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Gran Premio di San Marino 1994

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Il tracciato di Imola nella configurazione adottata per il Gran Premio di San Marino 1994

Citazioni sul Gran Premio di San Marino 1994.

  • [Sull'incidente di Senna] Andammo avanti con il collegamento per ore e ore, con le notizie che arrivavano in cabina in maniera frammentata anche se fu subito chiaro che Ayrton non ce l'avrebbe fatta. Fu un week-end terribile quello di Imola nel 1994. (Mario Poltronieri)
  • Credo che con la scomparsa di Senna la Formula 1 abbia perso definitivamente l'innocenza. Non dobbiamo dimenticare che fino a quel drammatico fine settimana di Imola erano 12 anni che non si moriva più al volante di una monoposto. Sembrava ormai che fosse stato lasciato alle spalle un periodo nerissimo, nel quale le tragedie in pista erano quasi all'ordine del giorno. Ecco, in quel maledetto weekend di Imola ci rendiamo improvvisamente conto di quanto fossero fragili le nostre certezze. Per questo sostengo che la tragedia di Senna rappresentò la fine di un'epopea. Perché molto probabilmente Ayrton, insieme con altri illustri colleghi di allora, da Prost a Piquet, da Mansell a Schumacher, è stato uno degli ultimi mohicani. Dopo di loro, la F.1 è cambiata completamente. Lo choc fu talmente violento che vennero rifatti i circuiti in una notte o poco più. Le macchine stesse furono oggetto di un ripensamento strutturale e filosofico assoluto. La cultura della sicurezza in F.1 nasce proprio in quei giorni. Nulla è stato più come prima. (Leo Turrini)
  • Il 30 aprile [...] fu l'ultima volta che vidi Ayrton Senna. Lo salutai nel paddock da pochi metri di distanza: ricambiò con la gentilezza di sempre, scosse la testa quasi per scusarsi, certamente non aveva voglia di parlare. Era già morto Roland Ratzenberger e lui si era appena recato sul punto dell'incidente: forse per capire, forse per pregare. La cosa lo aveva segnato in maniera enorme, facendolo entrare in quel loop di tormenti che accompagnarono le sue ultime 24 ore di vita. [...] Il primo maggio ero in diretta per l'ultima puntata della prima edizione di "Quelli che il calcio": lo scudetto era già stato vinto dal Milan [...]. Aria di festa [...]: da ultimo giorno di scuola. Noi su Rai 3, il Gran Premio di Imola (San Marino) su Rai 2. Io ovviamente stavo seguendo tutto su uno dei miei tanti monitor che avevo davanti. Quando Mario Poltronieri chiuse la sua telecronaca, la nostra rimase l'unica trasmissione sportiva in onda. Ero già stato informato che l'elicottero che si era alzato dall'autodromo per andare all'Ospedale Maggiore aveva trasportato un corpo intatto, ma senza vita. Mi venne chiesto di dire una bugia. Chiudemmo alle 17,30. Alle 18,40 la dottoressa Maria Teresa Fiandri, primario del reparto di Rianimazione, annunciò non senza emozione la sua morte. E quel punto, assieme allo sgomento, nacque la leggenda: alla quale è inutile – nemmeno oggi – aggiungere parole superflue. (Marino Bartoletti)
  • Imola 1994 è stato un momento di svolta per la F1, perché ha trasmesso il lato oscuro di questo sport direttamente nei salotti degli spettatori in una giornata di primavera altrimenti perfetta. E in quel momento il nostro sport ha dovuto guardarsi allo specchio e decidere come proiettarsi in futuro: come uno sport spericolato, insensibile, che sacrifica le persone, o come uno sport adulto, responsabile, sofisticato e disciplinato. La morte di Roland ci ha sconvolto, ma non come l'incidente di Ayrton: lui era venerato come un Dio delle corse dalla maggior parte delle sue centinaia di migliaia, se non milioni, di fan. Oltre che dall'intero Brasile. (Damon Hill)
  • Io ho un rimpianto enorme, che rimarrà con me fino alla fine. Quel sabato, il 30 aprile 1994, un incidente sulla pista di Imola aveva appena spezzato la vita di Roland Ratzenberger, il milite ignoto della Formula Uno, un austriaco sconosciuto. Senna era stato l'unico, tra i suoi colleghi, a precipitarsi sul luogo dello schianto. E volevano pure multarlo, per quel gesto di umana disperazione. Bene. Anzi, male. Mezz'ora dopo, dietro i box di Imola, incrociai Ayrton. Era sgomento. Con un cenno gli feci capire che desideravo scambiare due parole. Con uno sguardo, mi segnalò che no, non era il caso, meglio domani. Non esiste domani! L'1 maggio Senna morì contro il muro del Tamburello e certo quello era il suo destino e nulla sarebbe cambiato se anche ci fossimo fermati a conversare. Ma io ho la traccia di quel dolore che non passa, non è passato mai. (Leo Turrini)
  • La F1 ha preso una direzione diversa dopo quel weekend, anche perché doveva farlo o sarebbe stata punita. Imola '94 è stato il momento in cui, per necessità, la F1 è cresciuta. (Damon Hill)
  • [Sull'incidente di Senna] Non avremmo mai dovuto apportare modifiche del genere allo sterzo in pista, sento ancora un certo grado di responsabilità per la morte di Ayrton, ma nessun senso di colpa. Per me è molto probabile che la vettura non sia uscita di strada a causa della rottura del piantone dello sterzo. La gomma posteriore destra probabilmente aveva una foratura lenta a causa del passaggio sui detriti. Se dovessi scegliere una causa dell'incidente, indicherei quella gomma. Ayrton restò a tutto gas per mezzo secondo, poi ha ridotto al 50%, successivamente ha tolto il piede dal gas e ha frenato. La logica direbbe che se si fosse rotto lo sterzo, avrebbe frenato immediatamente. (Adrian Newey)

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