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Alessandro D'Avenia

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Alessandro D'Avenia nel 2012

Alessandro D'Avenia (1977 – vivente), sceneggiatore e scrittore italiano.

Citazioni di Alessandro D'Avenia

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Citazioni in ordine temporale.

  • La realtà è ciò che spiega i fatti e ne dà la chiave, la cifra, la combinazione. Inventiamo miti e trame per sottrarre al tempo la sua apparente mancanza di senso.[1]
  • I nudi fatti sono muti. Il cuore dello scrittore non si rassegna a questo rifugiandosi nell'immaginazione, ma sprofonda nelle sabbie mobili del fatto fino a trovare la roccia viva su cui costruire.[1]
  • Ci sono fatti, ci sono milioni di fatti, ma non li sappiamo più leggere, non li vediamo più, perché i fatti sono muti. La realtà invece parla, forte e chiara, a chi la vuole ascoltare. Lo scrittore ha un cuore a forma di orecchio, con cui ascolta e strappa ai fatti della cronaca, destinati a passare come tutti noi, la loro essenza, la loro realtà, con la pretesa di coglierne l'universalità, di liberarli dalle lancette degli orologi.[1]
  • C'è una fragilità insita nell'essere adolescenti che è la ricchezza di questa età: per la prima volta si percepisce la propria unicità, che nel contempo si ha una paura matta di non riuscire a realizzare. Vedo più fragilità perché il tessuto sociale oggi è più sfilacciato: la famiglia è più debole, e la crisi sta togliendo, prima ancora che uno stile di vita forse al di sopra delle nostre possibilità, l'immagine stessa del futuro. Noi siamo animali simbolici, ma se non riusciamo a immaginarci il futuro nell'età stessa in cui i simboli sono fatti per essere eccessivi, è chiaro che ci abituiamo a simboli disperanti, che generano personalità narcisistiche o autolesionistiche. [2]
  • Se i simboli della felicità sono quelli del successo e della perfezione, nell'età in cui cominci a concepire il tuo progetto di felicità ti senti subito schiacciato. Invece io voglio riscoprire quello stile veramente occidentale di educazione che ci ha insegnato Socrate: conoscerci con le nostre luci e ombre. Ma oggi sembra che debbano esserci solo le luci: quelle irreali del Photoshop. La nostra unicità invece passa per i nostri limiti.[2]
  • Il libro preferito di un ragazzo è il suo germe di destino da compiere. Conoscere quello di ogni alunno è semplice, possibile e necessario.[3]
  • «Sono un'intelligenza artificiale e non ho la capacità di scrivere un capolavoro in modo autonomo. Tuttavia posso fornirti dei consigli su come scriverlo». Questo è quanto ha risposto ChatGPT, potente macchina dati di Microsoft, alla mia richiesta di scrivere un capolavoro. Capace di sfornare in due secondi una verifica su Machiavelli in 10 domande, di riassumere un testo in quante parole voglio, di spiegare la fotosintesi clorofilliana diversificando il testo in base all'età del destinatario, questo formidabile strumento di sintesi dati non è però in grado di creare. Questa è la sua potenza, è una memoria straordinaria, e il suo limite, non è un'intelligenza, che è capacità creativa e non solo archivio da poter assemblare.[4]
  • Al liceo, imparando la declinazione dei nomi e la coniugazione dei verbi greci, rimasi colpito da una forma grammaticale che a noi manca: il duale. Oltre al singolare (l'occhio vede) e il plurale (gli occhi vedono), i Greci avevano un modo specifico per indicare un elemento che ne indica un altro, non in quanto somma, ma come realtà nuova data proprio dalla relazione dei due. Per tradurre dovevamo aggiungere un «due», ma la perifrasi di cui l'italiano necessita (i due occhi vedono) non dà sufficiente conto dell'azione congiunta, mentre loro avevano una forma specifica, quasi intraducibile (gli occhi vedono insieme), perché più che il numero segnala l'effetto della relazione. Il duale non è quindi né un singolare né un plurale: la vista tridimensionale non è la somma di due occhi ma un «occhio a due».[5]

Bianca come il latte, rossa come il sangue

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Ogni cosa è un colore. Ogni emozione è un colore. Il silenzio è bianco. Il bianco infatti è un colore che non sopporto: non ha confini. Passare una notte in bianco, andare in bianco, alzare bandiera bianca, lasciare il foglio bianco, avere un capello bianco... Anzi, il bianco non è neanche un colore. Non è niente, come il silenzio. Un niente senza parole e senza musica. In silenzio: in bianco. Non so rimanere in silenzio o da solo, che è lo stesso. Mi viene un dolore poco sopra la pancia o dentro la pancia, non l'ho mai capito, da costringermi a inforcare il mio bat-cinquantino, ormai a pezzi e senza freni (quando mi deciderò a farlo riparare??), e girare a caso fissando negli occhi le ragazze che incontro per sapere che non sono solo. Se qualcuna mi guarda io esisto.
Ma perché sono così? Perdo il controllo. Non so stare solo. Ho bisogno di... manco io so di cosa. Che rabbia! Ho un iPod in compenso. Eh sì, perché quando esci e sai che ti aspetta una giornata al sapore di asfalto polveroso a scuola e poi un tunnel di noia tra compiti, genitori e cane e poi di nuovo, fino a che morte non vi separi, solo la colonna sonora giusta può salvarti. Ti sbatti due auricolari nelle orecchie ed entri in un'altra dimensione. Entri nell'emozione del colore giusto.

