Fabio Ravezzani

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Fabio Ravezzani (1960 – vivente), giornalista e conduttore televisivo italiano.

Citazioni di Fabio Ravezzani[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Nel 2014] Il governo del calcio rappresenta in peggio (il che è tutto dire) i limiti di chi governa l'Italia da anni.[1]
  • Vorrei vedere prima o poi in Italia una squadra che fallisce un obiettivo senza subire processi (ma poi rischio di perdere il lavoro...)[1]
  • [«Perché in Italia c'è la tendenza a non aspettare troppo il lavoro di un allenatore?»] Rientra un pò nella mentalità del nostro paese, dove si vuole più tutto e subito e non si ha la pazienza di aspettare, come succede ad esempio in Inghilterra. Chi arriva secondo passa per un cretino e così pensando è più facile arrivare all'esonero, anche se questo può anche essere un vantaggio per i nostri allenatori. Diciamo che non c'è proprio tolleranza per chi sbaglia. [«Forse la colpa è soprattutto dei presidente, che si sentono onnipotenti?»] Non credo che ci sia una categoria colpevole in particolare, il problema è una mancanza di una cultura, di una mentalità che cerchi anche di accettare la sconfitta. Questo è un aspetto tipicamente anglosassone, che dovremmo assimilare anche noi.[2]
  • [Nel 2022, sarcasticamente] Le scelte giornalistiche sono sempre opinabili. Ma il nuovo corso di Tuttosport che apre il giornale con un'intervista a Frattesi che rivela di avere una nonna juventina è davvero innovativo.[3]
  • Una volta il grande Paolo Valenti mi disse: L'aggettivazione in una telecronaca deve essere come l'olio nell'insalata. Mai metterne troppo perché la rovina. Ecco: Adani è come se ne rovesciasse un barile in una insalatiera.[4]
  • [...] mi sono chiesto perché durante Calciopoli giornali concorrenti avessero le stesse intercettazioni diffuse un po' alla volta per far montare un clima forcaiolo. Mi hanno dato una spiegazione impubblicabile.[5]
  • Conte è bravo, ma quanti danni fa ai suoi club quando perde...[6]
  • Che l'inchiesta Calciopoli sia stata strana, piena di omissioni, intercettazioni nascoste e foto inquinate (vedi sorteggi arbitri) si sapeva da tempo. Il fatto più grave però restano stesse intercettazioni passate ad arte giorno dopo giorno a tutti i giornali per creare clamore.[7]
  • Molti anni fa, un personaggio direttamente coinvolto in Calciopoli mi disse: Moggi e Giraudo avevano contro metà della famiglia Agnelli che voleva farli fuori, più Tronchetti e Berlusconi che vedevano la Juve vincere ai loro danni. Non avevano nessuna speranza in quell'inchiesta.[8]

Una riflessione sui rapporti tra Stampa ed Inter

Intervista di infointer.splinder.com, 11 giugno 2008.

  • L'Inter rappresenta per le televisioni lombarde il club più importante insieme con il Milan e come tale viene trattato. Ci sono 2 modi per occuparsi di un club che catalizza l'attenzione e le emozioni di un pubblico così vasto. Uno è essere subalterni e sempre succubi. L'altro è fare un lavoro il più possibile onesto: criticare quando sbaglia ed elogiare quando si muove bene. Il discrimine nel giudicare è sempre minimo. Certo, con il metro del tifoso, saranno sempre sbagliate le critiche e sempre troppo pochi gli elogi. Il discorso vale per qualsiasi squadra e, ovviamente, anche per l'Inter. Certamente il fatto che prima la Juve e poi il Milan abbiano fatto (e facciano tutt'ora) parte di aziende con televisioni e giornali a disposizione, ha creato una diffidenza nell'interista medio verso i media. Una diffidenza che a volte però diventa facile vittimismo. Parlar male dell'Inter, comunque, non alza gli indici d'ascolto, perché una fetta cospicua dei nostri telespettatori e degli acquirenti dei giornali è nerazzurra e non mi risulta che gli interisti siano talmente masochisti da comprare i giornali o vedere le tv solo perché parlan male dell'Inter.
  • [«Le vedove di Moggi esistono?»] Esistono certamente le vedove di Moggi, come quelle di Sacchi, Mancini, Giraudo e di qualsiasi personaggio che abbia avuto amici per anni nel calcio.
  • [«Lei ha invitato Moggi a Telelombardia, la cosa ha disturbato parecchio i tifosi dell'Inter [...]»] Moggi è stato invitato perché era il personaggio del momento [nel post-Calciopoli] e perché ho sempre pensato che fosse lecito farlo intervenire a condizione che fosse costantemente incalzato quando esponeva le sue tesi difensive. La cosa da noi è puntualmente accaduta e i risultati d'ascolto dimostrano che la gente ha gradito. Peraltro, se non si dovessero più invitare dirigenti coinvolti in illeciti sportivi, ne sparirebbero parecchi, di molte squadre. Uno anche dell'Inter. Io invece ritengo che una trasmissione che parla di calcio abbia il dovere di fare informazione, non di emettere giudizi che spettano ai tribunali. Ma ovviamente capisco altri la pensino diversamente. Vorrei che su questi argomenti ci si potesse confrontare. Non accetto invece chi decide di tappare la bocca a me perché non vuole che parli quell'altro.
  • [Su Calciopoli] A me sembra che il tentativo sia stato quello di far passare la Juve come causa di tutti i mali e le altre squadre coinvolte come semplici corresponsabili.
  • Le televisioni private sono ormai de-private (scusi il gioco di parole) delle immagini. Parlare di tattica avendo pochissime immagini di partita, è quasi impossibile. Senza contare che 4 ore di discorsi tattici stroncherebbero un elefante. Noi cerchiamo un mix capace di essere interessante e divertente. Non sempre ci riusciamo, lo so. Ma almeno ci proviamo con grande entusiasmo e grande onestà.

