Hanif Kureishi
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Hanif Kureishi (1954 – vivente), drammaturgo e scrittore britannico di origine pakistana.
Da La fabbrica dello spirito
Internazionale, n. 615, 4 novembre 2005.
- Ed è in questi termini che oggi vediamo la politica: il tentativo di escludere la possibilità di altre identità, di dire alle persone di colore diverso come devono essere. Così reagisce l’Europa. Il razzismo può assumere molte forme, e questa è una di quelle. Dal razzismo può nascere il predominio autoritario. Se cominciamo a dire alle persone chi pensiamo che dovrebbero essere, potremmo finire per costringerle a essere qualcosa che non vogliono. E questo tipo di coercizione è molto pericoloso. (p. 74)
- Quando ero piccolo non c’era solo il fastidio di essere considerato una curiosità del quartiere, dai compagni di scuola e dai loro genitori. Mi facevano strane domande: non mi chiedevano soltanto da dove venivo, ma anche da dove venivo in realtà e come ci si sentiva a essere meticcio. Volevano sapere da che parte stavo e se sapevo chi ero. L’unica risposta sensata era che avevo avuto un’idea abbastanza chiara su chi ero fino a quando loro non avevano cominciato a farmi quelle domande. Come se queste nuove identità miste fossero un problema mio e non riflettessero i dubbi e le insicurezze sociali delle persone che mi interrogavano. (p. 74)
- Se qualcuno ci sembra troppo strano o troppo diverso, è come se dimenticassimo che anche noi siamo estranei, anche a noi stessi. (p. 74)
Nell'intimità[modifica]
Incipit[modifica]
È la notte più triste, perché sto per andare via e non tornerò indietro.[1]
Citazioni[modifica]
- È facile uccidersi senza morire.
- È finita. Ma forse la qualità di un amore non si misura dalla sua durata.
- E il silenzio, come l'oscurità, può essere gentile.
- È meglio avere paura delle cose che esserne annoiato, e la vita senza amore è una noia unica.
- Essere capaci di sopportare la propria mente, di aspettare mentre la tempesta interiore di pensieri intollerabili si scatena, per poi restare a contemplare i resti con qualche speranza di capire quello che è successo, [...] per non commettere più gli stessi sbagli, [...] per non lasciare che questo sia un "esperimento", ma sia ciò che aspettavo da sempre.
- Ho cercato di convincermi che lasciare delle persone non è la cosa peggiore che puoi fare loro. Può risultare triste, ma non deve obbligatoriamente essere una tragedia. Se non si lasciasse niente o nessuno, non ci sarebbe spazio per il nuovo.
- Ho paura della solitudine, e ho paura delle altre persone, e ho paura...
- Il mondo è fatto della nostra immaginazione; i nostri occhi lo animano, le nostre mani gli danno forma. Volere qualcosa lo fa crescere rigoglioso; il senso è quello che ci metti dentro, non quello che ne estrai. Puoi vedere solo quello che sei propenso a vedere, e niente di più. Siamo solo noi che dobbiamo creare il nuovo.
- Ma detestare qualcuno è logorante; odiare significa soffocare se stessi interminabilmente.
- No, non sarà mai possibile. Fare del male a qualcuno è un gesto di riluttante intimità.
- Perché le parole sono come azioni e fanno accadere le cose. Una volta che sono uscite dalla bocca non puoi più farle rientrare.
- Quanta poca chiarezza c'è quando ti guardi intorno! Abbiamo bisogno di usare la nostra incertezza per rendere tutto indistinto. Che balletto eccessivo e pauroso, come se tutti i nostri sentimenti fossero armi che possono uccidere, e le parole proiettili.
- Quanto è sconvolgente il desiderio! È un diavolo che non dorme mai, che non sta mai fermo! Il desiderio è insolente e non si conforma ai nostri ideali: questo è il motivo per cui ne abbiamo così bisogno. Il desiderio si fa beffe di ogni sforzo umano e lo rende degno. Il desiderio è il vero e anarchico agente segreto: non c'è da meravigliarsi che la gente voglia arrestarlo e rinchiuderlo in un posto sicuro. Ma proprio quando crediamo di averlo sotto controllo, il desiderio ci tradisce o ci riempie di speranza. Il desiderio mi fa ridere, perché ci fa diventare tutti pazzi!
- Se non si lasciasse niente o nessuno, non ci sarebbe spazio per il nuovo. Naturalmente andare avanti è un'infedeltà verso gli altri, verso il passato, verso una vecchia nozione di se stessi. Forse ogni giorno dovrebbe prevedere almeno un'infedeltà essenziale o un tradimento necessario. Sarebbe un atto ottimista, un atto di speranza, che garantisce fiducia nel futuro, la prova che le cose possono essere non solo differenti, ma migliori.
- Scegliere qualcuno vuole dire scoprire un'intera vita. E significa invitare gli altri a scoprire te!
- Uno commette errori, si lascia fuorviare, fa delle digressioni. Se una persona riuscisse a vedere la propria lenta e tortuosa avanzata come una sorta di esperimento, senza sperare in un'impossibile sicurezza – niente di interessante succede senza osare – si potrebbe raggiungere un qualche tipo di quiete. Naturalmente puoi fare esperimenti con la tua vita. Ma forse non dovresti farne con quella degli altri.
Il Budda delle periferie[modifica]
- Non avevo mai significato molto per lei. Non ero stato un fallimento importante.
- Probabilmente non si smette mai di sentirsi bambini di otto anni davanti ai propri genitori.
Note[modifica]
- ↑ Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
Bibliografia[modifica]
- Hanif Kureishi, Nell'intimità, traduzione di Ivan Cotroneo, Bompiani, 1999.
- Hanif Kureishi, Il Budda delle periferie, traduzione di Ivan Cotroneo, Bompiani, 2003.
Filmografia[modifica]
- Intimacy - Nell'intimità (2001) – soggetto
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