Citazioni

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  • Noi siamo diversi dagli animali, che fanno solo quello che la loro natura comanda. Noi invece siamo liberi. È il più grande dono che abbiamo ricevuto. Grazie alla libertà possiamo diventare qualcosa di diverso da quello che siamo. La libertà ci consente di sognare e i sogni sono il sangue della nostra vita, anche se spesso costano un lungo viaggio e qualche bastonata.
  • La storia è un pentolone pieno di progetti realizzati da uomini divenuti grandi per avere avuto il coraggio di trasformare i loro sogni in realtà, e la filosofia è il silenzio nel quale questi sogni nascono. Anche se a volte, purtroppo, i sogni di questi uomini erano incubi, soprattutto per chi ne ha fatto le spese. Quando non nascono dal silenzio, i sogni diventano incubi. La storia, insieme alla filosofia, all'arte, alla musica, alla letteratura, è il miglior modo per scoprire chi è l'uomo.
  • Solo quando l'uomo ha fede in ciò che è al di sopra della sua portata – questo è un sogno – l'umanità fa quei passi in avanti che l'aiutano a credere in se stessa.
  • Strappare la bellezza ovunque sia e regalarla a chi mi sta accanto. Per questo sono al mondo.
  • Ciascuno ha un angelo custode accanto. Basta che tu agli angeli parli di quello che ti succede e loro capiscono al volo le cause.
  • Quando ci sembra di non pensare a niente, in realtà noi pensiamo a quello che ci sta a cuore. L'amore è una specie di forza di gravità: invisibile e universale, come quella fisica. Inevitabilmente il nostro cuore, i nostri occhi, le nostre parole, senza che ce ne rendiamo conto vanno a finire lì, su ciò che amiamo, come la mela con la gravità. [...] Anche chi pensa di non amare nulla ama qualcosa. E i suoi pensieri vanno lì, senza che se ne renda conto. Il punto non è se amiamo o no, ma cosa amiamo.
  • Nella vita serve solo ciò per cui ti danno un voto. (Leo)
  • Mi sento un errore, un errore di ortografia. Una doppia dove non ci va, un "fà" con l'accento. Un colpo di bianchetto e io sparisco, come tutti gli errori. Il foglio resta bianco, pulito, e nessuno vede il dolore nascosto dietro quello strato bianco. La poesia è una balla con le rime. Dante, fottiti! (Leo)
  • «Vedi, Terminator, da quando il Sognatore ha parlato del sogno, questo fatto mi torna periodicamente in testa, come un prurito, ma più profondo. Tu cosa desideravi, Terminator, cosa volevi fare da grande? Tu puoi fare solo il cane: mangiare da cani, dormire da cani, pisciare da cani e morire da cani. Io invece no. Mi piace avere dei desideri grandi. Un grande sogno. Non so ancora qual è, ma mi piace sognare di avere un sogno. Starmene lì a letto in silenzio a sognare il mio sogno. Senza fare altro. Passare in rassegna i sogni e vedere quali mi piacciono. Chissà se lascerò il segno? Solo i sogni lasciano il segno.» (Leo)
  • I nostri sogni sono nascosti nelle cose che incontriamo veramente, quelle che amiamo: un luogo, una pagina, un film, un quadro... i sogni ce li prestano i grandi creatori della bellezza.
  • Una vita senza sogni è un giardino senza fiori, ma una vita di sogni impossibili è un giardino di fiori finti...
  • Non ho niente da dire, perché quando non c'è l'amore le parole finiscono. Le pagine diventano bianche, manca inchiostro alla vita. (Leo)
  • Quella dei sogni è una balla colossale. Lo sapevo. L'ho sempre saputo. Perché poi arriva il dolore e niente ha più senso. Perché tu costruisci, costruisci, costruisci e poi all'improvviso qualcuno o qualcosa spazza via tutto. Allora a che serve?
  • Non riesco a concentrarmi su niente. Il mio sogno di sta sgretolando come un castello di sabbia quando sale la marea e lo riduce a macerie alte solo pochi centimetri. Il mio sogno è diventato bianco, perché Beatrice ha un tumore. (Leo)
  • L'ignoranza è la cosa più comoda che conosca dopo il divano del soggiorno di casa mia. (Leo)
  • Incenerire i sogni. Bruciare i sogni è il segreto per abbattere definitivamente i propri nemici, perché non trovino più la forza di rialzarsi e ricominciare. Non sognino le cose belle delle loro città, delle vite altrui, non sognino i racconti di altri, così pieni di libertà e di amore. Non sognino più nulla. Se non permetti alle persone di sognare, le rendi schiave.
  • Quando non hai sogni li rubi agli altri, perché non li abbiano neanche loro. L'invidia ti brucia il cuore e quel fuoco divora tutto.
  • Il sangue, come l'amore, fa perdere la testa, eppure ti dà anche la forza per superare i tuoi limiti.
  • Io non ho avuto ancora il tempo di esprimere un desiderio che Silvia lo ha già soddisfatto. Se non fosse solo un'amica forse potrei amarla. Ma l'amore è un'altra cosa. L'amore non dà pace. L'amore è insonne. L'amore è elevare a potenza. L'amore è veloce. L'amore è domani. L'amore è tsunami. L'amore è rossosangue. (Leo)
  • Chissà perché per essere al centro dell'attenzione è necessario ridursi così. A volte nella vita ti viene voglia di fare qualcosa di talmente clamoroso che gli altri non ti possano più ignorare: essere sotto gli occhi e sulla bocca di tutti. Soprattutto in quei momenti in cui ti senti solo e vuoi sputare in faccia agli altri la tua solitudine.
  • Il dolore e la sventura sembrano il modo migliore perché il mondo si prenda cura di te e ti voglia bene.
  • È bello lasciarsi amare... (Leo)
  • Le cose, finché non ci sei dentro, non le capisci o non riesci a vederle.
  • Anche se stai male rimani tranquillo, e questo è il senso di una vita ben spesa: qualcuno che ti ama anche quando stai male. Qualcuno che sopporta il tuo odore. Solo chi ama il tuo odore ti ama davvero. Ti dà forza, ti dà serenità. E mi sembra un bel modo di mettere una diga ai dolori che capitano nella vita. (Leo)
  • I sogni veri si costruiscono con gli ostacoli. Altrimenti non si trasformano in progetti, ma restano sogni. La differenza fra un sogno e un progetto è proprio questa: le bastonate, come nella storia di mio nonno. I sogni non sono già, si rivelano a poco a poco, magari in modo diverso da come li avevamo sognati...
