E Johnny prese il fucile
E Johnny prese il fucile
Titolo originale |
Johnny Got His Gun |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 1971 |
Genere | drammatico, guerra |
Regia | Dalton Trumbo |
Sceneggiatura | Dalton Trumbo e Luis Buñuel |
Produttore | Bruce Campbell |
Interpreti e personaggi | |
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E Johnny prese il fucile, film statunitense del 1971 di Dalton Trumbo con Timothy Bottoms e Donald Sutherland.
Colonnello: Come avete fatto a trovarlo così presto?
Capitano: La sanità ha sentito arrivare la bomba, e quanto pare anche lui. Petto e ombelico sono salvi... Strano: si piegano sempre in due come se in posizione fetale.
Colonnello: Pensano a proteggersi i genitali.
Capitano: Be', lui ci è riuscito.
Colonnello: C'è altro per identificarlo?
Capitano: No, signore.
Colonnello: Allora possiamo portarlo via. Me ne occuperò personalmente finché non si saranno cicatrizzate le ferite.
Capitano: Potrebbe passare molto tempo, colonnello Tillery.
Colonnello: Non le sembra, capitano, che valga la pena sacrificare anche un anno di vita pur di seguire un caso simile? [...] Come avete visto, l'unica zona del cervello che non è stata danneggiata è il midollo. È solo per questo che il cuore, la circolazione e i centri respiratori continuano a funzionare. In breve, egli vive. [...] Ferito non identificato numero 4-7, in cura dal colonnello Mark Tillery del corpo medico dell'esercito americano. Il cervelletto gli consente movimenti fisici limitati, ma sono movimenti che non hanno alcun significato. Se diventassero violenti o si ripetessero con insistenza, vanno trattati come spasmi muscolari riflessi, e cioè con sedativi. Il cervello ha subito danni gravissimi che non possono essere guariti, se non ne fossi sicuro, non lo avrei lasciato vivere. Non c'è nessun motivo che continui a vivere a meno che suo tramite, non impariamo ad aiutare altri come lui. Abbiatene cura come se sapesse quello che state facendo e soffrisse se non lo trattate come si deve. Il personale che lo curerà dovrà ricordarsi che un vero medico non deve farsi coinvolgere emotivamente dal paziente. Evitate quindi di farvi coinvolgere ricordandovi che un individuo privo di riflessi non può provare dolore, piacere, memoria, sogni, pensieri. Ne consegue che questo giovanotto non avrà sensazioni né pensieri, come i morti, fino a quando non li raggiungerà.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Kareen? ...Ma che è successo? ...Dove sono? C'è buio, qua... Perché hai spento le luci? (Joe)
- Non posso pregare così. Posso dire solo mio Dio, non farlo andar via, fa' che non sia ucciso. (Kareen)
- Perché non accendono le luci? C'è così buio qui! È buio e tranquillo... Sento persino il sangue che mi pulsa nelle vene... Ma non sento le pulsazioni nelle orecchie... Quando non si sentono le pulsazioni vuol dire che si è sordi. Sei sordo, Joe, sordo! Ma forse no... Forse sto soltanto sognando. Forse... Ahi, mi fa male! ...Sento il sudore che mi scorre lungo la pelle... una pelle calda, umida, tutta coperta di bende... Anche testa! È chiaro che mi hanno colpito seriamente. (Joe)
- La mia faccia... C'è qualcosa che non va con la mia faccia. (Joe)
- Qui si gioca d'azzardo. Le scommesse sono alte. Quello che dirige il gioco fissa le poste durante tutto il giorno e tutta la notte. Ogni tanto lascia che gli altri vincano. Ma se uno gioca troppo a lungo, allora perde. E se si perde, non si può tornare indietro. In nessun modo. (Joe)
