Fruttero & Lucentini

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Fruttero & Lucentini, spesso abbreviato in F&L, anche detto "la ditta", binomio degli scrittori Carlo Fruttero (1926 – 2012) e Franco Lucentini (1920 – 2002).

Citazioni di Fruttero & Lucentini[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • La vera, schiacciante, capillare egemonia culturale sotto cui viviamo da decenni, da secoli, non è né marxista né borghese: è l'egemonia dell'ottimismo, ora cauto e ragionevole, ora dirompente, euforico, ora scientifico, religioso, sessuale, ora consumistico, libertario, autoritario. Vi soccombe la massaia che acquista un nuovo detersivo come il terrorista che uccide il magistrato; l'ingegnere nucleare come l'ecologista arrabbiato.[1]
  • [L'arte di arrangiarsi] Fu sempre un'arte di poveri, di sudditi, ma non fu sempre ignobile. Muoveva gli stranieri, e non pochi italiani, a un sorriso indulgente, quasi complice. Tradizionalmente, faceva trittico con altre due divinità nazionali: pigrizia e furbizia.[2]
  • Tiziano Sclavi, fumettaro celebre per Dylan Dog, ha il gran merito di averli visti come un sostanzioso «oggetto narrativo» in tempi in cui la narrativa italiana sembrava vagolare tra misticismi in subappalto, lirismi al caramello e orrori in fuga dalla buffonesca realtà.[3]
  • E così adesso dobbiamo aver paura anche del radon, questo gas naturale inodore, incolore e radioattivo, che viene su zitto zitto dalla vecchia crosta della vecchia Terra, invade tavernette, cantine, cripte, autorimesse, s'insinua tra le molecole di muri e piastrelle, permea tinelli, cucine, teatri, cattedrali, gallerie della metropolitana. La fantascienza non avrebbe saputo inventare di meglio, ma a raccontarci la storia sono dei ricercatori americani ferratissimi in correlazioni statistiche, imparentati per serietà con quelli che ci hanno via via rifilato l'angoscia del colesterolo, il terrore dello zucchero, la tremarella dell'amianto, l'ansia dell'ozono, il timor panico del fumatore seduto a tre metri da noi.
    I comunisti, che quando si viene al dunque ricascano irresistibilmente nel vizio della coca stalinista, della brown sugar togliattiana (ma non c'è una qualche San Patrignano per questi poveri drogati?) ne hanno subito approfittato per bucarsi, sul loro giornale, con slogan anti-USA in puro stile anni Cinquanta: pericolo, allarme, aita aita! Le basi nucleari americane spandono radon! Yankees go home!
    Di tali strilli conviene deplorare non tanto l'emotiva falsità quanto l'angustia immaginativa. Il radon non può essere politicizzato, ristretto a meschine polemiche di parte, ridotto a occasionale strumento propagandistico. Il radon è all'opera da milioni, miliardi di anni, il radon non è pro o contro nessuno in particolare, il radon può colpire dovunque![4]

La prevalenza del cretino[modifica]

[Il libro è una raccolta degli articoli scritti dalla "coppia" di scrittori per il quotidiano La Stampa di Torino (nella rubrica bimensile L'Agenda di F.&L.) nei tredici anni precedenti l'uscita del libro, cui si aggiungono alcuni scritti per i settimanali L'espresso ed Epoca]

