I misteri di Shanghai
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I misteri di Shanghai
Titolo originale |
The Shanghai Gesture |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1941 |
Genere | noir, drammatico |
Regia | Josef von Sternberg |
Soggetto | John Colton |
Sceneggiatura | Josef von Sternberg, Geza Herczeg, Jules Furthman |
Produttore | Arnold Pressburger |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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I misteri di Shanghai, film statunitense del 1941 con Gene Tierney, regia di Josef von Sternberg.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Io baro in tutto meno che a carte. (Omar)
- Le noci finiscono sempre in bocca di chi non ha denti. (Howe)
- Ogni tanto Shanghai decide di ripulirsi come un cigno in un lago di fango. (Gin Sling)
- Ho sempre vissuto facendomi la legge da me, finora, e non intendo curarmi di quella degli altri. (Gin Sling)
- C'è qualcosa di me che non conoscete: io dico basta quando voglio. (Poppy)
- Non si forza mai il gioco: non esiste quella che si chiama la fortuna. (Gin Sling)
- Posso dire con orgoglio che non ho mai pagato nella mia vita. (Omar)
- Tutti hanno dei dispiaceri, anch'io ho avuto i miei, ma appunto perché ne soffriamo noi dobbiamo evitare che ne soffrano gli altri. (Dixie)
Dialoghi
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- Poppy: Non bevete, madame Gin Sling? Il vostro nome è cinese o inglese?
Gin Sling: Veramente Gin Sling è inglese: è molto conosciuto in questa parte del mondo come nome di certi cocktail.
Poppy: Come mai Gin Sling? E perché no Whisky-soda?
Gin Sling: C'era qui una ragazza chiamata Whisky-soda ed un'altra chiamata miss Martini, una chiamata Punch al rum e un'altra Benedictine. Altrove mi avrebbero chiamata Rosa, Violetta o Liana. Perfino Poppy. - Poppy: Avete detto "dottore". Dottore in che?
Omar: Dottore in niente, miss Smith. Dà solo prestigio e non nuoce, al contrario degli altri dottori.
Citazioni su I misteri di Shanghai
[modifica]- Ai limiti del ridicolo e del Kitsch più efferato, il plot serve a J. von Sternberg per uno dei suoi film più deliranti per stravagante barocchismo [...] che esalta, sbeffeggiandola, tutta la anarchica mitologia sternberghiana; una galleria di personaggi memorabili nella loro perversa bizzarria, colpi di scena a ripetizione, sequenze di sinistra forza descrittiva: il casinò come girone infernale, il banchetto di Mother Gin Sling, il carnevale del Capodanno cinese. (il Morandini)
- Ambientato quasi sempre in una bisca che sembra un girone infernale, dei melodrammi esotici del regista è uno di quelli più vicini al gusto moderno: visionario, estenuato, senza nessuna redenzione, ma non privo di ironia. La perversione dei personaggi e il clima di corruzione (notevoli le prostitute chiuse nelle gabbie, che sembrano uscire da qualche film di Fellini) all'epoca fecero scalpore, tanto che von Sternberg non girò più per una decina d'anni. La Tierney splende di luce propria; le acconciature della sfortunata Munson avrebbero meritato l'Oscar. (Il Mereghetti)
- La discesa in un maelstrom di iniquità. (Curtis Harrington)
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