Il ladro di orchidee
Il ladro di orchidee
Titolo originale |
Adaptation |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 2002 |
Genere | commedia, drammatico |
Regia | Spike Jonze |
Soggetto | Susan Orlean (saggio) |
Sceneggiatura | Charlie Kaufman, Donald Kaufman |
Produttore | Jonathan Demme, Vincent Landay, Edward Saxon |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Note | |
Premio Oscar (2003) come miglior attore non protagonista a Chris Cooper |
Il ladro di orchidee, film statunitense del 2002 con Nicolas Cage e Meryl Streep, regia di Spike Jonze.
Ho un pensiero originale nella testa, nella mia testa calva. Forse, se fossi più felice, non mi cadrebbero i capelli. La vita è breve, devo viverla al meglio. Oggi è il primo giorno del resto della mia vita. Eh! Sono un cliché ambulante. Devo assolutamente andare da un dottore e farmi vedere questa gamba. C'è qualcosa che non va, un bozzo. Ha chiamato di nuovo il dentista. Sarei dovuto andarci tempo fa. Se la smettessi di rimandare le cose, sarei più felice. Non faccio che starmene seduto sul mio grosso culo. Se non avessi un culone così, sarei più felice. Non dovrei indossare sempre queste camicie fuori dai pantaloni... come se la cosa ingannasse qualcuno. Culone! Dovrei riprendere a fare jogging, otto chilometri al giorno, ma farlo veramente questa volta, o darmi alle scalate in roccia. Devo rivoluzionare la mia vita. Cosa devo fare? Devo innamorarmi. Devo trovarmi una ragazza. Devo leggere di più, migliorarmi. E se imparassi il russo o qualcos'altro, o se mi dessi a uno strumento? Potrei parlare cinese. Sarei lo sceneggiatore che parla il cinese e suona l'oboe. Sarebbe una figata. Dovrei tagliarmi i capelli cortissimi. Smettila di tentare di ingannare me stesso e gli altri nel credere che ho una testa piena di capelli. Non è patetico? Sii vero, sicuro di te. Non è questo che attira le donne? Gli uomini non devono essere belli. Ma questo non è vero, soprattutto oggi. Gli uomini sono sotto pressione quasi quanto le donne oggi. Perché devo sentirmi obbligato a scusarmi per la mia esistenza? Forse è la chimica del mio cervello. Forse è questo che non va in me: chimica sballata. Tutti i miei problemi e la mia ansia possono essere ridotti a uno squilibrio chimico o a qualche sinapsi che fa cilecca. Per quello avrò bisogno di un aiuto, però resterò comunque brutto. Questo nulla potrà cambiarlo. (Charlie Kaufman)
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Se si è così fortunati da vedere un'orchidea "fantasma", ogni altra cosa verrà eclissata. Se l'orchidea fantasma era veramente uno spettro, era comunque uno spettro tanto ammaliatore da indurre le persone a dargli la caccia anno dopo anno, e miglio dopo sventurato miglio. Se era un fiore vero, io volevo vederne uno. Non perché io sia una che ama le orchidee, non mi piacciono neanche tanto le orchidee: quello che volevo era vedere questa cosa dalla quale la gente è attratta in modo così forte e singolare. (Susan Orlean, nel suo libro Il ladro di orchidee)
- Donald dice: "Era un problema suo, mica mio. Tu sei ciò che ami, non ciò che ama te. Questo l'ho deciso molto tempo fa". Kaufman comincia a piangere. Cerca di ringraziare suo fratello, ma non riesce a trovare le parole. (Charlie Kaufman, mentre batte a macchina la sua sceneggiatura)
Dialoghi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Sceriffo: Buongiorno.
John Laroche: Salve.
Sceriffo: Posso chiedervi, signori, che cosa avete in quelle federe?
John Laroche: Sì, certo che ce lo può chiedere.
Sceriffo: OK, allora ve lo chiedo.
John Laroche: Va bene, d'accordo. Vediamo. Abbiamo cinque tipi di bromelia, una peperomia, nove varietà di orchidee, ehm... diciamo, circa 130 piante in tutto, che i miei colleghi hanno rimosso dalla palude.
Sceriffo: Sarete consapevoli che è illegale rimuovere piante o animali da un terreno di proprietà dello Stato.
John Laroche: Sì, e non dimentichi che queste piante sono tutte in via di estinzione, signore, dalla prima all'ultima.
Sceriffo: Per l'appunto. È proprio per questo che qui c'è una riserva dello Stato.
John Laroche: Sissignore, è così.
Sceriffo: Però...
John Laroche: Oh, i miei colleghi qui sono tutti indiani seminole. Gliel'avevo detto? Lei conosce di sicuro la causa dello Stato della Florida contro James E. Billie, perciò saprà che anche se il capo seminole Billie uccise una pantera della Florida, una di... [rivolgendosi ai Seminole] quante, 40 rimaste in tutto il mondo?
Indiani seminole: Quaranta.
