Hachiko - Il tuo migliore amico
Hachiko - Il tuo migliore amico
Titolo originale |
Hachi: A Dog's Tale |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | Regno Unito, Stati Uniti d'America |
Anno | 2009 |
Genere | drammatico |
Regia | Lasse Hallström |
Soggetto | Storia vera del cane Hachikō |
Sceneggiatura | Stephen P. Lindsey |
Produttore | Richard Gere, Bill Johnson, Vicki Shigekuni Wong |
Interpreti e personaggi | |
|
|
Doppiatori italiani | |
|
Hachiko – Il tuo migliore amico, film statunitense del 2009 con Richard Gere, regia di Lasse Hallström.
[In classe, sulla lavagna c'è scritto My hero e una ragazzina sta parlando del suo eroe ai compagni]
Heather: Perciò, anche se Colombo si perse e non fu il primo a scoprire l'America, lui resta il mio eroe: ci vuole coraggio ad affrontare un oceano così grande con una nave minuscola e grazie a lui quando è il Columbus Day non si va a scuola. [i compagni applaudono e Heather si accomoda al suo posto]
Maestra: Grazie Heather.
Ragazzino: Brava Haether!
Maestra: Ah Ronnie, parlaci del tuo eroe.
[Ronnie si alza e inizia a scrivere "Hachiko" alla lavagna]
Ragazzino: Ma che sta scrivendo?
Ragazzina: Non lo so!
Ronnie: Hachiko era il cane che aveva mio nonno Parker. [qualcuno dei compagni ride] Tutti lo chiamavano Hachi. Era il cane del mistero perché non si è mai saputo da dove venisse. Forse Hachi era scappato da un canile o forse era saltato dalla macchina di qualcuno che veniva da lontano, tipo dalla Florida o dal New Jersey. In un modo o nell'altro Hachi si era perso. [...] In un modo o nell'altro, tanto tempo fa, nella cittadina dove viveva mio nonno, Hachi apparve alla stazione ferroviaria ed è qui che la storia comincia.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Perché prendersi un cane, eh? Portarlo a passeggio, farlo mangiare, lavarlo, raccogliere la pupù... [...] Troppi problemi. (Jasjeet)
- E ha detto anche che gli shōgun allevavano questi akita per il combattimento e la caccia. Quindi... quindi in un certo senso sono una razza reale. (Parker)
- [Ultime parole] Vi ricordate che abbiamo parlato di John Philip Sousa, grande compositore di marce di inizio Novecento. Era un uomo molto famoso ma aveva un odio profondo per le registrazioni: non permetteva mai che registrassero la sua musica, persino quando arrivò Thomas Edison con la sua sensazionale invenzione, il fonografo. Ma a Edison non importava, se ne infischiò e registrò di nascosto una composizione di Sousa durante una parata. Lo definirei il primo vero "disco pirata". [gli studenti ridono] Allora voi che ne pensate? Che dite? Sousa aveva ragione? Secondo voi è giusto, sarebbe giusto se un artista nei giorni nostri salisse su un palco, collegasse un lettore CD a un amplificatore e nient'altro. Può bastare? Io non lo so. Sono molto più vecchio di voi ma tendo a pensare che ci sia un elemento della musica che non si possa catturare: non si può catturare la vita, non si può catturare il cuore umano. Il momento della creazione è qualcosa di fugace. (Parker) [qualche attimo dopo si sente male e si accascia al suolo]
- Ho detto che l'anima non vale più del corpo e ho detto che il corpo non vale più dell'anima, che nulla, neanche Dio, è per chiunque più grande del suo io.[1] Ascolto e vedo Dio in ogni oggetto eppure non capisco minimamente Dio, né che possa esserci qualcuno più meraviglioso di me stesso. Io vedo Dio nei volti di uomini e donne e nel mio viso allo specchio. Trovo lettere inviate da Dio per le strade, ciascuna firmata col suo nome e le lascio lì col suo nome perché so che dovunque io vado altre verranno puntualmente sempre e per sempre.[2] (Ken) [leggendo l'elegia funebre per Parker]
- "Cane fedele aspetta il ritorno del padrone morto" (Ken) [leggendo un titolo sul giornale]
- Non ho mai conosciuto mio nonno. È morto quando ero piccolissimo. Ma, quando mi parlano di lui e di Hachi... io sento di conoscerli. Loro mi hanno insegnato il valore della fedeltà. Ora so che non bisogna mai dimenticare chi si è amato. È per questo che Hachi sarà per sempre il mio eroe. (Ronnie) [i compagni lo applaudono]
Dialoghi
[modifica]- Ken: Non è un cane comune, Parker.