- Dio, hanno continuato a tagliare. Certo, è molto meno costoso tagliare una gamba che non ricucirla. Con una guerra che continua ad andare avanti, non hanno molto tempo. Sono tutti stanchi. Ma come può un medico ridurre un uomo allo stato in cui mi trovo ora e lasciarlo vivere? (Joe)
- Sto vivendo un incubo. Sento una voce che mi dice che esisto! Svegliami, mamma, dimmi che non è vero! (Joe)
- Non c'è realtà più grande per chi si sveglia dal sonno di un'esistenza mortale del sogno che abbiamo sognato dormendo. (Madre di Joe)
- Non voglio più sentir dire che Dio è amore perché se no finirò con l'odiarlo. (Joe)
- Abbracciami, figliolo. Ho bisogno del tuo calore per tenere lontano il freddo della morte. (Padre di Joe)
- Penso che sia sempre così; ogni uomo deve affrontare la morte, da solo. (Padre di Joe)
- Non so se sono vivo e sto sognando, o se sono morto e sto solo ricordando. Sto invecchiando? I miei capelli sono diventati grigi? Verrà qualcuno a farmi visita? Oh, spero di no, no! Non voglio proprio che mi si veda in questo stato. Ho molta nostalgia di casa, ma non mi avrebbero mandato così lontano se non avessi tutti questi tubi e queste cose addosso. No, no... No: molto probabilmente sono in qualche ospedale francese o forse inglese... Almeno non ho male ai denti! (Joe)
- Sono il padrone, questo è champagne, buon Natale! Sono il padrone, questo è champagne, buon Natale! Sono il padrone, questo è champagne, buon Natale! (Proprietario del panificio dove lavorava Joe)
- Sai, è una cosa buffa... io ero un bravo calzolaio, valevo molto di più. Sapevo badare ai cavalli, avevo una mucca che era sempre in ottima salute, mi dava ogni giorno tanto di quel buon latte... Mi sono sempre procurato da solo il cibo. Avrei potuto coltivare un campicello, costruirmi una bella casetta in cima a una collina con una bella strada... ma non ho mai saputo come si fanno i soldi. Accidenti, se sono mai riuscito a sfondare! Vedi, figliolo, il guaio della vita è che uno lavora tanto e poi... Già... Non riesce a goderla. (Padre di Joe)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Kareen: Joe, potrei chiederti una cosa? Perché vuoi fare il volontario?
Joe: Sei mesi dal momento della firma, e poi Pinky e Larry sono già andati.
Kareen: Potevi farti esonerare per via di tua sorella.
Joe: Mia madre ce l'ha un lavoro e quando il paese ha bisogno di te devi andarci. Anche tu, sai?
Kareen: Per me non dovrebbe andarci nessuno... Ti uccideranno...
Joe: Oh, potrei anche essere ucciso mentre sto attraversando la strada, ma ci starò attento, tesoro, non preoccuparti!
Kareen: Un sacco di gente pensa di non morire e poi muore.
Joe: Ma un sacco di gente torna, anzi, la maggior parte!
Kareen: Ma io penso a quelli che non sono più tornati... Se dovesse capitarti qualche cosa io ne morirei.
Joe: Ma su, non parlare così... io ti amo. Anche tu, vero?
- Padre di Joe: Non ho niente a questo mondo che valga qualche cosa. La casa piccola, il lavoro piccolo, anche il mio stipendio è piccolo, un figlio piccolo. Oh, a pensarci bene neanch'io sono davvero un gigante. Tutto quello che mi circonda è piccolo, modesto, tranne questa canna da pesca. E ogni anno ci avvolgo sul rocchetto il miglior filo di seta. E la vernice? Viene dalla Cina. È la migliore del mondo! Guarda che roba, la migliore ambra. Nessuno ha una canna da pesca come questa, nemmeno il direttore della banca. La mia vita è così povera e squallida che senza questa canna niente mi distinguerebbe dagli altri, niente mi distinguerebbe dagli altri, niente. Ecco perché le voglio bene.
Joe: Dimmi, papà, le vuoi bene più di me?
Padre di Joe: Naturalmente, che cos'hai per essere un uomo diverso dagli altri? Non hai niente di speciale.
Joe: Invece sì, papà.
Padre di Joe: Che cosa?
