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Dylan Thomas

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Dylan Thomas mentre beve una birra in un pub gallese

Dylan Marlais Thomas (1914 – 1953), poeta gallese.

Citazioni di Dylan Thomas

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  • In principio era il verbo, il verbo | che dalle solide basi della luce | astrasse tutte le lettere dal vuoto; | e dalle nebulose basi del respiro | il verbo affluì, traducendo al cuore | primi caratteri di nascita e di morte.
In the beginning was the word, the word | that from the solid bases of the light | abstracted all the letters of the void; | and from the cloudy bases of the breath | the word flowed up, translating to the heart | first characters of birth and death.[fonte 1]
  • Mi ci vogliono dieci paradossi per ricomporre in me una verità.
In me ten paradoxes make one truth.[fonte 2]
  • Nella loro rovina vedo i ragazzi dell'estate | desolare i campi d'oro, | trascurare la messe, raggelare il suolo.
I see the boys of summer in their ruin | lay the gold tithings barren, | setting no store by harvest, freeze the soils; | [...].[fonte 3]
  • Quando uno brucia i propri ponti, fa un gran bel fuoco![fonte 4]
  • Questo lato della verità | puoi non vederlo, figlio mio, | re dei tuoi occhi azzurri nel paese | dell'accecante gioventù, | che ogni cosa è disfatta, | sotto i cieli noncuranti.
This side of the truth, | you may not see, my son, | king of your blue eyes | in the blinding country of youth, | that all is undone, | under the unminding skies, | [...].[fonte 5]

Citato in Dylan Thomas. Essere un poeta e vivere di astuzia e birra

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  • Sceglierei in qualunque momento di essere un poeta e vivere di astuzia e birra.
  • La poesia, per un poeta, è il lavoro più remunerativo del mondo. Una buona poesia è un contributo alla realtà. Il mondo non è più lo stesso dopo che una buona poesia gli si è aggiunta.[fonte 6]
  • Il momento magico d'una poesia è sempre casuale. Nessun poeta faticherebbe tanto su questa complicata arte che è il far poesia se non sperasse in un improvviso e accidentale verificarsi di quel momento. [...] E la poesia migliore è quella in cui le parti faticate e non magiche sono più vicine, per struttura e intensità, a quei momenti di casuale magia.[fonte 6]
  • La posizione che un poeta assume di fronte alla guerra è la posizione eretta.
  • Quello che mi piace è trattare le parole come un artista il suo legno o pietra o quello che volete, per tagliarle, scolpirle, avvolgerle, spianarle e lucidarle in disegni, sequenze, sculture, fughe di suoni.[fonte 7]
  • Sono un gallese, sono un ubriacone, e amo il genere umano, specialmente la parte femminile.[1]
  • Un alcolizzato è qualcuno che non vi piace che beve quanto voi.
  • Uomo sii la mia metafora.

