Emmanuelle 4
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Emmanuelle 4
Titolo originale |
Emmanuelle 4 |
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Lingua originale | francese |
Paese | Francia |
Anno | 1984 |
Genere | erotico |
Regia | Francis Leroi, Iris Letans |
Soggetto | Emmanuelle Arsan |
Sceneggiatura | Francis Leroi, Iris Letans |
Produttore | Alain Siritzky |
Interpreti e personaggi | |
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Emmanuelle 4, film francese del 1984 con Sylvia Kristel e Mia Nygren, regia di Francis Leroi e Iris Letans.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Si dice che i grandi amori siano impossibili, io invece penso che sopravvivano a tutti gli eventi mediocri della vita. (Marc)
- Sì, tu vorresti fuggire all'amore, Sylvia, vorresti nasconderti affinché io non possa ritrovarti. Ma l'amore è come un'aquila che stringe i suoi artigli intorno al cuore. Quello che riesce ad afferrare, non lo lascia mai più. (Marc)
- Come fare per dimenticare il viso, il corpo di colui che si era impossessato di me? Dovrei diventare un'altra persona, un'altra donna. Non si può più tornare sé stessi dopo aver dato anima e corpo ad un amore. (Sylvia)
- Si può vivere preda di un amore troppo violento? No, non si può. Meglio cambiare pelle, meglio diventare un'altra donna. Non esiste soltanto un uomo al mondo, ce ne sono altri, molto diversi da colui che ami, ma l'amore te li fa ignorare. (Sylvia)
- Non dimenticare che sono i tuoi baci che comunicano i tuoi desideri. Con le labbra gli indichi come vuoi essere accarezzata, i posti che tu preferisci, il modo in cui dovrà prendere possesso di te. (Sylvia)
- Avevo sempre pensato che le donne più intraprendenti fossero le vergini. (Donna)
- Fuggire da Marc, fuggire dall'uomo che amavo. Mi sarei più ritrovata, dopo aver fatto così tante cose per perdermi? (Emmanuelle)
- Cosa ci facevo lì? Dove mi trascinava la mia determinazione di fuggire da Marc? Forse era me stessa che stavo scoprendo. (Emmanuelle)
- Andavo di festa in festa cercando di dimenticare Marc. Ma il vero amore, una volta che l'abbiamo conosciuto, è qualcosa che ti rimane addosso, anche se ti nascondi in capo al mondo. (Emmanuelle)
- Lei ha uno sguardo audace, un'aria riservata, dolce ma dura, come l'acciaio. (Marc)
- Le piace fare l'amore? Si confidi. Le dolci vertigini di due corpi, l'apice di un sogno. Sì, la realizzazione dei sogni più folli. Quando non si esita più, nel darsi, nel mostrarsi così come si è. Cedere finalmente ai sensi, cedere alla voglia di stringersi forte, quando le barriere cadono. Mani e membra annodati in una battaglia: il seno, il ventre, il sesso. E poi darsi completamente. Quindi sentirsi penetrare, penetrare nel profondo. Assaggiare con la lingua la pelle del partner. Un abbraccio che ci porta lontano, fuori dal mondo. Il godimento come un grido, che ci strappa da noi stessi. (Emmanuelle)
- Piccola mia, sentirsi penetrare è una sensazione a dir poco meravigliosa: la nostra bocca assaggia un bacio e il nostro sesso assapora il tutto. (Emmanuelle)
- Forse si potrebbe dire che il fango è donna. (Emmanuelle)
- A volte mi stancano le avventure troppo facili: il piacere scompare altrettanto velocemente così come appare. Senza amore una donna può godere dei corpi degli uomini? In alcuni momenti penso di sì, in altri mi sembra impossibile. (Emmanuelle)
- Sentivo che ora Emmanuelle era interamente mia. Mi sembrava calma. Sì, credo che ormai avesse rinunciato alla caccia infernale del piacere. (Donna)
A furia di fuggirlo, l'avevo ritrovato. Fin dove arriveremo insieme? Fin dove può arrivare l'amore? Ma l'amore è sempre l'amore e non lo si potrà mai misurare.[1] (Emmanuelle)
Note
[modifica]- ↑ Cfr. Emmanuelle:
«– Il vero amore fin dove può arrivare?
– Sarebbe un povero amore quello che si lasciasse misurare.»
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