Joe: Ora non sono niente di speciale, ma un giorno lo sarò.
Padre di Joe: Certo che lo sarai. Non stai forse per restituire la democrazia al mondo libero?
Joe: Cos'è la democrazia?
Padre di Joe: Mah, con precisione non lo so nemmeno io... È come una specie di governo. Riguarda però i giovani che si uccidono tra di loro, se non mi sbaglio.
Joe: I vecchi non si uccidono tra di loro?
Padre di Joe: I vecchi mantengono acceso il focolare nelle case.
Joe: Perché, non lo potrebbero fare anche i giovani?
Padre di Joe: Sì, ma vedi, i giovani non hanno una loro casa, ecco perché debbono andare ad ammazzarsi tra loro.
Joe: Quando verrà il mio turno tu vorrai che ci vada?
Padre di Joe: Per la democrazia, ogni uomo deve dare anche l'unico figlio che ha.
- Joe: In una situazione come questa, bisogna pensare per riuscire a non pensare. Ci sono otto pianeti: la Terra, Venere, Marte, Giove, Mercurio... Che succede?!? C'è qualcosa che si muove! È un topo! È uno di quegli enormi topi che si vedono nelle trincee! Aiuto, uccidetelo!!! Non può essere un topo... non lascerebbero mai che dei topi andassero in giro a mangiare i pazienti in un posto come questo, è un sogno. No, non è un sogno, è un topo, sta venendo! Sta venendo!! No... no, no, no, no, no! Non lasciate che mi faccia male, no! No, no! Noo!!! È vicino... è già sul petto! Mi fa paura... Coraggio, resisti... non ti farà male... [il topo gli salta in faccia] Ahhhh! ...Dove è andato a finire? Qualcuno l'ha ucciso o si è solo allontanato? E se dovesse tornare? È stato un sogno, deve essere stato un sogno. Ma come dire se è stato un sogno o una cosa reale? Se non posso nemmeno dire se sono... se sono sveglio o sto dormendo! Forse il topo è una cosa reale e l'infermiera qua vicino è un sogno... Oh, Gesù mio, sarò mai in grado di dire qual è la differenza?
Gesù: La cosa da fare è gridare. Qualche volta, anche adesso, la notte continuo a sognare che qualcuno mi vuole uccidere, e mio padre e mia madre che scappano con me in Egitto, sento il rumore dei soldati che ci inseguono, le loro urla... anch'io urlo, e le mie urla mi svegliano. Allora mi rendo conto che è un sogno. Quindi, devi solo gridare.
Joe: Il fatto è che non posso gridare, non posso nemmeno mormorare.
Gesù: Mormorare non servirebbe a granché. Un altro modo è poter dire a sé stessi: "Aspetta un momento, questo è solo un incubo, e devo svegliarmi per allontanarlo" e poi obbligare gli occhi ad aprirsi, il sogno svanirà.
Joe: Non posso aprire gli occhi, non li ho...
Gesù: La cosa diventa complicata... La sola cosa da fare, allora, è liberare la tua mente prima di dormire. Di' a te stesso: "Adesso mi addormento e non voglio avere nessun incubo". Si può fare, sai. Davvero! A poco a poco ti addormenterai...
Joe: Ma io non dormo, non ho nessun motivo per dormire.
Gesù: Nessuno? Forse bisognerebbe affrontare questo problema in altro modo: pensiamo che si tratti di un sogno, come se tu stessi dormendo, quando siamo svegli abbiamo un certo tipo di sogno, quando invece dormiamo ne abbiamo un altro. La differenza è che i sogni di giorno li controlliamo noi, mentre invece quelli di notte ci controllano. Pensaci un po'... Quando sogni che c'è quel topo, controlli il tuo sogno, o è il sogno che controlla te?
Joe: Lui controlla me, sì.
Gesù: Perfetto... se il topo ci fosse realmente, lo cacceresti, vero?
Joe: Ma certo!
Gesù: Quindi solamente il fatto che non lo cacci via prova che si tratta di un sogno.