L'intervista a Fabio Ravezzani

Di Pino Frisoli, pinofrisoli.blogspot.com, 18 agosto 2008.

  • [«Qual è stata la soddisfazione professionale più bella?»] La trasmissione in diretta e in esclusiva di Inter-Sporting Lisbona, ritorno del terzo turno preliminare di Champions League nell'agosto del 2002. È stata l'unica volta nella quale Rai e Mediaset sono state superate negli ascolti da un'altra emittente secondo i dati Auditel. La Rai tergiversava nell'acquisto dei diritti, così ci siamo inseriti noi [di Telelombardia]. Ci è andata bene perché all'andata finì 0-0 e questo ha reso più interessante la partita, vinta 2-0 dall'Inter. Siamo riusciti a creare un prodotto giornalistico di alto livello, al punto da ricevere i complimenti di Aldo Grasso e di Michele Santoro, che mi ha anche mandato un fax che conservo con grande piacere.
  • [Su Aldo Biscardi] [...] un vero "animale" di Tv.
  • Oltre il numero 7 del telecomando, quello delle emittenti nazionali, la gente si aspetta un linguaggio diverso, più spontaneità, allegria, trasmissioni più vivaci, ma sempre evitando l'aggressività. La trasmissione deve restare entro certi argini, ricordando sempre che stiamo parlando di un gioco [il calcio].

Il calcio è tv

Intervista di Matteo Trucco, daringtodo.com, 26 ottobre 2012.

  • [«[...] il fenomeno mediatico delle trasmissioni sportive di Telelombardia, nello specifico QSVS, ha rivoluzionato il modo di fare giornalismo sportivo in TV. Com'è nata questa rivoluzione?»] Il mio è un punto di vista limitato sulla vicenda. Quando approdai a Telelombardia, nel 1998, c'era poca tv criptata e anche per quel che riguardava le pay-per-view il ruolo era assunto principalmente da Tele+. All'inizio si è trattato di adeguarci alla realtà dei talk show sportivi già presenti, trasmessi sulle reti Rai e Mediaset. [...] molti di questi programmi sulle principali reti nazionali non esistono più, il che conferma che non hanno più funzionato e soprattutto non hanno più fatto presa sul grande pubblico. Noi siamo stati più bravi ad evolverci, adattandoci di volta in volta ai cambiamenti che si sono succeduti, senza mai perdere di vista il nostro obiettivo, ossia soddisfare i gusti e le aspettative degli sportivi e degli appassionati di calcio. Siamo ben consapevoli di non essere uguali ad altri modelli e non vogliamo nemmeno esserlo.
  • Sia Mosca che Biscardi hanno rappresentato una delle poche ed autentiche innovazioni per ciò che concerne i dibattiti sportivi in televisione. Sono stati dei precursori del genere.
  • [...] è bene ricordare che, negli anni Settanta, la stessa Gazzetta dello Sport, grazie ad un giornalista del calibro di Gino Palumbo, si fece portavoce di un'istanza di cambiamento che diede l'impulso per una rivoluzione del linguaggio dello sport in televisione: le notizie calcistiche abbondavano ma erano limitate al commento tecnico dei risultati e delle partite. Si svilupparono allora la critica e la notizia che andava oltre il dato meramente tecnico, che fossero in grado di coinvolgere gli addetti ai lavori e gli appassionati in una discussione più ampia ed interessante. Come si può scorgere bene [...] si trattò un'innovazione che nacque dall'esperienza di un giornale sportivo.
  • [«Pensa che il modus operandi del giornalismo politico in televisione abbia in qualche modo preso spunto dalle vostre trasmissioni?»] Sinceramente sono più propenso a pensare che sia avvenuto il contrario, ossia che lo sport abbia preso spunto dai dibattiti politici, dove spesso si verificano scambi di opinioni vivaci, molte volte polemici, in cui però la gente tende ad immedesimarsi, a seconda ovviamente dell'idea politica. Nelle trasmissioni calcistiche è avvenuta la stessa cosa. In precedenza c'erano giornalisti che si limitavano a parlare della partita, e delle singole squadre. I cosiddetti "faziosi" sono arrivati dopo. Biscardi per primo, ad esempio, ha mischiato persone secondo un principio legato alla territorialità, che vedeva contrapposti giornalisti ed opinionisti di Roma, di Torino e di Milano. Noi abbiamo proposto giornalisti ed opinionisti dichiaratamente tifosi, schierati apertamente ed in maniera manifesta con Milan, Inter e Juve. Questa è stata la nostra grande innovazione, nella quale si possono identificare i telespettatori-tifosi.

