In questo angolo di mondo

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In questo angolo di mondo

Immagine Kono Sekai no Katasumi ni.png.
Titolo originale

この世界の片隅に
Kono sekai no katasumi ni

Lingua originale giapponese
Paese Giappone
Anno 2016
Genere animazione, drammatico, storico
Regia Sunao Katabuchi
Soggetto Fumiyo Kōno
Sceneggiatura Sunao Katabuchi, Chie Uratani
Produttore Tarō Maki, Masao Maruyama
Doppiatori originali
Doppiatori italiani

In questo angolo di mondo, film d'animazione giapponese del 2016, regia di Sunao Katabuchi.

TaglineDilaniati dalla guerra. Riuniti dall'amore.

Incipit[modifica]

Dicembre 1933 (Didascalia)

Mi dicevano spesso che avevo la testa tra le nuvole... (Suzu)

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Anche se ci sono alti e bassi… essere una bambina non è poi così male. Ho la sensazione di riuscire a vedere molte cose. (Suzu)
  • Perché ho continuamente la testa tra le nuvole? Non ho idea di come o perché questo possa essere accaduto. (Suzu)
  • Accidenti, pensate che ho sognato di essere andata in moglie a un uomo di Kure [...] e poi a un certo punto mia cognata mi ha detto "se vuoi puoi tornare a Hiroshima". All'inizio mi sono chiesta che cosa intendesse... ah, per visitare i miei! A quel punto mio suocero e mia suocera si sono scusati per non averci pensato e mi hanno detto che se volevo potevo prendermi due o tre giorni e tornare con calma. (Suzu, a tavola con i genitori e Sumi)
  • Anche se siamo in guerra le cicale friniscono e le farfalle volano. Dopo l'incursione aerea di giugno pensavamo che la guerra stesse ormai per mostrarsi ai nostri occhi: ma dove la combattono, e quando arriverà? (Suzu)
  • Mettendo insieme i soldi risparmiati da mia suocera e quelli per gli acquisti mensili arrivo solo a venticinque yen. Certo che se lo zucchero arrivasse a costare centocinquanta yen, con cento yen non sarebbe più possibile comprare neanche le caramelle. Speriamo soltanto che i calzini non arrivino a costare mille yen per tre paia; in una nazione così come sarebbe possibile sopravvivere? (Suzu, dopo essere stata al mercato nero)
  • Le persone scompaiono molto facilmente, e una volta che non sono più visibili la nostra voce non li raggiunge più. (Suzu)
  • Ora vorrei tanto avere della tempera: ma no, che strane idee mi saltano in mente in questo momento? (Suzu, mentre osserva il bombardamento di Kure)
  • Stato d'allerta, stato d'allerta! Vestiti antiaerei, spegnere il fuoco, rimuovere porte scorrevoli! Fatto questo, prendere kit di sopravvivenza e andare in rifugio. (Suzu, al suono dell'allarme aereo)
  • Se in quella strada ci fosse stato un fossato ci saremmo potute saltare dentro. Nella mano sinistra ho il mio involucro, con quella destra tengo Harumi. Avrei preferito che fosse stato al contrario, l'avrei tanto voluto: togliermi gli zoccoli e correre a piedi nudi oltre il declivio. Cosa c'è dietro la collina? (Suzu)
  • Sono felice. Sono felice. Sono felice. Non riesco veramente a capire di cosa si possa essere felici. La mia mano destra, che a giugno teneva quella di Harumi. La mia mano destra che a maggio ha disegnato il volto di Shusaku che dormiva. La mia mano destra, che ad aprile teneva il rossetto di Teru. La mia mano destra, che a febbraio ha sollevato il cervello di mio fratello. La mia mano destra, che a novembre dell'anno scorso non è riuscita a ricopiare il modello di kimono di mia cognata. La mia mano destra, che nello scorso agosto ha disegnato un cocomero per Rin. La mia mano destra, che a maggio ha cucinato la ricetta di riso del samurai Kusonoki. La mia mano destra, che lo scorso marzo ha disegnato la mia città natale. La mia mano destra, che amava preparare i nori. La mia mano destra, che nel febbraio di sette anni fa ha disegnato molti conigli. (Suzu, osservando il braccio destro fasciato privo della mano)