Parker: Ah, no, no.
Ken: È un akita, è un cane speciale. Di una razza molto particolare.
Parker: Ah, sì? [Ken controlla la medaglietta del cane che riporta l'ideogramma "八"] Che significa quello?
Ken: Otto in giapponese. Un numero fortunato.
Parker [parlando al cane]: Ah, sei fortunato. [Ken ride] Hachi... Hachi. È un bel nome, mi piace.
Ken: Potrebbe essere l'ottavo di una cucciolata. Il significato spirituale dell'otto è che sale in cielo e poi scende sulla terra. [mimando con le mani la forma del numero]
Parker: Allora che dici, lo vuoi?
Ken: Se lo voglio?
Parker: Sì.
Ken: No. Lui ha già fatto la sua scelta.
Parker: Che cosa vuol dire?
Ken: Vuol dire che è un problema tuo non mio, fratello.
Parker [parlando al cane]: Tu non sei un problema, vero?
Ken: Be', forse sei stato tu a trovarlo... o forse è lui che ha trovato te, chi può dirlo? Era destino!
- Ken: La palla?
Parker: La palla, sì: io la tiro, lui la prende. Non vuole farlo.
Ken: Gli akita non lo fanno, Parker.
Parker: Perché hanno qualche cosa contro le palline?
Ken: No, se vuoi un cane che lo faccia prendi un collie o prendi uno Springer spaniel.
Parker: No, Hachi va più che bene, va benissimo.
Ken: Ah, buon per te perché gli akita non amano compiacere l'uomo.
Parker: E cos'è che amano?
Ken: Lui viene alla stazione perché ha un legame speciale con te.
Parker: Sì.
Ken: Invece "ehi tu, portami la palla!" Perché dovrebbe farlo?
Parker: Per gioco? Per... un biscotto? Perché mi farebbe felice semplicemente.
Ken: Non si fanno comprare: sono giapponesi, non americani.
Parker: Ah... Ma dai su, fammi il piacere!
Ken [ridacchia]: Be', il giorno in cui lo farà, sarà per un motivo molto speciale.
Parker: Lo troverò quel motivo.
Note
[modifica]- ↑ Cfr. Walt Whitman, Il canto di me stesso: «Ho dichiarato che l'anima non vale più del corpo, | e ho dichiarato che il corpo non vale più dell'anima, | e nulla, neppure Dio, per nessuno è più grande del suo proprio io,»
- ↑ Cfr. Walt Whitman, Il canto di me stesso: «Ascolto e scorgo Dio in ogni oggetto, e tuttavia Dio non lo capisco affatto, | come non capisco chi mai possa esiste più straordinario di me. || Perché dovrei desiderare di vedere Dio meglio di quanto non lo veda oggi? | Vedo qualcosa d'Iddio in ogni ora delle ventiquattro, in ogni momento di esse, | nei volti di uomini e donne vedo Dio, e nel mio volto riflesso allo specchio, | trovo lettere inviate da Dio per le strade, ognuna firmata col nome d'Iddio, | e le lascio dove si trovano, perché so che, ovunque mi rechi, | altre puntuali verranno, per sempre e per sempre.»
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Hachiko - Il tuo migliore amico