Luciano Moggi

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Luciano Moggi (1937 – vivente), ex dirigente sportivo, manager calcistico e opinionista sportivo italiano.

Citazioni di Luciano Moggi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Sulla finale di Italia '90 Argentina-Germania] Il comportamento del pubblico è stato inaccettabile, vergognoso, mi è sembrato di assistere ad uno spettacolo con un regista occulto. Non so se è stato peggio l'arbitraggio, il gioco espresso in campo o l'atteggiamento degli spettatori.[1]
  • [Ultime parole famose] Quello che viene detto in Spagna non ci tocca. Zidane non andrà là, ma resterà alla Juventus.[2]
  • [Riferendosi a Kaká] Uno con un nome così non potrebbe giocare nella Juve.[3]
  • [Nell'ambito del mancato trasferimento di Willy Sagnol dal Bayern Monaco alla Juventus nel 2005] Non so cosa intenda Rummenigge per metodi mafiosi, non capisco perché definisca così il nostro lavoro. Non mi va di parlarne, preferisco godermi la Juve. Intanto noi non abbiamo portato via nessuno.[4]
  • [Rispondendo ai giornalisti in merito al proprio coinvolgimento nelle indagini sullo scandalo di Calciopoli] Vi chiederei una cortesia, di non rivolgermi domande: anche perché non ho più la voglia, né la forza di rispondere. Non ho più l'anima, me l'hanno uccisa. Domani mi dimetterò da direttore generale della Juventus, da stasera il mondo del calcio non è più il mio. Ora mi dedicherò a difendermi da tutte le cattiverie che sono state dette e fatte nei miei confronti.[5]
  • Maledetto il giorno in cui ho incontrato Berlusconi. Quando andai a Palazzo Grazioli, Berlusconi mi propose di andare al Milan. Sappiamo come è fatto il proprietario del Milan, basta poco per entusiasmarlo. E così raccontò tutto a Galliani, con grande enfasi. Neppure a farlo apposta due settimane dopo il mio incontro con Berlusconi, alla FIGC arrivarono i fascicoli della Procura di Torino con intercettazioni che riguardavano me ed altri personaggi del mondo del calcio. Carraro informò subito Galliani, il quale ne parlò con Berlusconi. Galliani suggerì a Berlusconi di stare molto attento prima di fare certe scelte. Gli disse che non era il caso di insistere su di me per via dell'inchiesta.[6]
  • [Riferendosi al Presidente della Lazio, Claudio Lotito] Lui da ragazzino era scemo. Ora è scemo e vanesio.[7]
  • Per l'Inter si può parlare di de profundis, è finito il credito ottenuto grazie a Calciopoli. Certo Moratti ci ha messo del suo sostituendo Mourinho con Benítez, il contrario del portoghese. La squadra è passata in pochi mesi da un'armata da battaglia ad una banda scarica. Per tornare a vincere Moratti forse avrà bisogno di una nuova Calciopoli.[8]
  • Nel 2006 avevo previsto dove sarebbe andato a finire il calcio italiano e di professione non faccio certo l'indovino. Dissi "il calcio italiano sarà completamente nelle mani delle squadre milanesi, che si alterneranno nelle vittorie". Adesso le due milanesi si dividono anche i favori arbitrali, come dimostra l'ultima giornata con successi ottenuti grazie a goal irregolari. Questi favori vengono però riportati dai media in silenzio, tra parentesi. Se la mia Juve avesse vinto così avrebbero invece gridato allo scandalo, presentato interpellanze parlamentari. [...] Il Cagliari ha perso immeritatamente contro l'Inter per via di un goal irregolare. Cellino è però rimasto zitto e ha delegato a parlare il giocatore Biondini, che si è lamentato della direzione arbitrale dal 1° al 90°. Sapete perché Cellino non ha parlato? Perché avrebbe dovuto rimangiarsi tutte le frasi fuoriposto dette in questi anni ed ammettere che il calcio è molto più marcio adesso di 5 anni fa...[9]
  • Quando uno che dice "ho fatto Calciopoli prendendo i tabellini della Gazzetta dello Sport", rovinando delle famiglie, è meglio che stia zitto.[10]
  • [Ultime parole famose prima del campionato 2011/12, vinto dai bianconeri] La Juventus è una squadra discreta, buona, che farà un discreto campionato ma che non può impensierire minimamente le prime due, può arrivare quarta o quinta.[11]
  • [Dopo la sentenza in primo grado nel processo penale di Calciopoli a Napoli nel 2011] La mia condanna significa la sconfitta della Juve nella rincorsa agli scudetti 28 e 29. Scindere la Juve da me mi sembra una cosa impossibile: ero dg e lavoravo a stretto contatto con l'ad Antonio Giraudo. Giraudo era la Juve, lui aveva detto che non si poteva spendere una lira senza la sua firma.[12]
  • [Sulla posizione assunta dalla Juventus dopo la sentenza in primo grado nel processo penale di Calciopoli a Napoli nel 2011] Spendo solo una parola, inevitabile, per la squadra che più delle altre ha contraddistinto il mio passato da professionista, forse perché quella in cui ho vinto di più, forse perché l'ultima. Un club al quale ho dato tutto me stesso, a cui devo tantissimo, ma che a sua volta non può sentirsi in credito con me. Quegli scudetti che giustamente reclamano, sono quelli conquistati anche grazie al mio lavoro. Ero il direttore generale di quella squadra, abbiamo gioito insieme, mi sarebbe piaciuto avere un altro tipo di considerazione.[13]