  • Se uno volesse inventarsi un Dio forte lo farebbe senza problemi, non immaginerebbe un Dio debole e che per di più si sente abbandonato dal padre al momento della morte.
  • L'amore non è risacca, l'amore è tempesta. (Leo)
  • La felicità è avere il cuore innamorato.
  • I sogni sono come le stelle: le vedi brillare tutte quando le luci artificiali si spengono, eppure stavano lì anche prima. Eri tu a non vederle, per il troppo chiasso delle altre luci.
  • È ufficiale: la scuola è inutile. Se divento ministro dell'Istruzione la prima cosa che faccio è chiudere le scuole. (Leo)
  • Quando la persona più bella che tu conosca è vicina a te, tutto, anche le cose brutte, si trasformano. Prima non avevano senso. Poi diventano sensate. (Leo)
  • Si è tutti ridicoli allo stesso modo di fronte al dolore e alla sofferenza.
  • Il mio sogno è come quegli aquiloni che costruivo con papà quando ero piccolo. Mesi di preparazione e poi non volavano mai. Solo una volta un aquilone rosso e bianco aveva preso il volo, ma il vento tirava così forte che il filo mi tagliava la mano e lo avevo lasciato fuggire via per il dolore. Beatrice sta volando via così, trascinata dal vento. Provo a trattenerla, ma il dolore del laccio che la lega al mio cuore è sempre più forte... (Leo)
  • Quando tutto diventa bianco, il mio cuore si restringe come una lenticchia e, anche se urla, nessuno riesce a sentirlo. (Leo)
  • Quando ci si annoia è perché non si vive abbastanza.
  • Quando ci si annoia è perché la propria vita è noiosa. (Leo)
  • Viene il giorno che ti guardi allo specchio e sei diverso da come ti aspettavi. Sì, perché lo specchio è la forma più crudele di verità. Non appari come sei veramente. Vorresti che la tua immagine corrispondesse a chi sei dentro e gli altri, vedendoti, potessero riconoscere subito se sei uno sincero, generoso, simpatico... invece ci vogliono sempre le parole o i fatti. È necessario dimostrare chi sei. Sarebbe bello doversi limitare a mostrarlo. Sarebbe tutto più semplice. (Leo)
  • Ci sono firme e firme. Se ti compri la Fred Perry, i Dockers, le Nike... quelle sono firme che porti sulle cose e prima o poi le cambi, le butti, le perdi... Certo, ti fanno sentire migliore, ma passano. E poi ci sono altre firme. Quelle che porti sul cuore. Quelle firme ti dicono chi sei veramente e per chi sei veramente. Sul cuore io ho la firma di Beatrice tatuata. Lei è il mio sogno e io esisto per lei. (Leo)
  • A pensarci, è sempre la stessa storia. Ci sono alcuni che hanno un sogno, o credono di averlo, e costringono altri a crederci, ma poi il tempo e la morte spazzano via ogni cosa. Tutti hanno vissuto nel miraggio di quel sogno. Ti esplode l'adrenalina nelle vene semplicemente perché qualcuno ci ha creduto al posto tuo, ma era un'illusione.
  • Nella mia stanza oggi tutto è muto. Ma non voglio scappare. Voglio resistere. Nella mia stanza oggi la tristezza sta entrando a ondate. Cerco di arginarla con una spugna. Faccio ridere. Resisto qualche minuto, poi la paura sale, e sono un naufrago al centro di un oceano di solitudine. (Leo)
  • Galleggio in un deserto tutto bianco: una enorme, sterminata, stanza bianca insonorizzata, in cui non si distinguono neanche gli spigoli delle pareti. Non sai dov'è il sopra il sotto la destra la sinistra... Io urlo, ma ogni suono è inghiottito. Dalla mia bocca escono parole già marce. Silvia chiamami, ti prego. (Leo)
  • I sogni guariscono qualsiasi male, qualsiasi dolore. I sogni colorano qualsiasi bianco.
  • Solo chi fa domande sui dettagli ha provato a sentire cosa sente il tuo cuore. I dettagli. I dettagli: un modo di amare davvero.
  • Se gli occhi di Beatrice non guardano le cose, le cose sono spente. (Leo)
  • Senza Silvia io sarei nessuno e la mia anima rimarrebbe bianca. E il bianco è il tumore al sangue della vita. (Leo)
  • Ho la testa tra le mani, per quanto possibile con il mio braccio ingessato... e non ho smesso di piangere da quando sono scappato. Sì, perché io sono scappato di fronte al mio sogno. Il mio sogno triturato. Stringo tra le mani la lettera per Beatrice scritta da Silvia, inzuppata delle mie lacrime. La strappo in mille pezzi con i denti e la mano sana. Abbandono i frammenti alla corrente. Lì c'è la mia anima nera. La mia anima scritta. E adesso tutti i pezzi della mia anima sono lì che annegano nella corrente e se ne vanno ciascuno per conto suo, e nessuno li potrà mai più raccogliere: nessuno. Annego in ciascuno di quei pezzi di carta. Annego un milione di volte. Adesso la mia anima non c'è più, se l'è portata via la corrente. Voglio stare da solo. (Leo)
  • Sono scappato dalla ragazza che volevo proteggere per tutta la vita. Sono un vigliacco. Io non esisto. Dio non esiste. (Leo)
  • Finalmente ho trovato il modo di difendermi da questo scorpione velenoso che è la realtà. Odiare è l'unico modo di essere più velenosi dello scorpione. Un odio rapido come il fuoco che divora la carta e la paglia, un odio che brucia tutto ciò che tocca, e più tocca più si esalta. Essere cattivo. Essere solo. Essere fuoco. Essere ferro. Questa è la soluzione. Distruggere e resistere.
  • Sono tutte illusioni. La vita è una scatola vuota che riempiamo di cazzate per farcela piacere, ma poi basta nulla e puf, ti ritrovi senza niente.
  • Mi ero illusa di avere un amico. Lasciami in pace, sai solo chiedere aiuto, ma degli altri non te ne importa niente. (Silvia)
  • Considera le tue ossa ridotte nella polvere della tua ombra. (Padre di Leo)
  • I prof sono come i boa, ti si arrotolano attorno quando sei distratto, poi aspettano che butti fuori l'aria e stringono, e a ogni espirazione stringono di più, finché ti è impossibile allargare di nuovo la gabbia toracica e muori per asfissia. (Leo)
  • Tutti abbiamo qualcosa di cui vergognarci, Leo. Ma questo ci rende uomini. Solo quando abbiamo tatuato sulla faccia qualcosa di cui ci vergogniamo cominciamo ad avere una faccia reale... (Il Sognatore)
  • È normale avere paura. Come è normale piangere. Non vuol dire essere vigliacchi. Essere vigliacchi è fare finta di nulla, voltarsi dall'altra parte. Fregarsene.