  • Tutto quello che abbiamo fatto ci sfugge dalle mani. Tutto quello a cui ci eravamo abituati, la ragione per cui abbiamo sopportato queste privazioni... Riso e soia arrivati da oltre oceano, è di questo che è composto il mio organismo ormai: quindi non ci resta che arrenderci alla violenza. Ho sempre desiderato morire restando una sognatrice a occhi aperti. (Suzu)
  • Avevo conservato questo per un'ultima cena insieme in caso di estrema necessità. Mi piacerebbe che stasera lo preparassimo in bianco, ma non possiamo mangiarlo tutto perché abbiamo ancora davanti a noi sia un domani che un dopodomani. (San, prendendo un sacchetto di riso dalla credenza)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Suzu, dopo essersi svegliata, sta portando due fette di cocomero a un bambino che era nella casa dei nonni; il bimbo però è scomparso]
    Ito: Lasciale pure qui a terra, lui verrà a mangiarle più tardi.
    Suzu: Senti, nonna: e se io lasciassi anche il mio kimono, verrebbe a indossarlo?
    Ito: Tu sei veramente una bambina dal cuore d'oro, cara Suzu.
Mare increspato dalle onde
  • Suzu: Ciao Mizuhara: se non consegni il tuo disegno non potrai tornare a casa.
    Tetsu: Non mi va, [...] e poi non riesco a disegnare il mare: lo odio. Urano, dammi la tua mano. [Passa una matita a Suzu] Prendi. [...] È di mio fratello. [Osserva le onde del mare] Guarda quanti, oggi i conigli non fanno che saltare. Mi ricorda il giorno che quella nave si è capovolta: il mare era così. Coraggio, disegnalo pure questo mare così noioso.
    Suzu: Senti Mizuhara: cosa significa quello che hai detto prima?
    Tetsu: Eh? Ah, le onde bianche: sembrano conigli che saltano.
    Suzu: Ho avuto un'idea: lo vuoi mio fratello maggiore?
    Tetsu: No, a scuola tutti dicono che quando arriva il maggiore degli Urano bisogna scappare di corsa, anche se per me è sempre meglio lui di quell'idiota che si è arruolato in marina e poi è affogato.
    Suzu [ha disegnato il paesaggio marino con dei conigli bianchi che saltano sull'acqua]: Hai ragione, sembrano proprio conigli bianchi.
  • Chizuko: Andrai lontano? Te ne andrai molto lontano da qui per sposarti.
    Suzu: A chi dici, a me?
    Chizuko: Tu, Sumi, resterai vicino.
    Ito: Si dice che chi tiene le bacchette con la mano distante dal cibo andrà in sposa lontano.
    Chizuko: Nonna, tu invece da dove sei venuta?
    Ito: Be', io venivo da Furue.
    Sumi: Ma Furue è un villaggio proprio qui accanto a Kusatsu; le donne che finiscono in Manciuria, per esempio, avranno usato delle tenaglie.
    Suzu: Disse Sumi Urano mentre cambiava la presa delle mani sulle bacchette...
    Sumi: Sposarmi vicino a casa non è molto emozionante.
    Marina:[1] Suzu, devi tornare subito a casa, mi hanno appena telefonato: un ragazzo che abita a Kure è venuto fino al nostro villaggio per chiederti in sposa. Ne ha fatta, di strada...
  • Ito: Se ti sposerai immagino che la cerimonia si terrà laggiù a Kure, vero? [Suzu annuisce] Quella sera tuo marito ti domanderà: "Mia adorata sposa, hai portato con te un ombrello?" E tu risponderai: "Sì, certo, ne ho portato uno nuovo di zecca." E quando ti domanderà: "Posso aprirlo?" tu risponderai "Prego, fa' pure." Tutto chiaro?
    Suzu: Ma perché?
    Ito: Perché devi fare così.
  • Suzu: Mizuhara! Non ci vediamo da tempo.
