Il diavolo veste Prada
Aspetto
Il diavolo veste Prada
| Titolo originale |
The Devil Wears Prada |
|---|---|
| Lingua originale | inglese |
| Paese | Stati Uniti d'America |
| Anno | 2006 |
| Genere | commedia |
| Regia | David Frankel |
| Soggetto | Lauren Weisberger (romanzo) |
| Sceneggiatura | Aline Brosh McKenna |
| Produttore | Wendy Finerman |
| Interpreti e personaggi | |
|
|
| Doppiatori italiani | |
|
|
Il diavolo veste Prada, film statunitense del 2006 con Meryl Streep, regia di David Frankel.
Frasi
[modifica]- Oh, ma certo, ho capito: tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te. Tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di cosa ti metti addosso, ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee e poi è stato Yves Saint Laurent se non sbaglio a proporre delle giacche militari color ceruleo. [...] E poi il ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stilisti. Dopodiché è arrivato a poco a poco nei grandi magazzini e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo casual, dove tu evidentemente l'hai pescato nel cesto delle occasioni, tuttavia quell'azzurro rappresenta milioni di dollari e innumerevoli posti di lavoro, e siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori delle proposte della moda quindi, in effetti, indossi un golfino che è stato selezionato per te dalle persone qui presenti... in mezzo a una pila di "roba". (Miranda)
- Non capisco perché sia tanto difficile confermare un appuntamento. I dettagli sulla tua incompetenza non mi interessano. Di' a Simon che non intendo approvare la scelta della ragazza per il servizio brasiliano, gliel'ho chiesta pulita, atletica, sorridente, me l'hanno mandata sciatta, moscia e con la pancia. Rispondi sì per la festa di Michael Kors, l'autista mi accompagnerà alle nove e mezza e mi riprenderà alle nove e quarantacinque precise, poi chiama Natalie alla Glorious Foods e dille di no, per la quarantesima volta no, non voglio la dacquoise, voglio delle torte col ripieno di composta di rabarbaro. Chiama il mio ex marito e ricordagli la riunione stasera con gli insegnanti alla Dalton, poi chiama mio marito, digli che ci vediamo a cena in quel posto dove sono andata con Massimo. E di' a Richard che ho visto le foto che mi ha mandato per lo speciale sulle donne paracadutiste. Sono tutte senza sapore, senza sesso, si può trovare una donna paracadutista bella e magra? Chiedo la luna, per caso? Non credo. Ah, e poi ho bisogno di vedere tutte le cose che Nigel ha tirato fuori per la seconda prova di copertina con Gwyneth. Chissà se ha già perso qualche chilo. (Miranda)
- Io assumo sempre lo stesso tipo di ragazza: alla moda, magra ovviamente... e che venera la rivista, ma capita poi che si rivelino spesso, non lo so, deludenti e... stupide. Perciò con te, con quel curriculum notevole e il grande discorso sulla tua cosiddetta etica del lavoro ho creduto che tu potessi essere diversa, mi sono detta, provaci, corri il rischio, assumi la ragazza sveglia e grassa. Avevo una speranza, mio Dio, io vivo di speranze. Comunque alla fine mi hai deluso più tu di... di tutte le altre ragazze galline. (Miranda)
- Andy, siamo seri, non stai facendo il massimo. Tu ti stai lamentando. Che cosa vuoi che ti dica, eh? Vuoi che ti dica:"Poverina, Miranda ti ha preso di mira, poverina, povera Andy"? Mmh? Sveglia, quarantadue! Lei non fa che il suo mestiere. Non lo sai che lavori nel posto che ha pubblicato alcuni tra i più grandi artisti del secolo? Lagerfeld, de la Renta... e quello che hanno fatto, quello che hanno creato, è stato più creativo dell'arte stessa. Perché tu ci vivi dentro la tua vita. Be', tu no, ovviamente, ma alcune persone sì. Tu credi che questa sia semplicemente una rivista. Questa non è semplicemente una rivista... questo è un luminoso faro di speranza per... n-non lo so... diciamo un ragazzino che cresce a Rhode Island con sei fratelli che fa finta di andare a calcio mentre invece va a scuola di cucito e legge Runway sotto le coperte di notte con una torcia! Tu non sai quanti personaggi leggendari siano passati in questi corridoi e, quel che è peggio, non ti interessa; perché tante persone si ammazzerebbero per lavorare qui e invece tu ci onori della tua presenza. E ti chiedi anche perché lei non ti dia un bacio sulla fronte e non ti metta la lode quando le consegni i compiti alla fine della giornata? Svegliati, tesoro. (Nigel)
- Scarpe Jimmy Choo, Manolo Blahnik, Nancy Gonzalez la adoro! Ok Narciso Rodriguez questo ci piace tanto, ah si! Potrebbe starti, potrebbe. Ok, ora Chanel, hai un disperato bisogno di Chanel. (Nigel)
- Fammi sapere quando la tua vita va completamente all'aria, vuol dire che è l'ora della promozione. (Nigel)
- È tutto. (Miranda)
- Il punto è che dobbiamo seriamente pensare a dove piazzare Donatella perché non parla praticamente più con nessuno. (Miranda)
- Oh, non essere ridicola, Andrea! Tutti vogliono questa vita. Tutti vogliono essere noi. (Miranda).
