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Isaac Asimov

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Isaac Asimov

Isaac Asimov (1920 – 1992), biochimico e scrittore russo naturalizzato statunitense.

Per approfondire, vedi: Ciclo dei Robot, Ciclo dell'Impero e Ciclo della Fondazione.

Citazioni di Isaac Asimov

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  • Anche da giovane non riuscivo a condividere l'opinione che, se la conoscenza è pericolosa, la soluzione ideale risiede nell'ignoranza. Mi è sempre parso, invece, che la risposta autentica a questo problema stia nella saggezza. Non è saggio rifiutarsi di affrontare il pericolo, anche se bisogna farlo con la dovuta cautela. Dopotutto, è questo il senso della sfida posta all'uomo fin da quando un gruppo di primati si evolse nella nostra specie. Qualsiasi innovazione tecnologica può essere pericolosa: il fuoco lo è stato fin dal principio, e il linguaggio ancor di più; si può dire che entrambi siano ancora pericolosi al giorno d'oggi, ma nessun uomo potrebbe dirsi tale senza il fuoco e senza la parola.[1]
  • Ardo dal desiderio di spiegare, e la mia massima soddisfazione è prendere qualcosa di ragionevolmente intricato e renderlo chiaro passo dopo passo. È il modo più facile per chiarire le cose a me stesso.[2]
  • Il numero di Realtà è infinito. Il numero di ogni sottoclasse di Realtà è infinito. Ad esempio, il numero di Realtà che contengono l'Eternità è infinito, il numero di Realtà che non la contengono è infinito, il numero di Realtà in cui l'Eternità esiste ma viene abolita è infinito.[3]
  • In ogni secolo gli esseri umani hanno pensato di aver capito definitivamente l'Universo e, in ogni secolo, si è capito che avevano sbagliato. Da ciò segue che l'unica cosa certa che possiamo dire oggi sulle nostre attuali conoscenze è che sono sbagliate.[4]
  • In tutta la storia della Galassia non risulta che alcuna civiltà sia mai stata così sciocca da usare le esplosioni nucleari come armi belliche.[5]
  • Inoltre affermava che, per diritto di nascita, si eredita solo l'idiozia congenita.[6]
  • Io, della Luna conosco praticamente tutto; se dovessi andarci sarebbe inutile. E poi, dovrei salire sull'astronave. Ma lo sa che io non prendo neppure l'aereo.[7]
  • L'aspetto più triste della vita in questo momento è che la scienza raccoglie conoscenza più velocemente di quanto la società raccolga saggezza.[8]
  • La stranezza è nella mente di chi la percepisce.[9]
  • La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci.[10]
  • La vita è piacevole. La morte è pacifica. È la transizione che crea dei problemi.[11]
  • Legge zero:
    Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l'umanità riceva danno[12]
  • Non c'è bisogno di viaggiare nel tempo per essere degli storici.[13]
  • Qualcuno disse che Hari Seldon lasciò questa vita proprio come l'aveva vissuta, perché morì con il futuro che aveva creato completamente schiuso di fronte a sé...[14]
  • Se la conoscenza può creare dei problemi, non è certo attraverso l'ignoranza che li possiamo risolvere.[15]
  • Se la corrente ti sta portando dove vuoi andare, non discutere.[16]
  • «Vedete quel pentagono quasi regolare formato da cinque stelle di luminosità pressoché uguali? Noi le chiamiamo le Cinque Sorelle. [...] Secondo la tradizione simboleggiano il successo in amore. Su Sayshell non c'è lettera d'amore che non termini con un pentagono formato da puntini: significa desiderio di fare l'amore. A ciascuna stella corrisponde un preciso stadio del gioco amoroso e ci sono poesie che fanno a gara nel rendere più erotico possibile ogni stadio. Quando ero giovane mi cimentai io stesso in questo genere di poesie: allora non avrei mai pensato che sarebbe venuto il momento in cui le Cinque Stelle mi sarebbero state del tutto indifferenti, anche se penso che sia il destino di tutti. Vedete quella stella meno lucente, circa al centro del pentagono? Quella rappresenterebbe l'amore non corrisposto. La leggenda dice che un tempo era brillante come tutte le altre, ma che la sua luce si affievolì a causa del dolore.» [17]

A cult of ignorance, Newsweek, 21 gennaio 1980.