Joe: Sì! Sì, io... No, non funziona: anche se il topo fosse vero, non potrei cacciarlo via perché mi mancano le due braccia.
Gesù: Niente braccia?
Joe: No, non ho più niente... sono solo un pezzo di carne che continua a vivere.
Gesù: Se vivi davvero, è un incubo più grande di tutti i tuoi sogni. E sarebbe crudele pretendere che qualcuno ti aiuti. Hai bisogno solo di un miracolo.
Joe: No! Non di un miracolo! Dimmi solo che il topo è reale e lo stato in cui sono è un sogno!
Gesù: Sarebbe meglio che te ne andassi, ora. Non sei molto fortunato e questa volta è andata proprio male.
Joe: Me ne vado, ma prima devi dirmi una cosa: siamo proprio qui io e te insieme o anche questo è un sogno?
Gesù: È un sogno.
Joe: Come lo sai?!
Gesù: Perché è solo un sogno.
Joe: No, non ti credo!
Gesù: Nessuno mi crede. Ecco perché io sono così reale. Sono come tutti i sogni che non diventano realtà.
- Joe: È notte... Se posso capire la differenza fra il giorno e la notte, comincio a capire il tempo. Fa caldo di nuovo. È mattina e mi stanno cambiando le lenzuola. Adesso è notte. È di nuovo mattino, mi stanno pulendo. Un giorno mi cambiano, un giorno dopo mi fanno il bagno. Notte, notte, giorno, notte... Come fare a tenere conto dei giorni? Ho trovato! Disegno una lavagna nella mia mente e ci metto un punto per ogni giorno. Cinque, sei, sette giorni! Ora metto un punto lassù nell'angolo per la settimana, cancello i giorni e ricomincio. Ecco, quattro settimane! Così va bene, cancello le settimane e segno un mese quassù. Cinque, nove, undici, dodici mesi. Però non è un anno completo ancora, perché quattro per dodici sono quarantotto settimane, ce ne vogliono altre quattro. Ecco, gli anni li scriverò in cifre romane, il numero uno qui sotto! Un anno! Oh, come sono felice! Suonano le campane, squillano le trombe, scoppiano i fuochi d'artificio, tutti cantano! E io sto dicendo... sto dicendo... "Buon anno, Kareen"... e la sto baciando. Ma non è l'inizio di un anno nuovo, questo... Ho contato un anno... Ma un anno da quando? Non so nemmeno quanti anni ho... tutto quello che so è che ho ventuno anni più X anni da quando sono stato colpito dall'esplosione, più l'anno che ho appena finito di contare... ma quando sono iniziati questi X anni?! Pensa, Joe, cerca di ricordarti! Eravamo vicini a una pattuglia inglese, e siamo usciti di notte in ricognizione, sparpagliati, poi mi sono unito a quel caporale inglese con la sua squadra e... Sì, sì! Ora mi ricordo! Ti stavo scrivendo una lettera, Kareen.
Colonnello inglese: Caporale Timlon!
Caporale: Sì, signore?
Colonnello inglese: Che cos'è questo odore? Orribile!
Caporale: Viene da fuori! Un grosso tedesco che è arrivato fin qua attraverso la nebbia, l'hanno fatto fuori senza che se ne accorgesse. La puzza è forte perché è rimasto sospeso per aria e levarlo è difficile, impigliato com'è nel filo spinato.
Colonnello inglese: Male per il morale, poi è insopportabile!
Caporale: È un bavarese, signore, puzzano più degli altri.
Colonnello inglese: Hmm. Sì, caporale, anche questo è vero. Ma non puzzano mai quanto gli indiani o i gallesi!
Caporale: Appena ci sarà un po' di calma, signore, cercheremo di levarlo da lì, ma non sarà facile.
Colonnello inglese: Stanotte prenda con sé una pattuglia, caporale, e lo sotterri.
Caporale: Signore, abbiamo sempre tanto da fare qui, la notte!
Colonnello inglese: E non dimentichi mai, caporale, che la morte ha la sua dignità, specialmente in guerra! E si ricordi, giovanotto, di dire una preghiera per quel pover'uomo.
