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Fronte orientale (1941-1945)

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Collage di foto del fronte orientale

Citazioni sul fronte orientale della seconda guerra mondiale, noto anche come campagna di Russia o la grande guerra patriottica.

Citazioni

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  • Esattamente tre anni or sono, l'11 luglio 1946, una piccola tradotta si avvicinava al confine di Tarvisio portando alcuni uomini, ultimi resti dell'VIII° Armata. Questi ragazzi tornavano a vedere dopo sei anni di lontananza, per la prima volta, il tricolore sventolare sul territorio della Patria. A distanza di tre anni precisi da quel giorno, un magistrato chiede l'assoluzione di un gruppo di quei reduci, la cui colpa era stata quella di aver sollevato un velo sui patimenti morali e materiali da loro sofferti e di aver fatto conoscere la verità agli italiani. (Il processo D'Onofrio e la verità)
  • Gli invasori tedeschi vogliono una guerra di sterminio contro i popoli dell'Unione Sovietica. Ebbene, se i tedeschi vogliono una guerra di sterminio, l'avranno. D'ora in avanti il nostro compito, il compito dei popoli dell'Unione Sovietica, il compito dei combattenti, comandanti e dirigenti politici del nostro esercito e della nostra marina consisterà nello sterminare fino all'ultimo tutti i tedeschi penetrati sul territorio della nostra Patria come invasori. Nessuna grazia agli invasori tedeschi! Morte agli invasori tedeschi! (Iosif Stalin)
  • I vostri nonni non hanno vinto il fascismo. Il fascismo non è stato sconfitto dai vostri nonni. Il fascismo è stato sconfitto dai nonni inglesi, americani, australiani, canadesi, francesi, norvegesi. Mentre i vostri nonni, con l'aiuto di inglesi e americani, hanno eliminato il loro principale concorrente nel campo fascista.
    E loro stessi ne hanno assunto la guida.
    I vostri nonni erano... fascisti. Ma pensa te, che razza di scoperta storica, eh?
    Erano fascisti allo stesso modo dei nonni di Hans e Klaus.
    I vostri nonni non hanno liberato un bel niente da Sachalin all'Elba. Proprio nulla. Hanno solo invaso le terre da Sachalin all'Elba.
    I vostri nonni erano occupanti. Esattamente come i nonni di Klaus e Hans.
    I tedeschi hanno invaso metà della Polonia. L'altra metà l'hanno occupata i russi.
    I tedeschi hanno smembrato la Cecoslovacchia. Che poi è stata smembrata dai russi.
    I tedeschi sono entrati nella Romania occidentale. I russi sono entrati in Bessarabia.
    I tedeschi hanno occupato Tallinn. Che poi è stata occupata dai russi.
    Porca troia, come fate a trovare una differenza, eh?
    Mostratemi la lente grazie a cui i fotoni attraversano la vostra retina e arrivano nel vostro cervello, tanto da indurlo a concludere che il fascismo bruno, sì, è fascismo. Mentre il fascismo rosso no, è tutt'altra cosa! È la vittoria sul fascismo.
    Ma chi avete liberato, eh? I cechi nel '68? I ceceni nel '43? I tartari di Crimea nel '44? I lettoni nel '41? I polacchi? Gli ucraini? Chi?
    Forse almeno voi stessi? Andate su Google: la carestia negli anni 1946-1947; l'ondata di repressioni del 1946, la seconda per intensità dopo il '37. Cercate e studiate.
    E se gli Stati Uniti non avessero sganciato la bomba nucleare su Hiroshima, su ordine del baffuto Führer i vostri nonni sarebbero andati oltre. Non ho il minimo dubbio. E avrebbero poi invaso la Francia, il Belgio, la Spagna e la Manica.
    È stato Truman a fermare il fascismo sulle sponde orientali dell'Elba.
    E non i vostri nonni.
    E ha fermato appunto voi. (Arkadij Babčenko)
  • L'eroismo della Russia durante la Seconda guerra mondiale non deve mai essere messo in dubbio. (Dmitrij Medvedev)