  • C'è un culto dell'ignoranza negli Stati Uniti, e c'è sempre stato. Una vena di anti-intellettualismo si è insinuata nei gangli vitali della nostra politica e cultura, alimentata dalla falsa nozione che democrazia significhi "la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza".
  • Ora abbiamo un nuovo slogan da parte degli oscurantisti: "Non fidarti degli esperti"! Dieci anni fa, era "Non fidarti di chiunque abbia più di 30 anni". Ma i paladini di questo slogan hanno alfine scoperto che l'inevitabile alchimia del tempo li ha sfiduciati senza appello, e così, a quanto pare, hanno deciso di non ripetere mai più quell'errore. "Non fidarti degli esperti!" è uno slogan assolutamente sicuro. Niente, né il passare del tempo né l'esposizione all'informazione, potrà mai tramutare questi paladini in esperti di qualche argomento che possa essere pur lontanamente utile.
  • Ci sono 200 milioni di americani che hanno abitato nelle scuole in qualche momento nella loro vita e che ammetteranno di saper leggere (a patto che si prometta di non usare i loro nomi, svergognandoli presso i loro vicini), ma i giornali più decenti credono di fare straordinariamente bene quando riescono a vendere mezzo milione di copie. Sembra che solo l'1 per cento - o meno - degli americani provi davvero ad esercitare il suo diritto di sapere.
  • Io sostengo che lo slogan "il diritto dell'America di sapere" è senza senso quando abbiamo una popolazione ignorante, e che la funzione di una stampa libera è praticamente nulla quando quasi nessuno sa leggere.
  • Credo che ogni essere umano con un cervello fisicamente normale possa imparare molto e possa essere sorprendentemente intellettuale. Credo che ciò di cui abbiamo tremendamente bisogno sia l'approvazione sociale verso i processi di apprendimento ed un giusto riconoscimento del valore dell'istruzione. Possiamo tutti esser membri dell'élite intellettuale e poi, e solo allora, una frase come "il diritto dell'America di sapere" e, in effetti, qualsiasi vero concetto di democrazia, potrà avere un qualche significato.

Un'intervista per il programma A world of ideas del 17 ottobre 1988.