"Tanti miei colleghi se la tirano, sono cretini come me, come tutti"

Intervista di Davide Turrini, ilfattoquotidiano.it, 9 giugno 2020.

  • [«Un ricordo di Aldo Biscardi»] Una bella persona. Lavorai un paio d'anni con lui ed iniziai in maniera stranissima. A un certo punto Maurizio Mosca dall'oggi al domani lo molla e va a Mediaset. Mosca era il suo cavallo di razza. Aldo allora mi chiama. [Ravezzani imita magnificamente Biscardi, ndr]. "Fabio, mi ha parlato di te Jacobelli, vuoi fare le bombe [di calciomercato] al posto di Mosca?". Io rispondo che non è il mio genere, ma lui mi invita subito in un hotel del centro di Milano. Prendo la macchina, entro nell'hotel e c'è Aldo che sta facendo la conferenza stampa della nuova stagione del Processo senza dirmi un cazzo. "Fabbio Fabbio vieni qui". E davanti a tutti: "Ravezzani farà le bombe al posto di Maurizio Mosca". Unico neo di Aldo è stato l'errore di andar avanti ad oltranza. Spero di applicarlo presto a me stesso: a un certo punto uno se può deve andarsene.
  • Sono convinto che facciamo un mestiere del tutto irrilevante come dimostra la storia del giornalismo sportivo italiano. Oggi ci siamo, domani se non ci sono io c'è un altro. Non abbiamo salvato vite umane, costruito grattacieli, vinto cause che hanno migliorato destini dell'umanità. Parliamo di minchiate, dai. Tanti miei colleghi che se la tirano, sono cretini come me, come tutti. Non esiste una persona competente nel giornalismo sportivo più di un appassionato di sport che segua con attenzione gli eventi. [...] Viviamo sull'equivoco di essere persone competenti e con un prestigio che non vedo in me stesso e nemmeno negli altri.
  • [...] sono l'unico giornalista aggredito per aver condannato il razzismo. Ricordate il giocatore del Messina Zoro che di fronte ai cori di "buuu" prese il pallone e tentò di uscire dal campo? A San Siro al ritorno la curva dell'Inter appese uno striscione: "Per il negro infame noccioline e banane". A quel punto feci un intervento durissimo. La sera successiva si presentarono in quattro sotto casa mia lanciandomi bottiglie mentre ero in auto. Era un gruppo neonazista.

Note[modifica]

  1. a b Da Jacopo Landi, Intervista a Fabio Ravezzani, sportellate.it, 22 maggio 2014.
  2. Dall'intervista di Franco Vittadini, Serie A/ Ravezzani: la tristezza di Benitez, il dualismo di Mazzarri e il modulo di Inzaghi..., ilsussidiario.net, 29 settembre 2014.
  3. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 23 aprile 2022.
  4. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 26 novembre 2022.
  5. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 3 dicembre 2022.
  6. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 9 marzo 2023.
  7. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 15 aprile 2023.
  8. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 15 aprile 2023.

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