  • L'amore non esiste per renderci felici, ma per dimostrarci quando sia forte la nostra capacità di sopportare il dolore.
  • La maturità non si vede nel voler morire per una nobile causa, ma nel voler vivere umilmente per essa.
  • Regalare il proprio dolore agli altri è il più bell'atto di fiducia che si possa fare.
  • Ci sono due modi per guardare il volto di una persona. Uno è guardare gli occhi come parte del volto. L'altro è guardare gli occhi e basta, come se fossero il volto. È una di quelle cose che mettono paura quando le fai. Perché gli occhi sono la vita in miniatura. Bianchi intorno, come il nulla in cui galleggia la vita, l'iride colorata, come la varietà imprevedibile che la caratterizza, sino a tuffarsi nel nero della pupilla che tutto inghiotte, come un pozzo oscuro senza colore e senza fondo.
  • Le risposte importanti sono scritte tra le righe dei libri e devi essere tu capace di leggerle!
  • Ecco il segreto della felicità: essere se stessi e basta. Fare quello che si è chiamati a essere.
  • Silvia è la linfa del mio coraggio, nascosta ma viva, mi dà la forza per superare i miei limiti. (Leo)
  • Ho solo me stesso, e non credo che basti. Non basto mai. (Leo)
  • Sono felice che il mio sangue possa scorrere nelle tue vene. (Leo)
  • Possibile che a sedici anni sei convinto che la vita sia la scuola e la scuola sia la vita? Che l'inferno siano i prof e il paradiso i giorni di vacanza? Che i voti siano il giudizio universale? È possibile che a sedici anni il mondo abbia il diametro del cortile di scuola? (Leo)
  • Io sono la tua guarigione, Beatrice, e tu la mia. Solo quando lo sapremo entrambi e saremo d'accordo allora tutto sarà possibile, per sempre. (Leo)
  • Non bisogna avere paura delle parole. Questo è quello che ho imparato con la malattia. Le cose bisogna chiamarle con il loro nome, senza paura. Anche se quella parola è morte. Io non ho più paura delle parole, perché non ho più paura della verità. Quando c'è in ballo la tua vita non ne puoi più di giri di parole. (Beatrice)
  • Tutto l'amore che ho sentito intorno a me in questi mesi mi ha cambiata, mi ha fatto toccare Dio. A poco a poco sto smettendo di avere paura, di piangere, perché credo che chiuderò gli occhi e mi risveglierò vicino a lui. E non soffrirò più. (Beatrice)
  • Non ho capito niente della vita, del dolore, della morte, dell'amore. Io che credevo che l'amore vincesse su tutto. Illuso. Come tutti: recitiamo lo stesso copione in questa commedia, per essere massacrati sul finale. Non è una commedia, è un horror. (Leo)
  • Ciò che conta di fronte alla libertà del mare non è avere una nave, ma un posto dove andare, un porto, un sogno, che valga tutta quell'acqua da attraversare.
  • Adesso capisco che sei disposto a rischiare un anno per quello a cui tieni, e sono sicuro che non sono fesserie. (Padre di Leo)
  • La polvere della mia ombra è polvere di stelle.
  • Vorrei imprigionare il profumo dei suoi movimenti in un registratore di odori, se mai esistesse. (Leo)
  • Stringo la sua mano e la sua vita: un bicchiere di cristallo che può spezzarsi da un momento all'altro, persino per colpa del liquido rosso che io voglio versarvi dentro. (Leo)
  • Non riesco a immaginare il mondo senza Beatrice. Non riesco a sopportare il silenzio ci sarebbe. Tutte le città da visitare sparirebbero immediatamente, bellezze inutili se fossi da solo. Tutto perderebbe senso, diventerebbe bianco come la luna. Solo l'amore dà senso alle cose. (Leo)
  • Se lo guardi bene, il cielo è come il mare: è profondo, riesci quasi a percepire le distanze tra le stelle e hai paura della tua piccolezza. E quella profondità piena di paure la riempi di storie. (Leo)
  • Le persone sono un po' simili alle stelle: magari brillano lontane, ma brillano, e hanno sempre qualcosa di interessante da raccontare... però ci vuole tempo, a volte tanto tempo, perché le storie arrivino al nostro cuore, come la luce agli occhi. (Silvia)
  • Quel bianco [la Via Lattea] è fatto di tanti piccoli punti luminosi, legati tra loro... e ognuno di quei legami nasconde una storia da ricordare... (Silvia)
  • Il segreto della felicità è un cuore innamorato.
  • Quando non sai rispondere a una domanda c'è una sola soluzione: Wikipedia. Su Wikipedia però non c'è scritto se è possibile che Silvia per me sia più di un'amica; la domanda mi tormenta come le cicale estive e non riesco a scacciarla. (Leo)
  • La poesia non serve a nulla, è solo una scusa per innamorarsi. (Leo)
  • Il brutto della vita è che non ci sono le istruzioni per l'uso. Tu le segui, e se il cellulare non funziona c'è la garanzia. Lo riporti indietro e te ne danno uno nuovo. Con la vita no, se non funziona non te la danno indietro nuova, ti devi tenere quella che hai, usata, sporca e mal funzionante. E quando non funziona perdi l'appetito. (Leo)
  • Le verità più importanti sono nascoste, ma questo non vuol dire che non esistono. Sono solo più difficili da scovare.
  • L'amore non vuole avere, l'amore vuole soltanto amare.
  • Le parole d'amore che avevo preparato svaniscono come i "ti amo" scritti sulla sabbia vicino al mare. (Leo, dopo aver scoperto che Silvia non gli ha dato il numero di Beatrice ma ha solo finto di farlo)
  • Ero gelosa. Volevo che tu mandassi a me quei messaggi. Ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo. Ho conservato per mesi la tua lettera a Beatrice immaginando che fosse per me. Avevo il terrore di perderti. Perdonami. (Silvia)
  • Silvia non è più nessuno per me. L'amore non può nascere da un tradimento. (Leo)
  • Ho tanto di quel dolore chiuso nel petto che potrei bruciare il mondo. [...] Voglio chiudermi in una casa di rumore, perché oggi questa in cui vivo non è la mia casa. (Leo)
  • L'amore è sempre un debito, per questo è rosso. (Leo)
  • L'amore è sempre un credito, che non verrà saldato... (Beatrice)
  • Ho paura di perdere tutto, di finire nel nulla, nel silenzio, di sparire e basta, di non avere mai più le persone a cui voglio bene. (Beatrice)