  • Alla fine, potrebbe anche essere che nessuno si preoccuperà di leggere ciò che scrivo, ma solo di sapere il numero di libri che ho scritto. Forse riuscirò a sconfiggermi da solo proprio in quel modo.
  • Man mano che i computer subentreranno a posto nostro per quel tipo di lavoro che gli esseri umani non dovrebbero fare - perché non utilizza il loro cervello, li stordisce e li annoia a morte - non ci sarà più niente per gli esseri umani da fare, tranne che i lavori più creativi. L'unico modo in cui possiamo eccellere nei lavori più creativi è quello di prepararci, di formare delle teste che mirano a quello fin dall'inizio. Non puoi prendere un essere umano e metterlo a fare un lavoro che sottovaluta il suo cervello, impedendogli di lavorarci per decenni e decenni, e poi alla fine dire: "Beh, il lavoro non è quello che fai, comincia a fare qualcosa di più creativo": hai ucciso la sua creatività.
  • In linea di principio, ogni dettaglio che ti facesse percepire la macchina per l'insegnamento come più umana dovrebbe risultarti gradevole; eppure, non si può mai dire. Una volta mi venne mostrato un dispositivo che ripeteva un certo numero di affermazioni del tipo "Sì, signore", "Immediatamente" - cose del genere. Dopo averlo ascoltato per la decima volta, ti irritava. Quindi suppongo che non sia saggio cercare di capire troppo in anticipo quali o come saranno le cose, ma lasciare piuttosto che la domanda pubblica guidi ciò che si produce.
  • Questo è un altro problema con l'educazione, per come l'abbiamo adesso. Le persone pensano all'educazione come qualcosa che devono terminare. E per di più, quando la terminano, diventa un rito di passaggio. Hai finito con la scuola. Non sei più un bambino, e quindi tutte le cose che ti ricordano la scuola - leggere libri, avere idee, fare domande - è roba da bambini. Ora sei un adulto, non devi fare più quel genere di cose.
  • Le persone non smettono di fare le cose che amano fare solo perché hanno raggiunto una certa età. Non smettono di giocare a tennis solo perché hanno compiuto quarant'anni. Non si fermano con il sesso solo perché hanno compiuto quarant'anni. Continuano a farlo il più a lungo possibile se gli piace e sarà la stessa cosa con l'apprendimento. Il problema con l'apprendimento è che molte persone non si divertono a causa delle circostanze. Consentiamo loro di divertirsi imparando e continueranno così.
  • Posso ben immaginare che una persona che crede davvero nell'astrologia avrà una sensazione di sicurezza dal credere che questa è una brutta giornata, quindi resterà a casa, proprio come un tipo che si è comprato un mucchio di gioielli falsi, lo guarda e si sente ricco. Il fatto è che sono comunque falsi, e la persona che compra il misticismo non ha altro che conoscenza fasulla.
  • È proprio questa la gloria della scienza - che sia incerta, sempre incerta, sempre soggetta a cambiamenti. Ciò che è veramente un peccato è avere una serie di credenze che tu creda assolutamente vere, e che sono state tali sin dall'inizio e che non potranno cambiare, per le quali semplicemente non ci si debba curare di esaminare le prove. Dirai: "Se le prove sono d'accordo con me, non è necessario esaminarle, e se non sono d'accordo con me, sono false."
  • Ci sono state centinaia di persone che hanno fatto un grande buon lavoro scientifico e che allo stesso tempo erano religiosi. Ma non mischiarono religione e scienza. In altre parole, se pure avveniva qualcosa che non capivano nella scienza, non lo liquidarono mai dicendo: "Bene, questo è ciò che Dio vuole", oppure "A questo punto un miracolo ha avuto luogo".
  • Mi piace usare quella che io chiamo la metafora del bagno: se due persone vivono in un appartamento, e ci sono due bagni, allora entrambi hanno la libertà del bagno. Puoi andare al bagno ogni volta che vuoi e rimanere tutto il tempo che vuoi, per fare tutto ciò che hai bisogno di fare. E tutti credono nel principio della libertà del bagno; dovrebbe essere scritto proprio lì, nella Costituzione. Ma se hai venti persone nell'appartamento e solo due bagni, non importa quanto ogni persona creda nel principio della libertà del bagno, non esiste una cosa del genere. Devi impostare i tempi per ogni persona, devi bussare alla porta: "Non hai ancora finito?" e così via. Allo stesso modo, la democrazia non può sopravvivere alla sovrappopolazione. La dignità umana non può sopravvivere. Convenienza e decenza non possono sopravvivere. Man mano che metti sempre più persone sul mondo, il valore della vita non solo diminuisce, scompare. Non importa se qualcuno muore. Più persone ci sono, meno un individuo importa.
  • Ci sono persone che arrivano a sostenere che tutto nell'universo dipende dall'osservazione umana. Poi ce ne sono altre che dicono "Supponi che non ci siano esseri umani, solo rane. Basterebbe l'osservazione della rane a far funzionare la baracca?"

Il libro di fisica

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  • La scienza non è mai ferma: essa è come un panorama che si dissolve impercettibilmente e si trasforma sotto i nostri occhi. Non è possibile in un momento qualsiasi coglierla in tutti i suoi particolari senza trovarsi immediatamente superati. (prefazione; p. 3)
  • Il cervello umano è il pezzo di materia organizzato nel modo più meraviglioso di tutto l'universo conosciuto [...]. (I; p. 6)
  • Nel racconto biblico della tentazione di Eva appare evidente (per lo meno a me) che il compito del serpente era il più facile del mondo, e che avrebbe potuto risparmiarsi la fatica di parlare: la curiosità avrebbe comunque spinto Eva ad assaggiare il frutto proibito, anche senza che qualcuno la tentasse dall'esterno. (I; p. 7)
  • [Principio di indeterminazione di Heisenberg] Heisenberg dimostrò che non è possibile trovare un metodo per determinare rigorosamente la posizione di una particella subatomica senza che resti una totale incertezza sul suo moto. Reciprocamente, non è possibile determinare con precisione il moto di una particella senza che resti una notevole incertezza sulla sua posizione. Calcolare entrambe esattamente, nello stesso istante, è impossibile. (VIII; p. 443)