    Tetsu: Sbrigati ad andare a casa, tua madre era così stupita che ha diffuso per quasi tutto il quartiere la notizia delle tue nozze.
    Suzu: Che peccato, pensavo che fossi tu il pretendente.
    Tetsu: Niente affatto!! Sono tornato soltanto per il settimo anniversario della morte del mio fratello maggiore. Quindi ancora non sai di chi si tratta?
    Suzu: Non ne ho idea. Magari è possibile che mi abbia confusa con Sumi, lei è decisamente più carina di me.
    Tetsu: No, per me la più carina sei tu.
  • Juro: Signora Kobayashi, la ringrazio per quanto farà oggi per noi.
    Signora Kobayashi: E per fortuna è anche una gran bella giornata.
    Suzu: È un onore per me diventare sua nuora; mi perdoni se le offro la mia dedizione come figlia.
    Signora Kobayashi: Io sono Kobayashi, la zia di Shusaku, e sarò la sensale per il vostro matrimonio.
    Juro: Non ricorda il nome della famiglia a cui andrà in sposa?
    Kiseno: È sempre così distratta, mi fa preoccupare.
  • Suzu: Padre, madre:[2] è un onore far parte della vostra famiglia.
    San: Grazie, ma l'onore è tutto nostro. Le mie povere gambe non funzionano più tanto bene, per cui conto su di te, cara Suzu.
    Suzu: Certo.
  • [Shusaku e Suzu sono nella loro camera per la prima notte di nozze]
    Shusaku: Ascolta, Suzu: [...] per caso hai portato un ombrello?
    Suzu: Sì, certo, l'ho portato. È nuovo di...
    Shusaku: Potresti prestarmelo? [usa il manico dell'ombrello come un gancio per prendere dei cachi appesi a seccare e li offre a Suzu, mentre inizia a mangiarne avidamente uno] Prendi, Devi avere fame. Che c'è, non ti piacciono i loti secchi?
    Suzu: Durante il ricevimento non hai mangiato niente, vero? Ma ora che ti ho visto mangiare con la bocca mi sono tranquillizzata.
    Shusaku: Puoi stare veramente tranquilla: ho appena mandato giù anche i semi, sempre attraverso la bocca.
    Suzu: Scusa ma, per caso noi ci siamo già visti da qualche parte?
    Shusaku: Sì, non te lo ricordi? Io non me lo sono mai dimenticato.
    Suzu: Scusami tanto, ma vedi il fatto è che molto spesso ho la testa fra le nuvole.
    Shusaku [mette una mano sulla guancia di Suzu]: Non sei cambiata per niente, mi ricordavo anche che qui [sul lato sinistro del mento] avevi questo bellissimo neo.
  • San: Oh, è un vestito di Keiko di quando era più giovane; va anche quello nel ripostiglio. Si è vestita così quando è uscita con l'uomo che sarebbe diventato suo marito: prima sono andati al cinema, poi a un ristorante occidentale e infine a una bella mostra d'arte.
    Suzu: Oh, guarda: mia cognata era veramente una ragazza moderna.
    San: Il mondo non era ancora come è diventato oggi. Quando Shusaku aveva quattro anni, per il disarmo imposto nel periodo di pace, ci hanno impedito di costruire navi da guerra; per questo mio marito e molti altri uomini della zona hanno perso il lavoro, è stato un periodo molto difficile. Keiko, visto il suo carattere determinato, ha deciso di cercarsi da sola sia il lavoro che il marito e ci è riuscita.
    Suzu: Va bene, dovrò lavorare sodo anch'io se non voglio essere da meno.
    San: Allora eravamo convinti che quel periodo fosse terribile, ma adesso darei non sai quanto per tornarci.
  • Shukasu: Questa è una sorpresa, mia sorella Keiko ha cotto il riso senza averlo fatto bruciare!
    Keiko: Attento a quello che dici, sai!?
    Suzu: Perdonami, cognata: grazie a te sono riuscita a sistemare in questo modo il mio kimono.
