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Ghepardo

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Un ghepardo

Citazioni sul ghepardo.

Citazioni

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  • Conta il portamento in campo. Meglio quello di un ghepardo che quello di uno scimpanzé. Forti tutti e due. Ma lo scimpanzé salta in giro tutto il giorno per trovarsi le noci. Il ghepardo schivo si muove con assoluta nonchalance con la sua andatura lenta e sexy. Io gioco come un ghepardo. (Ritorno dal nulla)
  • Da noi, il modello è il ghepardo in azione; tutti i suoi movimenti si fondono armoniosamente, non riusciamo a distinguerli l'uno dall'altro, e la corsa della grossa fiera ci appare come un unico e lungo movimento che simboleggia la profonda perfezione della vita. (Muriel Barbery)
  • Il ghepardo indica in ogni dettaglio di essere stato superbamente progettato per qualche scopo, e dovrebbe essere abbastanza facile studiarlo applicando la progettazione inversa per comprendere la sua funzione di utilità. Il ghepardo sembra fatto apposta per uccidere la gazzella. I denti, gli artigli, gli occhi, il naso, la muscolatura degli arti, la colonna vertebrale e il cervello di questo predatore sono tutti come potremmo aspettarci se lo scopo di Dio nel progettarlo fosse stato quello di massimizzare le morti tra le gazzelle. Ma se applichiamo la progettazione inversa allo studio della gazzella troviamo evidenze ugualmente impressionanti dello scopo diametralmente opposto: la sopravvivenza delle gazzelle e la morte dei ghepardi per fame. È come se il ghepardo fosse stato progettato da una divinità e la gazzella da una divinità rivale. (Richard Dawkins)
  • Il ghepardo, un cane con la faccia da gatto. (Danilo Mainardi)
  • In Abac. 1: 8, si crede da alcuni che la fiera intesa sia il cheetah, animale simile [al leopardo] ma più piccolo, il quale assale la sua preda con più rapidità che qualsiasi altra bestia feroce. (Philip Schaff)
  • La velocità del ghepardo è la stessa della gazzella e viceversa, per cui possiamo dire che nel ghepardo la velocità è stata creata dalla gazzella, così come l'inverso. (Roberto Marchesini)
  • Un etologo sa che le zampe del ghepardo parlano della velocità della gazzella. (Roberto Marchesini)
  • I ghepardi portano con pieno diritto il loro appellativo generico di Cane gatto (CYNAILURUS), poché sono invero metà cani e metà gatti. Felina è la testa, felina pure la lunga coda, ma canino tutto il corpo, e canine soprattutto le alte gambe ed i piedi: questi sono ancora conformati in modo da poter ritrarre e spinger fuori le unghie, ma i muscoli relativi sono così fiacchi e deboli, che le unghie quasi sempre sporgono, e sono quindi, come fra i cani, smussate dallo sfregamento. La mandibola somiglia essenzialmente a quella dei felini, ma i canini sono compressi come quelli del cane. Anche il pelame tiene il mezzo tra questo e quello. Del primo ha la variegata tinta, del secondo il pelo ispido e duro. Tale posizione intermedia s'accorda perfettamente colle facoltà intellettuali del ghepardo. L'espressione della sua faccia ricorda quella del felino, ma la bonarietà del cane appare nello sguardo che rivela chiaramente la dolcezza dell'indole.
  • La sveltezza e la perseveranza del ghepardo non sono grandissime, ed un'antilope incalzata da lui lo lascia lungi dietro da sé dopo una breve corsa. Esso deve dunque ricorrere all'astuzia per venire a capo di ghermire la preda. Appena adocchia un branco di antilopi o di cervi pascolanti, si accovaccia al suolo e striscia leggermente serpeggiando per avvicinarsi all'agoguata preda, sfuggendo al suo occhio vigile. Laonde, considerando tutte le proprietà della sua selvaggina, non ha l'imprudenza di mettersi sopra il vento, ed appena scorge la scolta del branco sollevare il capo per esplorare l'orizzonte, egli si accascia e rimane immobile. In tal modo accostatosi a circa 20 metri, sceglie la vittima, la raggiunge con pochi balzi, la getta a terra con qualche zampata, e l'abbranca alla nuca. Dopo una breve lotta, durante la quale trae la povera bestia a parecchie centinaia di passi; quella soccombe, ed egli ne beve con avidità il sangue fumante.
