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Daniele Santarelli

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Daniele Santarelli (1981 – vivente), allenatore di pallavolo ed ex pallavolista italiano.

Citazioni di Daniele Santarelli

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Citazioni in ordine temporale.

  • Ho sempre detto alle ragazze che avremmo lottato per il trofeo. Questa è la mia mentalità: non mi limito mai a partecipare a una competizione, voglio provare a vincere ogni competizione ogni volta.[1]
  • [...] mi considero un uomo fortunato e un allenatore fortunato perché ho l'opportunità di lavorare con i migliori giocatori del mondo [...] Mando sempre la mia energia positiva ai giocatori. Cerco di seguire i miei sogni (perché ne ho tanti) e voglio che i giocatori intorno a me seguano i loro sogni con me. Il trucco è che sono un ragazzo fortunato con un sogno che i miei giocatori, la federazione e la squadra di allenatori seguono insieme a me.[1]
  • Credo che il mio modo di essere probabilmente aiuti le giocatrici. Sono uno come loro che vive di emozioni ed esterna tutto quello che sente. Perdonatemi se esagero in certi momenti, ma davvero io ho bisogno di far questo e le ragazze lo percepiscono.[2]
  • Paola è probabilmente l'attaccante più forte al mondo. [...] Immaginare una Nazionale senza Egonu credo sia una follia.[2]
  • Conegliano è un bel richiamo per le giocatrici [...], da noi si sa che si sta bene. La grandezza di questo club è il fatto di rinnovarsi ma restare ad altissimo livello, se non addirittura migliorare.[3]

Intervista di Pietro Razzini, gazzetta.it, 21 ottobre 2022.

  • [...] la soddisfazione per ciò che è stato conquistato batte ogni tipo di stress.
  • [«C'è differenza nella gestione di una squadra di club e di una nazionale?»] Un conto è lavorare con un roster scelto dall'allenatore in tutte le sue componenti, persone con cui si vivono campo e palestra per nove mesi. Diverso è dover scegliere le migliori atlete di una nazione, averle a disposizione, più o meno, la metà del tempo allenandosi poco e giocando tante manifestazioni.
  • [«Come si costruisce una mentalità vincente?»] Lavorando giorno dopo giorno.
  • Parto sempre dal presupposto che le giocatrici debbano essere ascoltate. Sono donne ancora prima che atlete: hanno punti di vista differenti rispetto agli uomini. Ritengo utile il loro parere. Per ora ho seguito questa strada perché è più simile al mio carattere. Ma ci sono tanti modi per essere vincenti.

"Velasco mito d'infanzia. Ora il Maestro guarda i miei allenamenti"

Intervista di Luca Mercadini, Corriere dell'Umbria, 22 febbraio 2023, pp. 1; 7.

  • Ho passato ore e ore a giocare a volley, fin da ragazzino. Con gli amici legavamo un filo da un albero a un altro e giù partite su partite. Non importava se il pallone passava sopra o sotto, si continuava finché c'era luce. Gare interminabili perché tanta era la voglia di giocare.
  • A 14 anni ho deciso di giocare a volley. Gli inizi a Foligno, da schiacciatore. Ma non ero un gran saltatore, la svolta è arrivata con l'introduzione del libero. Qui mi si sono spalancate davvero le porte della pallavolo. Dalla B1 in Umbria a Terracina fino a Vicenza. [«Già, Vicenza. Non una città qualsiasi, vero?»] Beh, lì ho conosciuto mia moglie [Moki De Gennaro, libero pluridecorato della nazionale [...], ndr], lei giocava in A1 con la squadra biancorossa, io con il team maschile in B. Ci incrociavamo agli allenamenti. [...] Dovunque è andata l'ho sempre seguita. Sia da giocatore che da allenatore ho sempre cercato un club che mi permettesse di stare vicino a lei.
  • Giocavo e già facevo l'allenatore di giovanili. È sempre stato il mio pallino da quando avevo 17 anni. Dalle tre del pomeriggio alle 11 di notte in palestra. Ma non mi stancavo. Mai. Troppo forte la passione, mi facevo un mazzo così, studiavo in continuazione. Guardavo le partite di serie A e cercavo di capire cosa si poteva apprendere, dove si poteva migliorare. Diciamo che avevo la testa giusta.
  • Fino a 14 anni ho giocato a calcio e ho fatto tennis. Il pallone, però, a casa mia era bandito. I miei genitori non volevano, temevano mi potessi fare male. Ma mi piaceva troppo e allora giocavo di nascosto e per non farmi accorgere un amico mi prestava i suoi scarpini. Avevano, però, un numero inferiore al mio. Capirete la sofferenza, ma siamo alle solite. Se una cosa la desideri più di ogni altra il dolore non si sente. Ho sempre pensato che lo sport fosse la mia vita e che prima o poi sarei arrivato.
  • Giocavo e pensavo alla Generazione di Fenomeni. Sognavo di emulare i campioni. Da Bernardi tecnicamente il migliore e il più carismatico a Zorzi il cannoniere, quello che faceva più punti di tutti e colpiva la mia attenzione. E penso anche al grande Kiraly. Impensabile, oggi lui allena la nazionale femminile statunitense, ci ho giocato [...] contro, mi telefona spesso per sapere delle sue giocatrici che alleno a Conegliano. Bernardi, invece, viene a vedere i miei allenamenti come il Maestro Velasco altro mito d'infanzia insieme a Ze' Roberto.
  • Tutti vogliono capire come mai Conegliano vince tanto. Perché da 10 anni è protagonista e a ogni competizione che partecipa lo fa sempre per primeggiare. [«Per l'appunto quale è il segreto?»] La società è giovane e lungimirante, l'ambiente è sano. C'è un'alchimia che funziona alla perfezione. Il meccanismo è oleato e va alla grande. [...] Nessuno lo dice ma Conegliano vinceva anche prima del suo arrivo [riferendosi a Paola Egonu] e di quello di Sylla e Folie. Basta guardare i numeri. Noi vincenti prima e dopo il loro addio. Per i motivi che dicevo e perché De Gennaro, Kruijf e Wolosz sono le colonne, i cardini di questa squadra.

Note

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  1. a b Da un'intervista alla Fédération Internationale de Volleyball; citato in Gian Luca Pasini, "Non siamo più una sorpresa per nessuno", dal15al25.gazzetta.it, 9 agosto 2023.
  2. a b Dall'intervista di Pierfrancesco Catucci, Daniele Santarelli: «Egonu è la più forte al mondo, una follia pensare all’Italia senza di lei», corriere.it, 2 settembre 2023.
  3. Dall'intervista di Giuliano Bindoni, Daniele Santarelli: "Quest'anno abbiamo fatto qualcosa di magico", volleynews.it, 5 maggio 2024.

Voci correlate

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