della Western Conference, gara 7]
  • Bryant forzato! E segnato! Se questo non vi ha ricordato Michael Jordan, non avete mai visto Michael Jordan. [Los Angeles Lakers vs Boston Celtics, 25 dicembre 2008]
  • E in panchina dicono "eh però ancora tu, ma non dovevamo vederci più". [Los Angeles Lakers vs Boston Celtics, NBA Finals 2010, commentando la reazione della panchina dei Celtics all'ennesimo canestro di Kobe Bryant]
  • Walton, che con Bryant è il miglior giocatore di triangolo della squadra... questo [Bryant] è il miglior giocatore di triangolo, quadrilatero, trapezio, esagono: fate voi! [Los Angeles Lakers vs Boston Celtics, 25 dicembre 2008]
  • Eccolo il "maiale cieco"[4], mi sembrava ci vedesse bene però! [Los Angeles Lakers vs Boston Celtics, 25 dicembre 2008]
  • Flavio Tranquillo: Direi che a naso [Bryant] deve aver annusato odore di sangue.
    Federico Buffa: In compenso sulla temperatura del suo non ci poniamo più il problema. [Denver Nuggets vs Los Angeles Lakers, Finali della Western Conference 2009, gara 6]
  • Allen Iverson è 1 metro e 78 solo per la visita militare. [ASG 2000]
  • Oltre a essere piccolo, l'Est non ha neanche un playmaker di ruolo. Iverson aveva promesso una partita alla Aldo Ossola, ma a vedere da questo inizio fatichiamo a credergli [...] Alza Iverson per Carter che in controtempo va alla deviazione al volo! Magari Ossola faceva anche passaggi del genere, ma non so con tutto il rispetto per i vari Meneghin, Morse e Flaborea se la conclusione fosse simile. [ASG 2000]
  • Non interrompe l'intervallo il suo incedere. [Boston Celtics vs San Antonio Spurs, commentando un canestro di Pierce all'inizio del terzo quarto]
  • Difficile fermare un treno con le mani. [Cleveland Cavaliers vs Boston Celtics 2009, commentando una penetrazione di LeBron James]
  • Questo non ha nulla a che fare con il resto del genere umano. Ha dispregio per il resto del genere umano, perché se ne separa in maniera completa e totale. [Cleveland Cavaliers vs Boston Celtics 2009, commentando una penetrazione di LeBron James]
  • Flavio Tranquillo: Se non vi piace Ray Allen, ma non sapete cosa vi state perdendo.
    Federico Buffa: Ogni tiro è più difficile del precedente.
    Flavio Tranquillo: E ogni tiro è semplicemente l'atto finale di una poesia. [Miami Heat vs Boston Celtics]
  • Ragazzi, se non vi piace veder giocare questi due uno contro l'altro, abbiam terminato i giocattoli per voi. [Los Angeles Clippers vs Los Angeles Lakers, con riferimento alle incredibili giocate di Kobe Bryant e Chris Paul]
  • Ecco McGrady che conduce il contropiede, butta contro il tabellone! Schiaccia al volo! Tutti in piedi, tutti in piedi a Philadelphia... occhio all'uno! [ASG 2002]
  • Bisogna sempre capire che l'America non è solo New York e Los Angeles. [Dallas Mavericks vs Chicago Bulls]
  • Tutti al bar a prendere un Martini natalizio, con le finte di Derrick Rose. [New York Knicks vs Chiacago Bulls]
  • "Passi" dice Rick Carlisle... però, caro Rick, se avessi un centesimo di euro per ogni passi non fischiati in questa finale, adesso sarei qui a offrire Dom Perignon a tutti. [Dallas Mavericks vs Heat, NBA Finals 2011]
  • E [Danny Green] si prende addirittura il "Bravo Danny di Duncan", ovverosia il massimo ordine del cavalierato Spurs. [San Antonio Spurs vs Miami Heat]
  • Palla un po' indietro sul bersaglio, Ray Allen la trasforma in oro! Non è il numero 20, è re Mida. [Los Angeles Lakers vs Boston Celtics, NBA Finals 2010, gara 2]
  • Un uomo solo al comando. La sua maglia è bianco rosso nera e il suo nome è LeBron Raymone James![5] [Boston Celtics vs Miami Heat, Finali della Eastern Conference, gara 6, sull'eccellente partita di James]