    Keiko: Cosa? Di niente, nostra madre ha grossi problemi alle gambe e una ragazza come te è stata portata in una terra sconosciuta a fare lavori a cui non è abituata: sarebbe stato molto meglio per tutti se fossi rimasta a casa anch'io. Ascolta Suzu, che ne diresti di fare ritorno a Hiroshima?
  • Suzu: Sumi, cosa ne pensi del corpo dei volontari?
    Sumi: Ci sto facendo l'abitudine, ho sempre addosso l'odore dell'olio dei macchinari.
    Suzu: Ah, ma sarà un lavoro pericoloso: dev'essere dura.
    Sumi: Non fa così freddo come quando si raccolgono le alghe, e ci sono i lati positivi: pensa che un ufficiale affascinante mi ha addirittura passato di nascosto i suoi buoni della mensa.
    Suzu: Non mi dire... questo deve essere uno dei massimi segreti delle forze di terra.
    Sumi: E cosa mi dici di te sorellina? Ti piace vivere a Kure?
    Suzu: Ho accora così tanto da imparare che non saprei.
    Sumi [preoccupata]: Ascolta, credo che con i miei discorsi di prima ti ho riferito uno dei massimi segreti delle forze della marina.
Alcuni denti di leone
  • Suzu: Bentornato a casa.
    Shusaku: Stai raccogliendo erbe aromatiche?
    Suzu: Sì, pensavo di usarle stasera a cena. Qui a Kure i denti di leone sono tutti bianchi?
    Shusaku: Quelli di Eba sono diversi? Oh, qui ce n'è anche uno giallo.
    Suzu: Magari ha viaggiato fin qui da lontano.
  • Shusaku [dopo aver tolto della terra dalla testa di Suzu]: Ascoltami Suzu: non devi preoccuparti così o i capelli continueranno a caderti.
    Suzu: Quindi tu lo sapevi già... [Suzu e Shusaku tornano a casa, Harumi sta tirando una manica a Keiko]
    Harumi: Su, per favore mammina, prestami il tuo pennello: voglio colorare la testa di Suzu!
    Keiko: Ti ho già detto di no, non insistere: sporcherai tutto con la pittura nera.
  • [Suzu racconta come vuole sfruttare al meglio le razioni di riso]
    Durante un lungo assedio al suo castello il samurai Kusonoki inventò il metodo per incrementare i viveri. Per prima cosa tostate bene il riso, aggiungete una quantità tripla d'acqua e continuate a cuocere a fuoco lento. Quando si cuoce il riso il combustibile non deve mai essere sprecato, lasciate che sia il fornello senza fuoco del Grande Impero Giapponese[3] a occuparsi della sua cottura; lasciatecelo tutta la notte. Aggiungete le violette e il miso[4] al brodo della cottura delle sardine del giorno precedente e fate bollire. Mettete nuovamente il riso sul fuoco e lasciatelo cuocere, E adesso il nanko meshi[5] speciale del samurai Kusonoki è pronto! [...]
    [Suzu, Shusaku, Kiseno e Juro assaggiano il riso ma il gusto è orribile] [...]
    San: Se il grande samurai Kusonoki riusciva ad apprezzare quel piatto doveva essere veramente un guerriero forte e coraggioso.
    Suzu: Sì, lo credo anch'io.
  • Shusaku: È iniziato lo smantellamento degli edifici, hanno detto che stanno creando un imponente linea di fuoco; ma in questa zona della città non avremo questo problema.
    Suzu: Certo che è terribile, spero che riusciranno tutti a trovare un luogo dove trasferirsi. [Keiko, alle spalle di Suzu, le passa un pezzo di legno per ravvivare la fiamma del fornello] Ah, grazie tante.
    Keiko: Prego, non c'è di che: legna per il fuoco ne ho quanta ne vuoi, anche la nostra casa è stata smantellata.
Il porto di Kure
  • [Suzu viene trascinata a forza a casa da due soldati]