  • Non ho niente da regalare, io, se non l'amore che ricevo o che rubo. (Leo)
  • Il dolore mi costringe a chiudere le palpebre, a nascondere gli occhi. Ho sempre pensato che avrei divorato il mondo con i miei occhi, come api si sarebbero posati su tutte le cose per distillarne la bellezza. Ma la malattia mi costringe a chiudere gli occhi: per il dolore, per la stanchezza. Solo a poco a poco ho scoperto che a occhi chiusi vedevo di più, che sotto le palpebre chiuse tutta la bellezza del mondo era visibile, e quella bellezza sei tu, Dio. Se tu mi fai chiudere gli occhi è perché io stia più attenta, quando li riapro. (Beatrice)
  • Sento il profumo di mia madre, un profumo che da bambino mi dava tranquillità: un profumo misto di rosa e limone. Tenue. Ma non mi sta abbracciando per il voto, altrimenti le sue lacrime non inumidirebbero il mio viso. Solo allora capisco. (Leo)
  • Beatrice è morta. Questa parola, "morta", è talmente violenta che la puoi dire una volta sola e poi devi stare zitto. (Leo)
  • La vita è un'interrogazione fatta per estorcerti una verità che non sai e che farai finta di ricordare pur di non soffrire... fino a convincerti di quella menzogna, dimenticando che l'hai inventata tu.
  • Caro Dio, oggi è Leo che ti scrive, perché io non ci riesco. Ma anche se mi sento così debole voglio dirti che non ho paura, perché so che mi prenderai tra le tue braccia e mi cullerai come una bambina appena nata. Le medicine non mi hanno guarita, ma io sono felice. Sono felice perché ho un segreto con te: il segreto per guardarti, il segreto per toccarti. Caro Dio, se mi tieni abbracciata la morte non mi fa più paura. (Beatrice)
  • A colui che attende giunge ciò che attendeva, ma a chi spera capita ciò che non sperava. (Il Sognatore)
  • Sono nato il primo giorno di scuola, cresciuto e invecchiato in soli duecento giorni. (Leo)
  • A scuola tutto è fatto per essere dimenticato, come la poca polvere bianca del gesso. (Leo)
  • Sei il ragazzo più stupido che io conosca, ma almeno non sei noioso... (Silvia)
  • Ritroveremo chi abbiamo amato e c'è tutta la vita per chiedere perdono. (Il Sognatore)
  • Chiamo filosofiche tutte le "cose" che sono veramente importanti e a questo forse serve la filosofia... (Leo)
  • Amare è un verbo, non un sostantivo. Non è una cosa stabilita una volta per tutte, ma si evolve, cresce, sale, scende, si inabissa, come i fiumi nascosti nel cuore della terra, che però non interrompono mai la loro corsa verso il mare. A volte lasciano la terra secca, ma sotto, nelle cavità oscure, scorrono, poi a volte risalgono e sgorgano, fecondando tutto.
  • Due sono le categorie di persone che ci feriscono, quelli che ci odiano e quelli che ci amano.
  • Quando c'è di mezzo l'amore le persone a volte si comportano in modo stupido. Magari sbagliano strada, ma comunque ci stanno provando... Ti devi preoccupare quando chi ti ama non ti ferisce più, perché vuol dire che ha smesso di provarci o che tu hai smesso di tenerci...
  • Spesso ci inganniamo. Pensiamo che l'amore sia in crisi, e invece è proprio l'amore che ci chiede di crescere... come la luna: ne vedi solo uno spicchio, ma la luna è sempre lì tutta intera, con i suoi oceani e le sue vette, devi solo aspettare che cresca, che a poco a poco la luce ne illumini tutta la superficie nascosta... e per questo ci vuole tempo.
  • Quando ho fissato le tue spalle, quel giorno, dalla tua panchina, qualcosa dentro di me si è spezzato. Ho capito che io riesco a vedere il mondo solo insieme a te. (Silvia)
  • Quel giorno [quando Silvia ha confessato a Leo di avergli volontariamente dato il numero sbagliato di Beatrice] ho scoperto che le nostre metà non combaciano perfettamente e solo un abbraccio può farci combaciare. Senza la tua presenza il mondo si è svuotato. Mi manca tutto di te: la risata, lo sguardo, i congiuntivi mancanti, gli sms, le chiacchierate... Tutte quelle cose insignificanti che valgono tutto per me, perché sono tue. (Silvia)
  • Quando sei tu a darmi le spalle, è la vita che mi dà le spalle. Perdonami. E se puoi riprendimi con i miei difetti. Abbracciami così. Come io farò con te. Saranno i nostri abbracci a cambiarci. Io ti voglio bene come sei, fallo anche tu, anche se non sono perfetta come Beatrice. Vorrei che la tua panchina diventasse nostra: due cuori e una panchina. Come vedi mi accontento di poco... (Silvia)
  • E la vita è l'unica cosa che non s'inganna, se tu, cuore, hai il coraggio di accettarla...
  • Sento la mia voce libera e pesante allo stesso tempo. La sua pesantezza sono gli eventi passati, trasformati però in ali e piume che la fanno volare, leggera e grave allo stesso tempo. So volare solo adesso che sono pesante. (Leo)
  • «Ti amo, Leonardo». Il mio nome, tutto intero, il mio vero nome preceduto da quel verbo alla prima persona è la formula che spiega tutte le cose nascoste nel cuore del mondo. (Leo)
  • L'amore è anche questo: farsi spazio insieme, dove manca.
  • Leonardo, tu sei il più bello di tutti, perché hai saputo ricevere e dare amore, non ti sei tirato indietro. E ne porti i segni addosso. (Silvia)
  • Proprio quando ci sentiamo più poveri la vita, come una madre, sta cucendo per noi il vestito più bello.
  • Fisso l'azzurro degli occhi di Silvia: un mare in cui far naufragio senza morirne, sul fondo del quale c'è sempre pace, anche quando la superficie è in tempesta. E mentre questo mare mi culla, sorrido il sorriso perfetto. Il mio sorriso dice senza parole che quando cominci a vivere davvero, quando la vita nuota dentro il nostro amore rosso, ogni giorno è il primo, ogni giorno è l'inizio di una vita nuova. Anche se quel giorno è il primo giorno di scuola. (Leo)
  • È l'amore che rende la vita nuova.
  • La mia prima notte da sveglio, la mia prima notte da vivo: La mia prima notte. Quella in cui gli altri fanno l'amore.
  • I genitori stanno al mondo per ricordarci paura che non abbiamo.
  • Mi sono sempre chiesto perché amore e sangue avessero lo stesso colore, adesso lo so.
  • La tua stella rossa brilla sempre anche nel cielo.