  • Finalmente la Juventus potrà indossare sulla propria maglia la terza stella, che senza Calciopoli sarebbe arrivata già molti anni fa. Quella squadra era talmente forte che senza quello scandalo ora forse staremmo a festeggiare lo scudetto numero 35. [...] E così, dopo il derby di ieri sera, mentre l'Inter ricorderà sempre il 5 Maggio, ai rossoneri toccherà il 6 Maggio![14]
  • L'Inter prima del 2006 arrivava a 15 punti dalla Juventus. Finito l'alone di Calciopoli è ritornata nell'ambito che le è più proprio, cioè a 23 punti dalla Juventus e al sesto posto. Questa è la dimostrazione migliore che il calcio era pulito e che c'era chi non sapeva operare. [15]
  • L'Inter è quella che prima ha detto che Facchetti era un santo, poi nel processo sui pedinamenti lo ha scaricato dicendo che ha fatto tutto da solo, pur di non pagare. Questa è l'Inter di Moratti, che con Telecom ha rovinato tanta gente.[16]
  • Dopo l'infortunio la Juventus ha aspettato Del Piero per due anni dopo il suo infortunio a Udine e mentre recuperava, lui prendeva lo stesso stipendio di sempre. Lui non ha regalato nulla alla Juventus e non dovrebbe dire che bisogna rispettare le sentenze sportive. Del Piero dice che ha dato anche di più? Ci sono anche dei momenti in cui non ha dato niente.[17]
  • [In riferimento alla partita Milan-Sampdoria 0-1, 26 agosto 2012] Il Galliani che faceva passarella è un ricordo del passato, stavolta l'Ad ha invece alzato i tacchi e ha lasciato la poltrona, quella dello stadio, perché a quella della società è talmente incollato che non lo scollerebbe neanche un bulldozer [...] L'Ad ha consegnato ad Allegri una squadra sbrindellata, e dunque dovrebbe essere il tecnico a lamentarsi e non viceversa. Galliani potrebbe dire che senza soldi non si cantano messe e dare in sostanza le colpe alla scelta di Berlusconi, però deve farsi anche un esame di coscienza. È facile andare avanti ed avere il faccione sempre sorridente se si dispone di assegni da molti zeri bisogna sapere anche fare di necessità virtù, e sarebbe ora che l'Ad del Milan dimostrasse capacità anche in questo...[18]
  • [Sul "caso Iuliano-Ronaldo" in Juventus-Inter 1-0 del 26 aprile 1998] Non ci doveva proprio essere la partita: l'Inter doveva essere in serie B visto che aveva tesserato Córdoba come comunitario e comunitario non era.[19]
  • L'Inter è campione di prescrizioni. È già a quota 9, quando arriverà a 10 avrà diritto ad una stella sulla maglia.[20]
  • Schede svizzere? Le schede svizzere sono state un'idea della società Juventus e non mia. Le schede venivano tenute nella sede e non dal sottoscritto. Perché sono state acquistate? Sapevamo di essere spiati da Telecom e per questa ragione è nata l'idea di usare queste schede.[21]
  • Non lo scopro certo io l'Avvocato; era una persona eccezionale come immagine, come carisma, come tutto.[22]
  • [Su Antonio Sibilia] Era un uomo di parola. Con lui non c’era bisogno di firme, bastava la stretta di mano. Se ti prometteva un giocatore era come avere il contratto già in tasca. Poteva succedere qualsiasi cosa, poteva perderci un sacco di soldi, ma lui manteneva la promessa. È un presidente che resterà per sempre nella storia dell'Avellino.[23]
  • Thohir? Fa la coglionella a tutti quanti, è venuto in Italia con un progetto ben preciso: salvare Moratti, perché quest'ultimo era pieno di debiti. Ecco perché secondo me Thohir non è il proprietario ma il comproprietario dell'Inter. La prova? La trattativa con la Juve per Guarin è emblematica: lui aveva avallato lo scambio [con Mirko Vučinić], poi tutto è saltato dopo la sua telefonata con i Moratti, padre e figlio. L'Inter è una disorganizzazione organizzata.[24]
  • Io non ce l'ho con Mazzarri, come allenatore mi sta pure simpatico e gli auguro tutto il bene del mondo. Però gioca quel calcio lì, totalmente di rimessa, da squadra con ambizioni che non vanno oltre l'Europa League.[25]
  • Calciopoli non esiste. Per esistere Calciopoli bisognava prendere tutte le squadre perché il calcio va visto a 360 gradi e non certamente prendendo una squadra ed escludendo tutte le altre. Se io telefono a un designatore per lamentarmi di una cosa e questo è ammesso dal regolamento, se si escludono tutti gli altri che telefonavano più di me e chiedevano anche favori, diventa un reato il mio che reato non è. Il problema di fondo è l'esclusione di tutte le squadre di calcio e l'inclusione della Juventus, mettendo sotto i riflettori soltanto quello che ha fatto la Juventus e che non aveva niente di illecito. Sono considerato l'ideatore di Calciopoli, però non hanno ancora detto dov'erano le frodi. Erano nella mente di chi sostanzialmente ha creato l'indagine. La Juventus vinceva perché c'era Moggi che aiutava la Juventus e non è così. La Juventus vinceva perché aveva giocatori buoni e migliori degli altri.[26]