Poesie

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Ritratto di Dylan Thomas realizzato da Jessica Dismorr nel 1935
  • La forza che nella verde miccia spinge il fiore | spinge i mei verdi anni; quella che fa scoppiare le radici degli alberi | è la mia distruttrice. (La forza che nella verde miccia, p. 17)
  • Rinchiuso in una torre di parole, | traccio sull'orizzonte che cammina con gli alberi | verbali forme di donne e le file | dei bimbi nel parco nel parco che hanno gesti di stella. | Fatemi farvene alcune con vocali di faggi, | alcune con voci di quercia, dirvi note | dalle radici di molte spinose contee. | Fatemi farvene alcune con discorsi dell'acqua. (Specialmente se il vento d'ottobre, p. 21)
  • Svuotato è il cuore che, compitando nello zampettio | dell'alchemico sangue, avvertiva l'avvento della furia. (Specialmente se il vento d'ottobre, p. 23)
  • La luce appare dove non splende sole; | dove non scorre mare, le acque del cuore | spingono i loro flutti; | e, sparsi fantasmi con lucciole nel capo, | le creature di luce | sfilano lungo la carne dove nessuna carne copre le ossa. (La luce appare dove non splende sole, p. 25)
  • L'alba appare dietro gli occhi; | dai poli del cranio e dall'alluce il sangue ventoso | scivola come un mare; | non picchettati, non recinti, i pozzi del cielo | sgorgano sotto la verga | che divina in un sorriso il petrolio del pianto. (La luce appare dove non splende sole, p. 25)
  • La luce appare su segreti apprezzamenti, | sugli scarti del pensiero dove i pensieri esalano alla pioggia; | quando le logiche muoiono, | il segreto del suolo cresce attraverso l'occhio | e il sangue balza nel sole; | sopra i terreni esausti l'alba arresta il suo corso. (La luce appare dove non splende sole, p. 25)
  • Tutto tutto e tutto gli aridi mondi sollevano, | piattaforma del ghiaccio, il solido oceano, | tutto dal petrolio, dal pestare della lava. (Tutto tutto e tutto gli aridi mondi sollevano, p. 37)
  • Qui in primavera, le stelle navigano il vuoto; | qui nell'inverno ornamentale | il nudo cielo viene giù a rovesci; | l'estate seppellisce l'uccello nato in primavera. (Qui in primavera, p. 45)
  • La mano che firmò il trattato abbatté una città; | cinque dita sovrane tassarono il respiro, | raddoppiarono il globo dei morti e dimezzarono un paese; | quei cinque re misero a morte un re. (La mano che firmò il trattato, p. 57)
  • Dai sospiri nasce qualcosa, | ma non dolore, questo l'ho annientato | prima dell'agonia; lo spirito cresce, | scorda, e piange. (Dai sospiri, p. 59)
  • Mi fu detto: ragiona con il cuore; | ma il cuore, come la testa, è un'inutile guida. (Splendessero lanterne, p. 59)
  • La palla che lanciai giocando nel parco | ancora non ha raggiunto il suolo. (Splendessero lanterne, p. 59)
  • Ribellati alle leggi della luna | e al parlamento del cielo, | al governo del mare perverso, | a tirannia del giorno e della notte, | a dittatura del sole. (Cerca la carne su ossa, p. 61)
  • I morti nudi saranno una cosa | con l'uomo nel vento e la luna d'occidente; | quando le loro ossa saranno spolpate e le ossa pulite scomparse, | ai gomiti e ai piedi avranno stelle; | benché impazziscano saranno sani di mente, | benché sprofondino in mare risaliranno a galla, | benché gli amanti si perdano l'amore sarà salvo; | e la morte non avrà più dominio. (E la morte non avrà più dominio, p. 65)
  • Quando i miei cinque e campagnoli sensi vedranno | le dita scoderanno i verdi pollici e con l'occhio | vegetale della luna dell'unghia indicheranno, | manciata di zodiaco e pula di giovani stelle, | amore spellato nel gelo e affidato all'inverno. (Quando i miei cinque e campagnoli sensi vedranno, p. 79)
  • Dopo la prima morte, non ce ne saranno altre. (Rifiuto a piangere la morte tra le fiamme d'una bambina di Londra, p. 103)
  • E io vidi in quel mutamento così chiaramente i mattini | dimenticati d'un bimbo che camminava con la madre | attraverso le parabole | della luce del sole | e le leggende delle verdi cappelle. (Poesia in ottobre, p. 107)
  • Amico da nemico io ti sfido. || Tu con monete false nelle borse degli occhi, | tu amico mio dall'aria accattivante | che mi appioppasti la menzogna | mentre spiavi bronzeo i miei più gelosi pensieri.[2] (Ad altri da te, p. 115)
  • Che sebbene li amassi per i loro difetti | quanto pei loro pregi, | i miei amici non erano che nemici sui trampoli | con le teste in una nuvola d'astuzia.[2] (Ad altri da te, p. 115)
  • Quand'ero giovane e ingenuo sotto i rami del melo | presso la casa armoniosa e felice come l'erba verde, | la notte alta sulla valletta stellata, | il tempo mi lasciava esultare e arrampicarmi | dorato nel fulgore dei suoi occhi, | e fra i carri ero il principe onorato della città del miele. (Colle delle felci, p. 213)
  • Non andartene docile in quella buona notte, | i vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno; | infuria, infuria, contro il morire della luce. || Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta, | perché dalle loro parole non diramarono fulmini; | non andartene docile in quella buona notte.[3] (Non andartene docile in quella buona notte, p. 231)
  • E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi, | benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego. | Non andartene docile in quella buona notte. | Infuriati, infuriati contro il morire della luce. (Non andartene docile in quella buona notte, p. 231)
  • La fede nel divino risolverebbe molte cose, | perché allora il vento fallace sarebbe con certezza | vento del diavolo, e l'alta trinità | sarebbe incolpevole dei misfatti ventosi. (Con i mulini a vento che girano a rovescio, p. 295)