John Laroche: Lo Stato non è riuscito a farlo processare perché è un indiano, e quello è un suo diritto. Per quanto ripugnanti lei e io, ambientalisti bianchi, possiamo ritenere le loro azioni.
Sceriffo: Però...
John Laroche: Senza parlare dei tentativi falliti in tre ben distinte occasioni di processare dei seminole per furto di fronde di palme. Fronde che avranno usato per ricoprire i tetti delle loro tradizionali capanne chickee. [rivolgendosi ai seminole] Dico bene? Erano capanne chickee, giusto?
Indiani seminole: Sì, dice bene. Le usiamo per quelle. Per capanne chickee. Sì.
John Laroche: Sì.
Sceriffo: Sì, ma io non... Io non posso lasciarvi andare. Voi aspettate un momento, OK? - John Laroche [osservando le piante]: Angraecum sesquipedale. Stupenda. Dio! Anche Darwin ha scritto di questa. Charles Darwin, quello dell'evoluzione. Hai presente?
Susan Orlean: Aha.
John Laroche: Lo vedi il nettario che arriva quaggiù? Darwin ipotizzò una falena con un naso lungo 30 centimetri, per impollinarla. Lo presero tutti per pazzo. Ma poi trovarono una falena con una proboscide lunga 30 centimetri. Proboscide significa naso, sai?
Susan Orlean: So che significa proboscide.
John Laroche: Però non cambiamo argomento. Non è mica una gara a chi piscia più lontano. Il punto, la cosa meravigliosa, è che ognuno di questi fiori ha un rapporto particolare con l'insetto che lo impollina. C'è una certa orchidea che ha lo stesso aspetto di un certo insetto, perciò l'insetto viene attratto da quel fiore – il suo doppio, la sua anima gemella – e non desidera altro che fare l'amore con lei. Una volta volato via... l'insetto vede un'altra orchidea anima gemella e fa l'amore anche con quella, impollinandola. E né il fiore, né l'insetto capiranno mai il significato del loro atto d'amore. e come potrebbero sapere che è grazie alla loro breve danza che il mondo vive? Ma è così. Facendo semplicemente quello che sono stati progettati per fare danno vita a qualcosa di magnifico e di grandioso. In questo senso ci dimostrano come vivere, ci insegnano che l'unico barometro che si ha è il cuore, che quando individui il tuo fiore non puoi permettere a nulla di intralciarti. - Robert McKee: Non si può avere un protagonista senza desiderio. Non ha senso! Non ha senso, cazzo! È chiaro? Bene. [rivolgendosi agli studenti] Altre domande? [Charlie alza la mano] Sì.
Charlie Kaufman: Scusi, e se uno scrittore tenta di creare una storia in cui succede poco, in cui le persone non cambiano, non hanno illuminazioni, lottano e sono frustrate, non risolvono niente, rispecchiando il mondo reale?
Robert McKee: Il mondo reale?
Charlie Kaufman: Esatto.
Robert McKee: Il fottuto mondo reale. Prima di tutto, se scrivi una sceneggiatura senza conflitti o crisi annoierai il tuo pubblico a morte. Secondo... non succede niente nel mondo? Ti sei bevuto il tuo fottuto cervello? C'è gente che viene uccisa ogni giorno. C'è... genocidio, guerra, corruzione. Ogni fottuto giorno da qualche parte nel mondo qualcuno sacrifica la vita per salvare quella di un altro. Ogni fottuto giorno qualcuno da qualche parte decide scientemente di distruggere qualcun altro. C'è gente che trova l'amore, gente che lo perde. Cristo santo, un bambino vede la madre pestata a morte sulle scale di una chiesa. Qualcuno muore di fame. Qualcun altro tradisce il suo migliore amico per una donna. Se non riesci a vedere queste cose nella vita, allora, amico mio, tu non sai un cazzo di questa vita! E perché cazzo fai sprecare a me due ore preziose col tuo film?! Io me ne frego del tuo film, io non so che cazzo farmene del tuo film!
Charlie Kaufman: Grazie, signore. - Charlie Kaufman: Signor McKee?
Robert McKee: Sì?
Charlie Kaufman: Sono quello... che ha sgridato stamattina.
Robert McKee: Dimmi di più.
Charlie Kaufman: Quello che pensava che non succede niente nella vita.
Robert McKee: Ah... ecco, OK. Ti saluto.
Charlie Kaufman: Ho bisogno di parlarle. Signor McKee, a me fa paura perfino stare qui. Ho difficoltà nei rapporti, ma quello che lei ha detto stamattina mi ha scosso nel profondo. Quello che lei ha detto va oltre le mie scelte di sceneggiatore, influenza le mie scelte di essere umano. La prego.
Robert McKee: Già... Beh, sai... avrei bisogno di un drink, amico mio.
[La scena si sposta dalla strada all'interno di un bar]
Charlie Kaufman [leggendo da un libro]: "Ma alquanto fantastiche, fuggevoli e irraggiungibili."