    Soldato: È qui l'abitazione di questa donna? [...] Stava disegnano la linea costiera e le navi: è un atto di spionaggio! Fa l'innocentina ma chissà quali piani maligni e diabolici sta tramando alle nostre spalle. [Keiko inizia a tremare] [...] È possibile che questa donna stia cercando di carpire dei segreti militari: ha inviato qualche messaggio crittografato? Tra le sue cose avete notato una tabella di numeri casuali? [Anche San inizia a tremare e a fare strane smorfie] Avete dei sospetti? Eh, parlate! E va bene, per questa volta non ti arrestiamo, ma dovete tenerla sempre sotto sorveglianza: ricordate che una nuora resta sempre un'estranea. [I soldati se ne vanno da casa Urano; nel frattempo Shusaku torna dal lavoro]
    Shusaku: Sono tornato! Che succede, perché il bucato è ancora appeso all'esterno?
    San: Ah, Shusaku, il fatto è che la polizia militare ha preso di mira Suzu. [...]
    Shusaku: Suzu coinvolta in atti di spionaggio...
    Keiko: Shusaku, tu non eri presente.
    San: Ci siamo sentiti così in difficoltà con la polizia militare... [inizia a ridere, anche Keiko ride]
    Keiko: Ci veniva da ridere ma non potevamo farlo!
    San: E più cercavamo di trattenerci, più ci veniva da ridere! È che quando si concentra su qualcosa questa ragazza si dimentica dell'esistenza di tutto il resto! [tutti ridono di gusto]
    Keiko: È così mite e ubbidiente che finisce addirittura per sembrare saggia! [...]
    Harumi: Non ho capito niente di cosa è successo, ma viene da ridere anche a me!
  • [Suzu non vede Harumi chinata a osservare le formiche, la colpisce e inciampa]
    Harumi: Che male!
    Suzu: Harumi scusa, non ti avevo vista!
    Harumi: Sto bene. Stavo guardando le formiche.
    Suzu: Oh, guarda quante sono: chissà fin dove arrivano. [Suzu e Harumi seguono le formiche, e scoprono che stanno prendendo lo zucchero dalle provviste di casa.] Oh, proprio adesso che lo zucchero è diventato prezioso!! [...]
    Harumi: Dobbiamo nasconderlo dove le formiche non possano trovarlo.
    Suzu: Sì, hai ragione, però... dove?
    [La scena cambia, Suzu e Harumi sono disperate davanti a San]
    San: Ma cosa è successo?
    Suzu: Eravamo convinte che l'acqua avrebbe difeso lo zucchero dalle formiche... [Suzu e Harumi avevano messo il vaso dello zucchero in una bacinella che galleggiava sull'acqua contenuta in un piccolo orcio, ma il peso del vaso lo ha fatto cadere nell'acqua]
Mercato nero a Baghdad, ottobre 2004
  • Keiko: Perché ci hai messo tanto? Ho saputo che sei andata al mercato nero, per un attimo temevo che ti fossi persa.
    Suzu: Cognata, mi potresti spiegare cos'è il gelato con i wafers che si può mangiare nelle case da tè?
    Keiko: Cosa? Non sai che cos'è? [Prende un po' di acqua dall'otre dove si è sciolto lo zucchero] Be', allora: è dolce e freddo e lo mangi con dei cracker croccanti che ci mettono sopra. Ah, che meraviglia! [Beve l'acqua zuccherata]
    Suzu: Ma quella...
    Keiko: Pensare così intensamente ai cibi dolci mi fa sembrare dolce anche della semplice acqua fresca.
  • Shusaku [Suzu si è nascosta dietro di lui]: Ma che fai, Suzu?
    Suzu: C'è un compagno di classe delle elementari, sembra che sia diventato un marinaio. Mi chiedevo che cosa dovrei fare se lo incontrassi.
    Shusaku: Salutalo normalmente, che altro devi fare?
    Suzu: Se dovessi incontrare qualcuno del mio passato, avrei paura di dovermi svegliare da questo bel sogno. Insomma, io...
    Shusaku: Sogno?
    Suzu: Cambiare la casa, il cognome, mi ha creato moltissime difficoltà ma tu sei sempre così gentile con me, Shusaku; ho anche delle nuove amicizie, ora non ho alcuna voglia di svegliarmi. Finalmente mi sento di essere soddisfatta di quella che sono.
    Shusaku: Sì, ho capito. Le strade non scelte, una volta che sono passate, diventano transitorie e sfuggenti proprio come un sogno. Sai, Suzu: sposarti è stata probabilmente per me la migliore decisione della mia vita.
