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Clemente Corte

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Clemente Corte

Clemente Giuseppe Corte (1826 – 1895), patriota e politico italiano.

Le conquiste e la dominazione degli inglesi nelle Indie

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  • Forse ha contribuito a questa trasformazione [il Brahminismo che si muta in Induismo] la nuova religione, che sorta verso il sesto secolo prima dell'era nostra e predicata da Gotama, ebbe da lui il nome di Buddismo da Buddha (intelligenza). Questa nuova religione rivendicava l'unità di Dio (eterno, ma inerte ed in istato di perpetua quiescenza), ripudiava l'autorità dei Veda e la divisione per caste ed insegnava essere supremo scopo il Nirwana od annientamento di se stesso e l'assorbimento nella divinità. Colla teoria del Karma il Buddhismo fa il bene ed il male nella vita, non argomento di premio o di castigo in una vita futura, ma conseguenza di atti compiuti in una vita passata. Questo fatalismo mistico o materialismo ascetico cosi conforme alle tendenze stazionarie del genio asiatico invase rapidamente l'India e per un lungo periodo vi dominò. Avversato del pari dai Brahmini e dagli aborigeni politeisti od idolatri, il Buddhismo andò perdendo successivamente la sua prevalenza in India. L'acquistò invece assoluta in Cina ed in altre parti d'Asia dove ora conta circa cinquecento milioni di seguaci. (Introduzione, p. 33)
  • Colla caduta del Buddhismo s'andò manifestando sempre più la tendenza di accogliere gli Dei e le credenze degli aborigeni nella teologia dei Brahmini (i Puranas) ed ora la religione degli Indù, meno che per pochissimi Brahmini di purissimo lignaggio, sta alla religione monoteistica dei Veda in quegli stessi rapporti in cui sta alla pura razza Ariana l'attuale razza di Indù. Gli antichi Ariani avevano simbolizzato nel Gange il fecondatore divino delle terre, il distributore delle ricchezze. Taluni fra i moderni Indù hanno persino divinizzato il cholera ed il vajuolo! (p. 34)
  • Non posso chiudere questa sommaria esposizione delle religioni degli Indù senza notare due fatti. Il primo è l'astensione assoluta per parte dei Brahmini da ogni tentativo di proselitismo, astensione che è la conseguenza necessaria della immutabilità ed esclusivismo della casta. II secondo è la grande tolleranza, in tutti i tempi, nelle cose di religione. (Introduzione, pp. 34-35)

Bibliografia

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