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Graham Greene

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La tomba di Graham Greene a Corseaux

Henry Graham Greene (1904 – 1991), scrittore britannico.

Citazioni di Graham Greene

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  • A volte penso che la ricerca della sofferenza e il ricordo della sofferenza siano i soli mezzi di cui disponiamo per metterci in contatto con l'intera condizione umana. Soffrendo, entriamo a far parte del mito cristiano.[1]
  • I cattolici e i comunisti hanno commesso grandi crimini, ma alla fine non si sono fatti da parte, come in una società costituita, e sono rimasti indifferenti. Preferirei aver del sangue sulle mani piuttosto che l'acqua come Ponzio Pilato.[2]
  • Sono uno dei pochi a provare ammirazione per il talento e il coraggio dimostrato nella Grande rapina al treno?[3]

Il nocciolo della questione

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Wilson se ne stava seduto sulla veranda del Bedford Hotel, con le ginocchia contro la balaustra. Era domenica, e le campane della Cattedrale suonavano a mattutino.
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

Citazioni

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  • Sembrava a Scobie che la vita fosse incommensurabilmente lunga. La prova dell'uomo non si sarebbe potuta fare in un minor numero di anni? Non potremmo noi commettere il nostro primo più grande peccato a sette anni, rovinarci per amore o per odio a dieci e aggrapparci alla redenzione su un letto di morte a quindici?
  • La verità, pensava lui, non era mai stata di aiuto a nessun essere umano, è una specie di simbolo che perseguono matematici e filosofi. Nelle relazioni umane gentilezze e menzogne valgono mille verità.
  • La disperazione è il prezzo che si paga per essersi proposti una meta che non si può umanamente raggiungere. È, si dice, il peccato irremissibile; ma è un peccato che il corrotto e il malvagio non perpetra mai. Costui spera sempre, non raggiunge mai il gelo della consapevolezza di essere totalmente fallito. Solo l'uomo di buona volontà si porta sempre in cuore questa capacità di dannazione.
  • Per un momento gli sembrò crudelmente ingiusto da parte di Dio l'esporsi così – un uomo, una cialda di pane – prima nei villaggi della Palestina, e ora lì, in quel posto affocato – là, ovunque – permettendo all'uomo di far ciò che voleva di Lui. Cristo aveva detto al giovane ricco di dar tutto ai poveri e di seguirlo; ma era ancora una cosa facile e razionale in paragone a quella fatta da Dio, di mettersi alla mercé degli uomini che a malapena conoscevano il significato della sua parola. Con quanta disperazione doveva amare Iddio, pensò con vergogna.
  • Perché ci si immagina di essere innamorati? Aveva letto da qualche parte che l'amore era stato inventato nel secolo XI dai trovatori. Perché non ci hanno lasciati con la sola lussuria?
  • Quando era giovane aveva creduto che l'amore avesse qualcosa a che fare con la comprensione; ma con l'età aveva capito che nessun essere umano poteva capire un altro essere umano. L'amore è soltanto il desiderio di capire.
  • Qui nessuno avrebbe mai potuto parlare di un paradiso in terra: il cielo rimaneva rigidamente al proprio posto al di là della morte, e al di qua prosperavano le ingiustizie, le crudeltà, le grettezze che altrove la gente riusciva abilmente a mascherare.
  • Siamo tutti rassegnati alla morte; è alla vita che non arriviamo a rassegnarci.
  • Per diventare veramente essere umani, bisogna bere il calice fino alla feccia. Se un giorno sei stato fortunato, e un altro giorno ti sei comportato da vigliacco, il calice ti viene offerto di nuovo alla terza occasione.
  • Nessun essere umano può capire un altro fino in fondo e [...] nessuno può provvedere alla felicità di un altro.[4]

Il potere e la gloria

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IL PORTO
Il signor Tench uscì a cercare il suo cilindro di etere; nell'abbagliante sole messicano e nella polvere scolorante. Alcuni avvoltoi guardarono giù dal tetto con vile indifferenza: non era ancora una carogna. Un tenue senso di ribellione si destò nel cuore del signor Tench, ed egli strappò con forza un pezzo di cemento dal margine della strada, spezzandosi le unghie, e poi lo scagliò debolmente contro di essi.

