Anton Bruckner

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Anton Bruckner (1886)

Joseph Anton Bruckner (1824 – 1896), compositore austriaco.

Citazioni su Anton Bruckner[modifica]

  • Anton Bruckner [...] fu un continuatore di Liszt (almeno nel campo della musica sacra) e di Wagner ad un tempo; egli tentò di trasportare nel campo puramente strumentale la strumentazione e lo stile di Wagner. (Hugo Riemann)
  • Bruckner non era probabilmente fatto per cesellare sonetti musicali: era un gigante, il quale non s'esprimeva a proprio bell'agio, se non col mezzo di una orchestra completa, la più possibilmente completa. (William Ritter)
  • Il vero modo di saggiare la grandezza di un compositore consiste nel rispondere a questa domanda: "Può egli esultare?": Brahms non può esultare; ma Wagner e Bruckner lo possono. (Hugo Wolf)
  • La mancanza di concentrazione impedisce a Bruckner di lumeggiare con la luce più giusta, di comporre nella linea più favorevole la prodigalità della sua invenzione e l'espressione delle sue idee. (Hugo Wolf)
  • La semplicità d'animo, l'aperto candore di spirito che rappresentano la più pura qualità del sentimento religioso cristiano, hanno trovato una delle più fervide e toccanti espressioni nella musica di Bruckner. (Alberto Mantelli)
  • Troppo poco finora in Italia è stato eseguito Bruckner. Intorno al suo nome si è inconsultamente creato il mito della lunghezza interminabile dei suoi lavori, il mito della noia. Bruckner ha bisogno di essere eseguito; e la contropartita non potrà essere altro che la rivelazione di un grande mondo spirituale e musicale ingiustamente misconosciuto. (Alberto Mantelli)
  • Un «religioso al secolo», com'era lui, non avrebbe mai osato scriver musica per le scene; non si sarebbe mai azzardato a crear «personaggi», cioè invadere con la propria personalità la personalità di un altro, per paura di dover offendere o di dover mentire. Non restava che la Sinfonia, per sfogare la sua esultanza e il suo orgoglio di sentirsi maestro; non restava che il campo, agli occhi suoi sconfinato, della creazione sinfonica, per liberare da se stesso le immagini infinite che lo opprimevano, i richiami incessanti della fantasia, per esprimere il tutto in moli grandiose, edificarlo con mistico rapimento, e quindi offrirlo alla gloria dell'Onnipossente. (Giulio Confalonieri)

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