  • No eh! No, no, no! Non mi mettere questo mentre ti stai sedendo anche in tribuna, non puoi fare una cosa del genere... ragazzi ce lo fate vedere 20 volte questo lavoro? Io spero che sia chiaro per tutti, anche ai meno addentro la vicenda, il grado di difficoltà dell'ultimo tiro, all'altezza di Curry, in un contesto di playoff NBA, mandato a sinistra, sarà anche che ci va meglio, ma non è proprio un mancino naturale. [Golden State Warriors vs San Antonio Spurs, Semifinali della Western Conference 2013, gara 2, commentando un tiro di Steph Curry in step-back dall'angolo sinistro che lo fa finire seduto in tribuna]
  • È caldo come una stufa! Ultimo carrello! [All-Star Saturday 2014, gara del tiro da 3, turno di spareggio di Marco Belinelli]
  • Ginobili! Oh mio Dio, ho perso la fede, ho perso la fede! [San Antonio Spurs vs Detroit Pistons, NBA Finals 2005, gara 2, dopo tripla, rubata e tripla in transizione di Ginobili]
  • Ginobili al ferro! Ginobili al ferrooo! [San Antonio Spurs vs Miami Heat, NBA Finals 2014, gara 5]
  • Follia! Follia all'AT&T Center, con Emanuel David Ginobili! [San Antonio Spurs vs Miami Heat, NBA Finals 2014, gara 5]
  • Ma no! Ma se esiste una cosa più bella del basket, ditecelo! Mandateci una mail! [Oklahoma City Thunder vs Los Angeles Clippers, Semifinali della Western Conference, gara 5]
  • Rubata degli Spurs, palleggio per Tony Parker che dice: "Fatemi riposare un attimo, che anche io sono un uomo". Blocco di Diaw, riaccelera Parker, va ancora in palleggio-arresto-tiro! Uomo sì, ma non troppo! [San Antonio Spurs vs Golden State Warriors, Semifinali della Western Conference 2013, gara 1]
  • James da tre per il pareggio...fuori! Si salta a rimbalzo, la prende Bosh! Riapre per Ray Allen lo specialista! RAY ALLEN da 3! Pareggio a 95! [San Antonio Spurs vs Miami Heat, NBA Finals 2013, gara 6, dopo un canestro allo scadere di Ray Allen per il pareggio]
  • Steph Curry mamma mia! Steph Curry mamma mia! [NBA Finals 2015, gara 3, dopo una tripla di Stephen Curry]
  • Harrison Barnes fa un errore puerile cercando la palla, e quello è il Re, dico quello è il Re! [Golden State Warriors vs Cleveland Cavaliers, NBA Finals 2016, gara 7, dopo un difficile canestro di LeBron James]
  • E poi rimbalzo controllato da Iguodala, che prende velocità, schiaccia per terra, Curry per lui... ARRIVA! INCREDIBILE! Arriva incredibile, si oscura la vallata! Cosa ha fatto LeBron James potrebbe avere messo la firma sul capolavoro; È LA GIOCONDA, NON È UNA STOPPATA quella che ha fatto LeBron James! [Golden State Warriors vs Cleveland Cavaliers, NBA Finals 2016, gara 7, dopo la leggendaria stoppata di LeBron James su Iguodala]
  • Tredici minuti e ventun secondi in campo e quattordici punti segnati con un solo errore al tiro... dev'essere uscito dalla panchina piuttosto fresco! MR. RRRRRUSSELL WESTBROOK! [Golden State Warriors vs Oklahoma City Thunder, 2017, dopo una schiacciata spettacolare di Westbrook]
  • Ammutolita la Oracle Arena. È un dio greco, non è un giocatore di basket: è LeBron James, da inner city Akron, Ohio. [Golden State Warriors vs Cleveland Cavaliers, NBA Finals 2018, gara 1, dopo una tripla di LeBron James]
  • Keyser Soze, il solito sospetto.[6] [Golden State Warriors vs Cleveland Cavaliers, NBA Finals 2018, gara 1, su LeBron James]
  • Non so come sia il diavolo, ma secondo me somiglia a uno con la maglia numero 30. [Boston Celtics vs Golden State Warriors, NBA Finals 2022, gara 4, commentando un'eccezionale partita di Stephen Curry]
  • La maglia non è biancoceleste, ma per il resto [Stephen Curry] è Fausto Coppi con Ferretti eh. Un uomo più che solo al comando, dei suoi, ma al comando. [Boston Celtics vs Golden State Warriors, NBA Finals 2022, gara 4]

