Emmanuelle
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Emmanuelle
Titolo originale |
Emmanuelle |
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Lingua originale | francese |
Paese | Francia |
Anno | 1974 |
Genere | erotico |
Regia | Just Jaeckin |
Soggetto | Emmanuelle Arsan (Emmanuelle) |
Sceneggiatura | Jean Louis Richard |
Produttore | Yves Rousset-Rouard |
Interpreti e personaggi | |
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Emmanuelle, film francese del 1974 con Sylvia Kristel, regia di Just Jaeckin.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Qui non abbiamo che un solo nemico: la noia. E per combatterla un solo alleato: l'amore. (Ariane)
- Quando due uomini si incontrano a New York, si chiedono: "Quanto guadagni?". Quando due donne si incontrano qui nelle ambasciate, si chiedono: "Sei innamorata? Sei sposata?". (Bee)
- Ciò che importa non è tanto di fare l'amore, ma del come lo si fa. (Mario)
- Io sono un collezionista, un dissacrante rispettabile collezionista. Faccio collezione di situazioni. (Mario)
- L'amore, il vero amore, è sempre contro natura. L'amore, quello vero, è l'erezione, non l'orgasmo. Bisognerebbe mettere la coppia fuori legge. Bisognerebbe di forza far entrare qualcuno, una terza persona. (Mario)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Marie-Ange: Sai perché mangio sempre i lecca lecca?
Emmanuelle: Perché ti piacciono, suppongo.
Marie-Ange: Nient'affatto. Li mangio perché eccita i vecchi. - Emmanuelle: Il vero amore fin dove può arrivare?
Jean: Sarebbe un povero amore quello che si lasciasse misurare. - Emmanuelle: Ho qualcosa da dire, qualcosa che ho già detto mille volte a una sola persona, a mio marito. Io penso di amare Jean quanto si può. Lui ha sempre detto... mi ha sempre detto che l'amore è la ricerca del piacere sempre più lontano, con un uomo, con una donna che si sceglie. È strano, adesso sento che c'è dell'altro. Per esempio, quando ho visto quella cascata, ho pensato: "Com'è bella". Ebbene, l'ho pensato per te. Te l'ho detto, una cascata è bella a condizione che si possa dirlo a chi si ama.
Bee: Ascolta, piccolina. Ti voglio bene. E quando dico che ti voglio bene, vuol dire che non ti voglio nessun male. Ma questo vuol dire anche che non ti amo. Capisci? Non è grave. Voglio raccontarti una storia. Quando andavo a scuola, feci un compito senza errori. Ne ero fiera. La maestra mi accusò di aver copiato, non volle credermi. Ne ebbi molto dolore, un grande dolore. Durò due giorni. E quando se ne andò, fui triste per essermi consolata così presto. - Mario: Allora brindiamo alla nostra legge.
Emmanuelle: Prima di brindare posso conoscere questa legge?
Mario: Proclama che bisogna fare l'amore senza calcolo e senza costrizioni, che la verginità non è una virtù, che la coppia non deve essere un limite, e che bisogna spingere il limite fino all'impossibile.
Emmanuelle: Dunque, alla nostra legge futura! - Mario: E tu come concepisci l'erotismo?
Emmanuelle: Be', è come dire... è il culto del piacere dei sensi.
Mario: Per niente. Non è semplicemente un esercizio dei sensi, al contrario, un moto dell'anima, una scuola, un'arte, che aiuta a umanizzare gli atti sessuali. È la rinuncia ai sotterfugi, a tutto vantaggio della lucidità.
Emmanuelle: Ma allora, se... se è così non è molto eccitante. Insomma, l'erotismo è il contrario dell'amore?
Mario: È qualcosa che va al di là dell'amore: lo sforzo dell'uomo per rompere con il quotidiano. È la vittoria dei sogni sulla natura.
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