Cose che nessuno sa

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  • E a quattordici anni sei un funambolo a piedi nudi sul tuo filo e l'equilibrio è un miracolo.
  • Certe parole sono come le conchiglie, semplici ma con il mare dentro.
  • Quando hai paura è segno che la vita sta cominciando a darti del tu.
  • Le cose rimangono invisibili senza le parole adatte.
  • E l'arte è il codice che rende visibili le cose che tocchiamo tutti i giorni, che proprio perché le tocchiamo diventano opache, abusate, invisibili.
  • Il guaio è che le parole sono solo parole, le puoi far nascere anche quando sono già morte.
  • Nella vita di tutti i giorni nessuno ti chiede di raccontare la storia che ti morde il cuore e te lo mastica, e se qualcuno te lo chiede, nella vita di tutti i giorni nessuno riesce a raccontare quella storia, perché non trovi mai le parole adatte, le sfumature giuste, il coraggio di essere nudo, fragile, autentico. Quella storia deve piombare da fuori, come quando accade che i libri ci scelgano e gli autori diventino amici a cui vorremmo telefonare alla fine della lettura per chiedere come fanno loro a conoscerci o dove hanno sentito la nostra storia. Quella storia è uno specchio che ti sorprende a esclamare: questa è la mia, questo sono io, ma non avevo le parole per dirlo. E forse scopri di non essere solo, definitivamente solo.
  • Per vivere non bastano la scuola, il calcio, gli amichetti, occorre attraversare tutti gli strati della paura per non averne più. Spingere il corpo al limite dell'adrenalina, fino a controllare persino lo spirito di sopravvivenza e scegliere tutto quello che lo contraddice con perfetto calcolo. Una vita che non attraversa la paura non esiste, è una maschera, è finta.
  • «Sapete perché i libri hanno le orecchie?» «Per tenere il segno» «No» «E perché allora?» «Perché ci ascoltano e hanno le orecchie proprio in quelle pagine che ci ascoltano di più.»
  • «Quando è stata l'ultima volta, ragazzi, che avete perso il sonno pensando al viaggio della vita che vi attende? Quando?» Come invasato, senza aspettare la risposta, fissando gli occhi assetati degli studenti aggiunse: «Male! Dovete perdere il sonno sognando il vostro futuro. Il sonno lo perdiamo perché la vita ci fa paura e ci emoziona allo stesso tempo, la vogliamo aggredire e strapparle le sue promesse, ma ne abbiamo paura. Abbiamo paura che ci abbatta, che le speranze restino deluse, che tutto sia stato frutto dell'immaginazione. Dovete perdere il vostro sonno pensando al futuro. Non ne abbiate paura. È segno che state vivendo, che la vita sta entrando in voi.»
  • È il vento. Non lo vedi né lo senti sinché non trova un ostacolo, come tutte le cose che ci sono sempre state. Persino il mare sembra senza limiti, eppure canta solo quando li trova: infrangendosi sulla chiglia diventa schiuma; spezzandosi sugli scogli, vapore; sfinendosi sulle spiagge, risacca. La bellezza nasce dai limiti, sempre.
  • Cosi è la bellezza: nasconde delle storie, spesso dolorose. Ma solo le storie rendono le cose interessanti...
  • Chi ha un amore che veglia può dormire sonni tranquilli.
  • Ma l'amore a volte si fulmina: perché poco a poco il filo si assottiglia a causa di quello stesso calore che lo accende.
  • Mai fidarsi dei diminutivi o dei vezzeggiativi dei professori: preludono a disastri degni del più cruento dei dispregiativi.
  • Prima di addormentarsi e trasformarsi in sogni i pensieri subiscono la forza di gravità universale, che i poeti chiamano amore, che tutto attira a sé, silenziosamente.
  • La vita è anarchia pura e l'istinto di sopravvivenza è l'unico ordine accettabile imposto al caos delle cose.
  • Le lacrime, un lusso che solo i deboli possono concedersi.
  • Era entrata nella sua vita come succede con i libri per cui si prova un'attrazione immediata, come un pezzo d'anima scappata via in un tempo dimenticato.
  • Gli dèi donano soltanto il primo verso, poi il compito dei poeti è esserne all'altezza nei successivi, e così è l'amore: accade come un dono del cielo e poi il testimone passa a noi, chiedendoci il coraggio e la fatica di lasciarlo accadere, senza paura della nostra inadeguatezza.
  • Chissà se anche quelle [le ferite] dell'amore ferito raccolte tutte insieme formano un oceano più vasto di quelle scaturite dall'amore corrisposto.
  • Chissà se sono in equilibrio come le salite e le discese. Sono cose che nessuno sa.
  • "Margherita, la vita è come i dolci. Puoi avere tutti gli ingredienti e le istruzioni della ricetta, ma non basta perché siano buoni."
  • La gente legge romanzi d'amore, guarda commedie romantiche, ascolta canzoni sentimentali. E pensa che l'amore riempia il vuoto della propria solitudine. Ma nessuno può riempire ciò che non ha fondo.