  • La grande guerra patriottica è servita alla Russia contemporanea per giustificare tutto: il terrore staliniano arrivato prima della guerra, il predominio su mezza Europa arrivato dopo la guerra, la rivendicazione continua contro tutti i Paesi europei. (Maša Gessen)
  • La lotta di un intero popolo per sfuggire al destino di schiavizzazione cui è stato condannato non può non essere definita una lotta di classe; ma si tratta di una lotta di classe che assume la forma di guerra di resistenza nazionale e anticololoniale. (Domenico Losurdo)
  • Noi ci inchiniamo di fronte alla bandiera del popolo russo che si batté per la difesa della sua patria, ma questi episodi di inciviltà non fanno onore alla nazione che voi difendete. (Il processo D'Onofrio e la verità)
  • Non c’è famiglia in Russia che non sia stata bruciata dalla Grande Guerra Patriottica. La sua memoria non svanisce mai. (Vladimir Putin)
  • Putin parla della Seconda guerra mondiale come se fosse una lotta etnica russa, ma si trattava di una lotta sovietica. E i popoli sovietici che soffrirono di più, dopo gli ebrei, furono i bielorussi e gli ucraini. Sotto l'occupazione tedesca furono uccisi più civili ucraini che civili russi. I soldati ucraini erano sovrarappresentati nell'Armata Rossa che sconfisse i tedeschi sul fronte orientale. Questi sono alcuni dei fatti importanti della storia contemporanea su cui Putin semplicemente passa sopra. (Timothy Snyder)
  • Il nostro popolo sconfisse il fascismo con la potenza che aveva creato negli anni Venti e Trenta. Se non vi fosse stata l'industrializzazione, noi saremmo stati inermi di fronte al fascismo.
  • In quegli anni ho sofferto anch'io come tutti, ma, ogni volta che si accenna alla guerra, subito mi torna alla memoria una scena da incubo. Era la fine di febbraio 1943 e, con altri bambini della mia età, vagando in cerca di trofei, mi aggiravo nella striscia di bosco che separava Privol'noe da un villaggio vicino della provincia di Kuban, Belaja Glina. Ci imbattemmo nei resti dei soldati dell'Armata Rossa che nell'estate 1942 avevano combattuto lì la loro ultima battaglia. Era una scena indescrivibile: i corpi putrefatti con i teschi negli elmetti arrugginiti, le bianche falangi delle mani che spuntavano dalle giubbe e stringevano mitragliatrici, granate e caricatori. Giacevano lì insepolti, nel lerciume e nella fanghiglia delle trincee e dei crateri, osservandoci con le nere orbite vuote degli occhi...
  • L'intera Europa non era riuscita a fermare Hitler, ma noi lo schiacciammo. Sconfiggemmo il fascismo non solo grazie all'eroismo e allo spirito di sacrificio dei nostri soldati, ma anche alla superiorità del nostro acciaio, dei nostri carri armati e dei nostri aerei. E tutto questo era stato realizzato dal nostro periodo sovietico.
  • La gente si stava appena riprendendo da tutti gli sconvolgimenti provocati dalla prima guerra mondiale e dalla guerra civile, dalla collettivizzazione, dalle repressioni, la vita misera e grama di un tempo stava finendo, nei negozi si potevano acquistare scarpe, calicò, sale, articoli per la casa, aringhe, alici (a volte avariate), fiammiferi, cherosene, sapone... Ed ecco che la Russia si trovava ad affrontare di nuovo la più dura delle prove: continuare a esistere o sparire.
  • La guerra fu una terribile tragedia per l'intero paese. Molto di ciò che era stato costruito con dura fatica andò distrutto. Andò annullata la speranza di una vita felice nell'immediato. Andarono annientate anche le famiglie: i figli persero i popri padri, le mogli i mariti, le ragazze i fidanzati.
  • Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, se la Federazione Russa avesse voluto staccarsi dal linguaggio proprio di un Stato totalitario avrebbe potuto cominciare a chiamare quanto successo negli anni Quaranta Seconda guerra mondiale. Questo però non è accaduto. E l'insegnamento della Storia nelle scuole non ha subito alcuna riforma significativa, anche se il multilinguismo è aumentato negli anni Novanta del XX secolo. Nei primi anni Duemila, molti insegnanti della vecchia generazione presentavano ancora la storia sovietica secondo l'antica dottrina. I crimini sovietici in materia di diritti umani non hanno parte in questa storia. Il terrore dell'Armata Rossa non fa parte di questa storia. Il modo in cui i Paesi occupati dai sovietici hanno vissuto la presenza dell'esercito invasore, per non parlare dello stupro di massa da parte dell'Armata Rossa in Germania, non sono parte di questa narrazione. La storia viene ancora raccontata basandosi sui miti dell'eroismo e della vittoria. I monumenti e i musei di guerra sono ancora chiamati monumenti alla vittoria o musei della vittoria. Quando negli anni Novanta gli attivisti della memoria cominciarano a definire «terrore di Stato» i crimini sovietici contro i diritti umani, la loro iniziativa non fu presa in nessuna considerazione. Le autorità e lo Stato preferirono definire le esecuzioni di massa «repressione», tenendo così in ombra la responsabilità di chi dava gli ordini
  • Esistono ovviamente leggi sulla memoria anche altrove e negare l'Olocausto, per esempio, può essere un reato penale [...]. tali leggi hanno lo scopo di proteggere la memoria storica dei gruppi oppressi e di impedire la cancellazione dei crimini di un governo. La versione russa è unica in quanto protegge le azioni del regime che ha sfruttato i gruppi sottomessi durante la Seconda guerra mondiale e nega l'esperienza delle vittime. Tale costituzione è il frutto del lavoro degli eredi degli autori dei crimini contro i diritti umani della Seconda guerra mondiale.
  • La tradizione dell'impunità nell'esercito russo è un'eredità della Grande guerra patriottica, e per questo la mitologia legata a quest'ultima va sviscerata. Il modo in cui la guerra viene raccontata e denominata è parte di un mito e la prospettiva sugli eventi degli anni Quaranta del secolo scorso è molto diversa da quella occidentale. In occidente, il nome condiviso di Seconda guerra mondiale sottolinea che quel grande conflitto è stato tale per tutti noi: tutti abbiamo sofferto. La maniera russa di definire la guerra come «grande» enfatizza il fatto che fu la Russia il punto focale di quel conflitto. Le perdite sovietiche sono quindi collocate al centro della scena, rendendo qualsiasi deviazione dalla propaganda storica ufficiale un atto antipatriottico, come lo è anche riflettere sulle sofferenze e sulle perdite degli altri. L'empatia per le altre vittime della guerra è un'emozione falsa, un tradimento.
  • Mentre in epoca sovietica tutti i cittadini erano parte della narrazione della vittoria, ora la storia enfatizza la vittoria dei russi sul fascismo, quasi che questi avessero sconfitto Hitler senza il contributo delle altre Repubbliche sovietiche. Putin ha portato questo racconto a un nuovo livello, arrivando a vedere la vittoria come il risultato di un fattore biologico. Secondo Putin, la vittoria fa parte del codice genetico dei russi.
  • Quando l'espressione «Mai più» fu usata in Occidente dopo la Seconda guerra mondiale, suonò falsa alle orecchie di tutti coloro che avevano sperimentato le politiche repressive russe. Le violazioni dei diritti umani e l'occupazione da parte dell'Unione Sovietica continuarono anche dopo la caduta della Germania di Hitler. «Mai più» suonava come se la nostra esperienza fosse irrilevante. Non era scritta sulla mappa della coscienza collettiva occidentale.

Voci correlate

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