  • [Tetsu sta abbracciando Suzu, vorrebbe baciarla]
    Suzu: Senti, Mizuhara: mi sembra di avere aspettato questo momento tutta la vita. Anche se adesso sei venuto da me [inizia a piangere] e mi sei così vicino, io... Accidenti! Sono così arrabbiata con lui, non lo sopporto! Perdonami, ti prego perdonami...
    Tetsu: Ho capito, sei innamorata di lui. Sei così incredibilmente ordinaria. [...] Ti arrabbi e ti scusi per cose molto normali, proprio come quando eri bambina. [...] [Shusaku] Ha quattro anni più di te, giusto? [...] Ha la stessa età del mio defunto fratello; la nostra famiglia era molto povera per cui ha scelto di iscriversi in una accademia navale gratuita, e quando lui è morto io sono entrato nella marina militare. Sono state tutte scelte molto normali, eppure in qualche momento della mia vita devo essermi allontanato da quella normalità. Ecco perché, vedendo che tu non sei cambiata, mi sento sollevato. Quando sarà il momento, non mi onorate come un eroe, e quando penserai a me pensami con un sorriso. Ho un ultimo desiderio: che tu resti normale fino all'ultimo giorno. Non cambiare mai.
  • [Durante il bombardamento Entaro, con il corpo, ha protetto Suzu ed Harumi per poi rimanere immobile; la scena mostra Suzu ed Harumi in lacrime davanti al futon di Entaro, accanto a San che consola Sumi]
    San: Lo so che ha lavorato tutta la notte, ma avrebbe anche potuto evitare di addormentarsi durante un bombardamento.
    Entaro: Calma, calma.
    Sumi: Mi sono così spaventata!!
  • Shusaku: Lo sai, mia cara Suzu: sei veramente piccola. Anche se ti alzi in piedi resti piccola.
    Suzu: Ma che vuoi dire?
    Shusaku: No, niente: l'ho pensato e te l'ho detto, tutto qua.
  • Shusaku: La mia uniforme [...] è stata impacchettata. Dal quindici del mese diventerò sottufficiale di prima classe: verrò addestrato nella marina e dovrò andarmene per tre mesi. Non ci potremo vedere.
    Suzu: Ma potrai tornare una volta finito l'addestramento?
    Shusaku: Penso di sì. Credi di potercela fare, Suzu? Sei piccola e molto esile, riuscirai a proteggere la nostra casa anche senza un uomo?
    Suzu: È impossibile, assolutamente impossibile!! Ti chiedo scusa, ho mentito: ti amo con tutta me stessa, ma che cosa succederebbe se dopo tre mesi dimenticassi il tuo volto? [...] Per questo ti aspetterò nella nostra casa, perché se non restassi qui rischierei di non ritrovarti più, Shusaku.
  • Sumi: È veramente un peccato che Kure abbia subito tutte queste incursioni aeree. E tu, ora che non puoi più occuparti della tua casa, ti sentirai a disagio. Ascoltami, Suzu: perché adesso non torni insieme a me a Hiroshima? Le incursioni aeree non sono così gravi, e visto che nostro fratello è morto non c'è più nessuno in casa che ti prenderà di mira.
    Suzu: Sì, ho capito. Se il tuo ufficiale è così affascinante potrei anche decidere di tornare con te.
    Sumi: Ma stai dicendo sul serio, smettila!
    Suzu: Scherzavo, stavo solo scherzando. [pensando] C'è qualcosa di sbagliato.
    Sumi: A me sembrava un'idea fantastica, il sei del mese prossimo a Eba c'è una grandissima festa: potresti venire in quell'occasione.
    Suzu: Ti ringrazio tanto, Sumi! [pensando] Pensavo che la morte di nostro fratello fosse una fortuna; c'è qualcosa di sbagliato in me, come un disegno fatto con la mano sinistra.
  • [Suzu e Shuzaku si riparano in un fossato durante un bombardamento]
    Suzu: Ascolta, Shusaku: ecco, ho deciso di tornare a Hiroshima.
    Shusaku: E qui non vuoi più restarci? Sei preoccupata per la tua mano, ti spaventano le incursioni aeree? O è per Harumi?
