Angelo Lorenzetti

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Angelo Lorenzetti (2009)

Angelo Lorenzetti (1964 – vivente), allenatore di pallavolo italiano.

Citazioni di Angelo Lorenzetti[modifica]

  • L'allenatore fa sempre le stesse cose, prepara la partita al meglio e spiega ai ragazzi le cose da fare. Insomma analizzi e prendi decisioni che siano in linea con quelle che sono le caratteristiche dei giocatori, poi gli attori principali sono loro. L'unica cosa che puoi fare è quella di gestire al meglio un atleta, ascoltando anche quello che succede intorno. Alla fine, però, conta il campo.[1]
  • Nella mia carriera ho ricevuto tanto, ma il bilancio non si traccia solo attraverso le vittorie. Ci sono momenti che non vanno nell'albo d'oro ma che rimangono comunque importanti.[2]
  • Nelle mie esperienze non so se ho dato qualcosa in più alle mie squadre, so invece che le società mi hanno sempre messo a disposizione belle, buone e a volte ottime squadre e con i giocatori bravi è più facile lavorare. Io ci metto la mia passione, la mia competenza fin dove arriva e la voglia di lavorare ed imbastire relazioni di lavoro e di squadra importanti perché è vero che sono importanti i campioni, ma le relazioni contano come e quanto un grande giocatore. Su questo aspetto voglio spendermi al massimo perché sono convinto che sia quell'elemento che, nei momenti di difficoltà che ci saranno, possa farci uscire prima possibile. Di squadre brave che ne sono tante e la squadra forte non è quella che non entra mai in crisi, ma quella che ne esce prima possibile facendolo certamente con questioni di carattere tecnico, ma anche perché è un gruppo di persone coeso, che lavora, capace anche di entrare in un conflitto produttivo.[3]
  • Nello sport non è una partita che ti dà la verità. È chiaro che vincere e giocare al top fa bene al morale, ma ogni atleta deve ricordarsi che nello sport l'alternanza di rendimento è un fatto naturale. Bisogna sempre guardare avanti anche quando i colpi non girano come dovrebbero.[1]

Intervista a Angelo Lorenzetti, coach del Modena Volley

Da it.escuelacoaching.com; citato in Eleonora Speziali, coachingtime.it, 29 maggio 2015.

  • Più che parlare di lavoro, nel mio caso parlerei di appassionante quotidianità. Lavoravo in banca e un giorno, proprio mentre ero in ufficio, ricevetti la telefonata di Julio Velasco, dall'89 allenatore della nazionale italiana, che mi fece una proposta che per me significava scegliere in 48 ore se stravolgere il mio modo di vivere. Decisi di accettare la sfida e da quel giorno la pallavolo è il centro della mia vita [...]
  • Ritengo che quello che faccio [da coach] si possa sintetizzare in due macro-aree: analizzare e prendere decisioni. Sono entrambi due momenti complessi; in fase di analisi studio, osservo, raccolgo dati, faccio domande, comunico e ascolto. E l'ascolto è importante sia in fase di analisi, perché mi serve per ampliare i punti di vista, sia nella fase di decisione, e nei momenti successivi. Infatti il mio compito è quello di prendere decisioni che siano in linea con quello che i giocatori si sentono di fare. Ascoltare, quanto si riesce, anche i rumors, è fondamentale per capire se le decisioni che sto prendendo sono quelle giuste o meno. E tutto questo lo faccio ascoltando i giocatori, lo staff, i dirigenti, i media e i tifosi.
  • Nel "giocare" ognuno ha aspettative su come dovrebbero comportarsi gli altri affinché la sua motivazione trovi soddisfazione. Per questo motivo ritengo essenziale lavorare in un clima in cui tali aspettative possano essere condivise, cioè esplicitate, riconosciute, comprese e accettate. Ad esempio tutti hanno voglia di vincere, ma ci sono motivazioni diverse per ogni singolo giocatore: c'è chi non ha mai vinto il campionato, chi è in fase di rinnovo del contratto, e così via. Il motivo per cui si vuole vincere va esplicitato, altrimenti si danno per scontato informazioni che in campo creano tensione. Solo così si ottiene quell'adattamento che porta a riconoscere l'ambiente frequentato come il posto ideale per gratificare la propria motivazione. In caso contrario, cioè quando c'è discrepanza tra realtà e aspettative, sopraggiunge quella sgradevole sensazione di malessere, abbinata ad uno spreco inutile di energie.
  • [...] nella gestione di un campione a volte si riscontra la necessità di fargli comprendere l'alto livello di aspettative che gli altri hanno su di lui e, viceversa, di abbassare le aspettative che lui ha su gli altri... altrimenti che campione sarebbe! È vero che senza talento non si vince, ma il talento da solo non basta. A volte i campioni sono tali nelle pretese, e meno nel dare. È necessario che ognuno determini ciò che vuole dall'altro con delle richieste. È importante che emerga la percezione che ognuno ha di sé e quella che gli altri hanno di lui.
  • [...] la pallavolo è proprio un bel campo di studio perché è uno sport "di rimbalzo" e per regolamento non puoi né trattenere la palla, né toccarla due volte consecutivamente. Quindi non puoi fare tutto da solo. La tentazione di sentirsi vittima, vale a dire di non essere riuscito ad essere efficace a causa di un passaggio non corretto da parte del compagno di squadra è sempre molto forte. [...] la scelta di campo che un atleta fa tra il sentirsi in balia delle circostanze ovvero reattivo a leggere e a risolvere in qualche modo la situazione in cui ci si trova, è uno sforzo in cui il pallavolista deve spendersi ripetutamente ad ogni azione. Da dove ci si posiziona costantemente in quei brevi attimi dipendono le sorti non di una singola partita ma del destino di una squadra: essere una squadra sempre in ogni circostanza, esserlo solo quando le cose stanno andando bene, non esserlo mai. In quei momenti il giocatore non si può nascondere. Il suo modo di agire, il suo sguardo dopo che ha colpito la palla, la ricerca spontanea o meno del contatto fisico con gli altri a fine azione sono segnali indelebili che segnano il gruppo. Rendere i giocatori consapevoli di ciò è la sfida di noi allenatori.

Note[modifica]

  1. a b Dall'intervista di Roberto Marcelletti, Volley, Lorenzetti guarda subito avanti: "Modena sarà ancora protagonista", repubblica.it, 8 febbraio 2016.
  2. Da una diretta instagram.com con Lorenzo Dallari; citato in Coach Lorenzetti: «A Trento sto da Dio», giornaletrentino.it, 27 aprile 2020.
  3. Dalla conferenza stampa di presentazione alla Sir Safety Umbria Volley, 27 maggio 2023; citato in Angelo Lorenzetti: "Una squadra forte non è quella che non va mai in crisi, ma quella che ne esce prima", sirsafetyperugia.it.

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