Carla Capponi

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Carla Capponi

Carla Capponi (1918 – 2000), partigiana e politica italiana.

Citazioni di Carla Capponi[modifica]

  • Quando il Partito [Comunista Italiano] ci diede il nome GAP, qualcuno di noi chiese che «gruppi di azione patriottica» venisse cambiato in «gruppi di azione partigiana». Era una forma di settarismo. Quel patriottica ci sembrava nazionalismo, volevamo una definizione di classe, più rivoluzionaria. Però ci convincemmo: la nostra era una guerra di liberazione nazionale, e la combattevano tutti. Era una riaffermazione del vero patriottismo, dell'unità popolare.[1]

Citazioni su Carla Capponi[modifica]

  • Carla è stata la donna più coraggiosa che io abbia conosciuto. Era sempre pronta e disponibile ad attaccare. Forse in alcune occasioni, come a Viale Giulio Cesare il giorno in cui morì la Gullace, è stata troppo intemperante ed ha seriamente rischiato di essere individuata ed arrestata. Ma questa intemperanza era dovuta alla sua generosità. Ha dato tutta se stessa fino ad ammalarsi. (Mario Fiorentini)
  • Partigiana volontaria ascriveva a sé l'onore delle più eroiche imprese nella caccia senza quartiere che il suo gruppo d'avanguardia dava al nemico annidato nella cerchia dell'abitato della città di Roma. Con le armi in pugno, prima fra le prime, partecipava a decine di azioni distinguendosi in modo superbo per la fredda decisione contro l'avversario e per spirito di sacrificio verso i compagni in pericolo. Nominata vice comandante di una formazione partigiana guidava audacemente i compagni nella lotta cruenta, sgominando ovunque il nemico e destando attonito stupore nel popolo ammirato da tanto ardimento. Ammalatasi di grave morbo contratto nella dura vita partigiana, non volle desistere nella sua azione fino a fondo impegnata per il riscatto delle concusse libertà. Mirabile esempio di civili e militari virtù del tutto degna delle tradizioni di eroismo femminile del Risorgimento italiano. (motivazione del conferimento della medaglia d'oro[2])

Paolo Granzotto[modifica]

  • Ci sono esseri come Pietro Micca o Enrico Toti, Jacques-Etienne Cambronne o Jacques de la Palisse, cui tocca in sorte di venir ricordati per un atto, una parola che vale l'intera vita. Per Carla Capponi, le 15.52 del 23 marzo 1944. Ora, giorno e anno dell'attentato di via Rasella.
  • Nonostante la motivazione della medaglia d'oro al valor militare della quale venne insignita recitasse: «Per aver partecipato alle più eroiche imprese nella caccia senza quartiere che il suo gruppo di avanguardia dava al nemico annidato nella cerchia abitata della città di Roma», non si conoscono rilevanti gesta partigiane di Carla Capponi prima del 23 marzo del 1944. E, come vedremo, neanche dopo. A meno di non considerare tali il soccorso che portò a un carrista, ferito al ginocchio durante i combattimenti a Porta San Paolo, tra l'8 e il 10 settembre del '43. O il furto di una rivoltella, una Beretta calibro 9, ai danni di un agente della Guardia nazionale repubblicana.
  • Un bel volto incorniciato da folti capelli neri, lo sguardo vivacissimo, il carattere deciso, prima di "Elena", che fu il suo nome di battaglia, Carla Capponi era chiamata, per il fisico slanciato ed una certa naturale eleganza, l'"inglesina".

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Cesare De Simone, Roma '44: i patrioti e il popolo, L'Unità, anno XLIX, n. 82, 24 marzo 1972, p. 3.
  2. Riportato in CAPPONI CARLA, quirinale.it.

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