    Suzu: [pensando]: Sì, esatto: per tutto questo. È per tutto questo.
    Shusaku: Non ti sento!!
    Suzu: Ti stai sbagliando!!
    Shusaku: Allora dimmi perché! Suzu, ascolta: io sono stato molto felice in questo anno e mezzo, adoro tornare a casa da te, adoro camminare insieme a te e ascoltarti parlare. Non provi lo stesso per me?! Mi consideri ancora un estraneo?!
    Suzu: Non ti sento, non ti sento, non sento, non sento neanche una parola!! Torno a casa, torno a casa a Hiroshima!!
    Shusaku: D'accordo, allora: fa' come ti pare.
  • Keiko: Sono stata ingiusta quando ti ho accusato di aver causato la morte di Harumi.
    Suzu: Non ti preoccupare.
    Keiko: L'uomo che amavo è morto molto giovane, il mio negozio è stato smantellato, non rivedrò più la mia bambina, ma sono state le mie scelte che mi hanno portato fino a qui. Tu invece non hai avuto scelta, sei stata portata in una casa sconosciuta da moglie di mio fratello e hai fatto quello che ti dicevano; immagino che la tua sia una vita molto noiosa. Tu sei libera di restare nella nostra casa o di andare altrove: smettila di preoccuparti inutilmente e decidi da sola.
La nube della bomba atomica su Hiroshima ripresa dal porto di Kure
  • [Tutte le donne di Kure stanno preparando sandali di corda da inviare a Hiroshima; Suzu osserva quello che ha appena confezionato]
    Suzu: Ah, con una mano sola non mi riescono molto bene.
    Keiko [mostrando un sandalo peggiore rispetto a quello di Suzu]: Cos'è, mi vuoi prendere in giro?
  • Shusaku: Questi sono opuscoli dell'esercito americano, devi consegnarli alla polizia militare.
    Suzu: Se li consegnassi li manderebbero al macero; io invece ho pensato di spianarli per poterli usare come carta igienica.
    Shusaku: È un'idea niente male, ma non potremmo più fare usare il bagno agli ospiti.
    Suzu: La nostra battaglia quotidiana è sopravvivere con quel poco che possediamo.
  • Suzu: Ciao Sumi!
    Sumi: Suzu! Ti sei tagliata i capelli molto corti.
    Suzu: No, ferma: non devi alzarti. Sei malata, vero?
    Sumi: Mi gira solo un po' la testa quando mi alzo. Ah, non sai che amarezza sorella mia: con queste giornate fredde e secche non posso dare una mano nella raccolta delle alghe. [fa l'occhiolino a Suzu]
    Suzu: Tu non devi fare altro che startene distesa e riposare.
  • Sumi: Vorrei che nostro fratello orco tornasse a Eba, e anche nostra madre.
    Suzu: Cosa?
    Sumi: Quella mattina la mamma era andata in città a fare compere per la preparazione della festa; io e papà siamo andati a cercarla dappertutto, ma non siamo riusciti a trovarla. Papà invece si è ammalato gravemente a ottobre ed è morto pochissimo tempo dopo, lo abbiamo fatto cremare insieme a tutti gli altri. Non ho avuto il tempo di fartelo sapere, mi dispiace.
    Suzu: Dovevo venire prima, mi spiace anche a me.
    Sumi: È una fortuna che tu non l'abbia fatto. [Mostra dei lividi sull'avambraccio sinistro] Guarda Suzu, come sono ridotta: chissà se riuscirò a guarire.
    Suzu: Certo che sì, sarebbe assurdo se non guarissi.
L'istituto per la promozione dell'industria della Prefettura di Hiroshima, disegnato da Suzu, come si presenta dopo lo scoppio della bomba atomica
  • Shusaku: Non possiamo tornare a quei tempi, probabilmente noi e questa città continueremo a cambiare sempre ma io riuscirò a trovarti e ritroverò questo bel neo che hai sul volto.
    Suzu: Ti ringrazio tanto, Shusaku, per essere venuto a cercarmi fin quaggiù in questo angolo di mondo. Non ti allontanare mai più da me, ti prego: resta sempre al mio fianco.