"Con Andrea Agnelli tornerei alla Juve"

Intervista di Filippo Grassia, ilgiornale.it, 25 gennaio 2010.

  • [Sui risultati sportivi della Juventus nella stagione 2009-2010] Succede quello che avevo previsto da tempo. La società non esiste, guidata da gente che non sa di pallone. E la squadra fa acqua. Dopo un anno che era arrivato a Torino, Blanc ebbe il coraggio di dire che il calcio è più semplice di quanto pensasse. Poveretto. Cosa ne sa lui di questo mondo?
  • [Riferendosi a Roberto Bettega] [...] Lui non è adatto a tenere il timone di un'azienda. È un bravo ragazzo, un operativo. Se lo mandi in giro fa il suo dovere. Ma ha bisogno di qualcuno che gli stia sopra, come ai tempi miei e di Giraudo. Non lo stimo più, Bettega. Anzi, sa cosa le dico? Non lo saluterò neanche se me lo ritrovassi a un passo. Ma come? Al Tribunale sportivo di Roma gli azionisti, certi azionisti almeno, ci scaricano e ci tirano addosso. Alla Procura di Torino ci denunciano per infedeltà patrimoniale. E lui rientra in società, dentro questa società? Ci vuole anche la faccia come il c... per richiamarlo. Bettega farà la fine di Ferrara, glielo garantisco. A Ciro gli hanno fatto accettare un gruppo senza capo né coda, a lui rinfacceranno di non aver rimesso a posto la squadra.
  • [Riferendosi ad Alessio Secco] È fuori posto, non è un direttore sportivo, di quelli che sanno fare le squadre. Lui può fare il team manager, lavorare dentro lo spogliatoio, fare da intermediario fra società e squadra. Allora sì che potrebbe essere utile.
  • Bisognerebbe cambiare la dirigenza. Blanc è al posto sbagliato. E John Elkann sa di calcio ancora meno. In 3 stagioni hanno speso 250 milioni, lo raccontano gli aumenti di bilancio. Antonio [Giraudo] ed io non abbiamo fatto spendere una lira o un euro agli azionisti in oltre 10 anni di onorata attività. Su questo nessuno può permettersi di dire il contrario.
  • A metà degli Anni '90, Gianni Agnelli lasciò il testimone al fratello Umberto. Adesso John Elkann dovrebbe fare altrettanto con Andrea Agnelli, il figlio di Umberto e Allegra. Lui sì che conosce i meccanismi del calcio, è sempre stato vicino al padre, ci ha accompagnato in tante situazioni. Con lui tornerei di corsa nella Juventus per rifare una grande società e una grande squadra, in qualsiasi momento. Ci saranno novità dopo il processo di Napoli.
  • In un'intervista a Le Monde il signor Blanc ha raccontato che già nel 2004 John Elkann gli aveva detto di voler fare fuori la vecchia guardia e quindi di tenersi pronto. L'affermazione fa scopa con la testimonianza di un generale della Finanza che in tempi non sospetti mi confessò: guarda che Montezemolo ne dice di tutti i colori su di te e Giraudo, vi vogliono togliere di mezzo. Alla fine ne hanno approfittato tutti. Ma chi fa del male, si ritroverà in mezzo al male.

