Nirvana

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Raffigurazione del nirvāṇa di Mahavira

Citazioni sul nirvāṇa.

Citazioni[modifica]

  • Dopotutto, il nibbàna non è un concetto: ecco perché il tentativo di illustrarlo attraverso il linguaggio e la logica si presta a vari equivoci. Alcuni buddhisti lo intendono alla lettera: come uno stato di «estinzione», paragonabile allo spegnimento di una fiamma. Eppure il Buddha criticò sovente i fautori dell'interpretazione nichilista: il nibbàna non va concepito come un puro nulla. [...] esso non designa l'abisso d'un vuoto, né una dimensione mondana assimilabile a quelle esistenti: si può dire, semplicemente, che il dolore vi è definitivamente eliminato. (Leonardo Vittorio Arena)
  • Forse l'enigma del Nirvana è identico all'enigma del sonno; nelle Upanishadas si legge che gli uomini immersi nel sonno profondo sono l'universo. Secondo il Sankhyam, la condizione dell'anima nel sonno profondo è la stessa che raggiungerà dopo la liberazione. L'anima liberata è come uno specchio sul quale non si posa alcun riflesso. [...] Sappiamo già che Nirvana significa «estinzione». Per noi l'estinguersi di una fiamma equivale al suo annientamento; per gli indiani la fiamma esiste prima che la si accenda e dura dopo che sia spenta. Accendere un fuoco è renderlo visibile; spegnerlo è farlo sparire, non distruggerlo. (Jorge Luis Borges)
  • Il nirvāṇa non è lo svanire in uno stato di assoluta non-esistenza – cosa impossibile finché dobbiamo fare i conti con i fatti reali della vita – preso nel suo significato ultimo, il nirvāṇa è invece una affermazione, una affermazione di là da qualsiasi specie di antitesi. (Daisetsu Teitarō Suzuki)
  • [Per il buddhismo il nirvana è] il paradiso degli antichi padri, dove è lo splendore che non perisce, nell'immortale mondo senza fine.
    Coloro che avranno raggiunto una minore spiritualità vedranno anch'essi la luce divina, ma soltanto per la durata di un secondo; e ne ricaveranno una vertigine, un senso di spavento derivato dal non aver ancora conquistato il livello di purezza karmica richiesto per l'illuminazione; perciò rinasceranno su questa terra e, nella vita successiva, avranno ancora la possibilità di un ulteriore sviluppo spirituale e così sempre, finché non lo avranno raggiunto.
    L'obiettivo finale è, infatti, lo stesso per tutti e tutti hanno a disposizione infinite possibilità per centrarlo [...]. (Roberto Giacobbo)
  • La realtà assoluta non può essere insegnata, senza prima appoggiarsi sull'ordine pratico delle cose: senza intendere la realtà assoluta, il nirvana non può essere raggiunto. (Nāgārjuna)
  • Nirvāṇa vuol dire testimoniare la trasformazione della forza d'abitudine dell'esistenza intrinseca della coscienza deposito, della volontà e della coscienza concettuale. Il nirvāṇa mio e degli altri buddha è il regno privo di esistenza intrinseca. (Laṅkāvatārasūtra)
  • Per nirvana, indubbiamente, non deve intendersi completa estinzione. A quanto mi è stato dato capire a proposito del tratto fondamentale della vita del Budda, il nirvana è solo completa estinzione di tutto ciò che c'è di vile, di perverso, di corrotto e corruttibile in noi. Il nirvana non è come la nera, mortifera pace della tomba, ma pace vivente, felicità pulsante di un'anima che è conscia di sé, e conscia di avere trovato dimora nel cuore dell'Eterno. (Mahatma Gandhi)
  • Raggiungere il nirvana non è come «andare in paradiso» nel senso dei cristiani. Il Buddha si rifiutò sempre di rispondere a domande sul nirvana o su altre questioni fondamentali, perché quelle domande erano «improprie» o «inappropriate». Non si può definire il nirvana, perché le nostre parole e i nostri concetti sono legati al mondo dei sensi e del trascorrere e l'esperienza è considerata l'unica «prova» attendibile. I discepoli del Buddha avrebbero saputo che il nirvana esiste solo perché la pratica della vita buona avrebbe permesso loro di intuirlo. (Karen Armstrong)

Bodhidharma[modifica]

  • Quando la mente raggiunge il nirvana, non vedi il nirvana, perché la mente è il nirvana. Se vedi il nirvana da qualche parte fuori della mente, ti inganni.
  • Quando la mente smette di muoversi entra nel nirvana. Il nirvana è una mente vuota.
  • Questo corpo karmico è soggetto a un costante cambiamento. Non ha una realtà stabile. Pratica in accordo con i tuoi pensieri. Non odiare la vita e la morte, non amare la vita e la morte. Conserva ogni pensiero libero dall'illusione e, in vita, assisterai all'inizio del nirvana e, alla morte, sperimenterai la certezza di non rinascere.
  • Usare la mente per cercare la realtà è illusione. Non usare la mente per cercare la realtà è consapevolezza. Liberarsi dalle parole è liberazione. Conservarsi incontaminato dalla polvere della sensazione è custodire il Dharma. [...] Non creare illusioni è illuminazione. Non lasciarsi catturare dall'ignoranza è saggezza. L'assenza di afflizione è nirvana. E l'assenza di fenomeni mentali è l'altra riva. Questa riva esiste quando sei illuso. Non esiste quando ti risvegli. I mortali stanno su questa riva. Ma coloro che scoprono il più grande di tutti i veicoli non sono né su questa né sull'altra riva. [...] Coloro che vedono l'altra riva come differente da questa non comprendono lo zen.

Voci correlate[modifica]

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