Com'era verde la mia valle
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Com'era verde la mia valle
Titolo originale |
How Green Was My Valley |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1941 |
Genere | drammatico |
Regia | John Ford |
Soggetto | Richard Llewellyn (romanzo) |
Sceneggiatura | Philip Dunne |
Produttore | Darryl F. Zanuck |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Doppiatori italiani | |
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Note | |
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Com'era verde la mia valle, film statunitense del 1941 con Walter Pidgeon e Maureen O'Hara, regia di John Ford.
Sto impacchettando le mie cose nello scialle che mia madre usava quando andava al mercato. Me ne vado dalla mia valle per non tornarci mai più. Lascio dietro di me cinquant'anni di memoria. (Huw adulto)
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Posso credere che i miei amici se ne siano andati tutti, quando le loro voci sono ancora nelle mie orecchie? No, mille volte no, perché essi costituiscono una vivente verità nella mia mente: non c'è barriera né limitazione intorno al tempo trascorso; si può retrocedere nel tempo, e se la memoria ci assiste ricordare solo quello che ci fa piacere, così che io posso chiudere gli occhi e vedere la mia valle non com'è oggi, ma com'era quando io ero ancora un ragazzo, verde come allora e nella pienezza del suo rigoglio agricolo. (Huw adulto)
- Tutto quello che imparai da ragazzo, lo imparai da mio padre. E non ho mai constatato che mi avesse detto una cosa che fosse sbagliata, o soltanto inutile. (Huw adulto)
- Non ci era permesso parlare mentre si mangiava, e difatti non ho mai conosciuto nessuno le cui parole fossero migliori di un buon pranzo. Mia madre era sempre in movimento, sempre l'ultima a sedersi a tavola e la prima ad alzarsi, perché, se mio padre era il capo della casa, mia madre ne era il cuore. (Huw adulto)
- Mio padre diceva che il denaro deve essere usato nella stessa maniera con la quale gli uomini usano la loro forza e la loro intelligenza per guadagnarlo, e con lo stesso desiderio, ma sempre per uno scopo giusto. (Huw adulto)
- Una nuova padrona è come un lenzuolo nuovo: un po' duro, ma verrà al bucato. (Nicholas)
- Non c'è bisogno di dirci addio: vivremo ognuno nel ricordo dell'altro. (Gruffydd) [a Huw]
- Huw, sei già un vero uomo. (Gwilym) [ultime parole]
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Gruffydd: Sei stato fortunato, Huw. Fortunato per avere sofferto, e fortunato per avere passato questi mesi a letto, perché così Dio t'ha dato la possibilità di affinare il tuo spirito. E come tuo padre pulisce la lampada per avere più luce, così tu terrai pulito il tuo spirito.
Huw: Come?
Gruffydd: Con la preghiera, Huw. E per pregare non intendo dire percuotersi il petto come una beghina presa da frenesia religiosa. Pregare è solo una forma di pensare rettamente e nobilmente. Quando preghi, pensa, pensa bene a quello che dici, fa' dei tuoi pensieri delle cose concrete, e in questa maniera la tua preghiera avrà forza, e questa forza diventerà parte del tuo corpo, della tua mente e della tua anima. - Gruffydd: Quando iniziai questa missione, sapevo che significava sacrificio e devozione, significava il lavoro continuo, duro, che esclude ogni altra cosa. E questa vita io l'avevo accettata. Ma dividerla con un altro essere... O i nostri figli vestiti con gli scarti degli altri e noi dovendo anche ringraziare Dio per averceli dati nella nostra miseria? Non posso sopportare una vita simile, è la mia missione ma diventerei omicida se... se vedessi i tuoi capelli imbiancare vent'anni prima del tempo.
Angharad: Perché... ti sentiresti omicida? Sei un uomo o un santo?
Gruffydd: Non sono un santo, ma il mio dovere verso di te lasciamelo compiere. - Beth: Voglio che Bronwen venga a vivere qui.
Gwilym: No, Beth. Una padrona sola in casa.
Uomini come mio padre non possono morire: restano sempre nella memoria come se fossero vivi, amando ed amati per sempre. Come era verde la mia valle, allora. (Huw adulto)
Citazioni su Com'era verde la mia valle
[modifica]- Il film racconta, con i toni struggenti dell'epica familiare, la fine di un'epoca che si conclude con la morte del vecchio Morgan (Crisp) nel crollo di un pozzo minerario. Una fine dolorosa, che Ford rievoca con partecipazione ma senza nascondere l'inadeguatezza di quel mondo (e di quei valori) di fronte ai mutamenti sociali: ai suoi eroi non resta che sopportare in silenzio la propria sconfitta, come il reverendo Gruffydd (Pidgeon) che non ha il coraggio di accettare il proprio amore per Angharad Morgan (O'Hara) e così fallisce come uomo e come ministro di culto. (Il Mereghetti)
- Tipico melodramma a sfondo sociale nella Hollywood degli anni '40 per il quale J. Ford ebbe a disposizione dalla M-G-M grandi mezzi che gli permisero di ricostruire in studio il villaggio gallese. Grande successo al botteghino, aiutato da 4 premi Oscar [...]: raramente il regista s'era tanto spinto nel territorio turgido del sentimentalismo. Edificante e pomposo, ma impeccabile nel ritmo narrativo e a livello figurativo. (il Morandini)
- Tratto da un romanzo di Richard Llewellyn e indubbiamente migliorato da Ford, il film rappresenta, insieme a Furore e a Un uomo tranquillo, il momento più alto della storia (non-western) del regista. Con tutte le tematiche rese nobili dalla felicità del racconto. Vi sono istantanee di grande efficacia poetica, come quando la famiglia scende a casa dalle miniere cantando e la madre raccoglie in un grembiule il guadagno della giornata, o la lezione di boxe data al cattivo insegnante del ragazzo, o la purissima storia d'amore del pastore protestante con Maureen O'Hara. La famiglia, la disciplina, il senso religioso, e poi l'inevitabile evoluzione che tutto trasforma e tutto conduce a termine. Una parabola sulla fatica, il dolore e la rinuncia. Il mondo degli adulti ossevato dal ragazzo nel suo angolo, con l'ingenuità nella quale Ford si è sempre riconosciuto e che, nel tempo, gli è stata persino rimproverata da una certa critica. Ford faceva discorsi semplici, ma colti ed efficaci. Il vecchio patriarca Morgan non sopporta le astruse dottrine socialiste che hanno fatto presa sui figli, e li lascia partire. Ford venne subito accusato di fascismo, ma il regista ci rideva sopra. In quel contesto era buon senso, così com'era buon senso il populismo in Furore. (il Farinotti)
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