Il mercato sono io

Intervista di Nicola Calzaretta, Guerin Sportivo, agosto 2011, pp. 40-43.

  • Tutti i giocatori che ho trattato sono sempre venuti da me. Se non ho preso qualcuno è perché non se lo meritava.
  • Alla fine l'accordo economico si trovava sempre. Diciamo che nel cercare i bravi giocatori, io guardavo anche alla persona. Magari per qualche affare c'è stato più da lavorare perché il giocatore, oltre ai soldi, guardava anche ad altre cose. E questo mi faceva piacere perché voleva dire che dietro al calciatore c'era anche un uomo.
  • Anche a me venne il dubbio di aver preso il fratello quando lo rividi agli Europei. Mi fece una brutta impressione. Non era lui. L'Avvocato non risparmiò critiche e battute. Ma alla fine abbiamo avuto ragione noi. Zidane si è dimostrato un fuoriclasse planetario, un giocatore d'altri tempi.
  • [Sull'acquisto di Pavel Nedved nel 2001] Anche lui non voleva lasciare la Lazio. Per i tifosi era un idolo, lui non avrebbe voluto tradirli. Soprattutto, non voleva abbandonare la sua casa all'Olgiata. Era irremovibile. Gli dissi: "Ma almeno vieni a vedere l'abitazione che ti vorremmo dare, il posto". All'ennesimo no, rilancio: "Ti metto a disposizione un aereo privato. Non saprà niente nessuno, vieni in segreto a Torino, ti fai un'idea e poi decidi" [...]. Fu colpito dalle parole "in segreto" e allora disse di sì.
  • Raiola ha tre pregi: ha buoni giocatori, è molto stimato dai suoi assistiti e ti aiuta a prendere anche quelli delle altre società.
  • Dicevano che non segnava! Me lo sconsigliarono tutti. E io, invece, l'ho preso, Ibra: un grandissimo, ha fatto la fortuna delle squadre in cui ha giocato. Lo bloccai a maggio 2004 a Montecarlo, grazie a Raiola.
  • Il dottor Umberto Agnelli avrebbe voluto Deschamps, il quale però commise un errore. Dichiarò che sarebbe venuto se la Juve avesse preso i giocatori che diceva lui. Eh no, dissi io. Non va bene.
  • [Sulla cessione di Christian Vieri all'Atlético Madrid] [...] venne in sede, era fuori di sé. Iniziò a urlare dicendo che lui voleva il posto da titolare, che voleva più soldi. Io lo bloccai e gli dissi: "Tu qui il padrone non lo fai. Se ti hanno mandato quelli dell'Atlético Madrid a fare casino, digli pure che se ci danno trentotto miliardi subito, noi non abbiamo problemi a cederti".
  • Henry è un giocatore eccellente, ancora troppo giovane quando è venuto da noi e "troppo" contropiedista. Non si è adattato al gioco italiano. Anche Ancelotti, che pure lo vedeva meglio di Lippi, lo ha utilizzato poco.