Introduzioni alle telecronache

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Da sinistra: Tranquillo in telecronaca con Federico Buffa (2007)
  • Nove mesi di sudore, vittorie, sconfitte, lacrime ed emozioni confluiscono tutti in una singola partita. Un Super Bowl dei canestri, l'unica gara che verrà ricordata: 48 minuti per un anello... [San Antonio Spurs vs Detroit Pistons, NBA Finals 2005, gara #7]
  • Il redde rationem è arrivato. Dallas, Texas, la casa dei Dallas Mavericks, a 2 vittorie dal titolo di Campioni del Mondo. Ma 3 sconfitte in fila in quel di Miami fa degli Heat la squadra più vicina al Larry O'Brien Trophy, la palla d'oro che queste due formazioni vogliono a tutti i costi. 48 minuti per vincere il primo titolo nella storia della franchigia, per Riley, per Shaq, per Wade e per tutti gli altri; 48 minuti per forzare la seconda Gara#7, in Texas, in altrettante stagioni... [Miami Heat vs Dallas Mavericks, NBA Finals 2006, gara #6]
  • Miami, Florida, American Airlines Arena. Torna in Florida la serie finale NBA 2011, ma torna con l'inaspettato, quello che era lecito aspettarsi all'inizio delle operazioni. Dallas Mavericks 3, Miami Heat 2; spalle al muro per i "Big 3", un'altra sconfitta e il titolo se ne va da Mark Cuban e da Dirk Nowitzki. Now or never, ora o mai più: questo recita il Twitter di LeBron James scritto alle 3 del mattino dopo l'amara sconfitta in Gara#5. Jason Terry è la faccia vincente dei Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki, a 48 minuti dalla Storia... [Miami Heat vs Dallas Mavericks, NBA Finals 2011, gara 6]
  • No, a differenza di quello che dice la straordinaria sigla della ABC dopo stasera il viaggio non continua. Ci si ferma qui. È l'ultima partita della stagione NBA. Semplicemente la più importante, semplicemente quella che arriva statisticamente una volta ogni tanto. Una partita speciale, unica, senza pronostico. Tutta da vedere, tutta da gustare. [...] Brividi, assoluti brividi allo Staples Center. Gara 7, NBA Finals: basta e avanza! [Los Angeles Lakers vs Boston Celtics, NBA Finals 2010, gara #7]
  • Vent'anni dopo, ma i moschettieri non sono 4, sono 24. Sempre giovane, sempre attuale. NBA All-Star Game edizione 2012, dopo 20 anni si torna ad Orlando. Si trova un gioiello dell'architettonica sportiva, l'Amway Center. Si trova Dwight Howard, non si sa ancora per quanto, e si trova Magic Johnson, da spettatore e non da protagonista, in un weekend lunghissimo che ci mantiene giovani. [NBA All-Star Game 2012]
  • I record si accumulano in regular season, la storia si fa nei playoff. La vera storia si fa nelle finali NBA... [Oklahoma City Thunder vs Miami Heat, NBA Finals 2012, gara #1, introduzione]
  • The stage is set, the moment is now. Il palcoscenico è pronto, il momento è ora. Gara #4, NBA Finals 2012. Oklahoma City Thunder spalle al muro, Miami Heat con il match point sulla racchetta, anche se vincere significherebbe portarsi sul 3-1 e non chiudere la serie. Ma nessuno nella storia della serie finale ha rimontato da 1-3. LeBron James, questi i numeri e dietro i numeri c'è tutto un mondo. Lui e Dwyane Wade contro Kevin Durant, Russell Westbrook, James Harden e il resto dei Thunder nella partita che ti fa davvero davvero dire: the moment is now, il momento è adesso. [Miami Heat vs Oklahoma City Thunder, NBA Finals 2012, gara 4]
  • Esattamente un anno fa, subito prima di gara 5, i Miami Heat erano a un passo. Un passo dal baratro, un baratro che li accolse poi definitivamente al Triple A, la loro American Airlines Arena, in una gara #6 da incubo chiusa col trionfo di Dirk Nowitzki e i Dallas Mavericks. Un anno dopo, LeBron James e i Miami Heat sono ancora a un passo. Ma stavolta letteralmente a un passo dal titolo, dopo rocambolesche vittorie in Gara #3 e soprattutto Gara #4, dopo crampi, errori, difficoltà, playoff difficili, soprattutto la serie contro i Boston Celtics, dopo una Gara #1 in cui Kevin Durant sembrava destinato a dominare. Un solo passo: il più difficile però, il più complicato in assoluto. [Miami Heat vs Oklahoma City Thunder, NBA Finals 2012, gara #5]