Citazioni

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  • Aveva camminato per tutto il giorno ed era molto stanco: trovò un posticino asciutto e sedette. Quando lampeggiava, poteva vedere la radura; tutt'intorno si udiva il rumore dolce dell'acqua sgocciolante. Era quasi come la pace, ma non proprio lo stesso. Per la pace occorreva la compagnia umana: la sua solitudine era invece come una minaccia delle cose da venire.
  • Considerando attentamente un uomo o una donna, si poteva sempre cominciare a provarne pietà... Era una qualità insita nell'immagine di Dio... Quando si sono vedute le rughe agli angoli degli occhi, la forma della bocca, il modo in cui crescevano i capelli, era impossibile odiare. L'odio era semplicemente una mancanza di immaginazione.
  • Esiste sempre un momento nell'infanzia quando si aprono le porte e il futuro entra. (cap. I; traduttore sconosciuto)
  • Il cuore è una bestia della quale è prudente diffidare. Anche l'intelligenza è una bestia, ma per lo meno non parla d'amore.
  • Io so per esperienza quanta bellezza portò seco Satana, quando cadde. Nessuno ha mai detto che gli angeli caduti fossero gli angeli brutti.
  • Una pallottola traverserà il cuore, quasi certamente, pensò; un plotone di esecuzione deve pur avere un buon tiratore. La vita se ne sarebbe andata nella "frazione d'un secondo" (era questa la frase del caso), ma per tutta la notte egli aveva continuato a constatare che il tempo dipendeva dagli orologi e dal passaggio della luce. Là non c'erano orologi e la luce non sarebbe cambiata. Nessuno sapeva realmente quanto potesse durare un secondo di pena. Poteva durare tutto un purgatorio, oppure per sempre.

Lo sconosciuto disse: «Sono appena sbarcato, risalendo il fiume, stanotte. Pensavo che forse... ho una lettera di presentazione per la señora da parte di un suo grande amico».
«Sta dormendo» ripeté il ragazzo.
«Se mi facessi entrare» disse l'uomo con uno strano sorriso spaventato, poi, abbassando di colpo la voce, aggiunse: «Sono un prete».
«Un prete?» esclamò il ragazzo.
«Sì» disse l'uomo in tono mite. «Mi chiamo padre...» Ma, prima che potesse darsi un nome, il ragazzo aveva già spalancato la porta e gli stava baciando la mano.

Il terzo uomo

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Non si può mai prevedere come gira il vento. Quando vidi Rollo Martins per la prima volta, scrissi di lui negli incartamenti della polizia: "In circostanze normali, un tipo allegro di buon diavolo. Beve un po' troppo e potrebbe, all'occorrenza, combinare dei guai. Quando passano le donne alza gli occhi e fa sempre qualche osservazione, ma ho l'impressione, tuttavia, che preferisca lasciar correre e risparmiarsi delle preoccupazioni. Non è mai cresciuto veramente, e questa è forse la ragione della sua adorazione per Lime." Avevo scritto quella frase "in circostanze normali" perché l'ho incontrato, per la prima volta, ai funerali di Harry Lime.