Moggi non ci sta: "Ho fatto i loro interessi, anche con le sim estere"

Intervista di Guglielmo Buccheri, lastampa.it, 10 novembre 2011.

  • In campo non andavo certo io. Mica stiamo parlando di Moggi-Udinese o Moggi-Lazio: non capisco e sono sorpreso per l'atteggiamento del club. Come si fa a pensare che non facessi gli interessi della Juve? Li ho fatti anche con le sim straniere: ero pedinato e intercettato, dovevo difendere le nostre strategie di mercato. Me le hanno comprate loro. Andrea [Agnelli] fa benissimo a chiedere la restituzione dei due scudetti, li abbiamo vinti meritatamente perché eravamo i più forti.
  • [Riferendosi ad Antonio Giraudo] Lui, per me, era la società e a lui spettava mettere la firma anche per un euro di spesa. Io facevo la squadra.
  • Moggi, al calcio italiano, ha fatto vincere un Mondiale: andatevi a leggere come era composta l'Italia a Berlino.

Citazioni in altre lingue[modifica]

  • Il presidente Moratti ha fatto molti errori. Ha speso una quantità enorme di soldi per confezionare impropriamente la sua squadra. E vogliamo parlare degli scambi? Che ne dice di Seedorf e Pirlo per Coco e Guly, o Cannavaro per Carini?
President Moratti has made many mistakes. He spent a huge amount to inappropriately pack his squad. And do we want to talk trades? How about Seedorf and Pirlo for Coco and Guly, or Cannavaro for Carini?[27]
  • [Dopo la pubblicazione delle nuove intercettazioni di Calciopoli] Se fossi nei panni di Moratti, avrei evitato di andare in giro a dire a tutti che ero pulito e onesto per tutti questi anni. Ora quelle frasi sono ancora più scioccanti dopo le recenti rivelazioni.
If I were in Moratti's shoes, I would have avoided going around telling everyone I was clean and honest for all these years. Now those phrases are even more shocking after the recent revelations.[27]

Citazioni su Luciano Moggi[modifica]