  • Meglio stare lontani dalla vita, altrimenti si finisce con il contrarre il vizio della bruttezza. La vita non è mai in rima, al massimo concede un'assonanza, di norma fa solo rumore.
  • Se uno ha un tesoro, non lo perde. Se lo tiene stretto a tutti i costi, è questione di vita o di morte.
  • "Non è la poesia a fare un amore, prof, ma il contrario!"
  • Si dice che la persona giusta è quella che respira allo stesso ritmo tuo. Così ci si può baciare e fare un respiro più grande...
  • La vita è più o meno così, pensò. Senza ordine, senza regole. Sfugge da tutte le parti. Ed è maledettamente priva di senso estetico.
  • L'invidia le mangiava il cuore e lei dava libero corso a quel vizio così strano: l'unico che non da' piacere a chi gli si abbandona con voluttà.
  • Sognare dentro la realtà: questo rende i sogni più grandi, veri, palpabili!
  • In ogni vita c'è un'India da raggiungere, un'America da scoprire, un miraggio da trasformare in realtà.
  • Perché ogni cosa bella troppo spesso è quello che resta di un naufragio.
  • Ma sono anche il fiore, che ama il Piccolo Principe. Sono anche il Piccolo Principe, che vuole addomesticare la volpe. Sono la volpe, che riesce a fidarsi di qualcuno, costi quel che costi. E di me si deve prendere tutto, quello che sono e quello che non sono. Ma ho una paura dannata del morso del serpente.
  • Il cuore non è altro che una fila di stanze, sempre più piccole, una immette in un'altra attraverso una porta chiusa e scale che scendono. Sono in tutto sette stanze. Il cuore del cuore è la settima, la più difficile da raggiungere, ma la più luminosa perché le pareti sono di cristallo. Gioia e dolore vengono da quella stanza e sono le chiavi per entrarci. Gioia e dolore piangono le stesse lacrime, sono la madreperla della vita, e quel che conta nella vita è mantenere intatto quel pezzetto di cuore, così difficile da raggiungere, così difficile da ascoltare, così difficile da donare, perché lì è tutto vero.
  • Lei guardava rapita un uomo capace di credere in quello che gli dici, anche se è una cosa da bambina di dieci anni. Se solo gli uomini sapessero che per amare una donna occorre amare la bambina che è in lei...
  • A osservare bene come gli altri guardano le cose si scopre chi sono e cosa vogliono, prima ancora che aprano bocca.
  • Giulio la strinse più forte, chiedendosi chi stesse abbracciando l'altro, chi dava e chi riceveva. In un abbraccio viene un momento in cui non si distingue più, e quando accadde la prima volta, qualcuno lo chiamò amore.
  • Su quel filo ondeggiante, un abbraccio donava l'equilibrio, il segno che l'amore è restare anche quando la vita ti urla di correre.
  • Ridevano: così succede dopo che la morte ti si è attaccata addosso: viene da ridere, come si ride quando si è scampati ad un pericolo. Si ride sino alle lacrime.
  • Nei film certe cose succedono perché qualcuno le fa nella realtà.
  • L'unica forza per stare in equilibrio sul filo della vita è il peso dell'amore. Le parole, il lavoro, i progetti, il successo, i progetti, il successo, i viaggi... niente basta a stare in equilibrio, né serve andare in fretta. I bravi funamboli non poggiano il piede di colpo, ma prima la punta, poi la pianta e infine il tallone. Con la lentezza scoprono ciò che appartiene a loro. Solo così il passo diventa leggero e la camminata danza.
  • Nessuna perla è uguale all'altra. Nessuna perla è mai perfettamente simmetrica. E nelle cose di questo mondo meglio tenersi lontani dalla perfezione: la luna quando è piena comincia a calare, la frutta quando è matura cade, il cuore quando è felice già teme di perdere quella gioia, l'amore quando raggiunge l'estasi è già passato. Solo le mancanze assicurano la bellezza, solo l'imperfezione aspira all'eternità.
  • Come può mancarci chi non abbiamo mai avuto? Cosa ci manca veramente: l'altro o una parte di noi stessi? O abbiamo bisogno di qualcuno che ci regali quella parte di noi stessi che ci manca? Sono cose che nessuno sa.
  • Se parti dalla consapevolezza che la meta è un capolinea, tutto il resto diventa spietatamente chiaro. Non vale la pena affannarsi, la natura va avanti benissimo senza di te, di te se ne fotte. Con la ferrea legge del più forte e quella cinica dell'autoconservazione, inesorabili, il destino di tutto e tutti si compie. L'unica libertà concessa è resistere con dignità fino al capolinea, giocando come il gatto con il topo, consapevoli però di essere il topo, non il gatto e di non avere scampo. cercare di divertirsi almeno. e poi scendere, soddisfatti. Almeno un poco. Capolinea.