Italbasket

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  • Sedici anni dopo Nantes, da un Meneghin all'altro, la vittoria dell'Italia, la grande emozione!!! [istanti finali di Italia-Spagna, finale dell'Europeo di Basket 1999]
  • Danilo step back, Danilo step back, DANILO STEP BAAAACK!" [Italia - Germania, Europei 2015]
  • È Ale l'Ariete! Ma questo è un capolavoro, con tutto il rispetto per Tomba e Michelle! [Italia - Israele, Europei 2015]
  • Consegnato per Sergio Rodriguez, in corsa, contro Cusin, Cusin marca Rodriguez, tiene i palleggi, lavora ancora El Chacho, CUSIN LO STOPPAA! [Italia - Spagna, Europei 2015]
  • Ancora Bargnani, ultimi 5 secondi dell'azione, dal palleggio Bargnani contro Gasol... Cosa ho visto! COSA HO VISTO! [Italia - Spagna, EuroBasket 2015]
  • Il re del tiro strano! 'O famo strano stasera![7] Due più uno potenziale: Danilo Gallinari! [Italia - Spagna, EuroBasket 2015]
  • Polonara, DA DISTANZAAA! E METTILA QUELLA TRIPLA ACHILLE! E METTILA! [Italia - Serbia, EuroBasket 2022]
  • Rimane lì Jokić... E MELLI LO STOPPA! E GLI MANGIA IL PALLONE! E POI URLA VERSO LA PANCHINA! [Italia - Serbia, EuroBasket 2022]

Altre partite

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  • Tonitruante schiacciata di Robert Allen McAdoo, l'uomo di Greensboro! [negli anni d'oro dell'Olimpia Milano]
  • Decolla Air France, volo non stop, Michel Morandais! [Montepaschi Siena vs Eldo Napoli, TIM Cup Final Eight 2007]
  • Siamo al Pianella, è Cantù, è contropiede, è pandemonio! [Tisettanta Cantù-Armani Jeans Milano, 2006]
  • Akindele, se giocasse a pallavolo, potrebbe essere fermato solo da un decreto legge. [All'ennesima stoppata di prepotenza di Akindele, Scavolini Spar Pesaro – Armani Jeans Milano, 12/10/2008]
  • E qui Roma che, permettetemi il neologismo, Panathinaikoseggia in casa del Panathinaikos! [Panathinaikos-Virtus Roma del 24/10/2007]
  • E ancora! Pulitissimo, come il bucato appena uscito dalla lavatrice! [Francia vs Spagna, Olimpiade 2012, parlando della meccanica di tiro di Mickael Gelabale]

Interviste

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Citazioni in ordine temporale.