  • A un giornalista che mi proponeva di vuotare il sacco dopo aver lasciato l'Ascoli, dissi tra l'altro: in Italia per trovare lavoro un tecnico dev'essere un fenomeno oppure stare nel giro di Moggi. Guarda caso, da allora nessuno mi ha più cercato. (Giancarlo De Sisti)
  • Adesso ho cambiato idea su Moggi. L'illecito è evidente. (Carlo Mazzone)
  • Che Lucianone fosse un personaggio importante e influente lo sapevano tutti, anche qualche arbitro. Uno in particolare. Chiunque rispettava Moggi, quindi sì, nei suoi confronti c'era sudditanza. La sua forza e poi la sua condanna sono state le pubbliche relazioni: non diceva mai di no, incontrava anche trenta persone al giorno. La disponibilità non gli mancava, questo l'ha reso più forte e più odiato. Il fatto di essere alla Juventus l'ha fatto diventare potente, ecco perché qualcuno si faceva condizionare con una certa facilità. Tutti agnellini di fronte a un orco che poi così orco non era. Neppure un santo, ci mancherebbe. (Carlo Ancelotti)
  • Con me, è sempre stato un signore. Contro di lui, non ho nulla da dire. Anzi, ne conservo un buon ricordo. Se ha delle colpe, sicuramente non saranno uniche, le sue. (Diego Armando Maradona)
  • [Nel 2008, «le vedove di Moggi esistono?»] Esistono certamente le vedove di Moggi, come quelle di Sacchi, Mancini, Giraudo e di qualsiasi personaggio che abbia avuto amici per anni nel calcio. (Fabio Ravezzani)
  • Io oggi ufficialmente sono un allenatore di calcio. Lui invece ufficialmente è fuori dal calcio. Il suo nome lo leggo solo sui giornali e qualche volta lo vedo solo nelle trasmissioni televisive, non sui campi di calcio. (Zdeněk Zeman)
  • L'ex dirigente della Juventus era il più bravo, sapeva fare il mercato, Milan e Juve dominavano i campionati tanto che sono anche andati in finale di Champions insieme. (Paolo Bergamo)
  • La decisione [di non rinnovare il contratto] non è dipesa da De Canio né dal ds Perinetti quanto invece dalla Gea. E precisamente dal signor Luciano Moggi. È lui a fare il mercato del Siena e non solo. Lo sanno tutti che la sua Gea ha le mani in pasta un po' ovunque. Del resto al calcio italiano evidentemente fa comodo un accentratore. Quello che è mostruoso nell'organizzazione di Moggi è il conflitto di interessi che si crea. Se all'interno di un club sia il ds che il tecnico sono della Gea, è normale che sul mercato acquistino solo ed esclusivamente giocatori della loro scuderia. La Gea ha grande potere sui giocatori e le società di medio-basso livello. Chi ne è fuori deve arrangiarsi e cercare di disputare grandi campionati per emergere. (Stefano Argilli)
  • Luciano Moggi è stato radiato da ogni ruolo nel calcio. Il terrore si diffonde tra gli appassionati degli altri sport. (Gene Gnocchi)
  • Moggi chiama i miei professori per cambiarmi la pagella.[28] (striscione)
  • Moggi era un tipo col pelo sullo stomaco che conosceva i giochi di potere e che era venuto su dal nulla, diventando uno degli uomini più potenti del calcio italiano. Era il re del mercato dei trasferimenti, ed era riuscito a trasformare la Juventus: sotto la sua direzione il club aveva vinto più volte il campionato. Ma non era esattamente la trasparenza fatta a persona. Veniva soprannominato Lucky Luciano. Intorno a lui c'erano stati parecchi scandali con bustarelle e doping e processi e porcherie varie e voci secondo cui aveva legami con la camorra. Erano stronzate, ovviamente. Ma l'aria del mafioso ce l'aveva davvero. Gli piacevano i sigari e i completi eleganti e come negoziatore non si tirava indietro di fronte a nulla, così si diceva. Era un maestro della trattativa, un osso durissimo. (Zlatan Ibrahimović)
  • "Moggi si rivolge a Cristo con umiltà, con desiderio di ricostruire: è un uomo che nella vita ha dato il suo contributo". E non solo agli arbitri. Finalmente anche la Chiesa, nella persona del vescovo Domenico Sigalini, ha capito quello che in Italia ormai sapevano tutti: cioè che Lucianone è un perseguitato, un martire, uno che dava fastidio e per questo l'hanno incastrato. Altro che buon ladrone o figliol prodigo: la parabola vivente è lui, l'evangelico Moggi, appena tornato da Lourdes dove, al solito, non si è fatto notare. San Giovanni Rotondo, Lourdes, la Madonna del Divino Amore: sono posti miei. Al termine di una simile Champions League della fede, bisognerebbe farlo santo subito. Moggi annuncia anche un miracolo: "Saranno costretti a togliermi la squalifica, perché qualcuno mi aiuterà". Secondo indiscrezioni si tratta di un personaggio molto in alto, persino più di Carraro. Influente, o per meglio dire onnipotente. Uno che potrebbe chiudere Paparesta nello spogliatoio senza la chiave. Con lui, anzi con Lui, Luciano Moggi ha un dialogo privilegiato. Si parlano ogni giorno, ma solo al telefonino. La scheda l'ha procurata Lucianone. (Maurizio Crosetti)
  • Ovunque un "tu" piacione e colloso, un clima da eterna rimpatriata (e si immaginano i ristoranti, i bavaglioli, le risate grasse) e una furbizia greve, da commedia dell'arte: quella stessa che poi vediamo, ripulita dei suoi quadri più inconfessabili, nei peggiori talk-show calcistici, dove "l'amico Moggi" da anni ammannisce a una platea spesso estasiata oscure facezie e sorridenti minacce, una specie di andreottisimo però imbertoldito, un'imitazione popolaresca del Potere che è parodia però senza saperlo. In fondo soprattutto penosa, e penosa non tanto perché rimanda a probabili prepotenze calcistiche, quanto perché incarna (altro che calcio...) la vecchia furbizia contadina italiana appena appena camuffata, incravattata di fresco, e riscodellata in video per la gran gioia di chi non vuole fare la fatica di pensarci diversi, noi italiani, da questo stucchevole arrangiarci da subalterni: da servi, altro che da potenti. (Che la furbizia sia caratteristica servile, e mai signorile, è la sola fondamentale scoperta politica che milioni di italiani devono ancora fare). (Michele Serra)
  • Quando è arrivato quel ladro di Moggi ho smesso di tifare per la Juventus… non ho cambiato squadra perché non si può cambiare squadra. Quando lo abbiamo cacciato ho ricominciato a tifare per loro, però adesso hanno ripreso il potere… Moggi è sempre a Torino, Giraudo accompagna Andrea Agnelli a fare tutti… tutti i giri… mi hanno raccontato….quindi insomma mi sono strarotto e non tifo più Juve. (Marco Travaglio)
  • Quando Umberto Agnelli lo ingaggiò, Moggi era imputato a Torino per aver fornito prostitute ad arbitri per le partite di Uefa del Torino. Quindi fu assunto proprio perché si sapeva chi era e come operava. (Marco Travaglio)
  • [Cosa pensa di Moggi?] Un genio. Ruppi con Massimo Moratti perché mi ero accorto che Moggi era diventato il suo consigliere: gli dava dritte interessate sui calciatori da prendere, gli faceva credere che sarebbe venuto all'Inter. (Sandro Mazzola)
  • Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino? (Enzo Biagi)