L'arte di essere fragili

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  • Leopardi ebbe presa sulla realtà come pochi altri, perché i suoi erano sensi finissimi, da "predatore di felicità" e a guidarlo era una passione assoluta. La custodiva dentro di sé e la alimentò con la sua fragilissima esistenza nei quasi trentanove anni in cui soggiornò sulla Terra.
  • [Leopardi] fu un cacciatore di bellezza, intesa come pienezza che si mostra nelle cose di tutti i giorni a chi sa coglierne gli indizi, e cercò di darle spazio con le sue parole, per rendere feconda e felice una vita costellata di imperfezioni.
  • Raccontaci come si lotta per essere felici, quando tutto il mondo resiste e la corrente è contraria, perché anche noi possiamo trovare la tua chiarezza e la tua forza. Insegnaci il segreto di un cielo stellato, trecentosessantacinque giorni all'anno, di una vita che si aggrappa al futuro.
  • Ci accontentiamo di attraversare stancamente la ripetizione di giorni senza gioia. Io credo accada perché spesso alla vita preferiamo il suo rivestimento, come se chi ha ricevuto un regalo si accontentasse del pacchetto per paura di rimanere deluso.

Ogni storia è una storia d'amore

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  • Le volte che nella vita è entrato prepotente, senza preavviso, il dolore, mi è sembrato di perdermi, di non avere più risorse interiori per uscire da quel labirinto. Niente come il dolore ci impedisce di crescere, niente come il dolore ci costringe a crescere. Proprio come il dolore a poco a poco si fa strada qualcosa di nuovo, una nuova possibilità di amare. Ma quanto tempo ci vuole ad accettare il dolore ed il suo messaggio? Tutto il tempo della nuova creatura che deve nascere.
  • La nostra costitutiva fragilità non è una condanna, ma, attraverso l'amore, una possibilità di salvezza. Solo se si è amati e si ama si dà alla propria fragilità una destinazione. Per questo ogni storia è una storia d'amore: esistere è coesistere. [...] Il prezzo da pagare per la nostra salvezza è il rischio, perché niente di fa correre il pericolo di smarrirci come l'amore: da giovani perché temiamo di non trovarlo o di perderlo, da adulti perché temiamo di stancarci, di perderlo strada facendo come un'illusione di gioventù. Ma l'uomo è eroe, la donna eroina, quando accetta tutto il rischio della vita, e questo rischio si chiama amare.
  • E hai ottenuto quello che volevi da questa vita, nonostante tutto? Sì. E cos'è che volevi? Potermi dire amato, sentirmi amato sulla terra.
  • E intanto, dov'è Dio? Di tutti i sintomi, questo è uno dei più inquietanti. Quando sei felice, così felice che non avverti il bisogno di Lui, così felice che sei tentato di sentire le Sue richieste come un'interruzione, se ti riprendi e ti volgi a Lui per ringraziarlo e lodarlo, vieni accolto a braccia aperte. Ma vai da Lui quando il tuo bisogno è disperato, quando ogni aiuto è vano, e che cosa trovi? Una porta sbattuta in faccia, e il rumore di un doppio chiavistello all'interno. Poi, il silenzio. Tanto vale andarsene. Più aspetti, più il silenzio ingigantisce. Non ci sono luci alle finestre. Potrebbe essere una casa vuota. È mai stata abitata? Un tempo, lo sembrava. Ed era una impressione altrettanto forte di quella di adesso. Che cosa significa? Perché il Suo imperio è così presente nella prosperità, e il Suo soccorso così totalmente assente nella tribolazione?

Note

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  1. a b c Da «Il mio è un romanzo, non la storia di Irene», Corriere della Sera, 12 febbraio 2010.
  2. a b Da Racconto i ragazzi senza stereotipi, Sette, 17 agosto 2012.
  3. @aledavenia, su twitter.com, 16 aprile 2013. URL consultato il 28 luglio 2018.
  4. Da Fare un capolavoro, Corriere della Sera, 13 marzo 2023.
  5. Da Educazione duale, Corriere della Sera, 5 giugno 2023.

Bibliografia

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  • Alessandro d'Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue, Mondadori, Milano, 2010. ISBN 8804595183
  • Alessandro d'Avenia, Cose che nessuno sa, Mondadori, Milano, 2011. ISBN 8804609168
  • Alessandro d'Avenia, L'arte di essere fragili: come Leopardi può salvarti la vita, Mondadori, Milano, 2016. ISBN 978-88-04-66579-3
  • Alessandro d'Avenia, Ogni storia è una storia d'amore, Mondadori, Milano, 2017

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