  • Tranne forse gli animali delle favole di La Fontaine, nessuno è mai stato bravo come gl'italiani nell'arte d'inventare nobili pretesti per eludere i propri doveri e fare i propri comodi. (da La gita scolastica)
  • Il cretino è imperturbabile, la sua forza vincente sta nel fatto di non sapere di essere tale, di non vedersi né mai dubitare di sé. Colpito dalle lance nostre o dei pochi altri ostinati partecipanti alla giostra, non cadrà mai dal palo, girerà su se stesso all'infinito svelando per un istante rotatorio il ghigno del delirio, della follia. (dalla prefazione a Il cretino in sintesi)
  • Ma il sedere no. Il sedere, lo diciamo senza falsa modestia, lo interpretammo con la lucidità di un Tocqueville fin dalla sua prima apparizione in TV, in un subdolo contesto di pannolini. Quando ci fu mostrato sullo schermo in tutto il suo splendore, ci rendemmo conto all'istante di ciò che significava e di ciò che avrebbe contrabbandato in mezzo a noi, come il cavallo di Troia. (da L'arroganza del sedere).
  • Una certa confusione regna nelle nostre teste circa il «terziario avanzato», definizione che da un po' di tempo rimbalza seccamente sui più aggiornati pavimenti italici, come una pallina da ping-pong sfuggita ai giocatori. A volte crediamo che faccia parte del gergo sportivo, come «terzino di spinta» o «ala tornante»; a volte ci sembra appartenere alla terminologia sindacale (migliaia di terziari che avanzano in corteo, bandiere al vento ...) o a quello degli ordini religiosi (un terziario francescano, avanzato più degli altri nell'ascesi ...), quando non si mescoli addirittura alle nostre reminiscenze classiche («Fabio Massimo, avendo fatto avanzare i terziari contro la cavalleria punica ...»). Ma, dopo lo scandalo delle tangenti nell'amministrazione torinese, siamo quasi sicuri di aver capito. (da Ladergate a Torino)
  • Per lui, il cretino è sempre «un altro».

Incipit di alcune opere[modifica]

A che punto è la notte[modifica]

La vecchia Volkswagen color crema del venditore di matite era parcheggiata a metà di via dei Rododendri. Fittamente incollati sugli sportelli, sui parafanghi, sui vetri dei finestrini posteriori, striscioni, etichette e bandierine dicevano: Jucca, la matita superminata, oppure Provate a consumarmi e anche Jucca, la matita con la parrucca. Sopra quest'ultimo slogan si vedeva una matita con appesa in cima una parrucca gialla, rossa e verde.

Enigma in luogo di mare[modifica]

Una certa segretezza incombe, dovuta in parte alla natura stessa del luogo, in parte ai suoi caratteri acquisiti, artificiali. Nelle bacheche girevoli che le cartolerie, tabaccherie e bigiotterie del vicino paese espongono d'estate, non c'è per esempio che un'unica cartolina, sempre la stessa da anni, in cui figuri la pineta. e siccome il fotografo, per darne una veduta d'insieme, l'ha inquadrata dall'alto e d'infilata, tutto quello che ne risulta è una larga e ininterrotta striscia di verde lungo il mare. "Pineta della Gualdana", dice la scritta sul retro, che si ripete in tedesco, in inglese, in francese.
Sembra un tratto di litorale tirreno rimasto vergine, e degno perciò di essere spedito a parenti e amici in terre lontane. Ma sotto quel nitido strato di chiome combacianti le cose stanno poi in altro modo.

Il colore del destino[modifica]

Appena distinguibili nell'alba ancora incerta, uccelli provenienti da sud-est sorvolano Milano Certosa e il casello di Pero, oltrepassano Rho, proseguono in direzione di Busto e Gallarate.
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

Il libro dei nomi di battesimo[modifica]

Da secoli i nomi contenuti nel Martirologio Romano costituiscono il fondamento principale, se non certo l'unico, dell'onomastica italiana.
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

Il Palio delle contrade morte[modifica]

L'avvocato Maggioni è ormai affacciato da oltre mezz'ora a questa finestra, e sotto di lui continua a sfilare lentissimamente il corteo che precede la corsa del Palio di Siena. Lo smussato poligono della Piazza del Campo è acceso da colori di una varietà incalcolabile, da quelli più squillanti delle bandiere agli ocra pallidi dei palazzi e alla vertiginosa picchiettatura della folla, stretta dall'anello terroso su cui si correrà, o sporta come l'avvocato da finestre, balconi, tribune, merli, abbaini a contemplare il sontuoso serpente del corteo storico che avanza a piccoli passi, si arresta, riparte agli squilli di una marcia ripetuta senza fine.

Il significato dell'esistenza[modifica]

Piove come Dio la manda. Traversiamo correndo la via Moscova e cerchiamo un androne in cui ripararci un momento, prima di continuare verso piazza Cavour. Ma a quest'ora tutti i portoni sono chiusi. Dalla vicina cinquecentesca chiesa di S. Angelo giungono i rintocchi delle dieci.
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

Íncipit[modifica]

Avrebbe potuto essere il 1937. L'umida sera di giugno, con i suoi marciapiedi lucidi di pioggia che riflettevano le luci colorate e intermittenti delle insegne, avrebbe potuto essere una sera di quell'anno[5].
Così comincia un poliziesco americano d'una serie celebre, e prosegue con la descrizione di un passante e di un'auto che sopraggiunge lentamente alle sue spalle, lo supera, poi gira all'improvviso a U e gli torna incontro vomitando fuoco da un finestrino.

