Edvard Munch

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Edvard Munch, 1933

Edvard Munch (1863 – 1944), pittore norvegese.

Citazioni di Edvard Munch[modifica]

  • Camminavo lungo la strada con due amici, quando il sole tramontò. Il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai. Mi appoggiai, stanco morto a un recinto. Sul fiordo nero azzurro e sulla città, c'erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura e sentivo che un grande urlo, infinito, pervadeva la Natura.[1]
  • Dopo aver acceso la lampada vedo improvvisamente la mia ombra enorme che va dalla parete al soffitto. E nel grande specchio sopra la stufa vedo me stesso, il mio stesso volto spettrale. E vivo con i morti, con mia madre, mia sorella, mio nonno e mio padre, soprattutto con lui. Tutti i ricordi, le più piccole cose, vengono alla superficie.[2]
  • La malattia, la follia e la morte sono stati gli angeli neri che hanno vegliato sulla mia culla e mi hanno accompagnato tutta la vita.[3]
  • Senza paura e malattia la mia vita sarebbe una barca senza remi.[4]
  • Un'opera d'arte è come un cristallo: come il cristallo deve possedere anche un'anima e il potere di continuare a brillare.[5]

Citazioni su Edvard Munch[modifica]

  • La rappresentazione deve in un certo senso autodistruggersi: la parola deve diventare, o tornare ad essere, urlo. Il colore deve bruciarsi nella sua stessa violenza: non deve significare ma esprimere. Perciò da Gauguin Munch prende la tendenza a servirsi dell'incisione: intesa però come una pittura a cui è stato sottratto, con il colore, il senso della vita. E se talvolta il colore viene ricuperato nell'incisione stessa, non è più un colore legato alla sensazione e all'emozione visiva, ma un colore dato dopo, che null'altro vuol definire se non lo stato d'animo, il clima o l'atmosfera dell'immagine. La poetica di Munch è direttamente o indirettamente collegata con il pensiero di Kierkegaard, che soltanto nei primi decenni del Novecento comincerà ad essere conosciuto in Germania: si deve dunque a Munch, che soggiornò più volte in Germania, la spinta «esistenzialista» che farà nascere l'Espressionismo, che è nato infatti nel nome e sotto il segno della sua pittura. (Giulio Carlo Argan)
  • Nessun artista del secolo scorso ha vissuto fino in fondo con eguale consapevolezza la crisi della coscienza e della cultura occidentale: tale consapevolezza è poi la condanna che ha dannato l'arte del nostro secolo. In Munch la tragicità e la dissoluzione della propria vita si fondono e si combinano con la tragicità e la dissoluzione della propria opera. Proprio questa consapevolezza ha consentito all'artista di presentarsi nel nuovo secolo tra i protagonisti di una nuova, desolata visione. (G. Bruno, Edvard Munch, 1986)
  • Come Kafka, anche Munch non cessa mai di sentirsi misteriosamente colpevole e perseguitato dai propri spettri. E nei suoi quadri non farà altro che "scrivere" e "riscrivere" la sua vita: un'autobiografia dell'anima per immagini, o meglio un'anatomia delle catastrofi dell'Io, impridente nell'intensità, provocante nei mezzi. Chi guarda sbatte contro quell'ansia e vi riconosce la propria: non vi è dubbio che tra i pittori, Edvard Munch è colui che più di ogni altro, ha saputo dare volto alla psiche moderna. (E. di Stefano, Munch, 1994)
  • Il suo pitto-segno, ondulato e fluttuante, non cerca una definizione naturalistica della realtà, piuttosto ne ricerca le dinamiche interiori che in una continua espansione, determinano quello che poi ne costituisce l'essenza. (A.G. Benemia, L'arte al nuovo, 2009)


Note[modifica]

  1. Dal Diario personale in Frammenti sull'arte, Abscondita, 2007, p. 48; citato in Francesco Eugenio Negro, L'uomo come opera d'arte: etica ed estetica in medicina, FrancoAngeli, 2012, p. 67. ISBN 8856844850
  2. Citato in Giorgio Cricco e Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell'arte – Dall'Art Nouveau ai giorni nostri, terza edizione versione gialla, editore Zanichelli, 2012, pp. 1738-1739. ISBN 9788808192608.
  3. Citato in AA.VV., Il libro dell'arte, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2018, p. 275. ISBN 9788858018330
  4. Citato in Itinerario nell'Arte: Volume 3.
  5. Citato in AA.VV., Il libro dell'arte, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2018, p. 277. ISBN 9788858018330

Bibliografia[modifica]

  • Giorgio Cricco, Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell'Arte: Volume 3. Dall'Età dei Lumi ai giorni nostri, Zanichelli, 2007. ISBN 9788808222367

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