- [Riferito alla proposta di un servizio fotografico in stile floreale] "Floreale"? Per la primavera? Avanguardia pura. (Miranda).
Dialoghi
[modifica]- Andrea: Salve, ho un appuntamento con Emily Charlton.
Emily: Andrea Sachs? Stupendo! Alle risorse umane hanno davvero un curioso senso dell'umorismo. - Nigel: Minestra di mais... Scelta interessante. Lo sai, vero, che la cellulite è uno degli ingredienti principali della minestra di mais?
Andrea: E così qui le ragazze non mangiano niente?
Nigel: Non più, da quando la taglia trentotto è diventata la nuova quaranta e la trentasei la trentotto.
Andrea: Io porto la quarantadue.
Nigel: Che è la nuova cinquantasei.
Andrea [macchiandosi]: Hmm! Cavolo!
Nigel: Oh, che t'importa... sicuramente sarai piena di maglioncini misto acrilico nell'armadio dove hai preso quello.
Andrea: Ok, trovi orrendi i miei vestiti... l'ho capito. Ma vedi, io non rimarrò per sempre nel campo della moda, perciò non vedo il motivo per cui devo cambiare tutto di me solo perché lavoro qui.
Nigel: Sì, hai ragione. In fondo questa industria multimiliardaria gira intorno a questo... Alla bellezza interiore! - Andy: Mi odia, Nigel.
Nigel: Ed è un mio problema perché? Ah. aspetta, no, non è un mio problema! - Andy: Nigel, Nigel, Nigel...
Nigel: Noo! Non so che cosa pretendi da me. Non c'è nulla in questo guardaroba in cui entri una 42, te lo posso garantire! - Andy: Un poncho?.
Nigel: Ora tu prendi quello che ti do e te lo fai piacere.
Citazioni su Il diavolo veste Prada
[modifica]- Un libro orrendo diventa un film delizioso. Dipende dalla sceneggiatrice, ma dipende anche da una questione non così rara: sceneggiatori che danno il loro meglio quando qualcuno dice loro «a questa storia manca qualcosa». [...] La tirata che tutti ricordiamo del "Diavolo veste Prada" Aline la scrive una notte, dice la leggenda, perché al film manca un momento in cui Miranda spieghi a Andy che la moda non è la cazzata che pensano sia quelli che hanno bisogno di sentirsi intelligenti. Diventa un meme anche se allora non ci sono i social e quindi quel settore della scemenza collettiva che sono i meme: «ceruleo» è la parola in codice con cui negli [...] anni è stato liquidato chiunque volesse parlare di moda senza capirne (cioè alcuni milioni di persone ogni giorno). Il monologo in cui il golf di Andy non è celeste, non è turchese, è in effetti ceruleo è il momento in cui chiunque non occupi il liceo capisce che Miranda in quel film non è la cattiva: è l'eroina. Una che sa fare molto bene un mestiere ed è circondata da gente non altrettanto competente. Miranda Priestly è Tony Soprano, ma vestita molto meglio. (Guia Soncini)
- Vorrei ragionassimo su "Il diavolo veste Prada": più film in costume di "L'età dell'innocenza", più film storico del "Gattopardo". "Il diavolo veste Prada" è del 2006 [...]: è un'altra era geologica. È un film in cui una ragazza che si trova quasi per caso a lavorare nel più famoso giornale di moda del mondo diventa conseguentemente ambiziosa ed elegante ed efficiente e sofisticata, per molte ragioni, una sola delle quali è che allora Vogue era qualcosa. I giornali erano qualcosa. Persino l'ambizione era qualcosa. Adesso di quel mondo lì sono rimaste macerie, e sulle macerie festoni colorati, comprati in offerta da Zara. Il romanzo dell'ex assistente di Anna Wintour da cui è tratto il film era bruttissimo [...] ma è bastato a creare un immaginario, grazie alla combinazione d'una sceneggiatura assai migliore del romanzo, d'un monologo scritto all'ultimo minuto (quello del ceruleo), e d'una Meryl Streep in stato di grazia. È un immaginario ormai storicizzato e non più al presente, fatto di wow, la direttrice stronza della rivista di moda, wow, la segretaria inetta che non sa scrivere «Gabbana», wow, le carriere totalizzanti e le donne disposte a tutto per sfondare. Oggi, la segretaria che viene trattata gelidamente dalla direttrice per cui si sbatte tantissimo direbbe d'avere il burnout, per la segretaria efficiente che mangia un cubetto di formaggio al giorno per entrare nei vestiti con cui andrà alle sfilate di Parigi cianceremmo di grassofobia [...]: è un film che si svolge in un mondo che non esiste più. (Guia Soncini)
Altri progetti
[modifica]
Wikipedia contiene una voce riguardante Il diavolo veste Prada
Commons contiene immagini o altri file su Il diavolo veste Prada