Ritratto del poeta attraverso le lettere

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  • Contengo in me una bestia, un angelo e un pazzo. E la mia ricerca riguarda la loro azione, e la mia difficoltà consiste nel loro soggiogamento e nella loro vittoria, negli abbassamenti e nei sollevamenti, e il mio sforzo è la loro autoespressione.
  • Tutto ciò che è nascosto dovrebbe essere messo a nudo. Essere spogliati dall'oscurità significa essere puliti, spogliare dall'oscurità è rendere puliti.
  • La mia poesia è, o dovrebbe essermi, utile per una sola ragione: è il resoconto del mio sforzo individuale per passare dall'oscurità a una qualche misura di luce.
  • È ingiusto tutto ciò che vieta la libertà dell'individuo. I governi sono ingiusti perché sono i comitati dei proibenti; le rotative sono ingiuste perché ci nutrono di ciò con cui vogliono nutrirci, e non di ciò che desideriamo mangiare; le chiese sono ingiuste perché standardizzano i nostri dei, perché etichettano la nostra morale, perché lodano la morte di un Cristo scomparso e temono il pianto di un nuovo Cristo nel deserto; i poeti sono ingiusti perché la loro visione non è una visione, ma uno strabuzzare gli occhi; guardano il mondo d'oggi e tuttavia i loro occhi sono rivolti all'indietro lungo le strade dei secoli trascorsi, mai verso l'enorme, elettrica promessa del futuro.
  • Ci sono ingiustizia, confusione, criminale ignoranza, virtù corrotta e invertita, ipocrisia e cecità di pietra in ogni sfera della vita. Se soltanto per un momento il mondo occidentale potesse far cadere i veli che, fin dai tempi della Riforma, gli si sono attaccati addosso come le croste di una malattia, e guardare, con occhi illuminati, il cesso che ha creato, la grandezza che ha spaccato e strangolato, l'inedia che ha promosso, le perversioni e le ignoranze che ha insegnato, alla fine morirebbe di vergogna. E noi, che non abbiamo vissuto abbastanza per essere completamente corrotti, potremmo costruire con le sue ossa, buone per concime, la base di una civiltà giusta e ragionevole.
  • Una mia poesia ha bisogno di una schiera di immagini... Io creo un'immagine – sebbene "creo" non sia la parola giusta; lascio, forse, che un'immagine "si crei" in me emozionalmente, e poi vi applico quel tanto di potere intellettuale e critico che posseggo – lascio che ne generi un'altra, lascio che questa nuova immagine contraddica la prima, faccio, della terza immagine, generata dalla contraddizione delle altre due, una quarta immagine contraddittoria, e le lascio tutte, nei limiti formali che mi sono imposto, cozzare insieme. Ciascuna immagine contiene in sé il germe della propria distruzione, e il mio metodo dialettico, così come io lo intendo, è un costante ergersi e crollare delle immagini che si sprigionano dal germe centrale, che è esso stesso distruttivo e costruttivo allo stesso tempo... Dall'inevitabile conflitto delle immagini cerco di concludere quella pace momentanea che è la poesia.
  • Un poesia è, o dovrebbe essere, un tratto impermeabile del fiume che sta scorrendo in tutte le direzioni, e tutte le immagini in conflitto entro di esso dovrebbero essere riconciliate per quel breve fermarsi del tempo.
  • Tutto ciò che facciamo evoca un demone.
  • Nella vita devi tirare avanti mediocremente con la routine del guadagno, innamorarti, accoppiarti e morire. L'artista differisce dai suoi simili in questo: per lui non si tratta dell'unico mondo, lui ha la luminosità interiore.
  • Non importa se i tuoi scritti saranno pubblicati o no. È meglio un fascio di fogli sui quali ti sei sforzato per qualcosa per cui valeva la pena di lottare, che un racconto in ogni rivista e la fama internazionale.
  • L'artista non ha alcuna necessità di fare qualsiasi cosa: egli è una legge di per sé, e la sua grandezza o la sua modestia salgono e scendono in base a ciò.
