I patriarchi
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I patriarchi
Noè in una scena del film
Titolo originale |
I patriarchi |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1964 |
Genere | biblico |
Regia | Marcello Baldi |
Soggetto | Genesi |
Sceneggiatura | Ottavio Jemma, Giuseppe Mangione |
Produttore | Emilio Cordero |
Interpreti e personaggi | |
Doppiatori italiani | |
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I patriarchi, film italiano del 1964, regia di Marcello Baldi.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- [...] la Bibbia stessa si serve di immagini fantasiose, di figurazioni poetiche, di suggestive allegorie: l'Eden, l'albero della conoscenza del bene e del male, il serpente, il frutto proibito. Racconta cioè, in una veste didattica e popolare, rispondente alla mentalità di un popolo semplice e primitivo, avvenimenti reali come l'origine divina del mondo, la ribellione dei primi uomini a Dio, la loro condanna, la promessa del salvatore. Sembra una fantasiosa leggenda, un mito popolare, ma è storia, una storia tramandata di generazione in generazione, consegnata in un libro detto "sacro" perché da Dio venne la sua ispirazione e perché santo è il messaggio che comunica agli uomini, perché in definitiva narra il mistero di un'amicizia divina interrotta dall'orgoglio dell'uomo e gelosamente ricercata dall'amore di Dio. Protagonisti del racconto sono uomini scelti, chiamati ed amati da Dio. Primi nel tempo, i patriarchi: essi iniziano la storia del popolo prediletto, ed insieme la storia di tutti i popoli, perché la salvezza annunziata ad Israele è salvezza di tutte le genti. (voce narrante)
Dialoghi
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- [Gli abitanti di Enoch si radunano intorno all'arca che Noè sta costruendo su una collina]
Tubal-cain: Be'?! Vuoi navigare sui prati, Noè?!
Donna di Enoch: Porterete l'arca sulle spalle sino al mare?!
Uomo di Enoch: Hai dimenticato gli alberi per le vele!!
Tubal-cain: E il timone, dov'è?!
Donna di Enoch: Facci vedere, come dirigerai l'arca fra i boschi!! [ride]
Tubal-cain: Ora basta, Noè!! Non ti accontenti più di romperci le orecchie con le tue previsioni di castighi e di malanni! Adesso sfidi i nostri dèi, con questa nuova pazzia! Finirai davvero per attirarci addosso tutta la loro collera! Avanti, diamogli una lezione, una volta per tutte! [incita la folla a scagliargli contro Noè]
Noè: Ascoltate!! Dio mi ha parlato e mi ha detto: «Ecco, io sto per mandare sulla terra le acque del diluvio per sterminare ogni essere che ha alito di vita. E perirà tutto ciò che è sopra la terra. Ma io stabilirò con te la mia alleanza». Pentitevi dei vostri peccati, chiedete perdono all'unico vero Dio! E onorate il suo nome.
- Abramo: Il Signore ci ha promesso una grande discendenza, ricordi? Più numerosa delle stelle del cielo.
Sara: Non credo più alle promesse del tuo Dio!
Abramo: Il nostro Dio, Sara!
Sara: E va bene, il nostro! Un Dio, però, che pretende tutto e non concede mai niente!
Abramo: Sara, tu non puoi...!
Sara: No, lasciami parlare, adesso! Ci ha costretti ad abbandonare la nostra terra, a non avere più patria, a mendicare, noi che avevamo... avevamo a casa nostra tutto! E anche qui, nella terra che lui ci ha preparato... Ma se abbiamo dovuto lottare dal primo istante che ci abbiamo messo il piede! Un giorno i pascoli, un altro il diritto di passare, oggi è l'acqua dei pozzi! E domani, cosa sarà domani? Non si può vivere di continue rinunce. Eccoci qui, stanchi... e invecchiati.
Abramo: Io non sono stanco.
Sara: Lo sei. E mi tormento per te. Quante volte ho letto il dubbio nei tuoi occhi! Perché credi che ti abbia spinto proprio io in braccio alla mia serva, che mi sia sottomessa a tanta umiliazione? Forse perché la nostra legge consente all'uomo, la cui moglie è sterile, di rivolgersi ad altra donna?
Abramo: Non l'avrei mai fatto, lo sai, se non fossi stata tu a chiedermelo. Credevo che anche tu, più di me, volessi un figlio a qualunque costo.
Sara: No. Io ti amavo e tu eri triste, disperatamente triste. Per questo, solo per questo l'ho fatto. E solo ora mi accorgo che nemmeno a te è servito questo figlio non mio, che è stato tutto inutile, che ce ne andremo da questa terra, io sterile, e tu... tu più triste e infelice che mai.
Abramo: Conserviamo la nostra fede in Dio, Sara! Che ci rimarrebbe più, se la perdessimo!
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