Tutti i miei robot

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Le Tre Leggi della Robotica

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  • Prima Legge:
    Un robot non può recare danno agli esseri Umani, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri Umani ricevano danno.
  • Seconda Legge:
    Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri Umani, a meno che ciò non contrasti con la Prima Legge.
  • Terza Legge:
    Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che ciò non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.

Incipit di alcune opere

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La fine dell'eternità

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Andrew Harlan entrò nel cronoscafo. Era una struttura perfettamente sferica inserita in una gabbia di aste regolarmente distanziate che parevano vibrare come aria sottoposta a evaporazioni di caldo. Harlan manovrò i comandi e mise in posizione la leva di partenza.
Il cronoscafo non si mosse. Harlan, comunque, non si era aspettato che lo facesse. Non s'aspettava movimenti di sorta, né verso l'alto o il basso, né a destra o a sinistra, né in avanti o all'indietro. Tuttavia, gli intervalli fra le aste si erano fusi in un grigiore uniforme, solido al tatto ancorché immateriale. E poi c'era quel senso di leggerissima nausea e quel debole accenno di vertigini (d'origine psicosomatica?) che rivelavano che il cronoscafo, con tutto quel che conteneva, Harlan compreso, stava sfrecciando in avanti, attraverso l'Eternità.

Nemesis

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Sedeva solo, racchiuso.
Fuori c'erano le stelle, e una stella particolare col suo piccolo sistema di mondi. Poteva vederla con l'occhio della mente; nemmeno se avesse deopacizzato la finestra l'avrebbe vista con tanta chiarezza.
Una piccola stella, rosso-rosa, il colore del sangue e della distruzione, e con un nome appropriato!
Nemesis!
Nemesis, la Dea della Punizione Divina.

Ciclo di Lucky Starr

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Lucky Starr e gli oceani di Venere

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Lucky Starr e John Bigman Jones fluttuarono fuori dalla Stazione Spaziale n. 2 priva di gravità, dirigendosi verso la navicella planetaria che li aspettava con il portello aperto. I loro movimenti avevano la grazia di chi si è esercitato a lungo in condizioni di assenza di gravità, nonostante che i loro corpi apparissero tozzi e grotteschi nelle tute spaziali che indossavano.

Lucky Starr e i pirati degli asteroidi

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Quindici minuti all'ora zero! L'astronave Atlas era pronta a decollare e la sua linea snella e brunita scintillava alla luce della Terra che rischiarava l'orizzonte lunare. La prua appuntita era rivolta verso lo spazio e la base poggiava sulla pomice morta della Luna: tutto intorno era il vuoto. L'astronave non aveva equipaggio, non un sol essere vivente.

Lucky Starr, il vagabondo dello spazio

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David Starr guardava proprio da quella parte e lo vide. Vide l'uomo morire.
David stava aspettando il dottor Henree e nel frattempo si godeva l'atmosfera del più moderno ristorante di International City: il modo ideale di festeggiare la laurea e la sua qualifica a membro effettivo del Consiglio della Scienza.

Altri romanzi e racconti

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Girotondo

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Uno dei modi di dire più triti e ritriti di Gregory Powell era quello secondo cui agitarsi non serve a niente. Fu per questo che Powell si accigliò quando Mike Donovan balzò giù dalla scaletta e gli corse incontro con i capelli rossi intrisi di sudore.
– Cosa c'è? – gli domandò Powell. – Ti sei rotto un'unghia?
– Come no! – ringhiò Donovan, febbrile. – Ma cosa te ne sei stato a fare per tutto il giorno nei sottolivelli? – Riprese fiato e boccheggiò: – Speedy non è tornato.
Powell stava inerpicandosi per la scaletta: per un attimo i suoi occhi si dilatarono, poi si riprese e ricominciò a salire.