Robert McKee: E poi che succede?
Charlie Kaufman: Questa è la fine del libro. Volevo rappresentarlo in modo semplice, senza grandi svolte dei personaggi, senza scene sensazionali, volevo mostrare i fiori come miracoli di Dio, volevo mostrare che Orlean non ha mai visto l'orchidea fantasma. Il mio tema è la delusione.
Robert McKee: Ah, ecco. Ma non è un film. Devi ricominciare, metterci il dramma.
Charlie Kaufman: Non posso ricominciare, ho... ho centinaia di pagine di falsi inizi e approcci sbagliati. Ho... ho già superato la scadenza.
Robert McKee: Ti rivelo un segreto: [fa un lungo respiro] è il finale che fa il film. Sbalordiscili alla fine e avrai un successo, anche con tutti i possibili difetti. Sbalordiscili alla fine e avrai un successo. Trova un finale, ma senza bluffare. E guai a te se ci metti dentro un deus ex machina. I tuoi personaggi si devono evolvere, e l'evoluzione deve scaturire da loro. Fa' così e andrà alla grande.
Charlie Kaufman: Lo promette? [Robert annuisce benevolo] Ah, signor McKee... [si abbracciano]
Robert McKee: L'avevi già fatto il mio corso?
Charlie Kaufman: Mio fratello l'ha fatto. Il mio gemello Donald, è stato lui a dirmi di venire.
Robert McKee: Sceneggiatori gemelli?
Charlie Kaufman: Sì.
Robert McKee: Beh, Julius e Philip Epstein, che scrissero Casablanca, erano gemelli.
Charlie Kaufman: L'ha menzionato in classe, Casablanca.
Robert McKee: Miglior sceneggiatura mai scritta. - Susan Orlean: No, no, no... Johnny... Johnny, Johnny! Oddio, oddio! [rivolta a Charlie Kaufman] Tu, grasso testa di cazzo! È morto!
Charlie Kaufman: Sta' zitta.
Susan Orlean: Brutto fallito!
Charlie Kaufman: Sta' zitta.
Susan Orlean: Hai rovinato la mia vita!
Charlie Kaufman: Sta' zitta!
Susan Orlean: Grassone di merda!
Charlie Kaufman: Vaffanculo, stronza! Non sei altro che una vecchia triste, disperata, patetica drogata!
Susan Orlean [singhiozzando abbracciata al cadavere di Johnny]: Oh, mio Dio! È finita! È tutto finito. Ho sbagliato tutto. Rivolglio la mia vita. La rivoglio com'era prima che s'incasinasse tutta. E voglio essere bambina di nuovo. Voglio essere nuova. Voglio essere nuova. [continua a singhiozzare] - Amelia Kavan: Allora, come stai?
Charlie Kaufman: Io sto bene. Però Donald mi manca, sai.
Amelia Kavan: Come procede il copione?
Charlie Kaufman: Bene, ho quasi finito. Non vedo l'ora di poter passare a qualcos'altro.
Amelia Kavan: Ci credo.
Charlie Kaufman: E tu, tutto bene?
[C'è una breve ellissi]
Amelia Kavan: E poi a gennaio David e io siamo andati a Praga. Oh, quello è stato il massimo.
Charlie Kaufman: Dev'essere stato bello.
Amelia Kavan: Sì, c'è un magnifico teatro di marionette.
Charlie Kaufman: L'ho sentito dire, voglio vedere quello.
Amelia Kavan: Sì, e c'è anche una chiesa decorata interamente con teschi e ossa umane: quarantamila teschi e ossa umane. Ho pensato a te quand'ero a Praga. [Charles bacia Amelia, che non si ritrae] Charlie, io ho un compagno. Perché fai così adesso?
Charlie Kaufman: Io ti amo.
Amelia Kavan: Io devo andare. Ho... ho da... ho da fare delle cose. Vado via per il weekend. Ho mille... mille cose da fare, OK?
Charlie Kaufman: Certo.
Amelia Kavan [si allontana, poi si volta di nuovo verso Charlie]: Anch'io ti amo, sai. [sorridono entrambi]
Devo andare dritto a casa. Ora so come far finire la sceneggiatura. Finisce con Kaufman che torna a casa dopo aver pranzato con Amelia e pensa di aver capito come far finire la sceneggiatura. Cazzo, ma questa è voce fuoricampo! McKee non approverebbe. In quale altro modo posso mostrare i suoi pensieri? Non lo so. Chi se ne frega di quello che pensa McKee! A me pare giusto così. È conclusivo. Chissà chi farà me? Qualcuno non troppo grasso. A me piacerebbe quel Gérard Depardieu, ma riuscirebbe a non fare l'accento francese? Comunque, è fatta ed è già qualcosa. Perciò Kaufman si allontana dopo il suo incontro con Amelia per la prima volta colmo di speranza. Mi piace. È bella così. (Charlie Kaufman, mentre riflette al volante della sua automobile)
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