  • La scrittura automatica è indegna come letteratura, interessante che possa essere per lo psicologo e il patologo... La mia facilità, come la chiamano, è in realtà un lavoro tremendamente duro. Scrivo alla velocità di due versi l'ora. Ho scritto centinaia di poesie e ognuna mi è costata ore e ore di dolore, sudore e tortura cerebrale.
  • Io non voglio esprimere soltanto ciò che altre persone hanno sentito; voglio lacerare qualcosa e mostrare quanto non hanno mai veduto.
  • Le leggi medievali di questo emisfero corrotto hanno imposto una verginità più o meno obbligatoria durante il periodo della vita in cui la verginità dovrebbe essere considerata un reato contro i dettami del corpo. Durante l'adolescenza, quando il sangue e il seme della carne che cresce necessitano, per la prima volta e come non mai, di comunione e contatto con il sangue e il seme di un'altra carne, i rapporti sessuali sono considerati inutili e impuri.
  • Questa è l'arte d'oggi: posa, simulazione, plagio, e tutti gli artifici di una generazione condannata.
  • La sostanza della vita è e sarà sempre per me meno dell'irrealtà.
  • Non vi è nulla su questa terra di Dio che sia, di per sé, una brutta cosa; è la malattia della mente, ed è l'oscenità della mente a rendere una cosa oscena.
  • Nulla a questo mondo è privo di interesse. Come può non rivestire interesse una cosa che sia a questo mondo, che abbia il mondo intorno a sé, che abbia incluse in sé le associazioni di milioni e milioni di menti?
  • Voglio credere alla magia di questo ardente e stupefacente universo, al significato e al potere dei simboli, al miracolo di me stesso e di tutti i mortali, alla divinità che è così vicina a noi e che tanto anela ad essere più vicina, alla sbalorditiva, dannata meraviglia del cielo che io posso vedere sopra di me e pensare sotto di me.
  • Voglio dimenticare tutto ciò che ho scritto finora e ricominciare daccapo, informato di una nuova meraviglia, svuotato di tutta la mia antica tristezza e liberato dalla sofisticazione che è malattia.
  • Voglio credere, credere in eterno, che il cielo è essere, una condizione di essere, e che il solo inferno è l'inferno di me stesso. Voglio bruciare il cielo con le sue stesse fiamme. Voglio vivere e amare ed essere amato; voglio lodare ed essere lodato, voglio dormire e destarmi, e considerare il mio sonno soltanto come un altro risveglio; voglio vivere e morire.
  • L'universo è selvaggio e colmo di meraviglie.
  • La società dovrebbe conformarsi all'uomo, non ostacolarlo; ma è cresciuta corrotta con il suo bambino capitalista, e soltanto il socialismo rivoluzionario può ripulirla.
  • Guardiamo una cosa mille volte; forse dovremmo guardarla un milione di volte prima di vederla per la prima volta.
  • La manna di Dio non è la minestra tiepida e inamidata delle cappelle, ma i chicchi incandescenti dell'amore e della vita distribuiti ugualmente e imparzialmente tra noi tutti, e alle radici del nostro essere sta non l'avidità di proprietà o di denaro, ma il desiderio, grande quanto l'universo, di esprimere noi stessi liberamente e fino agli estremi limiti delle nostre capacità individuali.
  • Mi sembra assurdo che tutta la buona poesia debba necessariamente essere semplice. Non vedo alcuna necessità per cui le più grandi verità del mondo, e le più grandi variazioni di tali verità, dovrebbero essere così semplici da essere capite dalla mente più ingenua. Vi sono cose, e cose preziose, così complicate che anche colui il quale ne scrive non capisce che cosa sta scrivendo.
  • La vita scorre davanti alle finestre e io la odio ancor più di minuto in minuto. Vedo i gesti triti e ritriti, i sorrisi compiti, le cellule grigie che girano intorno al nulla sotto le pie bombette. [...] I passanti sono spaventosi. Li vedo in tutti i loro piccoli orrori.
  • Sto diventando più oscuro di giorno in giorno. È per me una sofferenza fisica, adesso, scrivere poesia. [...] Non sarò mai compreso. Credo che non manderò altre poesie, ma scriverò soltanto racconti. [...] Sono un eccentrico utente di parole, non un poeta. Questa è la reale verità. Nessun autocompatimento in questo caso. Un eccentrico utente di parole non è un poeta. È terribilmente vero.