Halloween

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Quando Haley arrivò sul posto, il giorno di Ognissanti, nelle buie ore del primo mattino, la faccenda era tutt'altro che finita. Il plutonio era sparito e il ladro giaceva raggomitolato come un mucchietto di stracci in fondo alle scale del venticinquesimo piano dell'albergo. Il medico legale stava chino su di lui, ma era chiaro che non avrebbe più parlato. Secondo il rapporto ricevuto da Haley, aveva detto soltanto una parola: «Halloween», ed era morto.

Citazioni su Isaac Asimov

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  • Non c'è ramo dello scibile che Asimov non abbia scosso, pascolo scientifico dove non abbia brucato. Sa tutto di tutti, di tutto scrive, da tutti si fa leggere e, quel che più conta, capire. (Roberto Gervaso)

Note

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  1. Citato in Giuseppe Lippi, I robot dell'alba, Oscar Mondadori.
  2. Da Civiltà extraterrestri.
  3. Da La fine dell'Eternità, Traduzione di Giuseppe Lippi, Arnaldo Mondadori Editore; cap. 18.
  4. Da Grande come l'universo, Saggi sulla scienza.
  5. Da L'orlo della fondazione.
  6. Da Il crollo della galassia centrale, Oscar Fantascienza, Milano, 198912, p. 115.
  7. Citato in Roberto Gervaso, Ve li racconto io, Mondadori.
  8. Citato in Isaac Asimov e Jason Shulman, Isaac Asimov's Book of Science and Nature Quotations, Weidenfeld & Nicolson, 1988, p.281, ISBN 1555844448
  9. Da Preludio alla fondazione.
  10. Da Cronache della galassia, Mondadori.
  11. Da Destinazione Cervello.
  12. Formulata da R. Daneel Olivaw e da R. Giskard Reventlov e applicata per la prima volta da quest'ultimo – primo robot mentalico – al termine del romanzo "I robot e l'Impero". Ne deriva una coerente modifica della Prima legge: "Un robot non può recare danno agli esseri Umani, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri Umani ricevano danno, a meno che ciò non contrasti con la legge zero".
  13. Da La campana canora, racconto, traduzione di Roberta Rambelli, Fanucci.
  14. Da Fondazione anno zero, traduzione di Gianni Montanari, Arnoldo Mondadori Editore.
  15. Da Il libro della scienza, traduzione di Carla Sborgi, Alessandra Fois e Tullio Cannillo, Mondadori, Milano, 2021. ISBN 9788835711506
  16. Da Destinazione Cervello,
  17. Da L'orlo della Fondazione, cap. 53.

Bibliografia

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  • Isaac Asimov, Girotondo, traduzione di Stefano Negrini, in Hallucination Orbit. La psicologia nella fantascienza, Editori Riuniti, Roma, 1985.
  • Isaac Asimov, Halloween, in La notte di Halloween, traduzione di Paola Campioli, Editori Riuniti, Roma, 1984.
  • Isaac Asimov, Il libro di fisica (Asimov's New Guide to Science, 1984), traduzione di Carla Sborgi, Mondadori, Milano, 2005. ISBN 88-04-41445-6
  • Isaac Asimov, La fine dell'eternità, traduzione di Beata della Frattina, Mondadori, Milano.
  • Isaac Asimov, Lucky Starr e gli oceani di Venere, traduzione di Lidia Lax e Diana Georgiacodis, Mondadori, Milano, 1989.
  • Isaac Asimov, Lucky Starr e i pirati degli asteroidi, a cura di Giuseppe Lippi, Mondadori, Milano, 1994.
  • Isaac Asimov, Lucky Starr, il vagabondo dello spazio, a cura di Giuseppe Lippi, Mondadori, Milano, 1994.
  • Isaac Asimov, Nemesis, traduzione di Piero Anselmi, Mondadori, Milano.

Voci correlate

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Altri progetti

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Opere

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