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Elio Petri

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Un fotogramma da Todo modo (1976) di Elio Petri

Elio Petri, nato Eraclio Petri (1929 – 1982), regista e sceneggiatore italiano.

Citazioni di Elio Petri

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  • Anche il rapporto degli artisti con il denaro è diverso da quello istituzionale: essi non producono per guadagnare, ma guadagnano perché producono e questo si può dire anche di artisti corrotti o ricchissimi. L'arte è superflua. [...] Essi dilatano ogni istante della loro esistenza, come i sognatori.[1]
  • Con il mio film [La classe operaia va in paradiso] sono stati polemici tutti, sindacalisti, studenti di sinistra, intellettuali, dirigenti comunisti, maoisti. Ciascuno avrebbe voluto un'opera che sostenesse le proprie ragioni: invece questo è un film sulla classe operaia.[2]
  • Il Neorealismo, se non è inteso come vasta esigenza di ricerca e di indagine, ma come vera e propria tendenza poetica, non ci interessa più [...] Occorre fare i conti con i miti moderni, con le incoerenze, con la corruzione, con gli esempi splendidi di eroismi inutili, con i sussulti della morale: occorre sapere e potere rappresentare tutto ciò.[3]
  • I miei testi li trovavo nelle sezioni del partito comunista e sui carrettini dei libri usati. I miei eroi: Totò, Bogart e Julien Sorel.[1]
  • La libertà di espressione va difesa per quello che essa fondamentalmente rappresenta: il diritto degli artisti di esprimersi e di indagare criticamente sul corpo della realtà in cui vivono, qualunque sia la società in cui vivano.[3]
  • L'intellettuale è uno studioso, qualcuno dressé per esserlo, qualcuno che paradossalmente è stato tarato proprio nell'intelletto, per esserlo, e che opera essenzialmente con la ragione, che è poi una ragione iper-dressé, iper-alimentata e, in definitiva, iper-amata.[1]
  • L'unica linea di resistenza è fare bene le cose.[4]
  • [Su Todo modo] La tipologia trentennale del gruppo dirigente democristiano - ch'è ormai quella della commedia dell'arte - rimanda a personaggi tartufeschi, striscianti, topi di sagrestia, untuosi, dall'incedere femmineo, dall'eloquio faticoso e incomprensibile.[5]
  • Quando girammo Todo Modo, Volonté divenne evanescente, camminava come se fosse sulle nuvole, parlava a bassa voce, non ti guardava negli occhi, tutto preso com'era dal personaggio di Moro. A nessuno venne in mente di constatare che in fondo, nel film, ci voleva un certo coraggio a prendere un uomo politico, analizzare il suo comportamento face-to-face, e trasformarlo nella maschera dello sfascio, della catastrofe. (dal diario personale[6])
  • Un intellettuale è qualcuno che si fa in serra, le cose gliele raccontano, la sua soggettività non è mai in gioco, e sarà sempre se stesso, senza dubbi, anche ove ponesse in dubbio tutto intero il suo stare in serra, vive per la sua funzione e la tiene bene al riparo dalla vita.[1]

Citazioni su Elio Petri

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  • Io non ho mai sentito Elio Petri inveire contro la Chiesa o contro le religioni. L'ho sentito inveire - anche il film [Todo modo] sembra dimostrarlo - contro coloro che mettendosi la croce fingono di essere cattolici e religiosi. Di quello era furibondo. (Giuliano Montaldo)

Note

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  1. a b c d Citato in Alfredo Rossi, Elio Petri e il cinema politico italiano, Mimesis Edizioni, Milano, 2015. ISBN 9788857529561.
  2. Da Tutti gli applausi per Petri ed i pronostici per Volontè, La Stampa, 17 maggio 1972.
  3. a b "Città aperta", 1, 25 maggio 1957, in Elio Petri, Scritti di cinema e di vita, a cura di J.A. Gili, Bulzoni Editore, 2007.
  4. Citato in Arianna Ascione, Giuliana De Sio, l'amore con Elio Petri e quelle struggenti lettere d’amore, corriere.it, 2 aprile 2020.
  5. Citato in Alfredo Rossi, Elio Petri, Firenze, La Nuova Italia, 1979, p. 89.
  6. Citato in IL FILM (SPARITO) CHE PREDISSE IL DELITTO MORO: ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA, IL RESTAURO DI TODO MODO DI ELIO PETRI, fondazione.cinetecadibologna.it

Filmografia

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Regia

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Sceneggiatura

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Altri progetti

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