Franco Carraro[modifica]

  • Moggi si compiaceva che lo chiamassero Lucky Luciano. Era contento che si legassero le vittorie un po’ alla sua capacità di scegliere i giocatori, un po’ al suo modo di influenzare gli arbitraggi.
  • Non è mai riuscito a far vincere un campionato alla Juve in modo illecito. Quanto a me, ho commesso un solo errore: volevo cambiare i designatori, Bergamo e Pairetto, e mettere al loro posto Collina. Ma Collina ha chiesto un anno di tempo. Loro l’hanno saputo; e hanno cercato appoggi con atti sconsiderati. Ma stiamo parlando del 2004-2005. L’unica partita che secondo me resta dubbia, Juventus-Inter con il rigore non dato a Ronaldo, è del 1998.
  • Si è compiaciuto troppo del proprio potere, gli piaceva essere riconosciuto come Lucky Luciano; quando andava in giro per Torino e Roma usava la sirena sulla macchina. Di solito le persone che sono costrette a farlo, un po' si vergognano. A lui invece piaceva.

Giuseppe Gazzoni Frascara[modifica]

  • Io penso che la linea difensiva del legali di Moggi sia questa: "Io non ho fatto niente di male, il mio modo di parlare era identico a quello di tutti quanti, il mio linguaggio è stato male interpretato". La verità è che Luciano Moggi aveva le mani sul calcio, aveva un potere assoluto.
  • Moggi, quando lo vidi in tv, disse: "questo non è un mondo per lei"; lui cerca di far apparire la sua condotta nel mondo del calcio, come la prassi. Sì, c'è indisciplina morale nel calcio, ma "regolare" gli arbitri come faceva lui è pazzesco. Basti pensare, ad esempio, a Siena-Milan: era una partita in cui la Juventus non c'entrava, ma c'entrava invece Moggi che penalizzò il Bologna; il DG bianconero fece in modo che l'arbitro annullasse un gol di Shevchenko: se non fosse stato annullato, il Siena avrebbe pareggiato e sarebbe finito dietro di noi. Vedete come è stato manipolato il campionato?
  • Moggi non è mai uscito dal calcio, del resto il calcio di Moggi si svolgeva –ed ha continuato a svolgersi- al telefonino: del resto il telefonino è un grande strumento per controllare il calcio, specialmente avendo in mano procuratori e simili. Posso dire che Moggi in questo periodo ha continuato a fare affari con molti colleghi. Non so se ne abbia fatti anche con il Bologna, del resto poi ogni presidente è libero di fare ciò che vuole. So però che Spinelli lo interpella regolarmente, sono amici.