Citazioni

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  • Il film [Il terzo uomo], infatti, è meglio del racconto perché, in questo caso, rappresenta appunto l'ultima stesura, l'ultimo stadio, il più perfezionato, del racconto. (dalla premessa)
  • Non sappiamo abituarci all'idea di essere meno importanti per gli altri di quanto gli altri non lo siano per noi... (cap. II, p. 19)
  • Le mani del colpevole non tremano sempre; soltanto nei romanzi la caduta d'un bicchiere tradisce l'interna agitazione dell'animo. Questa viene assai meglio denunciata dalle azioni opportunamente studiate. (cap IV, p. 49-50)
  • Dopo due bicchierini, i pensieri di Rollo Martins si orientano subito verso le donne... in un modo vago, sentimentale e romantico, come all'altro sesso, in generale. Dopo tre bicchierini, come un pilota che fa una virata per ritrovare la direzione, comincia subito a concentrarsi sull'unica ragazza disponibile. (cap VIII, p. 72)
  • Quella era l'unica cosa che non deludeva mai... una buona bevuta e un rapporto sessuale senza troppi problemi: da una donna non si deve pretendere che sia fedele. La sua mente cominciò a lavorare per cicli... dal sentimento alla lussuria, e dalla fede al cinismo. (cap XI, p. 110)
  • "Amavo un uomo," disse lei. "Ve l'ho detto... un uomo non è che diventa un altro solo perché poi si vengono a sapere su di lui delle cose che non si sapevano prima. Lui è sempre lo stesso uomo." (cap XI, p. 114)
  • O forse erano soltanto i ricordi a cui dava l'avvio il motivetto, perché la vita aveva sempre battuto con un polso più rapido quando arrivava Harry, quando arrivava così come stava arrivando allora, come se non fosse successo niente, come se nessuno fosse seppellito in una fossa profonda, come se nessuno fosse stato trovato con la gola tagliata in uno scantinato... quando arrivava così, come stava arrivando, con quell'aria scanzonata e sprezzante, con quell'aria che ammoniva di prendere o lasciare... e, naturalmente, si finiva sempre con l'accettare di prendere. (cap. XIV, p. 136)
  • La natura umana ha strane e contorte ragioni, di cui il cuore, di sicuro, non sa nulla.[5]

E Crabbin? Oh, Crabbin sta ancora litigando con la British Cultural Relations Society per via delle spese di viaggio e di soggiorno di Dexter. La società dice che non può pagare tutt'e due i conti, quello di Stoccolma e quello di Vienna. Povero Crabbin. Poveri noi, tutti quanti, se si fa tanto di pensarci.

Il nostro agente all'Avana

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«Quel negro che percorre adesso la strada» disse il dottor Hasselbacher, stando in piedi nel Wonder Bar, «mi ricorda lei, signor Wormold.» Era tipico da parte del dottor Hasselbacher continuare a dare del lei e servirsi dell'appellativo "signore" dopo quindici anni di amicizia... l'amicizia procedeva con la lentezza e la certezza di una diagnosi prudente. Sul suo letto di morte, quando il dottor Hasselbacher fosse accorso a tastargli il sempre più debole polso, Wormold sarebbe forse divenuto Jim.

Citazioni

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  • Lei dovrebbe sognare di più, signor Wormold. Nel nostro secolo la realtà non è cosa da affrontare. (p. 22)
  • E in tutto ciò che è segreto v'è qualcosa da cui la gente si lascia convincere… forse un ricordo della magia. (p. 87, 88)
  • Vivere all'Avana era come vivere in una fabbrica che producesse bellezza umana su una catena di montaggio. (p. 153)
  • Per quanto si pubblichino statistiche e le popolazioni vengono contate a centinaia di migliaia di individui, per ogni uomo una città consiste soltanto in poche strade, in poche case, in poche persone. Se si eliminano queste poche cose, una città non esiste più, se non come una sofferenza nel ricordo, qualcosa di simile al dolore di una gamba amputata. (p. 249)
  • Abbiamo nel sangue molti Paesi, no? Ma una sola persona. E il mondo si troverebbe forse in una situazione così disastrosa se fossimo leali con l'amore, e non con i vari Paesi? (p. 257)
  • Accade forse a Cuba qualcosa di così importante da interessare un servizio segreto?

«Come ci guadagneremo da vivere?» domandò Wormold.
«Tu e io riusciremo a trovare il modo.»
«Siamo in tre» disse Wormold, ed ella intuí la difficoltà fondamentale del loro avvenire… che lui non sarebbe mai stato abbastanza folle.

Il fattore umano

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Sin da quando era entrato a far parte dell'organizzazione, più di trent'anni prima, Castle aveva sempre pranzato in un ristorante dietro St Jame's Street, non lontano dall'ufficio. Se qualcuno gliene avesse chiesto il perché, lui avrebbe parlato dell'eccellente qualità delle salsicce; forse avrebbe preferito una birra diversa dalla Watney's, ma la qualità delle salsicce prevaleva sulla birra. Castle era sempre pronto a rendere conto delle sue azioni, anche delle più innocenti, e arrivava sempre puntualissimo.