Explicit[modifica]

[Suzu e Shusaku hanno portato a casa un'orfana che, scambiando Suzu per la madre, si era attaccata al suo braccio.]
San: Una bambina!
Suzu [la bambina sta crollando dal sonno, dai suoi abiti escono delle pulci]: Che c'è?
Entaro: Accidenti, è pieno di pulci!
San [a Shusaku]: Dobbiamo disinfettarle i vestiti, metti subito a bollire l'acqua.
Shusaku: Credo che ci voglia un bel bagno.
Suzu: Credo che la cosa più saggia sia che lei lo faccia per ultima. [...]
Keiko [rovistando in un baule]: Chissà se i vestiti dismessi di Harumi le staranno piccoli...

Citazioni su In questo angolo di mondo[modifica]

  • Il film pilota che mi è stato mostrato quando mi hanno offerto il lavoro era privo di doppiaggio, ma sono bastate quelle immagini a farmi piangere. Ho pensato che fosse un'opera fantastica: «Voglio assolutamente farla». Però, allo stesso tempo, sentivo che applicare la voce su quelle immagini non sarebbe stato certo facile. Quando mi ci sono effettivamente messa, mi sono dolorosamente resa del tutto conto che la recitazione era su tutto un altro mondo rispetto a quella dei film dal vivo. (Rena Nōnen)
  • Molta gente che ha conosciuto direttamente la guerra, avendo vissuto nel 1945, è venuta a vederlo in sala, persone sui settanta/ottanta anni. Quelle persone hanno vissuto la guerra sulla loro pelle e, poiché faceva praticamente parte della loro vita quotidiana, ci sono cose talmente banali per loro che non sentivano nemmeno la necessità di parlarne. Certo, hanno testimoniato delle bombe e delle difficoltà che hanno dovuto superare, ma quando si trattava della vita quotidiana e di come mangiavano, era un aspetto così ordinario che evidentemente non si preoccupavano nemmeno di parlarne. Ora, da quello che ho saputo, alcuni settanta/ottantenni che hanno visto il film hanno cominciato a parlare proprio di quel tipo di dettagli apparentemente insignificanti ai loro figli e ai loro nipoti. Naturalmente è importante educare i bambini a scuola, ma penso sia altrettanto importante scambiarsi parole tra generazioni anche nell'ambito della famiglia. (Sunao Katabuchi)
  • Prego ardentemente che, anche da qui in avanti, quest'opera che ha titolo In Questo Angolo di Mondo possa diffondersi in tutto il globo, continuando a riversare tutto il suo amore. Sono grata ancora una volta di aver avuto la possibilità di collaborare a una simile opera, di aver avuto la possibilità di incontrare tante persone. I miei più sentiti ringraziamenti. (Megumi Han)
  • Quando, ottenuta la parte di "Entaro Hojo", mi sono messo a guardare il DVD con l'idea di fare alcune prove, sono rimasto davvero sbalordito. Questo perché era identico al mio defunto padre. Di carattere sereno, era gentile, di tanto in tanto beveva qualcosa di alcolico e l'ho visto una volta sola alzare la voce con mia madre. Mi sono lasciato aiutare dalla nostalgia, riuscendo così a entrare senza difficoltà nell'opera. (Shigeru Ushiyama)
  • Suzu è una persona che continua la sua vita quotidiana persino in un mondo in guerra. Le persone potranno fraintendere l'idea di "una storia in tempo di guerra" o di "un film che presenta raid aerei" come "qualcosa di simile ai film educativi che ci hanno mostrato alla scuola primaria", ma non è questo il caso. Spingendo i confini dell'espressione in fumetto, il manga originale di In questo angolo di mondo di Fumiyo Kouno è un capolavoro in cui ha riversato cuore e anima. La mia intenzione è di mostrare l'amabile qualità che rende Suzu irresistibile, la condizione critica che la getta "in questo angolo di mondo" e il tempo prezioso che trascorre lì, e di ritrarre questo al meglio delle mie capacità sullo schermo cinematografico. Farò del mio meglio. (Sunao Katabuchi)

Frasi promozionali[modifica]

  • Dilaniati dalla guerra. Riuniti dall'amore.[6]

Note[modifica]

  1. La zia di Suzu.
  2. Secondo l'uso giapponese, i suoceri vengono chiamati "padre" e "madre".
  3. Suzu mette la pentola bollente in una cassetta di legno, riempiendo gli spazi vuoti tra la pentola e il legno con della carta.
  4. Un condimento molto saporito, derivato dalla soia a cui sono aggiunti altri cereali. Per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia.
  5. Il riso preparato in questo nome prende il nome di bap; per approfondire vedi la voce corrispondente su Wikipedia
  6. Dalla sovraccoperta del DVD italiano.

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