Sofi Oksanen

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Sofia Oksanen (2010)

Sofi-Elina Oksanen (1977 – vivente), scrittrice e drammaturga finlandese.

Citazioni di Sofi Oksanen[modifica]

  • [...] il mio interesse per l'Estonia è perché penso che la storia dell'Estonia debba essere riscritta nella forma letteraria. È la storia che non si trova nella letteratura finlandese dove non ci sono immigrati e, se ci sono, sono degli stereotipi. Io scrivo in finlandese e considero i miei libri come letteratura finnica, ma la storia dell'Estonia è storia d'Europa. Non si fa alcuno sforzo per capire i problemi dell'ex blocco sovietico, ci si è dimenticati tutto. Ci si ricorda dell'Africa, dei problemi del post-colonialismo e non ci si accorge che i paesi dell'Est Europa hanno gli stessi problemi, soffrono di post-colonialismo. Non so se potranno mai essere cambiati in paesi occidentali come i paesi occidentali poco equamente si aspettano.[1]

La scrittrice Sofi Oksanen: “La mia Finlandia ha finalmente aperto gli occhi”

Intervista di Daniele Castellani Perelli, Repubblica.it, 9 aprile 2023.


  • Il denaro sporco di sangue dei russi faceva comodo. Eppure non c’erano segreti, la Russia ammazzava i giornalisti e stava diventando uno Stato autoritario o totalitario.
  • Putin è stato abile a camuffarsi da democratico, ad esempio non ha indossato uniformi e ha usato i vecchi strumenti di disinformazione e maskirovka (mascheramento) del Cremlino.
  • [Putin avrebbe avuto mire imperialistiche anche sulla Finlandia?] “Sicuramente, ma non in termini militari. Il suo regime ha già detto chiaramente che la Finlandia è parte della Russia. Ma a questo punto lo saremmo di più della Svezia, che ci ha governato più a lungo. Occupare territori è costoso, è più facile colonizzare in altro modo, ad esempio finlandizzando. È quello che avrebbe riprovato a fare nell’Est Europa se l’invasione dell’Ucraina avesse avuto successo”.
  • Solo un Paese ci ha invasi nell’ultimo secolo, ed è stata l’Urss. Mio nonno combatté la Guerra d’inverno e ne so qualcosa. Poi la nostra fiaba nazionale parla di bambini rapiti e portati in Russia, mentre il nostro primo romanzo storico è ambientato negli anni della russificazione. Noi non dimentichiamo.

Note[modifica]

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