  • [...] quando parliamo di sport professionistico, parliamo di un mercato un po' particolare. In nessun altro mercato ci si trova costretti ad accordarsi con quasi tutti i propri più acerrimi nemici/concorrenti per stare meglio sul mercato. Di solito nei mercati normali ci sono le fusioni, gli acquisti, il più forte mangia il più debole. Qui si è "condannati" a consorziarsi perché nessuno può giocare da solo [...]. Se da un lato è facile capire perché soggetti con una determinata scala a livello industriale siano stati tentati di convergere in qualcosa di omogeneo che è nei loro migliori interessi singoli e combinati. Altrettanto è facile capire come questa tentazione dispiaccia ad ex alleati, enti regolatori, organizzatori o comunque coordinatori. [...] Ci hanno raccontato la favola di un calcio nostalgico, buono, romantico contrapposto a un calcio freddo, affarista. La verità è che siamo di fronte a due livelli di calcio professionistico entrambi in difficoltà finanziaria, che sulla questione Superlega si sono trovati con interessi contrapposti. Il sistema calcio è in queste condizioni, tipiche di consorzi che hanno risultati economici negativi, decisamente non episodici, che hanno intaccato il ciclo di cassa [cioè l'equilibrio uscite/entrate, ndr]. Per restare in piedi a questo livello di consumo di cassa le società grandi e meno grandi si sono indebitate. I fondamenti dell'economia spiegano come a un certo punto, fatalmente, questo gioco finisce (male). Se è questo il punto, il problema non riguarda le 12 società che hanno fatto e disfatto il progetto della Superlega, e non si risolve rimuovendo dal tavolo il tema della Superlega, perché anche le altre su scala minore sono indebitate e oltretutto la loro esistenza dipende dall'esistenza di quelle 12: perché questo sistema fin qui ha retto perché le grandi si indebitano perché sono "troppo grandi per fallire" e vanno avanti (ma fino a quando?), mentre le altre risolvono una piccola parte dei loro problemi, oltre che con pratiche di creative accounting (contabilità creativa), vendendo i giocatori a quelle del piano di sopra. Se quelle del piano di sopra non trovano i soldi per comprare, la festa [finisce] per tutti.[8]
  • Il bambino che gioca e sogna vedendo il campione e il campione che lo ispira sono una parte importante di una cosa più complessa: io sento parlare tantissimo (lo sport professionistico ne parla tantissimo, chi ha "difeso" il calcio dalla Superlega ha fatto molto leva su questo) di tutelare il sogno dei bambini di diventare il campione che 999,8 bambini su mille non diventeranno mai. Vedo invece pochissimo investimento e attenzione per l'inestimabile potenziale che lo sport come concetto generale può avere sullo sviluppo fisico, mentale, educativo, formativo di tutti i bambini. Qui qualcosa non funziona. Non è possibile che una parte così significativa del mondo culturale, accademico, politico, delle professioni si sia accapigliata sul presunto "diritto" di professionisti a giocare nel campionato della Coppa A e della Coppa B e che nessuno di questi abbia mai preso a cuore, al di là di generici auspici e promesse mai mantenute, il come tradurre il diritto di bambini e adolescenti di fare sport e il dovere di chi, nella società, è deputato a darglielo. Mi diranno che è benaltrismo. Ma io dico che funzione sociale di un'impresa privata, fosse anche di sport professionistico, è quella di fare bene l'impresa privata. La funzione sociale dello Sport come attività è quella di dispiegare tutto il suo potenziale formativo, educativo, culturale... Non è la stessa funzione sociale, in questo senso professionismo e sport per tutti devono restare distinti: una cosa è lo sport di un esercito di 99,8% persone, altro è lo 0,2% anzi meno di professionisti: identificare lo sport con i secondi è una distorsione.[8]

Intervista di Leonardo Aresi, rivistacontrasti.it, 2 dicembre 2020.