  • Quelle che noi consideriamo perversioni sono, per la maggior parte, sentieri appartati sani e naturali della vita sessuale.
  • Il demone alcol da qualche tempo è divenuto un amico un po' troppo opprimente e un po' troppo intimo.
  • Lo scopo di una poesia è il segno che essa stessa produce: è la pallottola e il centro del bersaglio; il bisturi, il tumore, il paziente. Una poesia si muove soltanto verso la propria fine, che è l'ultimo verso. Ogni altra cosa più in là di questa è la sostanza problematica della poetica, non della poesia.
  • Non ho niente da sciogliere nel bicchiere di birra, tranne una libbra d'amore.
  • Il solo modo che io conosca di parlare di poesie – delle poesie di altri – (a meno che non siano tutte perfette, il che significa a meno che non siano state scritte in Paradiso con la Waterman di un Gabriele alato, intinta nel nettare e nel sangue di Dio) consiste nel tentare di esaminarle nei particolari per quanto concerne il suono e la forma e il colore. Del significato di una poesia non si può, in quanto poeti, parlare in alcun modo costruttivamente: questo compito va lasciato ai teorici, ai logici, ai filosofi, ai sentimentali eccetera.
  • Bisogna sentire e pesare la forma, il suono, il contenuto di ogni parola in rapporto alla forma, al suono, al contenuto eccetera delle parole intorno ad essa. Non è soltanto il significato delle parole che deve svilupparsi armonicamente, ogni sillaba contribuendo alla singola esistenza della successiva, ma è anche questo che immette nelle parole la loro vita particolare: il suono, cioè, da esse prodotto nell'aria e nell'orecchio, i contorni entro i quali giacciono sulla pagina e nella mente, i loro colori e la loro densità.
  • Preferisco di gran lunga leggere i versi degli altri, anziché i miei: li trovo più chiari. Un'ora di miei versi a voce alta è un inferno, e produce grandi chiazze brucianti di fronte alla mente.
  • Mio mondo felice, buffo, maledetto, peccaminoso, osceno, bello. Oh, perché non sono con te, mio tesoro!
  • Mi piacciono le cose difficili a scriversi e difficili a capirsi; mi piace "controbilanciare i contrari" con immagini segrete; mi piace contraddire le mie immagini dicendo due cose alla volta con una sola parola, quattro con due e una con sei. Ma quel che mi piace non è una teoria, anche se do stabilità con il dogma alle mie preferenze personali. La poesia, pesante nella tara anche se agile, dovrebbe essere orgiastica e organica come una copulazione, dividendo e unificando, personale ma non privata, propagando l'individuo nella massa e la massa nell'individuo. Secondo me dovrebbe agire dalle parole, dalla sostanza delle parole e dal ritmo delle parole sostanziali messe insieme, e non verso le parole. La poesia è un mezzo, non una stimmate sulla carta. Gli uomini dovrebbero essere forniti di due arnesi e la gamba di mezzo di un poeta è la sua matita. Se la sua fallica matita si trasforma in un trapano elettrico, spezzando il catrame e il cemento del linguaggio assottigliato dalle gomme del triciclo dei poeti della natura e dalle pesanti sei ruote dei Sir accademici, tanto meglio; ed è il lavoro che conta, il genio essendo così spesso una capacità di dolorose sofferenze.
  • Devo rovinarmi di nuovo la salute: mi sento così assurdamente bene...
  • Voglio costruire poesie grosse e solide abbastanza perché la gente possa camminarvi e sedervi sopra, mangiarvi e bere e farci l'amore.
  • A prima vista, sembra che non vi sia alcuna realtà in questa vita: è tutta un'enorme facciata di rapidità ed efficienza e potenza dietro la quale milioni di piccoli individui stanno lottando, invano, alle prese con le loro ansie.
  • Il fronte del porto a Genova è meraviglioso. Caldo e colori e sporcizia e rumori e vicoli chiassosi e malfamati, con tutta la biancheria del mondo appesa alle alte finestre. (lettera del 5 maggio 1947 a D. J. e Florence Thomas; p. 341)

