Pierre-Joseph Proudhon

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Pierre-Joseph Proudhon

Pierre-Joseph Proudhon (1809 – 1865), filosofo, economista, sociologo, saggista ed anarchico francese.

Citazioni di Pierre-Joseph Proudhon[modifica]

  • Dio è il male.[1]
  • Dio è l'ombra della coscienza proiettata sul campo dell'immaginazione.[2]
  • Essere governato significa essere guardato a vista, ispezionato, spiato, diretto, legiferato, regolamentato, recintato, indottrinato, catechizzato, controllato, stimato, valutato, censurato, comandato, da parte di esseri che non hanno né il titolo, né la scienza, né la virtù. Essere governato vuol dire essere, ad ogni azione, ad ogni transazione, ad ogni movimento, annotato, registrato, censito, tariffato, timbrato, squadrato, postillato, ammonito, quotato, collettato, patentato, licenziato, autorizzato, impedito, riformato, raddrizzato, corretto. Vuol dire essere tassato, addestrato, taglieggiato, sfruttato, monopolizzato, concusso, spremuto, mistificato, derubato, e, alla minima resistenza, alla prima parola di lamento, represso, emendato, vilipeso, vessato, braccato, tartassato, accoppato, disarmato, ammanettato, imprigionato, fucilato, mitragliato, giudicato, condannato, deportato, sacrificato, venduto, tradito, e per giunta schernito, dileggiato, ingiuriato, disonorato, tutto con il pretesto della pubblica utilità e in nome dell'interesse generale.[3]
  • I giornali sono i cimiteri delle idee.[4]
  • L'anarchia è ordine.[5]
  • La caduta e la morte delle società è dovuta al potere di accumulazione della proprietà.[6]
  • La giustizia è umana, tutta umana, nient'altro che umana; è farle torto riportarla, da vicino o da lontano, direttamente o indirettamente, a un principio superiore o anteiore all'umanità.[7]
  • La scienza non ha fatto progressi che dopo aver eliminato Dio.[8]
  • La teologia è la scienza dell'infinitamente assurdo.[2]

Attribuite[modifica]

  • Chi parla di umanità, vuol trarvi in inganno.[9]

Che cos'è la proprietà?[modifica]

La propriété c'est le vol. (p. 2)
  • [...] chiedo di vivere lavorando, se no morrò combattendo.
[...] je demande à vivre en travaillant, sinon je mourrai en combattant. (p. 84)
  • Quando la dedizione è forzata, si chiama oppressione, servitù, sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Quand le dévouement est forcé, il s'appelle oppression, servitude, exploitation de l'homme par l'homme . (p. 248)

Citazioni su Pierre-Joseph Proudhon[modifica]

  • Per meglio capire la dottrina di Pierre Joseph Proudhon (1809-1865) è utile sapere che era figlio di un piccolo contadino in rovina, sopraffatto dalle ipoteche accese sul suo terreno. Proudhon stesso lo ha ammesso una volta: «Chissà, se fosse esistita una buona istituzione di credito fondiario, forse sarei rimasto tutta la vita contadino e conservatore». (Werner Hofmann)
  • Proudhon, il primo che abbia dato una forma teoretica all'anarchismo, è giunto alla negazione dell'autorità terrena attraverso la negazione dell'autorità divina, e si rese noto sopratutto come filosofo dell'ateismo. (Luigi Fabbri)
  • Proudhon riteneva che la fabbrica, riunione di macchine, sopprimesse la divisione del lavoro mediante la tecnica. Errore madornale! La macchina è una unione di strumenti, e non una combinazione dei lavori compiuti dall'operaio. (Henri Lefebvre)

Note[modifica]

  1. Da Sistema delle contraddizioni economiche.
  2. a b Da Della giustizia nella Rivoluzione e nella Chiesa.
  3. Da Idée générale de la Révolution au XIXe siècle (1851), Paris, Rivière, 1923; trad. it. L'idea generale di rivoluzione nel XIX secolo, Firenze, Centro Editoriale Toscano, 2001.
  4. Citato in Hugo von Hofmannsthal, Il libro degli amici, a cura di Gabriella Bemporad, Adelphi, Milano, 2015. ISBN 978-88-459-7704-6
  5. Da Confessioni di un rivoluzionario.
  6. Citato in AA.VV., Il libro della politica, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 183. ISBN 9788858019429.
  7. Da La giustizia nella Rivoluzione e nella Chiesa; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009, p. 418. ISBN 9788811504894
  8. Da Studio di filologia sacra, 1838.
  9. È, in reatà, una frase di Carl Schmitt (da Le categorie del politico, traduzione di Pierangelo Schiera, Il Mulino, Bologna, 1972, p. 139). Schmitt cita una massima (Wer Menschheit sagt, will betrügen), attribuendola a Proudhon, «pur con una modifica necessaria». Tale massima sarebbe: «Wer Gott sagt, will betrügen» (citato in Carl Schmitt, Gespräch über die Macht und den Zugang zum Machthaber (1954), Klett-Cotta, Stoccarda, 2008), ovvero «Chi parla di dio, bara» (citato in Carl Schmitt, Dialogo sul potere, traduzione di José Scanu, il melangolo, Genova, 1990, p. 12); l'attribuzione a Proudhon sarebbe però falsa.

Bibliografia[modifica]

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Opere[modifica]