Caporale: Sissignore...
Joe: Che roba! Hah!
Caporale: Sentito?! Occorrono dei volontari! Tu! Tu, tu, anche tu! E tu che stai lì dietro!
- Joe: Oh, Dio... non avrei proprio voluto trovarmi lì... e quel povero bavarese... Per quanto ne so, avremmo anche potuto essere amici, invece di essere morto lì, in mezzo al fango. E io, in questo letto, simile a un aborto di natura in una sfilata di carnevale... Ti ricordi quella volta a Los Angeles, quando siamo andati tutti insieme al circo e abbiamo portato con noi anche Kareen? E quando siamo tornati a casa, papà si è messo a fare le imitazioni... che caro uomo! Se penso a quello che avrebbe fatto per me, se m'avesse visto in questo stato... E quando le abbiamo fatte anche noi, le imitazioni... "Mangio attraverso un tubo!" [ha la visione di essere esposto come curiosità dai suoi genitori e amici, vestiti da artisti circensi]
Padre di Joe: Respira attraverso un tubo! E tutto quello che passa da un tubo, esce poi da un altro tubo. È la meraviglia senza braccia, gambe, del Ventesimo Secolo! Eppure quest'uomo è vivo come lei e come me!
Madre di Joe: Lui era davvero un buon ragazzo! Si dimenticava sempre di tutto, sapete?
Padre di Joe: E adesso quell'uomo sta qua dentro! Perché credete non si preoccupi di non avere scarpe? Perché lui non ne ha bisogno!
Madre di Joe: Perché lui non ha bisogno di scarpe!
Padre di Joe: Niente scarpe, niente camicia, niente calze, niente guanti né cappello!
Madre di Joe: Si dimenticava persino del cappello!
Padre di Joe: Niente cravatta, giacca e cappotto, niente, proprio niente!
Madre di Joe: E adesso... ha dimenticato ogni cosa!!
Padre di Joe: Tutto quello che vi resta da fare è versare un obolo di pochi cents nella ciotola di questa brava ragazza, e io vi dico che cosa farò: alzerò il coperchio di questa cassa e vi farò vedere la faccia del solo uomo al mondo che se ne frega di tutto quello che lo circonda! Eh eh eh eh!! E ricordate... vi costerà solo quindici cents, se poi dovesse guardarvi lui, vi darò un biglietto da cinque dollari, ha ha ha ha ha ha!!! Allora, facciamo un po' di musica, ragazzi? Okay, ballate, su, gente, ballate! Si sale a destra, presto presto presto presto! Date un'occhiata all'uomo che non può, o forse può! Venite, venite a vedere l'uomo che non ha bisogno di niente, venite a vedere colui che se ne frega di tutto e di tutti, solo quindici cents, solo quindici cents! Voglio sentire il tintinnio di una vera moneta americana! Ecco, il tintinnio della moneta è come quello delle campane di una cattedrale! Gloria, gloria, gloria!
- Kareen: Perché mi hai voluto portare in questo posto?
Joe: Non sono stato io, ho sentito che chiamavi.
Kareen: Ho chiamato, ho chiamato... ma non sei mai venuto.
Joe: Non potevo! Sono molto in ritardo? Quanto tempo sono stato via?
Kareen: Io non lo so... potrebbe anche essere per sempre... non riesco a ricordare.
Joe: Provaci, Kareen! Ti prego, prova! Vedi, non so più da quanto tempo sono qui, io non so in che anno siamo, sto cercando di ritrovare il tempo!
Kareen: Non faccio più molta attenzione al tempo, capisci?
Joe: Devi farlo! Io penso soltanto al tempo.
Kareen: Il tempo è quello che fa diventare vecchi, Joe.
