Il prefetto di ferro

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Il prefetto di ferro

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Cesare Primo Mori

Titolo originale

Il prefetto di ferro

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1977
Genere drammatico
Regia Pasquale Squitieri
Soggetto Ugo Pirro, Arrigo Petacco (romanzo)
Sceneggiatura Arrigo Petacco, Pasquale Squitieri
Produttore Gianni Hecht Lucari
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
Note

Il prefetto di ferro, film italiano del 1977 con Giuliano Gemma, Stefano Satta Flores e Claudia Cardinale, regia Pasquale Squitieri.

Frasi[modifica]

  • Certa gente qui non ha paura della polizia, ma di voi sì. Si ricordano ancora la lezione che gli avete dato quando eravate prefetto a Trapani pure se sono passati molti anni. (Francesco Spanò)
  • Maggiore Spanò, voi non siete persona mia, perché io non ho persone mie. Voi siete un Ufficiale dei Carabinieri di cui lo Stato si fida, fino a prova contraria. Noi siamo due dipendenti statali. Punto e basta. (Cesare Mori)
  • Ce dovete perdonare di tanto scomodo, ma io sono sicuro, Voscienza che quando voi sarete a Palermo, noi avremo lasciato già l'isola. Scappiamo, andiamo a lavorare in Francia. I Baroni qui hanno lasciato le terre ai mafiosi e i contadini stanno morenno de fame. E quel pugno de grano che c'abbiamo lo dobbiamo dividere pure con i campieri. Nostro fratello Alfio se ribellò, a questa infamia, e l'hanno sparato. Ha lasciato tre figli. Lui è morto e iddi s'ingrassano. (Vasile)
  • Ma non mi parli di brigantaggio! Non c'era niente da rubare in quella casa! Questa è opera della mafia e lei lo sa! Ci sarà un'insufficienza di prove anche per quello che c'era dentro!? Questa gente aveva creduto nello Stato e in me che lo rappresento! Li hanno massacrati per intimorirmi! Per creare il vuoto e la sfiducia in tutto quello che farò. Se questo delitto rimane impunito, come gli altri, è finita per il prestigio e la credibilità nelle forze dell'ordine! (Cesare Mori)
  • Chi canta, parla... e qui non si canta e non si parla. (Cesare Mori)
  • Ma perché non si presentano per quello che sono. Sì! Presentatevi come nemici e vi rispetterò di più! I saluti, i baciamani teneteveli per voi. Abbracciatevi e sparatevi in bocca ma fra di voi con me non serve! (Cesare Mori)
  • Spanò, qui lo Stato deve fare più paura della mafia. (Cesare Mori)
  • Questa gente deve capire che l'impunità è finita. Qualsiasi impunità. (Cesare Mori)
  • Sono fermamente convinto che il fenomeno delinquenziale derivi dall'analfabetismo, dal latifondo, dal clientelismo, l'interferenza politica, la povertà, la malaria. (Cesare Mori)
  • Sapete come diciamo noi? I Re sono come le pulci: vanno dove vogliono e succhiano quello che vogliono. (Anna Turrini)
  • Qui le vittime si trasformano in complici. (Cesare Mori)
  • Ora ci aspetta il lavoro più duro: stanarli e vivi. Non voglio perseguitati, martiri. Questi vigliacchi assassini dovranno sfilare davanti alle loro vittime in catene. Solo così il cittadino potrà recuperare, almeno in parte, la fiducia nello Stato. (Cesare Mori)
  • Quannu tira u vientu, fatti canna. (brigante Albanese)
  • La mancanza d'acqua creerà il panico ancor prima della sete. La paura prima della sofferenza. (Cesare Mori)
  • U Signuri non c'acconsento, | acqua e sale senza pintu, | acqua e sale a gran Signora, | per levare 'sta fattura, | acqua e sale San Giovanni, | pi astutari chistu focu ranni, | acqua e sale, | acqua e sale, | siette jastimi supra le magiare, | secca a lingua | avi marci i rìenti, | i panni sfatti in pìeddi r'i sirpenti, | vinniru in lozza | sietti gattini supra a to fossa. | San Giovanni, | Gran Signora | levate 'sta fattura. (Donna di Gangi)
  • Un brigante vive nella paura e per l'amore del popolo, sennò muore. (brigante Albanese)
  • Abbiamo eliminato i briganti, adesso ci occuperemo dei galantuomini. (Cesare Mori)
  • Noi non siamo come quei quattro ruba galline che avete preso a Gangi. Noi teniamo amici anche a Roma! Gente che ci conosce, ci stima! Con queste mani non ci si sta in carcere! Il carcere ai galantuomini non ha mai fatto paura! Gli infami devono tremare! Quelli che ci hanno buttato addosso l'infamia a noi! (Paternò)
  • Mi sento come un chirurgo che ha operato a metà. Che ha fatto soffrire ma che non ha guarito. (Cesare Mori)
  • Noi abbiamo fatto un unico errore, Eccellenza, se mi consentite. Ci siamo dimenticati che la mafia è una puttana che si struscia a chiunque detenga il potere. E questo errore lo paghiamo. (Francesco Spanò)

Dialoghi[modifica]

  • Cesare Mori: Commari! Oggi lo Stato vi liberò dalla paura!
    Anna Turrini: Lo Stato cc'ava liberare dalla miseria!
  • Cesare Mori: Fatemi capire, perché mi chiamano "Il Piemontese"? Io non sono del Piemonte.
    Anna Turrini: Noi chiamiamo Piemontesi tutti i nemici.

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