Citazioni

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  • L'odio è una reazione automatica alla paura, perché la paura è umiliante.
  • La semplicità è sempre la cosa migliore, così come è vantaggioso dire la verità ogni volta che è possibile, perché è molto più facile ricordarsi la verità che non una bugia.

Incipit di alcune opere

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I naufraghi

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Era come se attendesse un amante. Ormai da tre quarti d'ora stava seduta sullo stesso sgabello alto, volgendo un po' le spalle al banco, l'occhio fisso sulla porta girevole. Dietro di lei, i panini al prosciutto erano ammucchiati sotto la campana di vetro, e dai bricchi esalava un vapore leggero. Quando la porta si apriva, il fumo delle macchine filtrava nell'interno lasciando un pulviscolo sulla pelle e un sapore di rame sulla lingua.

Il tranquillo americano

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Dopo cena, rimasi ad aspettare Pyle nella mia camera che guarda su Rue Catinat; aveva detto: «Sarò da te al massimo alle dieci», e, quando fu suonata la mezzanotte, non riuscii più a rimanermene tranquillo, e scesi nella via.[6]

La fine dell'avventura

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Un racconto non ha né principio né fine: si sceglie arbitrariamente un certo momento dell'esperienza dal quale guardare indietro, o dal quale guardare in avanti.[6]

Monsignor Chisciotte

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Andò così. Padre Chisciotte aveva ordinato il solito pranzo solitario alla sua governante e si era incamminato per andare a comprare il vino in una cooperativa da quelle parti, che distava otto chilometri da El Toboso, sulla strada maestra di Valenza. Era una di quelle giornate in cui la calura gravava tremolante sugli aridi campi, e non esisteva l'aria condizionata sulla piccola Seat 600 che egli aveva acquistato, già di seconda mano, otto anni prima. Mentre viaggiava, pensò malinconicamente al giorno in cui sarebbe stato costretto a procurarsi una nuova automobile.

Una pistola in vendita

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Per Raven ammazzare qualcuno non significava niente di speciale, era una faccenda come un'altra. Bisognava solo stare attenti a tutto e far lavorare il cervello. L'odio non c'entrava affatto.[7]

Note

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  1. Da Un caso bruciato.
  2. Da I commedianti, parte I, cap. IV.
  3. Citato in AA.VV., Il libro del crimine, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2018, p. 32. ISBN 9788858019412
  4. Da Il nocciolo della questione, traduzionedi Nella Zoja, Mondadori, Milano, 2010, p. 93.
  5. Da Il terzo uomo, traduzione di Alessandro Carrera, Mondadori, Milano, 2012. ISBN 9788852028809
  6. a b Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
  7. Citato in Fruttero & Lucentini, Incipit, Mondadori, 1993.

Bibliografia

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  • Graham Greene, Il terzo uomo (The Third Man, 1950), traduzione di Gabriele Baldini, Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas S.p.A, 1951. ISBN 8845223884
  • Graham Greene, Il nocciolo della questione (The Heart of the Matter), traduzione di N. Zoja, La Nuova Stampa Di Mondadori, Cles (TN) 1976.
  • Graham Greene, Il potere e la gloria (The Power and the Glory), traduzione di Elio Vittorini, Oscar Mondadori 1969.
  • Graham Greene, I naufraghi (England Made Me), traduzione di Claudia Patrizi, I Libri del Pavone, Arnoldo Mondadori Editore, 1962.
  • Graham Greene, Il nostro agente all'Avana (Our Man in Havana), traduzione di Bruno Oddera, Oscar Mondadori 1987.
  • Graham Greene, Monsignor Chisciotte (Monsignor Quixote), traduzione di Bruno Oddera, Arnoldo Mondadori Editore 1983.
  • Graham Greene, Il fattore umano (The Human Factor), traduzione di Bruno Oddera, Omnibus, Arnoldo Mondadori Editore 1978.

Filmografia

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Altri progetti

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Opere

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