Note[modifica]

  1. Citato in Gioca o provoca? Mini-sondaggio dopo l'Olimpico, la Repubblica, 10 luglio 1990.
  2. Citato in Lippi alla Juve: "Torno per vincere", repubblica.it, 20 giugno 2001.
  3. Citato in Il Pallone d'Oro è di Kakà, corriere.it, 24 novembre 2007.
  4. Citato in Rummenigge: «Fate il mercato da mafiosi Moggi: Non abbiamo portato via nessuno», la Repubblica, 12 dicembre 2005.
  5. Da Moggi, addio al calcio "Mi hanno ucciso l'anima", repubblica.it, 14 maggio 2006.
  6. Citato in Luciano Moggi racconta la sua verità, dgmag.it, 22 maggio 2006.
  7. Citato in La ragnatela del calcio truccato, lastampa.it, 22 aprile 2007.
  8. Citato in Moggi: L'Inter è finita. Per vincere servirà altra Calciopoli, tuttosport.com, 22 novembre 2010.
  9. Da Ieri, Moggi e domani; citato in Moggi: «Favori arbitrali a Milan e Inter: Calciopoli è oggi», tuttosport.com, 21 febbraio 2011.
  10. Da Diretta Stadio, 7 Gold, 16 marzo 2011.
  11. Citato in Tancredi Palmeri, Il blob del 2012. Tutte le frasi da ricordare, gazzetta.it, 30 dicembre 2012.
  12. Citato in Moggi: "Ricordatevi di Tortora", sportmediaset.mediaset.it, 11 novembre 2011.
  13. Citato in Dedicato a chi ha goduto..., tuttomercatoweb.com, 11 novembre 2011.
  14. Da Ieri, Moggi e domani, Gold TV; citato in Moggi: "Juve scudetto strameritato, finalmente ecco la terza stella!", tuttojuve.com, 7 maggio 2012.
  15. Da RTL 102.5; citato in Moggi: «La Juve ha ragione a chiedere 30 scudetti», tuttosport.com, 7 maggio 2012
  16. Da La Zanzara, Radio 24; citato in Moggi: «La terza stella? Sulla testa di Moratti», tuttosport.com, 9 maggio 2012.
  17. Da Ieri, Moggi e domani, 25 maggio 2012.
  18. Citato in Moggi ora è seduto sulla riva del fiume e fa lezione a Galliani: " facile avere il faccione sempre sorridente, se si dispone di assegni da molti zeri... si dimostri capace adesso", goal.com, 29 agosto 2012.
  19. Citato dall'intervista Calcio, Moggi: «Pulvirenti avrebbe dovuto chiudere Rizzoli nello spogliatoio...», kisskissnapoli.it, 29 ottobre 2012.
  20. Da un'intervista a Radio Manà Manà Sport, 2 novembre 2012; citato in Moggi: "Inter campione di prescrizioni, a 10 scatta la stella. Stasera tifo Juve", soccermagazine.it, 3 novembre 2012.
  21. Citato in Moggi forse si è stancato di passare per caprio espiatorio e tira pesantemente in ballo la Juventus: "Le schede svizzere? Sono state un'idea della società Juventus e non mia", goal.com, 7 dicembre 2012.
  22. Citato in Moggi: Il mio ricordo dell'avvocato, Il Sussidiario.net, 24 gennaio 2013.
  23. citato in Luciano Moggi, Il pallone lo porto io, Mondadori, 2014
  24. Citato in La "verità" di Moggi su Thohir: "Ecco perché ha comprato l'Inter...", liberoquotidiano.it, 28 gennaio 2014.
  25. Dall'intervista di Simone Sacco, Il pallone ce lo spiega lui: CN24 intervista Luciano Moggi, calcionews24.it, 5 giugno 2014.
  26. Da The Corner, Euronews, 2 gennaio 2017; citato in Luciano Moggi: "Calcio italiano senza appeal. E Calciopoli non esiste", ilsole24ore.com, 30 dicembre 2016.
  27. a b (EN) Citato in "They're a disease carried from infancy" - the war of words that has poisoned the Juventus-Inter rivalry, Goal.com, 3 novembre 2012.
  28. Striscione esposto da un paio di tifosi palermitani in occasione della partita di Serie A tra Palermo e Messina del 14 maggio 2006; il riferimento era all'inchiesta che venne avviata due settimane prima dalla Procura Federale della Federcalcio italiana nell'ambito dello scandalo denominato Calciopoli e che vedeva, tra i maggiori imputati, l'allora direttore generale della Juventus Luciano Moggi, indagato ed in seguito condannato per aver intrattenuto, tramite telefonate, rapporti con arbitri, designatori e dirigenti di altre squadre.

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