Cosmè Tura

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Cosmè Tura, San Giorgio e il drago, 1469. Ferrara, Museo del Duomo

Cosmè Tura, noto anche come Cosimo Tura (1433 circa – 1495), pittore italiano.

Citazioni su Cosmè Tura[modifica]

Bernard Berenson[modifica]

  • Così Tura è amatissimo; come un gran maestro del grottesco, e del grottesco araldico, che ne costituisce la forma più eletta. I suoi lavori, non meno che di grottesco inconscio, pullulano d'un grottesco perfettamente voluto. Adora strane cose marine, e cose terrestri più strane che mai. Ama le bestie simboliche; e quando nel «San Giorgio e il drago» dipinge un cavallo, gli dà, come un blasonista, una superba testa araldica.
  • È probabile che egli risentisse di Donatello eccessivamente; e che i primi capolavori di Mantegna gli avessero fatto addirittura girare il capo. Chi sa, del resto, a quale pittura medievale egli reagiva: una pittura floreale, larvale; e in quella sua reazione, egli esagerò esasperatamente l'unico principio che a Padova era riuscito a conquistare. Hokusai, nell'estrema vecchiezza, soleva firmarsi: «L'uomo impazzito per il Disegno». Tura avrebbe potuto firmare, tutta la vita: «L'uomo impazzito per i Valori Tattili.»
  • Fra i giovani che corsero a Padova, nessuno più di Cosimo Tura fu naturalmente dotato, nessuno approfittò più voracemente dell'esempio di Donatello, ed ebbe più alto destino. Perché Tura fondò una dinastia di pittori, che non soltanto signoreggiò la natìa Ferrara, ma tutte le terre Estensi e la regione da Bologna a Cremona. E fu il patriarca da cui discesero Raffaello e Correggio.

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