L'amante senza fissa dimora[modifica]

Quando Mr. Silvera si decide infine (look, look, Mr. Silvera!) ad allentare la cintura di sicurezza e a protendersi sopra i suoi vicini per sbirciare l'oblò, Venezia è ormai sparita; non vede che un lontano frammento di mare color alluminio e un immediato, massiccio trapezio d'alluminio, l'ala.
–The lagoon! – ripetono i turisti della sua e delle altre due comitive che riempiono il volo Z 114, – La lagune! A laguna...

L'idraulico non verrà[modifica]

L'idraulico
non verrà. L'impercettibile
passo...

[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

L'Italia sotto il tallone di F & L[modifica]

3 gennaio. Le notizie diramate dalla Farnesina sono indubbiamente preoccupanti. E non solo per quanto riguarda i tradizionali rapporti di amicizia italo-libici. Al Golf, la duchessa di Trofarello, che ha molti amici a Damasco e negli ambienti doganali di Bardonecchia, ci lascia capire, prendendola piuttosto alla lontana, che la nostra posizione si è aggravata.
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

La donna della domenica[modifica]

Il martedì di giugno in cui fu assassinato, l'architetto Garrone guardò l'ora molte volte. Aveva cominciato aprendo gli occhi nell'oscurità fonda della sua camera, dove la finestra ben tappata non lasciava filtrare il minimo raggio. Mentre la sua mano, maldestra per impazienza, risaliva lungo le anse del cordoncino cercando l'interruttore, l'architetto era stato preso dalla paura irragionevole che fosse tardissimo, che l'ora della telefonata fosse già passata. Ma non erano ancora le nove, aveva visto con stupore; per lui, che di solito dormiva fino alle dieci e oltre, era un chiaro sintomo di nervosismo, di apprensione.
Calma, s'era raccomandato.

Ti trovo un po' pallida[modifica]

Io sciagurata ricordo soltanto, ed è già un miracolo, che la barca di questi inglesi tanto carini amici di Fabrizia si chiama Rasselas II e perdo quindi una barca, un galeone di tempo per trovarla, dopo averne perso già moltissimo a parcheggiare duecentocinquanta chilometri fuori dal porto.
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

Citazioni su Fruttero & Lucentini[modifica]

  • Erano onesti artigiani. Fabbricavano seggiole, nelle quali i lettori si sedevano, senza precipitare rovinosamente al suolo: e scarpe, che tutti, uomini e donne, infilavano al piede, senza dover tagliare il pollice o il calcagno. (Pietro Citati)

Note[modifica]

  1. Da Cioran e il peggio, La Stampa, 29 Maggio 1981, p. 3.
  2. Da Arte di arrangiarsi, in Giorgio Calcagno (a cura di), L'identità degli italiani, Editori Laterza, Roma-Bari, 1998, p. 8. ISBN 88-420-5656-1
  3. Da Fumettari, vil razza dannata, Panorama, n. 1662, 1998.
  4. Da Zitto zitto viene su il radon, in Il cretino: rispettabile se non esauriente trilogia sull'argomento, Mondadori, Milano, 2015, p. 736. ISBN 9788852065040
  5. La citazione è di Ed McBain, Savage calibro 300.

Bibliografia[modifica]

  • Fruttero & Lucentini, A che punto è la notte, Mondatori, Milano, 1979
  • Fruttero & Lucentini, Il Palio delle contrade morte, Mondadori, Milano, 1984
  • Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, Milano, 1993. ISBN 880437487X
  • Fruttero & Lucentini, L'amante senza fissa dimora, Mondatori, Milano, 1989, ISBN 978-88-04-32577-2
  • Fruttero & Lucentini, La donna della domenica, Mondadori, Milano, 2013. ISBN 9788852043741
  • Fruttero & Lucentini, La prevalenza del cretino, Mondatori, Milano, 1985

Adattamenti[modifica]

Film[modifica]

Serie televisive[modifica]

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]