  • Non avviene mai che un ghepardo legato tenti di rosicchiare la fune sottile cui è legato. Non pensa neppure mai a nuocere in qualche modo a chi si occupa di lui, e si può senza timore andargli vicino, accarrezzarlo e lisciarlo. Riceve con calma evidente quelle carezze, e il più che si possa aspettare da lui è che faccia le fusa con maggior fretta del solito.
  • Il Ghepardo è come un anello di unione tra i Felini ed i Cani.
  • La sua dolcezza, l'obbedienza e l'affetto che dimostra in schiavitù segnano con certezza il posto che occupa sui confini della famiglia felina, subito prima la razza canina.
  • Si addomestica quasi come un cane, conosce ed ama il suo padrone, ne ascolta la voce e corre appena chiamato. Colle altre persone fa mostra di grande dolcezza; perciò si può lasciarlo al tutto libero. Nei giardini zoologici europei non lo si tien mai chiuso come gli altri Felini. Si lascia girare in un recinto, come gli animali più innocui; è molto docile col suo custode, e si presta volentieri alle carezze dei visitatori.
  • I tratti morfologici distintivi del ghepardo, la sua rapida scomparsa dalla nostra fauna, e anche in altre parti del suo areale, consentono di giustificare il trattamento di questo felino come un monumento storico vivente. È attualmente del tutto innocuo per gli umani e i danni da esso inflitti sugli allevamenti e sulla gestione della fauna è quasi trascurabile.
  • Il ghepardo differisce dagli altri felini selvatici per la sua disposizione mite, ed è relativamente facile da addestrare, diventando fortemente legato alla persona che lo ha addestrato. Non morderà neanche durante giochi vigorosi, e si presta bene al guinzaglio.
  • Il ghepardo è un animale molto silenzioso. La sua voce somiglia a una tosse rauca. Si sente la sua voce di notte molto raramente. Animali adulti domati, se sono calmi, fanno le fusa come i gatti domestici, ma lievemente più rauco. Un ghepardo eccitato sbuffa, digrigna e ringhia.
  • La caccia con i ghepardi cominciò ad essere praticata nell'Europa meridionale dal quinto secolo d.c. (Bisanzio) e forse prima. A partire dal decimo o undicesimo secolo circa questo tipo di caccia ebbe ampia diffusione in molti paesi dell'Europa occidentale (Italia, Francia ed Inghilterra) e fu popolare dal secolo tredicesimo al quindicesimo. La caccia col ghepardo in Europa comportava grandi spese per l'acquisto e il mantenimento degli animali catturati, e perciò questo sport fu praticato esclusivamente dai grandi latifondisti. Con la scomparsa degli stati feudali, la caccia con i ghepardi andò in declino nell'Europa occidentale e cessò del tutto nel primo settecento.
  • I Ghepardi sono considerati animali con problemi riproduttivi, date le difficoltà nel farli riprodurre in cattività, ma in realtà sono prolifici in natura e, pur esibendo una variabilità genetica relativamente bassa, non esistono prove di depressione riproduttiva da consanguineità.
  • Il Ghepardo è l'unico felide adattatosi a inseguire le sue prede per tempi prolungati a velocità elevate, con una conformazione fisica inconfondibile che ricorda quella di un levriero e lo differenzia da qualsiasi altro felide: ha corporatura alta e affusolata, con zampe lunghe, torace alto e stretto, vita sottile e coda lunga e tubulare. La testa è piccola e tondeggiante, con muso corto e orecchie piccole. Gli artigli del Ghepardo sono simili a quelli di un cane, privi delle guaine protettive carnose presenti in altri felidi ma, contrariamente a quanto si creda, parzialmente protrattili. Gli artigli sono visibili nelle tracce lasciate sul terreno, fatta eccezione per lo sperone appuntito e molto incurvato, sfruttato per arpionare le prede.
  • Il Ghepardo ha un sistema socio-spaziale fluido e complesso, unico tra i felidi, con una socialità che supera quella di tutte le altre specie eccetto il Leone (e alcune colonie di gatti comestici).

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