  • Per anni ho sottovalutato il potenziale culturale dello sport. Sperando di comprenderlo meglio oggi, credo che vada prima fissato nei suoi princípi costitutivi e poi declinato nella società. Lo sport oggi è intrattenimento, coinvolgimento emotivo e fitness, tutti ottimi concetti. Manca però paurosamente la parte relativa al suo immenso potenziale valoriale, quella che farebbe di questa attività il miglior veicolo di educazione alla legalità, crescita della personalità, accettazione consapevole dell'altro e molto di più. Di questi valori, nella fase educativo-formativa, non può che farsi garante lo Stato (cioè noi in una dimensione di comunità), in analogia con quello che avviene per la Scuola, che è peraltro il luogo in cui fisicamente dovrebbe dispiegarsi questa modalità di Sport-Cultura.
  • [Sulla European Super League] Con il massimo rispetto per tutte le opinioni, non sono sicuro di capire perfettamente cosa si intenda per essere contrari alla moltiplicazione dei ricavi. Senza tensione verso maggiori ricavi non esiste impresa, e siamo daccapo. Se non c'è la lesione di un diritto e se non viene pregiudicato un bene comune superiore, mi pare che la nostra economia sia basata sul concetto della libertà di impresa. [...] Tutt'altra cosa è sostenere che questa condizione economica non è verificata, ma mi pare difficile riuscire a dimostrare che Juve-Catanzaro (al cuore non si comanda) vale più di Juve-Barcellona. Tutt'altra cosa ancora è rimarcare invece che NON è una questione di ricavi, ma di profitti (o meglio di auto-sostenibilità economica). Questo è vero, e senza cambiare le modalità di gestione dei club, la Superlega sarebbe una nequizia senza pari. Il che non toglie che non esiste, nella mia idea, un dirigismo che possa giustificare la compressione della crescita economica, della quale la crescita dei ricavi è una (non sufficiente) condizione.
  • La trasparenza è a dir poco cruciale, e non perché ci siano complotti da scoperchiare, ma perché solo una maggiore conoscenza di fatti, dati e processi può migliorare la qualità del decision-making (e del pensiero critico) in campo sportivo. Il concetto di trasparenza va semplicemente applicato, senza se o ma.
  • La cultura è un processo, non una serie di prescrizioni.

Intervista di Giorgio Barbareschi, overtimebasket.com, 13 gennaio 2021.