Incipit di Ritratto dell'artista come giovane cane

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Il carretto verde-erba con scritto sopra, in lettere sbilenche, «J. Jones – Gorsehill», andò a fermarsi nello stretto vicolo tra l'osteria della Goccia d'Oro e quella dello Zampetto di Lepre.[fonte 8]

Citazioni su Dylan Thomas

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  • Forse è nella poesia di Dylan Thomas che si compie uno dei passaggi fondamentali: la natura non è più sentita come alterità, il tessuto delle analogie distrugge la distizione tra l'uomo e il coacervo della materia vivente. Il passo più in là è quello della pittura informale, che affonda nella continuità della vita biologica che tutti ci percorre. (Italo Calvino)
  • Il volto e la pelle avevano il gonfiore provocato dall'eccesso del bere, il naso era un bulbo rosso e gli occhi erano vitrei. Continuava ad essere preoccupato per sua moglie, e mi disse che avrebbe dovuto tornare presto nel Galles, altrimenti sarebbe stato troppo tardi. (Igor Strawinsky)
  • La parola balenava nei versi magici di Dylan Thomas come un raggio di sole riflesso in un orecchio. (Charlie Chaplin)
  • La sua voce non assomigliava a nessun'altra; lo spirito è quello dell'origine delle cose create; non v'è qui traccia d'immaginazione separata, di sovrastruttura. Dalle profondità dell'Essere, dalle radici del mondo, una voce parla. Dylan vedeva il mondo come un'aspra terra rotolante, come una sede della gioia e delle sante guerre dello Spirito. Con lui tutto è preghiera e lode. (Edith Sitwell)
  • L'idea che lo sforzo creativo e le sostanze che alterano la mente siano strettamente legati è una delle grandi mistificazioni pop-intellettuali del nostro tempo. I quattro scrittori del ventesimo secolo il cui lavoro è soprattutto responsabile di questa mitologia sono probabilmente Hemingway, Fitzgerald, Sherwood Anderson e il poeta Dylan Thomas. [...] Lo scrittore tossicodipendente è nient'altro che un tossicodipendente, sono tutti in altre parole comunissimi ubriaconi e drogati. La pretesa che droghe e alcol siano necessari per sopire una sensibilità più percettiva non è che la solita stronzata autogiustificativa. [...] Hemingway e Fitzgerald non bevevano perché erano creativi, diversi o moralmente deboli. Bevevano perché è quello che fanno gli alcolisti. Probabilmente è vero che le persone creative sono più vulnerabili di altri all'alcolismo e alla dipendenza dagli stupefacenti, e allora? Siamo tutti uguali quando vomitiamo ai bordi della strada. (Stephen King)
  • Oggi con la rabbia | dei miei cinquantadue anni | con timore e stupore insieme ti saluto | spettro fraterno di Dylan Thomas | che tanto giovane sapesti | mettere fuoco nelle parole | incendiarle | e farle esplodere con fragore e | con Dio nell'infinito. (Miltos Sachtouris)

Note

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  1. Rispondendo alla dichiarazione di Thomas S. Eliot: «In politica sono un monarchico, in religione un anglocattolico, in letteratura un classicista».
  2. a b Poesia recitata nel film Una canzone per Bobby Long (2004). Cfr. doppiaggio italiano: «Amico, io da nemico, ti voglio sfidare. | Tu che hai monete false nelle borse dei tuoi occhi, | tu, amico mio, con quella tua aria accattivante | che per vera mi rifilasti la menzogna mentre spiavi | bronzeo i miei segreti | e un martello contro il mio cuore; | che per quanto li amassi per i loro difetti, | come pure pei loro pregi, | i miei amici non erano nemici sui trampoli | con la testa tra le nuvole d'astuzia.»
  3. Poesia citata più volte nel film Interstellar (2014).

Fonti

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  1. (EN) Da In the beginning, allpoetry.com.
  2. (EN) Da Notebook 3, 39, luglio 1933; in The Notebooks of Dylan Thomas, New Directions, 1967, p. 315.
  3. (EN) Da I see the boys of summer, allpoetry.com.
  4. Citato in Selezione dal Reader's Digest, dicembre 1962.
  5. (EN) Da This side of the truth, allpoetry.com.
  6. a b Da Sulla poesia, trasmissione radiofonica alla BBC, giugno 1946.
  7. Da Poetic Manifesto, Texas Quarterly, inverno 1961.
  8. Citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993.L'incipit citato in Papi, Presutto, Renzi, Stella, Incipit (Skira, 2018. ISBN 9788857238937), indicato dell'opera Ritratto dell'artista da cucciolo e con traduzione non indicata, è: Il carretto color erba, su cui stava scritto in caratteri malsicuri J. Jones Gorsehill, si fermò sull'acciottolato del vicolo cieco tra la Zampa di lepre e la Goccia d'ambrosia.

Bibliografia

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  • Paul Ferris, Dylan Thomas. Essere un poeta e vivere di astuzia e birra, Mattioli, 2008.
  • Dylan Thomas, Poesie (Poems), testo a fronte, introduzione e cura di Renzo S. Crivelli, traduzione e note al testo di Ariodante Marianni, Einaudi, Torino, 2016. ISBN 88-06-23121-7
  • Dylan Thomas, Ritratto del poeta attraverso le lettere, traduzione di Bruno Oddera, Einaudi, Torino, 1970.

Altri progetti

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