Joe: Così come sono, Kareen. Tu per me non potrai diventare mai vecchia. Perché vedi, ti ho sempre qui nella mia mente e nel mio cuore, così come eri l'ultima volta che ti ho vista. Con me non potrai mai diventare vecchia. I tuoi capelli resteranno sempre castani... la tua pelle sarà sempre fresca come la rugiada, non ci saranno mai rughe sul tuo volto... Ti terrò sempre al mio fianco, giovane e bellissima. Solo se vivrai sempre dentro di me, riuscirai a salvarti dal tempo. Come un fiore... un fiore fresco. Come una rosa...
Kareen: Non lo sono, non lo sono, non c'ho più nessuno che mi ami!
Joe: Io sì, Kareen! [Kareen piange, poi si baciano]
- Joe: Papà?
Padre di Joe: Sì...?
Joe: Ho perso la tua canna, papà... abbiamo sentito tirare forte e prima ancora di capire, la canna era finita in acqua. L'abbiamo cercata, sai? Ma non siamo riusciti a trovarla...
Padre di Joe: Pazienza. Non voglio che una canna ci rovini quest'ultima gita insieme.
Joe: No... [si mette a piangere, il padre lo abbraccia]
- Padre di Joe: Hai bisogno di aiuto?
Joe: Nessuno può aiutarmi...
Padre di Joe: Ma hai chiesto aiuto?
Joe: Non posso... Non posso chiedere proprio niente... Non ho nessun mezzo per parlare con loro.
Padre di Joe: Allora perché non mandi un telegramma?
Joe [solleva lo sguardo e lo fissa]: Un telegramma?
Padre di Joe: Non ti ricordi quand'eri piccolo? Come ti divertivi con Bill Harper, quando tendevate un filo tra le nostre due case per spedire dei telegrammi...
Joe: Sì...
Padre di Joe: Ti ricordi l'alfabeto Morse?
Joe: Sì... ma a cosa serve? Non posso trasmettere a loro dei messaggi.
Padre di Joe: Devi solo riflettere. Usa il cervello.
Joe: Sì... Sì! Il cervello! La testa! La testa, la testa! Sì, la testa...
- Soldato [batte sulla fronte di Joe]: Che... cosa... vuole?
Joe: Che... cosa... voglio? Che cosa voglio!? Voglio uscire da qui, voglio sentire l'aria fresca sulla mia pelle, voglio sentire la gente attorno a me! No... No, no, costerebbe troppo occuparsi di me portandomi fuori di qui, non lo faranno mai. Ma forse un modo c'è per me di avere cura di me stesso... Ma sì, certo! C'è un modo! Esponetemi alla curiosità della gente che pagherà per vedermi! Verranno in massa! Mettetemi in una bara di seta, con una finestra, e portatemi fuori dove la gente spende denaro e si diverte, portatemi sulle spiagge, nei paesi, a tutte le feste di beneficenza! La ragazza con la testa a spillo, l'uomo-cane che strisciava sullo stomaco come un rettile l'hanno già visti, quelli sono dei veri aborti di natura, quelli sono nati così, è Dio che li ha fatti in quel modo! Ma questa cosa qui... sulla sua bara di seta, l'hanno fatta gli uomini! Ed è costata un sacco di soldi, di progetti! Fate pubblicità sul fatto che sono l'unico pezzo di carne al mondo che può parlare con la parte posteriore del cranio! E se non bastasse, parlate di me come dell'ultimo uomo sulla Terra che è entrato nell'esercito, perché l'esercito fa diventare uomini! Su, ragazzi, tutti attorno alla vostra bandiera! Perché la bandiera ha bisogno di soldati e l'esercito fa diventare uomini!
Soldato: Voglio... essere... portato fuori... così... la gente... potrà... vedere... come sono... Mettetemi... in un... carro... di carnevale... dove... la gente... possa vedermi... Portatemi fuori...
Ufficiale: Bene. Cosa potevamo aspettarci? Gli dica... Gli dica che faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità, ma che le sue condizioni non ci permettono di muoverlo da qui.
Soldato [batte la risposta, poi traduce quella di Joe]: Se... non... lasciate... che la gente... mi veda... allora... uccidetemi.
Ufficiale: ...È sconvolto. Comprensibile, del resto. Gli chieda come si chiama. [chiude le persiane della stanza] Devono restare chiuse giorno e notte! Che cosa dice?