  • Il nostro sistema sportivo [italiano] è strutturato su un modello piramidale, che implicitamente suggerisce che tutte le entità siano parte di una stessa, grande famiglia, dalla società sportiva del quartiere fino al grande club di livello mondiale. È un modello che ha il suo fascino, ma presenta importanti criticità nella pratica. Non credo ci siano dubbi sul fatto che il dopolavorista debba vedere garantita la possibilità di fare sport a livello amatoriale, e dal punto di vista economico questo non crea grosse asperità perché sostanzialmente il sistema si autofinanzia. Diventa però anormale quando chiamo dilettante una persona che riceve 10.000 o 100.000 € al mese per praticare lo sport e lo faccio all'interno di un universo strutturalmente in perdita. Bisognerebbe quindi partire dal dividere gli uni dagli altri, dando a entrambi gli scenari le garanzie ma anche il vincolo di potersi sostenere autonomamente. Questo non vuol dire negare a qualcuno di scegliere di pagare 10.000 o 100.000 € un cestista, un pallavolista, o un giocatore di tamburello. Se hanno passione e pensano che questo li aiuti a vincere un campionato devono essere liberi di farlo. L'importante è che questi soggetti non chiedano niente alla comunità, che si tratti di sgravi fiscali o di girare la testa dall'altra parte per non vedere un certo tipo di contabilità "creativa". Se un sistema non genera sviluppo né crescita, le teorie economiche sono abbastanza chiare nell'identificare quelle che sono le conseguenze. Le perdite non possono essere, direttamente o indirettamente, coperte o limitate tramite un intervento statale e non si può prendere sempre la funzione sociale dello sport come scusa per sostenere un sistema inefficiente.
  • [...] la discussione su questa ipotetica Superlega continua purtroppo ad essere inchiodata su tematiche di stampo paternalistico, che girano attorno all'assunto che sarebbe una sconfitta morale escludere dal gioco le piccole società. Nei diversi settori economici "tradizionali" è normale che si creino all'interno dei sotto-settori in cui, come conseguenza delle normali dinamiche di mercato, ciascuna azienda trova il proprio posto sulla base delle specifiche caratteristiche. La bottega di quartiere non può ovviamente pensare di competere con Amazon, ma può cercare di dare al cliente qualcosa che Amazon non è in grado di dargli, trovare la propria nicchia e massimizzare le opportunità di business. Se affrontiamo il problema dello sport professionistico facendone solo e soltanto una questione morale, filosofica e di solidarietà, stiamo completamente mancando il bersaglio. La direzione in cui sta andando il calcio non è fermabile, così come non è fermabile Amazon. Si può però subire il cambiamento o tentare di governarlo. Credo che la seconda ipotesi sia preferibile, anche perché ci sono tutte le possibilità di creare sotto-settori omogenei nelle quali ciascuna realtà, dal Real Madrid al Catanzaro, possa trovare la sua collocazione ottimale.
  • Paradossalmente, la NBA viene da molti indicata come la morte della democrazia e della solidarietà, magari proprio da quelli che dividono i diritti TV in proporzioni variabili in base al livello delle squadre che compongono un campionato. Le franchigie NBA invece dividono tutto in parti uguali, ma non certo per paternalismo, o senso della giustizia. È semplicemente una questione di efficienza, perché un sistema cooperativo è sempre più efficiente in termini economici di uno che non lo è. Trovo bizzarro pensare che debba o possa essere io (o anche qualche altro supposto esperto) a spiegare agli imprenditori che gestiscono le società sportive multimilionarie come si fa a fare soldi, semmai saranno loro che lo insegnano a me. Il problema è però che questi imprenditori mi sembra si ostinino a perseguire obiettivi individuali, mentre dovrebbero accettare di cedere una parte del loro potere per permettere una gestione sistemica di un settore che porterebbe incredibili benefici economici per tutti gli attori coinvolti. I proprietari delle franchigie NBA (tra l'altro mediamente più ricchi di quelli delle squadre di calcio europee) hanno deciso di trovare un terreno comune per un certo tipo di accordi che, alla resa dei conti, mi pare abbiano funzionato benino. Lo hanno fatto per convergenza di interessi, non per spirito solidaristico, democratico o civile.

Citazioni su Flavio Tranquillo

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  • Quando sento Flavio Tranquillo capisco che è troppo più bravo, è troppo più competente. (Riccardo Trevisani)

Note

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  1. Da Superlega? Mi astengo, flaviotranquillo.com, 22 gennaio 2021.
  2. Da Giornalisti sportivi alla prova del tifo, ilfattoquotidiano.it, 12 novembre 2012.
  3. a b Da Pietro Mennea, il migliore atleta italiano di tutti i tempi, ilfattoquotidiano.it, 22 marzo 2013.
  4. Il blind pig, letteralmente il maiale cieco, è uno schema classico dell'attacco a triangolo.
  5. Tranquillo cita una storica frase di Mario Ferretti su Fausto Coppi.
  6. Il riferimento è al film I soliti sospetti.
  7. Il riferimento è al film Viaggi di nozze.
  8. a b Dall'intervista di Elisa Chiari, Flavio Tranquillo: "Tutti si accapigliano sulla Superlega, qualcuno si occupa del diritto allo sport dei nostri bambini?", famigliacristiana.it, 21 aprile 2021.

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