Soldato: Dice "uccidetemi". Ripete continuamente "uccidetemi".
- Ufficiale: Gli dica qualche cosa lei, padre. Potrebbe almeno dirgli di avere fede in Dio, non trova?!
Prete: Pregherò per lui per il resto della mia vita... ma non rischio di mettere a dura prova la sua fede con le sue stupidaggini.
Ufficiale: Ma lo sa che lei è proprio un bel tipo, padre?
Prete: Questo è il risultato della sua professione, non della mia.
Ufficiale: E ora andiamo. Gli dia un sedativo, infermiera.
Joe: Se ne vanno via... Perché? Perché non la finiscono con me e mi uccidono?! Tu sei ancora qui... Non vedi? Ti sto trasmettendo un messaggio! Ti sto chiedendo di uccidermi... ti prego, fallo!
Infermiera: Oh, mio Dio, ti chiedo perdono dal più profondo del mio cuore per averti offeso e detesto i miei peccati, non per timore del tuo giudizio o signore, ma perché sei buono e meriti tutto il mio amore... Ti prometto, signore, con l'aiuto della tua grazia di non commettere mai più peccati e di fuggire ogni tentazione. [blocca il tubo di Joe con una pinza] Amen.
Joe: Oh, infermiera! Meravigliosa, meravigliosa infermiera, grazie... Grazie, grazie... Mio Dio, ringraziala per me, sii gentile con lei, Dio, fa' che sia felice, dalle ogni gioia, fa' che qualsiasi cosa desideri diventi realtà e che tutti le vogliano bene...! [l'ufficiale entra nella stanza e gli riapre il tubo]
Infermiera: No! No!
Ufficiale: Esca da qui.
Joe: Nooo... Qualcuno l'ha fermata! Perché?!
Ufficiale: Ho detto esca da questa stanza! Mi dia la chiave.
Joe: Che cosa succede?
Ufficiale: La chiave! [l'infermiera gliela consegna] Se ne vada.
Joe: Se ne va... Sento che si avvia verso la porta... La sta mandando via. Perché? Prima hanno chiuso le persiane... e ora la mandano via. Perché non mi lasciano parlare? Forse perché sono un segreto, o qualcos'altro. Oh, non lo so... Se n'è andata... Addio, infermiera... te ne sei andata, e io sono un segreto. [l'ufficiale gli somministra un sedativo] Oh, no, no, no! Di nuovo questo no! Pensavo... pensavo che sarebbero stati felici di sapere che avevo trovato un modo di comunicare con loro... ma non è così. L'unica cosa su questa Terra che sono capace di fare, non me la lasciano fare... tutto quello che vogliono è farmi ripiombare in questa oscurità, così non mi rivedranno mai più. [l'ufficiale esce dalla stanza e chiude la porta] Anche lui se n'è andato... bene. Adesso so. Non mi lasceranno mai uscire, mi terranno segregato qui finché un giorno, quando sarò vecchio, da buttar via, me la svignerò in silenzio, morendo... Non è facile, però. Sto urlando, gridando e schiamazzando dentro di me, come un animale in trappola... e nessuno mi bada. Se avessi le braccia potrei ammazzarmi... se avessi le gambe potrei scappare... se avessi la voce potrei parlare e tenermi compagnia da solo in qualche modo... potrei anche urlare per chiedere aiuto, anche se nessuno mi aiuterebbe. Nemmeno Dio... perché Dio non c'è. Non può esserci in un posto come questo. Eppure, devo fare qualche cosa, perché io non so proprio come possa andare avanti... tanto tempo! S... O... S... Aiuto. SOS, aiuto... SOS, aiuto... SOS, aiuto... S... O... S... Aiuto... S... O... S... Aiuto... S... O... S... Aiuto... S... O... S... Aiuto!
Morti in guerra dal 1914: oltre 80,000,000
Scomparsi o mutilati: oltre 150,000,000
"Dulce et decorum est pro patria mori"
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